Tutto il resto (dati macro e trimestrali) al momento sono passati in secondo piano.
Per capire cos'è il Fiscal Cliff vedi il mio post: L'Infografica sul FISCAL CLIFF made in USA: Tu (non) vuò (più) fà l'americano...
Ieri è bastato "il venticello" di qualche rumors che alimentasse le speranze sul raggiungimento di un accordo tra DEM e GOP sul Fiscal Cliff....e BOOM!
Il DJ da -1% si è sparato +140pt in pochi minuti
(ieri) S&P 500 Snapshot: The Boehner Obama One-Two Bounce
Ed anche oggi sono sempre i sospiri sul fiscal cliff ...................
(MI RACCOMANDO, LEGGI IL POST FINO IN FONDO)
.
L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.
CARI LETTORI, PRIMA DI CONTINUARE A LEGGERE IL POST, FATE LA VOSTRA PARTE: CLICCATE SUI DUE VIDEO PUBBLICITARI
.........a dettare la direzione (in su od in giù) dei mercati,
rispetto ai "secondari" dati macro etc etc
E nuovamente pochi istanti fa...
CAUSA
BOEHNER (Speaker Camera USA in mano ai Repubblicani) SAYS `NO SUBSTANTIVE PROGRESS' MADE IN TALKS. Well that was fun.....EFFETTO
US House speaker Boehner says Obama's actions have not matched statements; no substantive progress made in talks
DIVERTENTE vero?....:-)
Meglio delle Montagne Russe o di un film di Suspence...
DEM&GOP ci giocheranno parecchio, usando proprio questi candeloni in su od in giù come mezzo di pressione e contrattazione sulla parte avversa...
TENETENE CONTO.
Del resto è più che LOGICO....
ed è la dimostrazione LAMPANTE di come il TORO USA di questi ultimi 4 anni post-Crack-Lehman sia un filino DROGATO (come da neologismo che vi coniai ed illustrai anni fa...segui link).
Infatti, se non si trova un accordo decente (perchè conta anche la qualità dell'accordo) sul Fiscal Cliff, gli USA potrebbero dovere interrompere il loro SBRACAMENTO del Debito Federale
che da 4 anni a questa parte ha dato ossigeno a tutto e tutti
ed ha ri-gonfiato le varie Bolle che la Grande Crisi aveva sgonfiato....
Non a caso il Debitone americano da 10mila mld in soli 4 anni ha superato i 16.000.000.000.000 di $
E poi ci sono tutti i "trilionari" QE1-2-3 (e forse 4...) della FED... della serie "stampa che ti passa"...e la mitica politica dello ZIRP-eterno (tassi a zero): bastò molto meno da parte di Greenspan per creare la Bolla Immobiliare USA (+la bolla azionaria...e tante altre) e per causare il conseguente PLOFFF del 2008-2009.
vedi il mio post The new "Bubble's Master" (4 Nov. 2010)
Se dovesse interrompersi
anche solo per un attimo
tutta 'sta terapia intensiva a dosi massiccissime
che solo gli USA potevano permettersi senza saltare per aria insieme al loro dollaro (almeno per ora), allora la GRANDE CRISI e la Grande Depressione che sono state solo tamponate
tornerebbero fuori in 4 e 4 otto...
Perchè ormai le BOLLE sono talmente "tirate" e le voragini, che stanno sotto al ghiaccio fino sui cui pattiniamo, sono talmente colossali....
che non ci si può più permettere nemmeno una Recessione, nemmeno una Recessioncina piccola piccola....;-)
Altrimenti tutto il domino-dei-tamponi messi in atto da 4 anni a questa parte rischia di venire giù.
Del resto a nessuno piace guardare in faccia la dura realtà che la Grande Crisi ha reso evidente a tutti...
Dunque meglio nascondersi dietro ai tranquillizanti&deliranti sillogismi inversi dei turbo-coca-Krugman-MMT che, partendo dalla foce ovvero dal fatto che i Titoli di Stato USA pagano rendimenti minimi, ti risalgono come i salmoni fino alla fonte
e ti narrano di come il problema del Debito/Deficit sia solo un mito...
perchè tanto basta avere una valuta sovrana e stampare a nastro...
FIAT MONEY, de-correlato da qualunque dimensione reale.
E' bello&tranquillizzante credere a queste favole: vorrei farlo anche io....
T'è capì!??!
Che poi sia solo un tampone provvisorio,
che poi l'economia dovrà prima o poi seguire, compensare e ripagare il tutto facendo un mitico overperforming
e che poi quasi nessuno, USA a parte, possa reggere ad una terapia da cavallo del genere...
beh vallo spiegare a Krugman
e soprattutto ai Krugman-de'-noantri che strillano di tornare alla lira, ignorandone i notevoli rischi.
Anche per gli USA il giochino funziona perchè, come vi anticipavo secoli fa nel mio profetico post: E facciamo 'sto Oroscopo... (marzo 2010),.....
....PER ORA non c'è NESSUN INTERESSE NEL FAR COLLASSARE NESSUNO (intendo nessuno che conti...la Grecia è stata un'eccezione perchè pur non contando una pera era inserita nel sistema Euro).RILEGGITELO TUTTO
E' dunque anche il problema del Debito Pubblico NON ESISTE perchè nessun creditore è interessato a far saltare il debitore.
Non esiste un problema di sostenibilità del debito: anche il 250% del PIL va benissimo se tutti lo accettano, fino a quando gli equilibri del gioco rimarranno gli stessi.
Per gli Stati "più forti a livello sistemico" non c'è nessuna correlazione tra livello di sbracamento del Debito Pubblico e PIL: è questo il bello.
Il concetto del too-big-to-fail si trasmette dalle Banche agli Stati.
L'unica correlazione è il potere di imporre il proprio debito al mondo, il potere e la convenienza.
Visto che nessuno è ancora pronto a prendere il posto degli USA, in questo Sistema il debito lo puoi tirare anche fino al 300%.
E' un'occasione unica nella storia: c'è un passaggio a vuoto nella leadership, non c'è bi-polarismo come ai tempi della guerra fredda, c'è vuoto ed uno scacchiere a mosse variabili.
Dunque il debito si può tirare come non mai, perchè nessuno è ancora pronto per la nuova leadership.....
Ed adesso leggetevi un'ottima analisi della mittica situazione Debitoria degli USA...così capirete meglio perchè l'affaire del Fiscal Cliff sia così importante....
Se trovate questo post interessante, siete invitati a condividerlo con i tasti "social" (Facebook, Twitter etc) che trovate subito dopo la fine del testo.
Debito pubblico Usa a 16190 miliardi: Good Morning, America.
08 novembre 2012
Lo spaventoso debito pubblico americano rischia di trascinare gli Usa in un pozzo senza fondo.
Dinanzi a Obama una missione difficilissima: trovare un accordo con i Repubblicani, evitare il Fiscal Cliff e salvare la tripla A.
Sulle note di “City of Blinding Lights” degli U2, Barack Obama festeggia la sua rielezione alla Casa Bianca a promette che “il meglio deve ancora venire”. Sembrano parole profetiche le sue, perché a poche ore di distanza ci pensano due agenzie di rating, Fitch e Moody’s, a chiarire cosa sia quel “meglio”.
Entrambe minacciano di declassare i conti pubblici americani durante il 2013, nel caso in cui non si trovasse una soluzione di medio-lungo termine alla questione urgente del debito pubblico Usa (Debito pubblico Usa a livelli record ma i mercati si fingono ciechi).
Dopo che Standard & Poor’s declassò nell’agosto del 2011 il debito sovrano USA, per la prima volta nella loro storia, l’America rischia di perdere la tripla A in tutte le valutazioni delle agenzie più importanti.
Rapporto Debito Pil Usa al 140%
Accanimento anti-USA o anti-Obama? Non proprio!
Il debito pubblico Usa è salito alla spasmodica cifra di circa 16.200 miliardi di dollari, il 104% del pil (per chi riuscisse a leggere, lo spaventoso ammontare del debito Usa è 16.190.979.268.766,67 dollari).
Se aggiungiamo anche i debiti degli stati e degli enti locali americani, che pesano per il 17-18% del pil federale e se ancora sommiamo anche le esposizioni del governo federale verso gli istituti Fannie Mae e Freddie Mac, a garanzia del mercato immobiliare, arriviamo a un debito pubblico complessivo del 140%.
E quel che preoccupa è la dinamica: Obama ha aumentato il debito federale del 50% in soli 4 anni, passando da 10 mila a 15 mila miliardi di dollari circa. Troppo, anche per l’America.
I quattro anni di Obama alla Casa Bianca sono stati un disastro sotto il profilo della stabilità finanziaria pubblica.
Al fine di riavviare l’economia, il presidente l’ha stimolata con una spesa pubblica, che ha fatto lievitare stabilmente il deficit federale al 7-8% annuo, mentre la Federal Reserve pompava biglietti verdi a volontà con tre piani di allentamento monetario, che rischiano di fare pagare al popolo americano il conto salatissimo di un’inflazione fuori controllo.
E il meglio deve ancora venire.
Ha ragione Obama. Il primo appuntamento è con il capodanno, quando le famiglie rischiano di essere sottoposte a un salasso da 600 miliardi di dollari, tra 500 miliardi di maggiori imposte e 100 miliardi di tagli alla spesa.
Il 4% del pil, che potrebbe portare il Paese in recessione, gravando negativamente sul suo pil per il 3-4% circa, si calcola.
E’ il famoso Fiscal Cliff, il “burrone fiscale” tanto temuto, dovuto alle misure che scatterebbero automaticamente l’1 gennaio 2013, se la Casa Bianca non riuscisse a trovare un accordo con il Congresso sulla politica fiscale.
A fine anno, infatti, scadono i tagli alle tasse approvati dall’allora presidente George W.Bush, oltre che altre misure dello stesso Obama.
Se non venissero rinnovati, l’America si troverebbe dinnanzi al burrone e la recessione farebbe schizzare il tasso di disoccupazione al 10%, quando ancora si attesta al 7,9%, stando all’ultimo dato disponibile.
Eppure in queste elezioni il tema del debito non ha riempito il tempo dei comizi dei due candidati, sebbene lo sfidante Mitt Romney abbia avvertito sull’insostenibilità di alcune misure del presidente in carica, come l’Obamacare, la riforma sanitaria tanto controversa e che dovrebbe entrare in vigore dal 2014.
Già oggi, ogni americano è indebitato per 52 mila dollari, di cui 17.500 solo verso creditori esteri, mentre ciascun contribuente porta addosso il peso di 140 mila dollari di debito.
Il debito aumenta a un ritmo di 3,5-3,8 miliardi di dollari al giorno, dando vita a una montagna gigantesca, un vulcano pronto ad esplodere.
Si pensi che sommando il debito pubblico al debito privato di famiglie e imprese, si arriva a un indebitamento complessivo di quasi 4 volte il pil USA.
Per l’esattezza, il solo debito privato è esploso al 250% del pil, tra debiti delle famiglie per consumi (2.700 miliardi), debiti delle imprese (12 mila miliardi) e debiti immobiliari (13 mila miliardi).
Ovvio che una siffatta economia non possa proseguire su questa via.
La politica dei tassi zero di Obama è stata e sarà funzionale ad alimentare un modello basato sul sovra-consumo, anziché sulla produzione di beni e servizi.
Tassi zero assicurano, infatti, allo stato di rifinanziare a costo bassissimo il proprio debito (i Treasuries a 30 anni viaggiano a rendimenti di circa l’1,7%), mentre le famiglie possono continuare ad accumulare debiti su debiti, non avendo, peraltro, alcun incentivo al risparmio.
Chi detiene il debito pubblico americano
Ma se Washington si indebita fino al collo e gli stessi americani sono colmi di passività, chi paga tutto questo benessere? Come si finanziano i consumi pubblici e privati degli americani? Semplice: è il resto del mondo che presta soldi agli americani. In termini brutali, è la Cina a finanziare i consumi degli USA, visto che da sola, Pechino rappresenta crediti per 1.154 miliardi, superando il Giappone, verso cui l’America è indebitata per altri 1.121 miliardi di dollari.
E’ evidente, poi, che un’economia stra-indebitata è un’economia che consuma oltre le proprie possibilità. Questo implica che gli USA importino dall’estero più di quanto esportino, come dimostra il dato di agosto, in cui il passivo della bilancia commerciale è arrivato a 44,2 miliardi. E se un tempo tal rosso veniva coperto dall’avanzo nei movimenti di capitali, adesso gli USA sono in passivo pure su tale fronte, con 120 miliardi di deflussi verso l’estero, a fronte di un attivo di 600 miliardi agli inizi del 2011. Chiaro che ciò avvenga: tassi zero significano rendimenti non convenienti, specie se le politiche monetarie adottate altrove sono meno accomodanti.
Lo squilibrio fiscale dell’America ha ripercussioni gravi anche sull’Europa, perché impedisce, ad esempio, che la Cina accetti un maggiore tasso di rivalutazione della sua valuta, lo yuan. Il motivo è semplice: rivalutando la propria valuta, i cinesi andrebbero incontro a una perdita di cambio sulle attività investite in dollari, come, appunto, i titoli del debito USA. E la mancata rivalutazione dello yuan (30% sotto il tasso naturale) determina un danno commerciale non indifferente agli stati della UE.
Default Usa se Repubblicani e Democratici non trovano un accordo
Riusciranno gli USA a evitare di cadere nel burrone o alla fine accadrà quanto già visto nell’agosto del 2011, quando un accordo in extremis tra repubblicani e democratici fu trovato, evitando che scattasse il default tecnico? Difficile saperlo, anche perché nel Congresso si confronteranno due visioni della vita pubblica. La destra sostiene che non possano essere tassati di più i ricchi, visto che già oggi l’1% dei contribuenti più benestanti (oltre 250 mila dollari all’anno di reddito) garantisce il 40% del gettito complessivo, mentre il terzo più povero di essi fornisce allo stato solo il 2,3%. Insomma, vero è che le tasse sui ricchi possano sembrare basse, rapportate all’Europa, ma mentre da noi si finge di tassare duramente i più fortunati, salvo scoprire che nei fatti contribuiscono meno che Oltreoceano al gettito totale, in America si guarda ai fatti. Obama, invece, vorrebbe applicare negli USA una filosofia più europea, facendo pagare di più a chi già oggi paga di più e mantiene il banco. E’ l’idea del “big government” contro cui si battono i Tea Party e un pò tutta la destra politica.
Se nel 2008 fu il debito dei privati a fare esplodere la crisi, adesso il colpo di grazia potrebbe arrivare presto dal debito pubblico americano.
Debito pubblico Usa a 16190 miliardi: Good Morning, America