Al fondo di questo post vi riporto un'analisi DA LEGGERE CON MOLTA ATTENZIONE,
anche se so che pochi eletti del superficiale e frettoloso popolo del web ci riusciranno...
Peccato però...peccato per loro....
Ho comunque cercato di tagliare qua e là e di fare una sintesi..
L'analisi TEORICAMENTE è illuminante
ma PRAGMATICAMENTE non tiene conto della natura umana e della naturale competizione tra le Nazioni moderne e globalizzate.
Pensare di poter avere UN ARBITRO NEUTRALE del VALORE come l'ORO
quando in realtà alcuni players in posizione di maggiore potere hanno la possibilità pratica di AVVANTAGGIARSI sugli altri con la loro Carta Straccia
è come pensare che un Leone risparmi una gazzella zoppa quando ce l'ha tra le fauci...
E' solo un esercizio di fantasia idealistica o di anacronistica analisi a tavolino.
Inoltre con le Lobbies Globalizzate che si arricchiscono sulle spalle del 99%...................
.
L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE
DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.
CARI LETTORI, PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE IL POST, FATE LA VOSTRA PARTE: CLICCATE SUI DUE VIDEO PUBBLICITARI CHE TROVATE IN ALTO, ALL'INIZIO DEL BLOG.
.......................e con la finanziarizzazione informatizzata dei sistemi economici
è ancora più evidente perchè sia tanto bello quanto impossibile
contare su un arbitro imparziale e globale del VALORE°li SCAMBI (qualunque esso sia).
(tra parentesi OGGI puoi manipolare e rendere fittizio anche l'ORO...in modi 100 volte più efficienti di quanto si riuscisse ai tempi dell'Impero Britannico)
Per questo ritengo che il detto Orientale "Più lontano vai, sempre meno (pragmaticamente) conosci"
(e sempre più t'incasini nelle tue masturbazioni teoriche) si attagli assai bene alla Scienza Economica.
Il velocissimo mondo economico e finanziario (tanto più quello attuale) spesso e volentieri lascia indietro anni luce la teoria economica (a parte alcuni fortunati&limitati casi che vanno storicizzati e contestualizzati ed invece vengono sempre ripresi come se fossero la Bibbia Eterna)
Questo perchè L'ECONOMIA è una branca ANOMALA del sapere: cerca arditamente di categorizzare, di spiegare e di mettere ordine al caos esattamente come fanno la Teologia e la Filosofia....
Ma quando quest'ultime cannano....pochi se ne accorgono andando a comprare la bistecca dal macellaio o facendo benzina (almeno nel breve periodo)
mentre quando è l'Economia a cannare....tutti ben presto se ne accorgono sulla propria pelle...nella vita di tutti i giorni, nella propria sfera lavorativa, familiare, nel proprio livello di benessere ed addirittura nella propria soppravvivenza quotidiana.
Ecco perchè la maggioranza dei rinomati Economisti Accademici quando fanno trading si beccano tante ma tante pappine...;-)
L'economia è la scienza(?) nella quale è più difficile conciliare teoria&pragmatica
ed è anche la scienza più difficile da aggiornare ai tempi che evolvono...
soprattutto quando, come oggi, vanno troppo veloci, sono finanziarizzati globalmente e sono informatizzati alla velocita del bit-luce...
permettendo dunque di AGGIRARE DI TUTTO&DI PIU' e di rendere spesso inefficaci anche le teorie economiche più attuali.
Che la Pragmatica sia diventata essa stessa una (imprendibile&sfuggente) Teoria?
O che i quotidiani miliardi di Io dare moneta, tu dare cammello (anch'essi globalizzati) stiano sfuggendo a qualunque tipo d'inquadramento teorico?
vedi anche: Dedicato alle sterili&sorpassate contrapposizioni: destra-sinistra...statalisti-liberisti...etc etc
Pensate che mi stia rifugiando in discorsi un po' troppo teorici?
Ebbene sì!
Che altro posso fare quando dal Mondo ti arrivano news del genere?
Mo' vadi a farmi 4 passi...
vedi mio canale twitter:
io dopo questa stacco: ...chiedano ai Greci (ed agli Spagnoli e tra poco a NOI)! Alla UE il premio Nobel per la pace: ha contribuito ad avanzamento pace..democrazia e diritti...
LA MINKIATA FINALE: la UE nel suo insieme che si prende il nobel per la pace...il premio di consolazione?...
MA CHE VADA A FAN CULO E PENSI A COME HA RIDOTTO MPS Mussari scrive a FMI, banche italiane solide analisi distorte
PERFETTO! C'è tuttavia un limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù (Edmund Burke)
mi viene da vomitare...LA LEGA FA PIU' SCHIFO DEGLI ALTRI (perchè si è venduta come novità diversa dagli altri)...Maroni parla di "eccellenza lombarda" e benedice il nuovo corso di Formigoni...
LA FINE DELLA (RESIDUA) FIDUCIA DEI CONTRIBUENTI: Il tetto alle detrazioni E’ RETROATTIVO. TAGLIO IRPEF 1% SOLO DAL 2013!
Fmi: Italia 30/a per pil pro-capite, sotto Spagna e Bahamas
Perché la globalizzazione non ha funzionato
Chicago Blog - Gerardo Coco
Il processo di produzione si basa sulla divisione del lavoro.
Ogni
produttore si specializza nell’ottenimento di determinati prodotti e si
procura gli altri di cui abbisogna attraverso lo scambio.
Il mondo della
produzione fondato sulla divisione del lavoro è necessariamente
un’economia di scambio dove il denaro svolge la funzione di unità di
conto e di mezzo di pagamento.
....Poiché il denaro è solo un
intermediario sono i beni ad essere permutati.
David Hume scrive: “Il
denaro non è propriamente parlando una delle materie del commercio, ma
solo lo strumento su cui gli uomini si sono accordati per facilitare lo
scambio da una merce all’altra. Non è una delle ruote del commercio: è
l’olio che rende il movimento delle ruote più facile e scorrevole”.
L’economia di scambio è anche una
comunità di pagamenti: ogni acquisto e ogni vendita fa sorgere un debito
e un credito che prima o poi devono essere regolati mediante
trasferimento di denaro.
Pertanto un’economia di scambio è anche
un’economia monetaria.
Ma ciò non cambia la realtà sottostante: i
prodotti si pagano con i prodotti, non in denaro.
Non appena il
commercio supera i confini nazionali si parla di economia
internazionale.
Molto prima che le politiche economiche degli stati si
interessassero allo scambio internazionale, i soggetti privati di un
paese trovarono conveniente vendere beni e servizi a soggetti di altri
paesi o comprare da loro.
E’ chiaro che le relazioni economiche
interstatali nella forma di esportazioni e importazioni hanno ampliato
la divisione del lavoro.
L’enorme e rapido sviluppo nella produzione di
beni nel commercio internazionale avvenuto negli ultimi duecento anni è
proprio la conseguenza della divisione internazionale del lavoro.
Oggi,
il fenomeno globale di integrazione dei mercati si chiama
globalizzazione..................
..................Lo scambio ineguale
La globalizzazione non ha portato i benefici sperati e lo sviluppo
mondiale ha subito una battuta d’arresto.
Sebbene beni e servizi si
siano diffusi in ogni paese come non mai, l’integrazione mondiale dei
mercati ha avuto conseguenze negative specialmente nei paesi più
avanzati portando a diseguaglianze nei redditi, bassi standard di vita e
squilibri economici strutturali.
Come mai la teoria dei vantaggi
comparati non ha funzionato?
La risposta scontata è che il basso costo
del lavoro dei paesi emergenti ha eroso la competitività dei paesi
industrializzati mettendo in crisi le loro economie.
Ma è proprio così?
Ai tempi di Ricardo il costo del lavoro in Inghilterra era più
elevato rispetto al resto del mondo eppure questo paese era competitivo.
Lo stesso si può dire per gli Stati Uniti, la Germania o il Giappone
che per gran parte del XX secolo sono stati tra i paesi più competitivi
anche avendo costi del lavoro elevati.
I veri motivi della crisi vanno
pertanto ricercati altrove.
Quando Ricardo sviluppò la sua dottrina, il commercio internazionale
era regolato da una valuta stabile, l’oro e la sua circolazione permise
alla produzione internazionale di espandersi immensamente a beneficio di
tutti.
In un’economia basata sulla divisione del lavoro affinché la
ricchezza possa circolare nella forma specifica di beni e servizi è
necessario produrre ricchezza in forma generica o moneta, che si scambi
con la prima.
Solo così può misurarne il valore e permettere lo scambio
di beni eterogenei secondo rapporti equivalenti.
L’oro assolveva
appunto a questo ruolo.
Le sue fluttuazioni temporanee non ne alteravano
la funzione di unità di misura della ricchezza perché estendendosi a
tutti i beni simultaneamente ne lasciavano immutati i valori relativi
sebbene espressi da prezzi in oro più alti o più bassi.
Tramite la sua
intermediazione il rapporto di scambio tra beni esportati e importati
non mutava a meno che mutasse la produttività dei paesi scambisti.
E’
infatti la produttività a determinare le ragioni di scambio, non il
denaro che è un intermediario neutro.
Pertanto un paese poteva regolare
il proprio deficit o pagando in oro o con una maggiore quantità di
beni, cioè in termini di produttività.
Ma a partire dall’ultimo
trentennio del XX secolo il commercio internazionale privato della
valuta aurea si è avviato verso la disintegrazione.
Quando il dollaro sostituì definitivamente l’oro come strumento di
pagamento globale, la sua richiesta aumentò in tutto il mondo.
Poiché il
dollaro a differenza dell’oro poteva essere prodotto praticamente a
costo zero, gli Stati Uniti acquisirono rispetto ai paesi partner il
vantaggio, poi tramutatosi in danno, di pagare le importazioni non con
gli introiti delle esportazioni ma stampando i mezzi di pagamento.
Così
da quando il dollaro è diventato valuta di riserva gli USA non hanno più
saldato in termini reali i propri debiti.
Da questa situazione hanno
tratto vantaggio i paesi emergenti, in particolare la Cina che ha
scambiato i suoi prodotti a basso costo con la valuta esclusiva per
acquistare petrolio e le altre materie prime indispensabili per il suo
rapido sviluppo.
Per contro, gli USA incentivando la produzione cinese e
disincentivando la propria non solo si sono ridotti la disponibilità
del mezzo reale per estinguere i debiti ma hanno anche avviato un
processo di deindustrializzazione interna.
A partire dalla fine del sistema aureo praticamente nessun debito è
stato più saldato nel commercio internazionale perché tutti i governi
hanno creato sulla scia del dollaro valute fittizie.
Poiché oggi i mezzi
di pagamento sono prevalentemente creazioni di credito privi di
garanzie reali, l’economia monetaria è diventata un’economia di debiti
dove nessuna obbligazione viene più regolata in modo definitivo.
Infatti
come già osservato, i debiti in termini reali costituiscono
obbligazioni a cedere ricchezza, non denaro.
In regime di denaro
fittizio i beni non si pagano più con i beni né le importazioni si
pagano con le esportazioni.
Con la demonetizzazione dell’oro il
commercio internazionale è entrato in un circolo vizioso
autoalimentantesi: i deficit deprezzano le valute le une rispetto alle
altre, la svalutazione riduce il valore delle esportazioni rispetto alle
importazioni facendo aumentare ulteriormente i deficit.
Per ridurli le
nazioni svalutano sempre di più con l’effetto di distorcere le ragioni
di scambio e di innescare processi di deindustrializzazione.
Finché le
nazioni accettano valute inflazionate in pagamento di beni e servizi
finanzieranno il consumo a spese della produzione.
Infatti la
svalutazione monetaria riduce il valore dell’export aumentandone la
domanda.
Ma questo processo lungi dal favorire la crescita costringe i
paesi ad esportare di più a fronte dello stesso valore di importazioni
il che equivale a produrre di più ma essere pagati di meno e quindi,
alla fine, ad abbassare la produttività, i redditi reali e il potere
d’acquisto.
Il gold standard tendeva ad allineare il potere d’acquisto delle
valute convertibili alle ragioni di scambio per cui anche i tassi di
cambio fungevano da meccanismo di trasmissione dei tassi di
produttività.
Ma oggi tutto il processo di creazione, trasmissione di
ricchezza e competitività è stato completamente distorto e oscurato
dall’uso di denaro fittizio ed è per questo che la globalizzazione
invece di promuovere la cooperazione economica e sociale si è
trasformata in una lotta suicida fra nazioni.
Per ristabilire uno
sviluppo equilibrato a livello globale è necessario e urgente rimettere
in circolazione il denaro autentico.
Questo articolo è stato pubblicato il 6 ottobre 2012 su Cobden Centre con il titolo “Making globalisation work requires real money”.
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