venerdì 12 aprile 2019

Territorio Inesplorato: il nuovo "paradigma" della Big Bubble (to infinity...)

Nei mercati Globali ed in primis a Wall Street siamo sempre più in "Territorio Inesplorato" come l'ho definito qualche anno fa, siamo di fronte ad un nuovo Paradigma.
L'azione corale di tutte le principali banche centrali - con la FED a guidare il trend - è iniziata nel 2008-2009
per tamponare il devastante effetto domino del crack Lehman Brothers
che per un attimo ha alzato il velo sulla Bolla della finanza centralizzata, delle banche tradizionali, delle valute FIAT, dei Debiti pubblici&privati sempre più impagabili, delle leve finanziarie etc
Come ho sempre scritto una exit strategy da questo pompaggio mai visto prima è praticamente impossibile senza causare un'implosione traumatica del sistemone.

Ecco perché sta prendendo sempre più piede la soluzione di una sorta di quantitative easing permanente.
Ecco perché ormai le Banche Centrali hanno acquistato ed hanno intenzione di continuare a mettersi in pancia non solo titoli di stato, titoli tossici etc
ma un po' di tutto... incluso l'equities delle Borse, creando una manipolazione dei prezzi mai vista prima = una sorta di regia dall'alto - sia finanziaria che politica - che ricorda sempre di più una sorta di socialismo finanziario centralizzato piuttosto che un sistema di liberi mercati.
E come in tutti i sistemi centralizzati illiberali, chi è più vicino alla cabina di regia ne trae più vantaggi/guadagni...

Persino gli USA che sono gli USA e che sono il first mover di questa Big Bubble globale - dunque sono sempre in anticipo sugli altri - hanno Trump che per ragioni politiche, geopolitiche e di consenso non può permettersi nemmeno un vago rallentamento dell'economia americana e mette pressioni alla FED perché interrompa il ciclo di rialzo dei tassi e/o alla bisogna riprenda ad abbassarli.
In realtà ormai i cicli economici "classici" formati dall'alternanza di crescita e di recessioni fisiologiche, all'interno di questa nuovo paradigma della Big Bubble possono permettersi al massimo delle recessioni che si realizzino "in brevi rallentamenti della crescita" e dunque della salita continua delle Borse.
Quei brevi rallentamenti nella crescita rappresentano le recessioni "flash" del giorno d'oggi e solo quelle oggi ci si può permettere ........................
.
nella Big Bubble, altrimenti si rischia il Collasso = nessuno se lo può permettere, tanto meno gli USA nella sua competizione sempre più serrata con la Cina per la leadership globale (che poi in un mondo globalizzato si è tutti inter-connessi).
Però ormai questo sistema coinvolge tutti, dunque anche "il popolo" che si lamenta continuamente a parole della finanza "cattiva", delle banche brutte&cattive, del sistema...
ma alla fine della fiera "il popolo" detiene tutti i risparmi sulle banche, ha mutui e prestiti, ha investimenti finanziari mobiliari/immobiliari etc
dunque se "saltasse il sistemone", salterebbero anche i pesci piccoli che sono il target preferito del populismo finanziario anti-sistema (a parole...).

Ecco perché il sistema del Bitcoin/delle cryptovalute è nato proprio nel periodo del crack Lehman Brothers e si presenta come un esperimento epocale che potrebbe rappresentare una potenziale alternativa libera, decentralizzata, di mercato a questo sistemone...
anche se la via è lunga, accidentata e caratterizzata da pro&contro, come per tutto.
Lo spiegavo in questo mio post
L'ERA PRIMITIVA DEI DEBITI IN VALUTA FIAT vs. LA NUOVA FUTURISTICA ERA DEL MONDO DELLE CRYPTOVALUTE

Nell'ormai lontano 2014 feci un post "profetico" dal titolo
Il nuovo Paradigma della "Crescita" = Bolle&QE
Eccone un estratto:
...........La più Grande Bolla di sempre (globally e sulle più svariate assets class).
This Bubble is different (perché scientificamente perseguita e monitorata dalle principali Banche Centrali del Globo).
Senza Bolle (vedi il mio post No BOLLE? No Party...) le economie avanzate sarebbero in stagnazione o recessione e quelle emergenti rischierebbero il collasso.
Ve lo ripeto da secoli.
Ma giriamola diversamente stavolta: vi lancio uno spunto di riflessione...
Siamo di fronte ad un nuovo Paradigma di "Crescita"ed è il paradigma del Quantitative Easing o delle Bolle.
Mi spiego megli: guardate questo grafico di lunghissimo della Borsa USA


La Tendenza è sempre a salire (a parte qualche "esitazione")
Questo perché l'economia ha visto succedersi tutta una serie di nuovi paradigmi energetici/scientifici/tecnologici/industriali che hanno migliorato costantemente la produttività e la creazione di ricchezza.
Le prime rivoluzioni industriali, la ricostruzione post-WWII e gli sviluppi industriali/scientifici, la rivoluzione informatica degli anni '90, la rivoluzione del web e del mondo mobile...

E dall'esplosione della bolla dot.com ad oggi?
Io non vedo rivoluzionari paradigmi energetici o tecnologici...eppure tutti parlano di Dow Jones a 20mila punti ed in effetti ci può andare benissimo od anche oltre...
Sarà anche in parte merito della Globalizzazione e dell'apertura di nuovi enormi mercati.
Ma secondo me il paradigma che ha portato ai massimi del 2007
e poi, "dopo l'incidente di percorso" del crack-Lehman Brothers, ai nuovi massimi di settembre 2014 intorno ai 17.300 punti
è soprattutto il Paradigma della Bolla, il Paradigma del QE+ZIRP, il Paradigma delle Banche Centrali e della Finanziarizzazione (che s'innesta su questo paradigma amplificandolo e che in parte si trasmette&fa da volano all'economia reale).
Nota: questo Bubble-Paradigma di Crescita comporta una notevole dose volatilità in schema bubble-burst-bubble-burst

Per questo this bubble is different e tutti i precedenti storici non funzionano più.
Per questo this bubble is different ed è così tosta, resistente, inossidabile e sempre pronta a continuare a gonfiarsi: perchè è la Bolla stessa che si è fatta Paradigma.
Dunque non so quanto potrà durare: in teoria dovrebbe durare meno dei paradigmi basati su energia/tecnologia/scoperte scientifiche/economia reale...
ma forse un giorno salterà fuori la fusione fredda low cost e BOOMMMM............
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Il Giappone come al solito è una macchina del tempo che ci da una visione in anticipo del territorio inesplorato.
Qui si seguito un po' di elementi di riflessione...
Come ho ripetuto spesso nei miei articoli, il Giappone è il paziente zero dell'esperimento monetario moderno delle banche centrali.
Il primo ad implementare il QE in un Paese industrializzato del primo mondo e il primo a portare agli stremi questa pratica riversando uno tsunami monetario anche nel mondo delle azioni.
Negli ultimi anni, grazie all'intervento della BOJ quindi, quasi tutte le classi di asset sono state manipolate e distaccate da fondamentali reali.
Scrivere sui mercati dei capitali nel contesto di alcune valutazioni o analisi sui fondamentali è diventato un esercizio ridicolo, surreale e controproducente.
E cosa ha comportato questo esperimento in Giappone?
Stagnazione economica (https://www.francescosimoncelli.com/…/i-pazienti-zero-delle…).
E ora cosa sta iniziando ad essere richiesto a gran voce in Europa?
La stessa linea di politica che ha fallito in Giappone: https://www.bloomberg.com/…/blackrock-s-rick-rieder-says-ec…
Francesco Simoncelli
Draghi’s Options: Could the ECB Start Buying Equities?
The European Central Bank said some policy makers voiced concern at their March meeting about the side effects of a prolonged period of negative interest rates, including on banks’ profits and financial stability.
The issue has since come into the spotlight, with President Mario Draghi saying the ECB will look into ways to mitigate the impact.
Could the answer actually be to begin buying stocks?
(Source: Bloomberg_TV)
Bce, Draghi: crescita più lenta, serve politica monetaria espansiva
Lo scorso anno, la BOJ ha comprato circa 50 miliardi di dollari di azioni locali tramite il proxy degli ETFs, proseguendo nella sua scelta di monetizzare tutto il monetizzabile.
Uno dei casi di distorsione del pricing finanziario e di trasferimento di ricchezza a favore delle classi più ricche più eclatante di sempre.
Inutile prendersela col capitalismo se poi gli si impedisce di funzionare.
Eric Packer
Carlo Cottarelli‏
Giappone, esempio virtuoso: stimola la crescita grazie al deficit e alla sovranità monetaria. FALSO! È tra i Paesi cresciuti meno negli ultimi 25 anni e vanno in pensione a 69-70 anni. Qui i dettagli:
Giappone: un paradiso sovranista?
Ormai a distanza di anni dalle miei "intuizioni" sul nuovo paradigma della Big Bubble "infinita"
man mano pare che una certa visione stia diventando di dominio comune = la Bolla non viene nemmeno più percepita nella sua eccezionalità ma come new normal...
il che secondo "gli schemi classici" si configurerebbe come un pattern rischiosissimo di total confidence e di moral hazard all'ennesima potenza che prima o poi dovrebbe portare ad un Collasso Epocale...
Ma che vi posso dire? = Territorio Inesplorato... ;-)
Questo mercato toro non ha data di scadenza
Il mercato toro ha da poco festeggiato il suo decimo compleanno.
Le correzioni, anche profonde, si fanno sempre più frequenti ma le banche centrali restano gli angeli custodi dell’economia e dei listini

Potrebbe sembrare prematuro, persino ridicolo, chiedersi se questo mercato toro di Borsa possa inaugurare altri 10 anni di rialzi dopo aver festeggiato lo scorso 9 marzo 120 mesi di crescita senza (quasi) soluzione di continuità.
Un percorso che ha visto l’indice S&P 500 di Wall Street registrare un rialzo del 332 per cento dai minimi post crisi 2008-2009.....
.... Lo abbiamo sentito dire molte volte in passato, ma vale la pena ripeterlo: i mercati toro non muoiono di vecchiaia. Secondo i dati Yardeni Research, dal 1949 la durata media di un mercato toro è di cinque anni e quattro mesi,. Il più lungo è durato dal 1987 fino al picco delle dot com nel 2000 cioè oltre 12 anni, mentre il più breve non andò oltre i due anni, dal 1966 al 1968.
.....A un certo punto qualcosa cambierà, ma quel momento non sembrerebbe ancora in arrivo. “Per quanto riguarda l’economia degli Stati Uniti, non vi è alcun segno evidente che si sia deteriorata”.......Le spese in conto capitale non hanno ancora raggiunto i livelli osservati durante i precedenti picchi e non sembrano emergere tensioni inflattive. Inoltre la Federal Reserve ha dichiarato di non avere nessuna fretta a stringere ulteriormente le condizioni monetarie.
......Questo ci porta ai giorni nostri che potrebbero coincidere con quelli dell’inizio di un quarto ciclo.
Si tratta di piccoli mini-cicli che si verificano continuamente e sembrano coincidere con la politica delle banche centrali.
Come dire che finchè Fed, Bce, Bank of Japan e autorità monetarie cinesi proseguiranno in politiche monetarie accomodanti o, comunque, complessivamente non restrittive, il mercato toro difficilmente deraglierà.....
Sette anni dopo ai miei post "profetici"...
qui di seguito una buona sintesi della situazione in cui ci troviamo
che assomiglia sempre di più ad un vicolo cieco a senso unico....
Ma visto che siamo in territorio inesplorato è veramente difficile fare previsioni,
soprattutto su quando le normali leggi economico-finanziarie torneranno ad avere un valore...
oppure esse stesse sono cambiate?

Le banche centrali del G4 hanno in pancia titoli per il 36% del Pil.
Cosa succede alle Borse se ora vendono?


L’obiettivo delle banche centrali è tenere a bada l’inflazione (vicina ma leggermente al di sotto del 2%) e (a parte la Bce) monitorare il livello di occupazione. Siamo nel campo della macroeconomia allo stato puro.
Dal 2009 però il mondo è profondamente cambiato.
Come risposta alla grave recessione mondiale - innescata dalla bolla dei mutui subprime - le principali banche centrali hanno immesso intorno ai 20mila miliardi di dollari di liquidità.

Questa azione coordinata ma non sincronica (le Bce ha varato il quantitative easing solo nel 2015 a differenza di Fed e BoE partite nel 2009 con in mezzo, nel 2012, la Bank of Japan) ha creato due effetti, con i quali oggi è impossibile non fare i conti.

1) i bilanci delle banche centrali si sono gonfiati di titoli.
Questi asset - solo considerando le banche centrali del G4 (Usa, Eurozona, Gran Bretagna e Giappone) rappresentano oggi il 36% del Pil di questa area economica allargata.
Nel 2009 - quando il valzer dell’iniezione di liquidità non era iniziato - gli asset in pancia alle banche centrali erano inferiori al 10% del Pil;

2) il secondo effetto riguarda il circolo vizioso che si è creato con le Borse.
Nonostante le banche centrali abbiano comprato prevalentemente bond governativi o societari (se si esclude la BoJ che ha iniziato a comprare anche Etf azionari) anche le Borse nello stesso arco temporale sono lievitate in modo esponenziale.

La capitalizzazione globale dei listini è passata da 30mila a 80mila miliardi negli ultimi 10 anni.
Il Grafinomix di giornata evidenzia una correlazione - esteticamente spettacolare - tra asset delle banche centrali e l’ultimo ciclo rialzista del mercato azionario.
Evidenzia anche che il recente tentativo di iniziare a drenare la liquidità, portato avanti in particolare dalla Fed, coincide anche con il violento storno delle Borse nell’ultima parte del 2018.

Per far ripartire l’economia (ragione macroeconomica) le banche centrali hanno utilizzato armi che hanno obiettivamente distorto i mercati finanziari.
Creando una bolla sul mercato delle obbligazioni (oggi i titoli a tassi negativi per i quali paradossalmente il compratore paga una commissione al venditore per detenerli valgono 10mila miliardi di dollari) e andando ad inflazionare, più che l’economia reale, il valore delle azioni.

La domanda che molti gestori iniziano adesso a porsi è cosa succederà ai mercati finanziari se le banche centrali decideranno di drenare tutta o anche solo una parte della liquidità immessa?
La risposta, considerato il legame di dipendenza che si è creato, suona a questo punto ovvia.

Ed ecco perché sta prendendo piede la suggestione di una sorta di quantitative easing permanente.
Sarebbe l’ammissione per le banche centrali di non poter più tornare indietro.
L’ammissione che una volta che si è scelto di tirare fuori dal proprio arsenale strumenti tanto potenti (come appunto è stato il Qe) credere che si possa fare marcia indietro può risultare - complice il ricatto dei mercati - molto complicato.
Se non impossibile.
Perché se per i potesi le banche centrali ritirassero la liquidità immessa rischierebbero di creare una crisi molto più grave di quella innescata dalla bolla dei mutui subprime.
Quando tutto è iniziato.

– di Vito Lops
09 aprile 2019
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