La beffa di Atlante e le banche venete: spesi 3,5 miliardi per rinviare il bail in(tra parentesi ....nel mio BLOG vi anticipai fin da subito che il "salvifico" Fondo Atlante non sarebbe servito ad una cippa...anzi...
Cresce il rischio della risoluzione. Ieri vertice tra Viola e Padoan
Ma tanto la gggente continua ad informarsi dai titoli dei Tiggì...poi logicamente si trova nella M...ma vuole anche essere salvata...)
Zitti Zitti continua la progressiva estinzione degli Italopitechi (anche se in modo troppo lento per rendere possibile l'inversione sistemica del Declino Italiano)
italopitechi che naturalmente dovranno essere "salvati" da tutti NOI con ulteriore debito...
Rimane sempre valida la mia proposta
Facciamo una cosa: prima di "nazionalizzare" Monte dei Pacchi...metteteci voi i vostri soldi per proteggere le "povere vittime inconsapevoli"ma non capisco perchè di fronte a queste iniziative si dileguano sempre tutti...
E' come tirare un sasso in uno stagno di ranocchie italopiteche: è bellissimo vedere come sgusciano tutti via quando gli dici di usare il loro culo invece che quello dello Stato = di tutti (che poi in mezzo ci sarebbe anche il loro ma non se ne rendono ben conto...)
Ieri me la ridevo per l'email di un mio lettore che era scettico sull'apertura di un conto di protezione in Svizzera "perchè tanto lo dichiari nel quadro RW e ti possono pelare lo stesso"...
Sì sì...
in effetti la psiche italopiteca si inventa svariati schermi per giustificare il proprio immobilismo, anche perchè ti vergogni di andare nella tua banchetta sotto casa a togliere una bella fetta...con tutti che ti guardano storto, ti fanno sentire in colpa e/o ti prendono per paranoide... ;-)
Beh, il vantaggio NUMERO UNO per esempio sarebbe stato che CHIUNQUE avesse spostato per tempo (ascoltando i consigli del mio Blog fin dal 2012) i suoi risparmi da Banca Marche, Banca Etruria Lazio, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Monte dei Pacchi etc etc
in una solida Banca Svizzera....NON AVREBBE PERSO UN CENTESIMO ed oggi non sarebbe in ansia da non dormirci la notte (qualcuno si è anche suicidato).
Il vantaggio numero uno dunque .............................
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è la solidità relativa della Banca e del Sistema Bancario di una Nazione...e dici poco!...
Tanto per la maggioranza le analisi razionali sulla gestione del rischio non servono ma ormai ci vuole piuttosto lo psicologo: infatti i più sono convinti che se l'Italia dovesse fare Bancarotta (cosa sempre più probabile) i loro risparmi su qualche solidissima banca primaria Italiana imbottita di BTP sarebbero al sicuro... ;-)
- Banche italiane: stock di Bot e Btp, +240 mld
- FallitaGlia sempre più verso il DEFAULT: io ve lo anticipo da mo' e man mano sta diventando sempre più di "dominio comune"...
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A proposito di fonti indipendenti di informazione...
ma Veramente non hai ancora letto
il Manuale Wiki-Blog
(ed un po' Wikileaks)
= Una Guida ragionata all'informazione indipendente di economia&finanza della rete...
??????????
Ecco qui cos'è
e come ottenerlo
http://www.ilgrandebluff.info/2016/10/il-manuale-wiki-blog-e-prontoooooo.html
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Poi ci sono tanti tanti altri vantaggi ad avere un conto di protezione/uscita di sicurezza in Svizzera, come spiego a tutti quelli che mi scrivono da anni.
E' evidente che la sicurezza assoluta non esiste ma solo quella relativa: la Protezione è fatta di una strategia composita e non di una mossa sola.
Inoltre la Protezione è un continuum
che va da ZERO = per es. avere tutti i propri risparmi in FallitaGlia, su Monte dei Pacchi e su azioni/bond sub MPS
e man mano sale di PUNTEGGIO...
senza mai trascurare due fattori fondamentali
1. avere più carte da giocarsi 2. avere più tempo di cui disporre (spesso il fattore decisivo)
Ma che vi posso dire?
Come ripeto da tempo, purtroppo ORMAI le analisi razionali macro-socio-economico-finanziarie servono solo a pochi italiani sapiens.
Invece per la massa italopiteca di dissociati dalla realtà che cercano solo CHI possa offrire loro totem illusori/tranquillizzanti per dissociarsi ulteriormente...ORMAI ci vuole solo l'esorcista + la prosecuzione del Declino e che Darwin faccia il suo corso...
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Suona l’allarme per Pop Vicenza e Veneto Banca: il ‘bail-in’ è sempre più vicino
da Business Insider Italia
La spia di allarme per la Popolare di Vicenza e Veneto Banca si è già accesa: i due istituti di credito veneti rischiano di essere salvati con le regole europee del “bail-in”.
Ma non con quelle con cui si sta cercando (tra l’altro non senza problemi) di risanare il Monte dei Paschi di Siena attingendo anche a denaro pubblico, bensì con quelle “canoniche”, senza eccezioni, che prevedono cioè che a coprire le perdite siano, nell’ordine, gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati, gli obbligazionisti “tradizionali” (purché non possiedano titoli garantiti) e i correntisti con oltre 100 mila euro.
Il fatto è che per applicare anche agli istituti veneti la cosiddetta ricapitalizzazione precauzionale, quella che per l’appunto si sta cercando di attuare con Mps e che limita il sacrificio ad azionisti e obbligazionisti subordinati (burden sharing), è necessario che le banche in questione siano solvibili.
E per i gruppi di Vicenza e di Montebelluna potrebbe non essere così.
Molto dipenderà dalla recente offerta di rimborso formulata dalle due banche ai piccoli azionisti di minoranza.
Si tratta di quei soci i cui titoli sono stati praticamente azzerati (valgono 0,1 euro contro i massimi degli anni passati di oltre 60 della Popolare di Vicenza e di oltre 40 di Veneto Banca) con i due aumenti di capitale da 2,5 miliardi totali che hanno visto l’ingresso nelle due banche del fondo Atlante come azionista quasi totalitario (è a un soffio dal 100% del capitale dei due istituti).
Con il mini rimborso offerto, ipotizzando un’adesione da parte di tutti i piccoli soci, i due gruppi arriveranno a spendere fino a 660 milioni.
Se invece gli stessi azionisti, anziché accettare la transazione, decideranno di promuovere cause legali, l’esborso massimo per le due banche (ipotizzando un rimborso dei titoli al 100% per tutti i soci, cosa che sembra in ogni caso poco probabile) potrebbe arrivare fino a 4,5 miliardi: poco meno degli oltre 5 miliardi di nuovo capitale di cui i due gruppi hanno bisogno.
Con il flop della transazione e il successo di tutte le cause legali dei piccoli soci, le due banche rischiano seriamente di saltare.
(N.d.R. Ne parlammo già in passato = il famoso dilemma del Prigioniero Italopiteco in estinzione...che doveva pensarci PRIMA...quando Blog come il MIO lanciavano l'allarme e suggerivano come salvarsi)
Proprio per discutere di questa delicata situazione, l’8 marzo, l’amministratore delegato della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, si è recato al ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan.
Al centro della discussione, l’eventualità che si possa utilizzare una parte dei 20 miliardi di euro stanziati dallo Stato (tra i 6 e i 7 dovrebbero essere utilizzati da Mps), per mettere in sicurezza i due istituti veneti.
Gli ostacoli perché si possa fare non mancano, a cominciare dalla solvibilità di cui sopra.
Ma c’è anche un problema di dimensioni degli istituti.
Nel caso di Mps, infatti, per potere sfruttare l’eccezione della ricapitalizzazione precauzionale, si era detto che si rischiava di mettere in pericolo la stabilità finanziaria.
Si può sostenere lo stesso anche per le due venete?
E se sì, allora il rischio di stabilità finanziaria compromessa con annessa possibilità di derogare parzialmente al bail-in limitandosi al burden sharing non dovrebbe scattare per ogni crisi bancaria?
Non sono domande di poco conto.
“C’è l’idea che tutti possano bussare per una ricapitalizzazione precauzionale, ma si tratta di un’eccezione”, evidenziava non a caso nei giorni scorsi l’analista di Jp Morgan, Axel Finsterbush, interpellato dall’agenzia Bloomberg.
A complicare le cose, sono poi l’Europa e i dissidi interni al fondo Atlante.
In primo luogo, anche per le due banche venete, come per Mps, sembra riproporsi la contrapposizione tra Bce e Commissione europea, che vede la prima orientata a chiedere alle venete una ricapitalizzazione che sia il più possibile elevata e la seconda concentrata invece a ridurre al minimo l’intervento pubblico.
Quanto al fondo azionista di controllo con quasi il 100% di ciascuna banca, non è chiaro come si muoverà in occasione dell’aumento di capitale stimato ad almeno 5 miliardi per i due gruppi insieme, che stanno studiando la fusione.
Il numero uno di Atlante, Alessandro Penati, di recente, si era detto intenzionato a restare al controllo anche in caso di intervento statale.
Ma questa volontà si scontra con quella delle banche grandi socie del fondo, che fin da subito avrebbero preferito che Atlante si dedicasse alla sua missione principale, quella cioè di sgravare gli istituti di credito dai prestiti in sofferenza, anziché continuare a iniettare denaro nei due gruppi veneti, che fino a oggi si sono rivelati come dei pozzi senza fondo.
Tra i soci che devono aderire alle offerte serpeggia il sospetto che il rischio del bail-in rappresenti poco più di una minaccia, ventilata solo per mettere pressione sugli azionisti che non hanno ancora accettato l’offerta di transazione.
Per altri, al contrario, è una possibilità che si sta facendo via via più concreta e che incute paura.
Per tentare di fare un po’ di chiarezza, il 9 marzo l’Associazione dei soci delle banche popolari venete si incontrerà a Treviso per discutere dell’opportunità o meno di accettare la proposta di rimborso.
“Sono ancora tutti in attesa di un cavaliere bianco che salvi la Popolare di Vicenza e Veneto Banca?
(N.d.R. Sì...il Cavaliere Bianco che salvi per beneficienza gli italopitechi inconsapevoli e/o complici che non si sono attivati/adattati per tempo...che copra gli errori e le ruberie delle varie caste/clientele feudali...E se no tanto ci pensa lo Stato...nessun concetto di RESPONSABILITÀ PERSONALE in un sistema assistenzialista feudale e paraculo come FallitaGlia...) – si chiede il segretario generale della Uilca, Massimo Masi -.
L’illusione sta purtroppo per svanire.
Non ci ha nemmeno tranquillizzato l’incontro che abbiamo avuto con Fabrizio Viola nei giorni scorsi. Ora sembra che la situazione stia peggiorando e che il famigerato bail-in possa essere attuato. Sarebbe un gravissimo danno economico e occupazione, non solo per la regione Veneto, ma per l’intero Paese. Vogliamo chiarezza!”, conclude Masi, che invita l’ad di Popolare di Vicenza, Viola, il Tesoro e la regione Veneto “a svelare le carte e fare luce sull’esatta situazione in cui versano i due istituti bancari”.
Chissà se è chiara almeno a loro.
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