mercoledì 30 settembre 2009

Cannibalizzazione


Da alcuni giorni odo scricchiolii nell'impalcatura de "il Peggio è passato...la Ripresa è iniziata", messa in piedi con insistenza da Istituzioni e Mass-media.

Oggi il report ADP sulla disoccupazione USA è stato pessimo: la perdita di posti di lavoro doveva rallentare a meno -190mila ed eccola a meno -254mila, quasi allo stesso ritmo di agosto. E' evidente che dai -500/-600mila dell'inizio 2009 c'è stato un rallentamento ma ormai sono 12 mesi consecutivi che si tagliano posti di lavorooooooooo!
Un rallentamento è solo fisiologico, normale, nelle cose, posito in rebus, dettato dalle legge della gravitazione universale....ditelo come volete. Non si può licenziare tutta la forza lavoro degli Stati Uniti d'America...
Trovo più sorprendente il fatto che dopo 12 mesi di tagli feroci negli USA SI PERDANO ANCORA 250MILA POSTI DI LAVORO IN UN MESE! (dopo averne già persi circa 7milioni dall'inizio della crisi)

Oggi l'indice MBA di richieste mutui che scende del -2,8% dopo i rimbalzoni a due cifre, perchè vengono meno i bonus fiscali da 8000 dollari a cranio per l'acquisto di una casa negli USA.

Ieri la fiducia dei consumatori americani ha messo la marcia indietro... e mi sembra più che logico considerando la disoccupazione in continua crescita, la sotto-occupazione, la riduzione dei salari, il credit crunch, i debiti da pagare, gli Stati che tagliano i servizi etc etc etc

L'altro giorno gli ordini di beni durevoli sono scesi del -2,4% deludendo le attese per un rialzo: si è quasi esaurito il piano di incentivi auto cash-for-clunker, ma anche il dato core ex-auto rimane debolissimo.

L'altro giorno la vendita di case esistenti è salita molto meno del previsto, quasi ferma rispetto al mese prima, per l'esaurimento del bonus fiscale di cui sopra.
L'immobiliare però è ancora dopato da altri programmi della FED e del Governo che tengono bassi artificialmente i mutui e che ne rendono più facile l'erogazione che ormai è quasi monopolio delle "statali" Fannie Mae e Freddie Mac.

Ed adesso un altro scricchiolio bello forte: l'indice manifatturiero Chicago PMI di settembre ha messo la marcia indietro ed è tornato in negativo a 46 deludendo le attese per un ulteriore avanzata a 52 (ad agosto era a 50).
E pensare che tutti gli indici manifatturieri sono stati i più performanti in questi mesi (si fa per dire) recuperando da livelli abissali a livelli di parità o lieve positività.

Il mio dubbio era che tale recupero fosse dettato in particolare da re-stocking (rimpinguamento magazzini) e dai programmi di incentivi, dubbio condiviso anche da elementi più "sinceri" del board della FED (vedi la Yellen) oltrechè da economisti ed analisti meno "di regime".
Non mi sorprenderebbe se nei prossimi 2-3 mesi i vari indici manifatturieri innestassero una limitata ma significativa marcia indietro.
Infatti il recupero, peraltro verso livelli molto deboli, sarebbe stato dettato da fattori una tantum.
Mentre i veri driver di una ripresa, ovvero la riduzione della disoccupazione, i ritorno dei consumi, la tenuta dei salari, l'erogazione del credito sono ancora TUTTI ASSENTI o quasi...
Ed i manager responsabili degli ordini d'acquisto dell'area di Chicago non sono scemi: hanno il polso della situazione e non comprano a stecca se poi non sono sicuri di vendere la merce, altrimenti rischiano di venire cacciati a pedate....

Permane il colossale dubbio che finiti gli incentivi ed il doping, l'economia non riesca a camminare da sola ed i segnali in tal senso si moltiplicano.
Inoltre gli incentivi sono un classico caso di CANNIBALIZZAZIONE: anticipano e concentrano in un breve lasso di tempo il fatturato che si sarebbe realizzato in un lasso di tempo più ampio.
Pertanto è normale che quando si esauriscono gli incentivi, si inneschi la marcia indietro visto che hai cannibalizzato anche la domanda dei trimestri successivi...

Mi spiego meglio con un esempio che bene conosciamo: gli incentivi per l'acquisto di automobili.
Ecco uno schema semplificato e teorico che può essere applicato all'economia in generale (più o meno)
1- annuncio incentivi: crolla la domanda dell'auto perchè pochi sono così fessi da comprarla senza aspettare gli incentivi o perlomeno senza capire meglio che programma sta per varare il governo. Ecco perchè quando annunci un programma di auto-incentivi devi essere chiaro e rapido.
2- parte il piano incentivi: la domanda di auto ha un boom (o comunque un incremento) perchè tutti comprano subito sfruttando l'incentivo una tantum, anticipando magari un acquisto programmato nel futuro. Ecco la cannibalizzazione di domanda e fatturato futuro...
3- si esaurisce il piano incentivi: nei mesi/trimestri successivi hai una forte contrazione delle vendite perchè hai anticipato anche quelle future.

Per comprendere la reale e naturale tendenza dell'economia è necessario aspettare lo sviluppo delle 3 fasi sopra elencate.
Adesso dovremmo essere nel periodo di passaggio tra la fase 2 e la fase 3: molti incentivi sono ancora attivi ed alcuni si stanno esaurendo.
Attenzione: gli scricchiolii che oggi sentiamo non sono il segno che torneremo per forza in Recessione.
Il rumore di fondo degli incentivi verrà meno e solo allora capiremo se siamo veramente in Ripresa.
Mentre solo tra qualche trimestre capiremo se la Ripresa era sostenibile.
Ma ho come il sospetto che il rumore di fondo degli incentivi non verrà meno ma si prolungherà nel tempo...

Naturalmente parlo di macro-economia applicata al mondo reale: le borse di Toro Drogato continuano a vivere nella loro dimensione virtuale...
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USA: crollo del gettito fiscale


Ieri il WSJ ha riportato un'interessante tabella che mostra stato per stato il crollo del gettito fiscale negli USA (2° trimestre 2009).
Come potete immaginare questo dato è molto importante perchè non è soggetto ad interpretazioni, imbellettamenti o vizi metodologici.
Analizzando l'andamento del gettito fiscale possiamo per esempio fare deduzioni sull'effettivo livello della disoccupazione: infatti va ricordato che il famoso rapporto occupazionale del BLS è basato su un semplice sondaggio e come tutti i sondaggi è basato su scelte metodologiche che possono influire pesantemente sul risultato finale (vedi per es. Disoccupazione USA: filtro U3 e filtro U6...).
Sempre dal dato del gettito possiamo fare deduzioni sul livello dei salari e delle entrate dei consumatori, sul livello delle vendite etc etc
Insomma le Tax Revenues sono un imparziale termometro della Crisi, una miniera di informazioni applicabili ad altri indicatori in modo oggettivo: per questo non se le fila nessuno....
P.S. In Italia questo dato è virtualmente inutile perchè rappresenta sostanzialmente il livello di evasione fiscale piuttosto che il livello della Crisi....;)

Nel secondo trimestre 2009 il livello medio del gettito fiscale per Stato negli USA è crollato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2008.
Siamo di fronte al maggiore calo dal 1960.
Il gettito sulle entrate individuali (individual income) è crollato del -28% a causa della disoccupazione o della sotto-occupazione, ripeto -28% (!) quasi 1/3 in meno....
Il gettito sulle vendite (sales) è sceso sensibilmente del -9% a causa della contrazione nei consumi.
Questi dati evidenziano come continui il crollo delle entrate fiscali negli Stati USA a causa delle recessione, in barba ai programmi federali di stimoli ed ai primi segnali di ripresa.
Questo crollo comporta enormi problemi nel far quadrare i bilanci, costringendo gli Stati a tagli di spesa anche drammatici nei servizi erogati, all'incremento delle tasse o all'introduzioni di nuovi balzelli.
Leggevo che s'incrementa addiritttura il costo delle licenze di pesca...per la serie "raschiamo il fondo del barile"...
Questo periodo di "magra" nel gettito fiscale degli stati si protrarrà anche nei prossimi trimestri a causa dell'elevato e persistente livello di disoccupazione (individual income taxes) ed a causa del basso e stagnante livello di consumi (sales taxes).

Molto interessante notare come il gettito sugli utili delle aziende (Corporate income taxes) sia cresciuto del +3% mentre il gettito sulle entrate individuali sia crollato in alcuni stati addirittura del -36%: lascio trarre a voi le conclusioni del caso...;)
Nota: le Corporate income taxes influiscono solo minimamente sul gettito degli Stati.

Vedi l'articolo di analisi della tabella qui (in inglese).

Se mettiamo in correlazione il crollo del gettito con il boom del debito pubblico americano e con "l'allegra politica" di deficit spending dell'amministrazione Obama...beh meglio non pensarci...;)


State Total 2009 tax revenue (in dollars) Change in total taxes from 2008 Change in sales taxes from 2008 Change in individual income taxes from 2008
U.S. Total 199,725,107 -17% -9% -27%
Alabama 2,130,092 -13% -10% -24%
Alaska 596,754 -87% N/A N/A
Arizona 2,562,395 -27% -27% -44%
Arkansas 2,103,330 -5% -8% -13%
California 33,544,129 -14% -10% -33%
Colorado 2,333,248 -24% -14% -30%
Connecticut 3,618,740 -20% -9% -27%
Delaware 773,047 -25% N/A -36%
Florida 8,228,366 -12% -13% N/A
Georgia 4,178,469 -17% -11% -19%
Hawaii 1,145,002 -16% -8% -34%
Idaho 922,192 -21% -14% -29%
Illinois 7,697,097 -12% -10% -24%
Indiana 4,106,673 -10% -5% -18%
Iowa 1,827,461 -9% 6% -16%
Kansas 1,911,819 -15% -2% -17%
Kentucky 2,555,914 -8% -3% -17%
Louisiana 2,613,195 -18% -11% -16%
Maine 1,151,649 -15% -7% -27%
Maryland 4,896,343 -17% -9% -27%
Massachusetts 5,420,143 -19% -9% -27%
Michigan 5,768,785 -7% 12% -23%
Minnesota 5,009,478 -13% -5% -24%
Mississippi 1,831,891 -9% -8% -10%
Missouri 2,752,244 -17% -9% -25%
Montana 729,607 -18% N/A -22%
Nebraska 1,063,323 -13% -9% -15%
Nevada 2,367,012 -6% -18% N/A
New Hampshire 484,865 -10% N/A -31%
New Jersey 9,359,609 -15% -9% -27%
New Mexico 1,077,605 -31% -15% -59%
New York 14,079,442 -22% -9% -31%
North Carolina 5,380,022 -22% -8% -36%
North Dakota 612,734 -16% -4% 12%
Ohio 6,822,340 -15% -9% -25%
Oklahoma 1,902,249 -22% -5% -18%
Oregon 2,025,638 -27% N/A -30%
Pennsylvania 7,904,008 -13% -8% -20%
Rhode Island 771,955 -9% -6% -17%
South Carolina 2,261,527 -21% -14% -29%
South Dakota 279,699 -1% 15% N/A
Tennessee 3,097,435 -11% -10% -26%
Texas 12,293,040 -12% -6% N/A
Utah 1,600,094 -16% -9% -27%
Vermont 1,209,578 2% -6% -29%
Virginia 4,748,221 -15% -10% -20%
Washington 3,996,157 -8% -9% N/A
West Virginia 1,273,875 -4% -2% 2%
Wisconsin 3,904,648 -24% -34% -32%
Wyoming 801,968 -5% -13% N/A
Washington D.C. 1,369,161 -5% -9% -25%
Source: Census Bureau
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martedì 29 settembre 2009

Mi anticipi sull'unghia le tasse del 2010, 2011, 2012?


Il "buco al quadrato" della FDIC, il fondo che copre i buchi delle banche americane che falliscono, sta facendo notizia negli States.
E non potrebbe essere altrimenti, visto che in gioco ci sono i risparmi degli americani depositati sui conti correnti che a breve potrebbero non essere più garantiti e svanire come neve al sole nella mattanza delle banchette americane che cadono come le mosche.

Come scrivevo ieri in Come le mosche...(e siamo a 95 ): la FDIC ha le spalle al muro, si sta cercando con estrema urgenza una soluzione per rimpinguare le esauste casse della FDIC.
Il Tesoro NON può cacciare la grana (virtuale) perchè avrebbe già toccato il tetto massimo di debito approvato dal Congresso: 12mila miliardi di noccioline....sulla testa di figli, nipoti e pro-nipoti.

Ogni tanto, ingenuamente, torno a chiedermi come sia possibile che la FED preveda un +2%/+3% di PIL per il 4° trimestre 2009, e +2,5% per il prossimo anno....
O come sia possibile che le borse "di stato" salgano in questo modo...
Ecco 12.000 miliardi di risposte, nel breve....
Poi chi vivrà vedrà...e pagherà...ma per adesso ORGIA!
Lo stato ha preso il posto di tutto quello che è svanito nella voragine della Grande Crisi, ipotecando il futuro.
Come ho sempre sostenuto siamo nella fase "finale" di un ventennio di BOLLE: è la Bolla del Debito Pubblico, la Bolla degli Stati che ci mettono la faccia ed anche il c.....per salvare chi non andrebbe salvato, per evitare la catarsi naturale del sistema.

Nella Home Page di Yahoo Finanza U.S.A sono due giorni che appaiono articoli nella sezione Top News sulla questione della FDIC in bolletta, tanto per darvi la misura di come negli States la questione sia molto HOT, sulla bocca di tutti.
La Garanzia sui conti correnti offerta dalla FDIC è una certezza granitica per i correntisti americani, una certezza che ha impedito la corsa agli sportelli ad ottobre 2008 ed a marzo 2009, una certezza su cui si basa la confidence minimale nel sistema bancario, anche se disastrato e scricchiolante.

La soluzione che al momento appare in pole position sarebbe la seguente:
La FDIC riscuoterebbe in anticipo la tassa che pagano le sue associate, non solo quella del 2010 ma anche quella del 2011 del 2012!
In questo modo raccatterebbe 36 miliardi di dollari.
La cosa in USA sta suscitando un certo scalpore perchè là non sono abituati come da noi a pagare tasse in anticipo su entrate non ancora percepite e su presunzioni di presunzioni, stabilite strumentalmente a seconda della bisogna di cassa...
Questa soluzione sarebbe preferibile ad un ulteriore tassa staordinaria una tantum, dopo quella già imposta a giugno 2009 per 5,6 miliardi di dollari: l'anticipo delle tasse non andrebbe iscritto immediatamente a bilancio ed avrebbe un minore impatto.
Infatti il problema di questa "spremuta a mo' di limone" a carico delle banchette (mentre le too-big-to-fail s'ingrassano) sarebbe di aumentare ulteriormente il credit crunch già in atto.
Va riconosciuto che almeno le "Banchette" e la FDIC stanno provando a cavarsi d'impiccio con le proprie forze, senza l'aiuto dei soldi dei contribuenti.
Lo sappiamo: la "Sheila di ferro", comandante in capo della FDIC, ha le "palle d'acciaio".... finché riuscirà a rimanere al timone....

FDIC Considers Having Banks Prepay Assessments
From the Financial Times: FDIC considers calling for bank advances
The FDIC’s board, which meets on Tuesday to discuss options, is currently leaning towards asking banks to pay several years’ worth of its fees in advance ...
excerpted with permission
The other alternatives are 1) borrowing from the Treasury, 2) borrowing from healthy banks, or 3) assessing banks another special fee.
The options of borrowing from the Treasury, or from healthy banks, are apparently off the table for now. On Friday, FDIC Chairwoman Sheila Bair said about borrowing from banks: "It's a possibility, I assume. I don't see that as a preferred option, but it is something in the statute."
So it appears the FDIC will ask for three years of assessments in advance, or about $36 billion according to Reuters.
The advantage to the banks of prepaying assessments (as opposed to another special assessment) is the banks don't have to record the expense immediately.

Se ne parlerà oggi nella riunione della FDIC: la decisione sarebbe compatibile con lo statuto ma non avrebbe precedenti negli USA (in Italia sarebbe una cosa normale...).
Vi terrò aggiornati sugli episodi clou della Telenovelas "Come le Mosche...".

Del resto la filosofia ormai è nota: spendere in anticipo il nostro futuro, per rimandare il redde rationem.
Mega debiti pubblici, tasse anticipate: tutte "entrate future" già spese nel presente.
Tra qualche anno le nostre economie saranno tirate giù da pesanti palle al piede, se matematica e fisica economica non sono semplici opinioni...e se non ci salverà una miracolosa Ripresa epocale.
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lunedì 28 settembre 2009

Come le mosche...(e siamo a 95 ): la FDIC ha le spalle al muro.


Rieccoci qua con la nostra telenovelas settimanale sui fallimenti delle banchette (si fa per dire) americane.
Per "banchette" infatti s'intendono TUTTE le banche USA "coperte" dalla FDIC (Fondo di Garanzia dei Depositi), escluse le prime 10 banche too-big-to-fail che invece sono coperte direttamente dal Governo, in tutti i sensi....

Ebbene, come tutte le telenovelas che si rispettino, nello svilupparsi della trama si assiste ad un climax ascendente che, puntata dopo puntata, conduce ad un evento drammatico per tenere tutti col fiato sospeso. Tale evento può avere un epilogo tragico oppure a lieto fine, dipende dalla sceneggiatura....
Anche "Come le Mosche" non fa eccezione: la "Mammana" di tutte le banchette è arrivata alla frutta.
La FDIC ha finito i soldi come preannunciavamo da tempo. Ha ancora qualche spicciolo...e poi, se una banchetta fallirà, i correntisti americani rischieranno di vedersi svanire i loro risparmi depositati sul conto.

Naturalmente è già pronto da tempo un piano d'emergenza come scrivevo in Come le mosche...( e siamo a 94)
...Il PROBLEMA pincipale a questo punto è la tenuta della stessa FDIC che ha quasi finito i soldi in cassa, come abbiamo anticipato più volte.
Urge dunque trovare una soluzione per coprire il BUCO della FDIC, ovvero del fondo di garanzia che copre i BUCHI delle banche associate.
Insomma si è creato un BUCO al quadrato...
...Il fondo della FDIC viene finanziato dalle migliaia di banche associate che versano una percentuale.
Ci sono due opzioni sul tavolo, già previste da tempo perchè anche un super-ottimista negato in matematica poteva capire che la cassa della FDIC sarebbe finita presto...
La prima opzione sarebbe di aumentale la percentuale che le banche devono versare; la seconda opzione sarebbe di farsi prestare i soldi dal Tesoro ovvero paga Pantalone, stampando i soldi dal nulla e facendo aste su aste da centinaia di miliardi di T-bond...
FDIC's Bair: DIF May Borrow from Treasury
La FDIC potrà prendere a prestito dal Tesoro...100 miliardi di dollari qua (2009) ed altri 500 miliardi di dollari là (2010)...insomma quasi un secondo piano TARP ovvero il piano salva-too-big-to-fail da 700 miliardi di dollari.......

Ma ecco il colpo di scena da Telenovelas: secondo quanto riportato da Bloomberg, il portavoce del Tesoro Andrew Williams avrebbe affermato in un'intervista che prestare soldi alla FDIC potrebbe essere una via non percorribile perchè si sfonderebbe il tetto da 12.100 miliardi di dollari (!) del limite massimo di debito approvato dal Congresso.

Infatti anche la politica USA di stampare denaro e di aumentare a dismisura il debito pubblico si è posta un limite e per infrangere questo limite il Congresso dovrebbe tornare a votare un nuovo tetto massimo di debito ancor più "stellare"...
Come potete immaginare, prima di tutto i tempi tecnici non sarebbero brevissimi (e la FDIC ha molta fretta) e non sarebbe nemmeno facile ottenere una maggioranza compatta che voti tale provvedimento senza esitazioni: infatti in molti ormai rumoreggiano contro la politica socialista-keynesiana di Obama che ha portato al maggior incremento di debito pubblico USA dai tempi della II Guerra Mondiale e che rischia di ipotecare il futuro di figli e nipoti.
Recentemente Geithner ha annunciato come il tetto massimo del debito possa essere toccato già a cavallo di ottobre e novembre 2009.
Obama ha già tastato il terreno per valutare la possibilità di innalzare ulteriormente il tetto incontrando forte opposizione: ecco allora sbucar fuori l'invenzione di un tetto elastico che sfori di poco... giusto per affrontare le emergenze e guadagnare tempo.
Nel frattempo si è cercato anche di tagliare una serie di programmi di prestiti governativi ed il quantitative easing della FED per stare sotto ai 12mila miliardi e riallocare le risorse verso nodi di massima urgenza come la FDIC.

Questo discorso del "tetto" getterebbe una nuova luce sui primi passi della exit strategy americana (la FED ha recentemente allentato alcuni programmi di supporto) e getterebbe le basi per una sconcertante ipotesi: i primi passi della exit strategy non sarebbero solo dettati dal "miglioramento" della situazione (come si dichiara ufficialmente) ma soprattutto dal fatto che non ci sono più dindini in cassa....(si fa per dire visto che sono a debito).
Bisogna quindi usare la exit strategy per fare arrivare qualche spicciolo a chi ne ha un'urgenza del diavolo, come la FDIC appunto...La coperta inizia ad essere corta.
E' solo un'IPOTESI per quanto suggestiva e verosimile...ma la verificheremo sul campo entro breve, state tranquilli.
Nel frattempo rifletteteci su...

Sul tetto del debito avevo già scritto un articolo tre mesi fa, con annessa una bella "tabellona" con "la listona della spesa" a debito programmata tra 2008 e 2009.
Era da 14mila miliardi e non da 12mila...ma di questi tempi 2000 miliardi in più od in meno sono noccioline...
Il peggio è passato ma....

E questa "Ipotesi del Tetto" potrebbe anche spiegare il rallentamento delle ultime settimane nel numero di fallimenti bancari in USA: la FDIC starebbe guadagnando tempo in attesa di un'urgente iniezione di soldi freschi nelle sue casse vuote....

Questo week-end è saltata una sola "banchetta" portano il conteggio a 95 dall'inzio dell'anno.
Siamo di fronte ad un bel moscone da 4 miliardi di dollari tra depositi ed assets: per assorbire il colpo la FDIC ha dovuto chiamare in causa 2 banche salvatrici, e comunque il costo per il Fondo si avvicina ad 1 miliardo di dollari...
First Citizens Bank and Trust Company, Incorporated, Columbia, South Carolina, Assumes All of the Deposits of Georgian Bank, Atlanta
As of July 24, 2009, Georgian Bank had total assets of $2 billion and total deposits of approximately $2 billion.
The FDIC estimates that the cost to the Deposit Insurance Fund (DIF) will be $892 million.

Cadono dunque come le mosche le banche "minori" degli Stati Uniti (che come abbiamo visto poi tanto "minori" non sono...).
Aggiorniamo brevemente la contabilità delle banche fallite in USA nei primi 8 mesi del 2009.
Siamo arrivati a numero 95...
Ecco la lista aggiornata delle banche fallite in USA che hanno richiesto l'intervento del FDIC, il fondo di garanzia americano dei correntisti - http://www.fdic.gov/bank/individual/failed/banklist.html
Dal 2000 al 2007 sono "saltate" 27 banche USA
Nel solo 2008 ne sono "saltate" 25
Nel 2009, fino ad oggi, ne sono "saltate" 95.
Negli ultimi 18 mesi di crisi le banche "saltate" sono 120.


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venerdì 25 settembre 2009

No Money...No Party...


Niente da fare...
Il popolo americano da consumatore vorace e compulsivo sembra essersi trasformato in un popolo di risparmiatori che comprano solo lo stretto indispensabile ovvero i beni non-durevoli quali alimentari, vestiti, beni di tutti i giorni e di prima necessità. Ed anche nel fare questi acquisti, procedono con moderazione ed oculatezza.
Almeno per ora...

Gli ordini di beni durevoli (prodotti industriali di grandi dimensioni, auto, frigoriferi, televisori, computer, lavatrici, lavastoviglie) in agosto sono stati una delusione su tutti i fronti, una secchiata d'acqua gelata per gli ottimisti ad oltranza.
Dopo il boom di luglio (+4,8%) pompato dai 5 miliardi di incentivi auto (cash-for-clunkers), in agosto arriva una secca ed inaspettata frenata da -2,4% che delude le attese per un +0,4%.
Il componente "core" (ex- auto) rimane completamente inchiodato a zero, deludendo le attese per un +1%.
Ritoccati al ribasso entrambi i dati del mese precedente: il +5,1% è diventato un +4,8% ed il +1,1% (core) è diventato un +0,9%.

Interessante sottolineare alcuni dati meno conosciuti ma molto significativi:

- Se raffrontiamo gli ordini di beni durevoli dei primi 8 mesi del 2009 con quelli dei primi 8 mesi del 2008 rileviamo un drastico -25%....Tanto per capire come soffermarsi su questi volatili -2,5%, +5% mensili può essere un po' fuorviante nell'interpretare la tendenza generale che rimane in profondo rosso.

- Le aziende manifatturiere continuano ad evadere i loro ordini in sopeso ed a svuotare il loro surplus di magazzino: per adesso non c'è bisogno di attingere ad un nuovo output produttivo
...The drop in inventories suggests that many of the goods being shipped out the door are coming from overstocks, not new production...
The manufacturers continue to work down their unfilled orders and inventory: Unfilled orders for manufactured durable goods in August, down eleven consecutive months, decreased $2.8 billion or 0.4 percent to $737.1 billion. This was the longest streak of consecutive monthly decreases since the series was first published on a NAICS basis in 1992 ... ...Inventories of manufactured durable goods in August, down eight consecutive months, decreased $4.2 billion or 1.3 percent to $308.9 billion. This followed a 1.1 percent July decrease.

- Gli ordini di attrezzature e beni strumentali per la produzione continuano a scendere a dimostrazione che non sono ancora ripresi gli investimenti "produttivi" da parte delle aziende
...Orders for core capital equipment goods fell 0.4% in August after a 1.3% decline in July, a signal that business investment remains tepid despite the turnaround in the auto industry.


Vediamo i dettagli degli ordini di beni durevoli settore per settore (in inglese)
Orders are down about 25% in the first eight months of 2009 compared with 2008. Transportation orders fell 9.3% in August after a 17.7% increase in July. Shipments fell 2% in August.
Orders for electronics (excluding semiconductors) fell 0.7% in August after rising 1.7% in July. Shipments fell 2.6%.
Orders for machinery rose 0.7% in August after falling 7.9% in July. Shipments fell 1.4%. Orders for electrical equipment fell 0.5% in August after rising 4.2% in July. Shipments fell 3.4%.
Orders for unfinished metals increased 1.9% in August after a 3.2% gain in July, Shipments rose 1.6%.
Orders for fabricated metals increased 0.8% in August after rising 3.5% in July. Shipments were flat.
Orders for capital equipment excluding aircraft and defense goods fell 0.4% after falling 1.3%. Shipments dropped 1.9%.
Orders for defense capital goods rose 1.1% after rising 15.9%. Shipments rose 2.9%. Excluding all defense goods, durable goods orders dropped 2.4%.


Insomma la disoccupazione a livelli record, il taglio netto dei salari, il credit crunch (sui prestiti al consumo, sulle carte di credito) sono fattori che non incoraggiano certo i consumatori americani a spendere, soprattutto in costosi e non indispensabili beni durevoli.
Fondamentale anche la scomparsa del "bancomat" del MEW ovvero dei rifinanziamenti sulle case che salivano sempre: ....La bolla immobiliare, abilmente gonfiata e sfruttata dalla finanza, ha dato un contributo fondamentale alla crescita di questi anni per esempio con il virus MEW dei ri-finanziamenti, una sorta di Bancomat-immobiliare alimentato dalla bolla che negli USA ha sostenuto PIL e consumi, alla grande. (vedi in merito La verità sulla crescita del PIL americano e No Rifinanziamenti...No Party...).....

Si sa che i consumatori americani erano i Consumatori con la "C" maiuscola grazie alla loro possibilità di comprare tutto a credito e d'indebitarsi a livelli stellari.
Senza queste "protesi al consumo" diventano persone normali...con in più l'handicap della crisi che falcidia i posti di lavoro ed il livello delle entrate.
Lo Stato ha cercato di sostituirsi alla crisi dei drivers di consumo sopra elencati con un nutrito programma di stimoli ed incentivi, ma i sostegni una tantum hanno una durata limitata nel tempo e non possono sostituirsi ai drivers strutturali del consumo.
vedi anche Consumi stimolati e Inutile farsi certe domande...

Attenzione: gli ordini di beni durevoli su base mensile sono un dato storicamente molto volatile per cui non voglio subito saltare a conclusioni troppo negative.
Invito solo alla prudenza e a non correre troppo nell'affermare che il peggio è alle spalle e che il futuro ci riserva una bella Ripresa e cieli blu...
Anche perchè i dati macro di questo periodo sono "disturbati dall'effetto viagra" degli incentivi una tantum per cui risulta molto difficile valutarli in modo equilibrato.

In questo contesto sostanzialmente depresso e deprimente... la fiducia Michigan dei consumatori americani batte le attese salendo a 73,5 rispetto ai 70,5 previsti, pur rimanendo ad un livello storicamente molto basso.
E' vero che parliamo di un leading indicator, ovvero proiettato sul futuro...
Ma la fiducia sarebbe tornata addirittura ai livelli di gennaio 2008, quando ancora vivevamo nel paese di bengodi e c'erano solo alcune nubi oscure all'orizzonte: giudicate voi...
Non per nulla qualcuno si è fatto venire qualche (lecito) dubbio...e non uno qualunque ma addirittura la rete televisiva CNN che in un suo sondaggio sulla fiducia dei consumatori americani ha ottenuto risultati un po' diversi...
....anche una grande compagnia americana di informazione, la CNN la quale ha fatto un’indagine, proprio perché voleva vederci chiaro su questo Consumer Confidence Index e sulla fiducia nella ripresa.
Indovinate…Risultati della ricerca sconcertanti. Da questa ricerca della CNN risulta che l’86% degli intervistati pensa che gli USA siano ancora in piena recessione. Solo il 13% si è detto convinto che il peggio è alle spalle. Quattro americani su 10 si dicono in evidenti condizioni peggiori rispetto a qualche tempo fa ed è soprattutto nelle campagne che la crisi si sente di più.
Anche perché con la disoccupazione attualmente presente, e con le prospettive di ulteriore peggioramento, rimaneva difficile pensare diversamente. Però….poco importa, ci hanno provato.
La CNN non si è fidata e il sondaggio sulla fiducia dei consumatori lo ha fatto lei....

Toro Drogato invece vive in un altra dimensione: ormai da mesi dei dati macro provenienti dall'economia reale se ne sbatte altamente.
Le notizie che contano per "le borse statali" ormai arrivano solamente dalle Banche Centrali e dai Governi e sono collegate alla prosecuzione o meno della somministrazione di droghe.
Toro drogato galoppa sulle sue verdi praterie cosparse di bolle di liquidità, stimoli ed incentivi, quantitative easing, tassi a zero, speculazioni delle banche con soldi dei contribuenti, buy-report autoreferenziali ed autoavverantesi, algoritmi che selezionano i titoli che sono saliti meno e compensano al rialzo, programmi automatici di trading, dark pools, flash trading e tutte quegli altri numeri da baraccone che ormai caratterizzano il Circo delle borse e della finanza.
Non bastano certo un paio di dati macro e qualche dubbio a sgonfiare parzialmente una BOLLA.
Le bolle si gonfiano, gonfiano, gonfiano magari anche per anni e poi esplodono all'improvviso ed in un colpo solo....SBOOOMMM.
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Good Bye Lenin


Certo che in Russia non vanno molto per il sottile: quando si deve tagliare si taglia senza tanti complimenti...
Si parla tanto di globalizzazione economica: libertà di circolazione delle merci, libertà di produrre dove i costi sono minori etc etc
Invece la globalizzazione delle "regole" (qualità, inquinamento) e delle garanzie per i lavoratori rimane sullo sfondo.
E non potrebbe essere altrimenti visto che"il successo" della globalizzazione economica si basa proprio sulla non sussistenza della globalizzazione delle garanzie...

L'auto russa va in crisi: AvtoVaz taglia 27.600 posti di lavoro
..Crisi del mercato automobilistico russo. AvtoVaz, il leader del Paese, è sull'orlo della bancarotta. Ieri il gruppo delle quattro ruote russo ha annunciato un taglio di 27.600 posti di lavoro sui 102.000 totali. Non solo. Verrà ridotta al 65% la capacità produttiva dell'impianto sul Volga e l'outoput complessivo del gruppo scenderà a 500mila vetture all'anno....

Hanno tagliato in un colpo solo 1/3 dei dipendenti!
Mi chiedo che ricadute possano avere dei "traumi" di questo genere sulla già traballante società civile russa.
Delle persone che hanno lavorato in una grande città industriale della Russia mi hanno raccontato che si chiudevano interi stabilimenti, mandando in mezzo ad una strada 10mila persone da un giorno all'altro.
Dal punto di vista "sociologico" pensate agli effetti sconvolgenti sulla vita di quella città: tensioni sociali, rivolte e guerriglia urbana, incremento criminalità, crisi attività commerciali, crisi delle famiglie, flussi migratori etc
Il dramma umano rimane sottointeso, naturalmente.

In ogni caso è sempre valida la massima latina In medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo).
Licenziare 1/3 dei dipendenti in un colpo solo mi sembra un po' "eccessivo"...
Mi sembra anche un po' eccessivo non licenziare mai nessuno, anche in stabilimenti improduttivi da anni, e poi chiedere incentivi statali da un ventennio a questa parte...
Volenti o nolenti viviamo in un sistema capitalistico e di (libero) mercato, che ha le sue spietate regole (od almeno dovrebbe).
Quindi o stiamo al gioco oppure impegniamoci a cambiarlo.

Secondo la mia modesta opinione in questi casi lo Stato dovrebbe intervenire "a valle" con il welfare, aiutando la ricollocazione e lo sviluppo di nuovi settori trainanti.
Non dovrebbe invece intervenire "a monte" forzando la mano all'evoluzione delle economie anche perchè a suon di incentivi si guadagna solo tempo (a spese dei contribuenti) ma i problemi strutturali tornano sempre a galla.
Lo spiega in modo razionale (e dunque spietato) il nostro "scomodo e lucidissimo" Oscar: Un grido dalla Coin: basta aiuti alla Fiat
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giovedì 24 settembre 2009

L'Ingegnere sul tetto che scotta


Parlare della disoccupazione che cresce non va di moda, lo sappiamo: fa troppo catastrofista ed a qualcuno questo non piace. Per cui vai di taglia & cuci, vai con la dissimulazione ad arte.
Però quando qualcuno, con la forza della disperazione, sale su una gru e ci rimane per 8 giorni di fila, allora anche i governi se ne devono interessare ed anche i mass-media sono costretti a parlarne. Del resto fa notizia: di fronte alla prospettiva di aumentare l'audience o di vendere più copie ogni altra considerazione passa in secondo piano.
Con istituzioni che imitano Ponzio Pilato o con censure nell'informazione si rischia di favorire un'estremizzazione ed una spettacolarizzazione delle forme di protesta al di fuori dei canali istituzionali, proprio perchè queste forme sarebbero le uniche ad attirare l'attenzione e ad avere maggiori possibilità di raggiungere un risultato.

L'altro giorno ascoltavo la radio ed ho scoperto uno dei tanti casi di "licenziamenti in corso" poco conosciuti, messi in secondo piano dall'assordante frastuono che proviene dall'Afghanistan (il vecchio trucco di far risaltare la politica estera a scapito di quella interna).
Parliamo del caso Nortel, una società multinazionale canadese produttrice di tecnologie e apparati per le reti di comunicazione che ha richiesto il Chapter 11 ovvero la protezione dai creditori per procedere alla ristrutturazione a causa della Crisi.
Ristrutturazione vuol dire licenziamenti, taglio di rami secchi, congelamento dei debiti, liquidazione di assets, immobili, società controllate etc
All'interno di questo processo si sta facendo uno spezzatino della Nortel Italia (sedi a Milano ed a Roma per un totale di 81 dipendenti) e con una procedura di licenziamento collettivo sono state "fatte fuori" 38 persone (per adesso...).
Sì lo so, 38 "formichine" sembrano poche nell'immane Tsunami di questa Crisi che ci ha bombardato con grandi numeri e dunque ha un po' anestetizzato la nostra sensibilità.
I licenziamenti però non sono semplici numeri ma sono persone, sono le loro famiglie, sono i loro casi umani e dunque non vanno pesati un tanto al kilo...
E con l'aria che tira, domani potrebbe capitare anche a TE, nel qual caso anche una singola unità non ti sembrerebbe più trascurabile...

La Nortel Italia tra parentesi è profittevole e con fatturato in crescita ed ha in cassa 18 milioni di euro, ma nella logica delle multinazionali proprio questa potrebbe essere stata la sua condanna: si può liquidare ottenedendo tanti bei soldoni da utilizzare per altri scopi ritenuti maggiormente strategici (per es. mantenere maggiori posti di lavoro nella patria d'origine dell'azienda, o pagare qualche bonus milionario in sospeso).
Ma queste sono storie "ordinarie" nel panorama della nuova economia globalizzata dominata dalle multinazionali.

Ci sono invece un paio di caratteristiche peculiari nel caso Nortel che vanno sottolineate.
- Questa volta a salire sul tetto od a fare lo sciopero della fame non sono "i soliti operai" ma sono i colletti bianchi: sono Ingegneri, Responsabili di Marketing, Sviluppatori, Tecnici specializzati etc
Insomma gli Ingegneri normalmente sono "più tranquilli" perchè sanno che possono ricollocarsi facilmente sul mercato grazie alla forte richiesta per le loro notevoli competenze.
Ma la Grande Crisi ha smontato anche questa "certezza": addirittura per i "mitici ingegneri" i tempi per trovare un posto di lavoro si allungano a dismisura e la situazione può diventare drammatica soprattutto se ti cacciano senza nemmeno pagarti la liquidazione...
- Ed ecco che arriviamo alla NOVITA' del caso Nortel: i 38 licenziati non riceveranno nemmeno il TFR, il trattamento di fine rapporto a cui avrebbero diritto.
Uno caso unico: uno dei primi casi in Europa e probabilmente il primo caso in Italia.
Si rischia di fare storia, si rischia di creare un pericoloso precedente.
Ernst & Young, nel ruolo di Amministratore della Nortel, ha attivato in Europa una procedura presso una corte inglese nota come Administration, estesa agli altri paesi comunitari, tra cui l’Italia, in base al trattato COMI.
Durante la procedura vengono congelati i debiti mentre le attività di business procedono regolarmente producendo fatturato: si prevede l’utilizzo della mobilità ma non si riconosce il pagamento del TFR trasformandolo in un credito differito alla conclusione della vicenda globale del gruppo.
Come a dire: "forse la liquidazione te la pago tra qualche anno...se tutto va bene...".
"La multinazionale" , spiega il sindacato, “non vuole pagare nemmeno il Tfr avvalendosi della legislazione anglosassone, bypassando cosi’ le leggi italiane. Il sindacato dal canto suo ha depositato l’articolo 28 per condotta antisindacale”. A questo punto la strada e’ segnata: “Da domani i licenziati resteranno a casa e noi faremo causa all’azienda e ci rivedremo in Tribunale”.
A parte il fatto che il TFR è un diritto imprescindibile dei lavoratori, perchè sono soldi SUOI, si crea una situazione di estrema tensione perchè quei soldi sono fondamentali al lavoratore per tirare avanti nei mesi in cui cerca una nuova occupazione.

Chissà se i lavoratori della Nortel Italia non penseranno prima o poi di fare come i loro colleghi francesi che questa estate minacciarono di far saltare gli stabilimenti con delle bombole a gas collegate tra loro (Francia, operai Nortel in sciopero minacciano di far saltare fabbrica).
Del resto per ottenere "attenzione" sui licenziamenti mettere in piedi proteste spettacolari sembra ormai l'unico metodo percorribile e se ci sono degli Ingegneri di mezzo altro che bombole a gas....

P.S. Per tenerci aggiornati sulla loro drammatica vicenda i dipendenti della Nortel Italia hanno aperto un ottimo Blog: leggerlo ti coinvolge emotivamente e ti fa venire i brividi...
http://nortelitaliainlotta.blogspot.com/


aggiornamento delle 15.30

Stasera la vicenda di Nortel Italia e del TFR fantasma finisce su "Anno Zero".
Qualcosa si muove per fortuna.
http://nortelitaliainlotta.blogspot.com/2009/09/stasera-in-diretta-nazionale.html
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mercoledì 23 settembre 2009

Inutile farsi certe domande...

Inutile farsi certe domande..."It's the market, stupid"...o meglio "It's the bubble's market, bubble-stupid"...

In ogni caso Robert Reich, ex-ministro del lavoro ai tempi di Clinton nonchè mente acuta, lucida e fuori dal coro, si chiede nel suo Blog:
"Perchè il Dow Jones sta toccando i 10mila punti anche se i consumatori non consumano ed il mondo degli affari grida al "socialismo"?

In che modo il Dow Jones riesce a filirtare con 10mila punti quando i consumatori, che rappresentano il 70% dell'economia, hanno dovuto smettere di comprare perchè non hanno più soldi?
I posti di lavoro continuano a svanire.
Un americano su sei è disoccupato o sotto-impiegato.
Le case non sono più il porcellino da rompre quando hai bisogno di soldi perchè in due anni hanno perso quasi un terzo del loro valore.
E per la prima volta da decenni gli americani devono pagare i loro debiti e risparmiare.

Ancora più strano è come il Dow abbia potuto salire così tanto quando ogni dirigente di Main o Wall Street che incrocio mi dice che il governo sta distuggendo l'economia con i suoi colossali deficit e con i suoi presunti "takeover" del sistema sanitario, dell'industria automobilistica, del campo immobiliare, dell'energia e della finanza. Le loro angosciate grida di "Socialismo!" stanno quasi cancellando i loro "evviva" per la risalita del Dow Jones. La spiegazione è semplice.
La grande ritirata dei consumatori dal mercato è stata controbilanciata dall'avanzare dello Stato nel mercato.
Il debito dei consumatori sta scendendo dal suo picco del 2006 mentre il debito del governo sta salendo.
I consumatori spendono meno, mentre il governo spende di più.
Perchè c'è una ripresa dei nuovi cantieri edilizi? Perchè la FED sta comprando obbligazioni di Fannie Mae e Freddie Mac ovvero degli unici players (di proprietà del governo) rimasti in gioco sui mutui.
Perchè i titoli dell'Health Care stanno facendo boom? Perchè il governo sta per espandere la copertura sanitaria a dieci milioni di americani in più, e la Casa Bianca ha assicurato alle grandi case farmaceutiche ed agli assicuratori sanitari che il loro profitti lieviteranno.
Perchè le vendite di auto salgono?
Perchè il programma cash-for-clunkers ha incentivato le vendite di nuove auto.

Perchè il settore finanziario sta salendo? Perchè la FED sta tenendo i tassi vicino a zero, mentre il Governo sta tuttoggi garantendo che ogni banca too-big-to-fail verrà salvata in caso di bisogno.

Perchè i fornitori del governo federale stanno facendo così bene? Perchè il piano di Stimoli ha sfondato una porta aperta.


In altre parole il Dow Jones va su, in barba alla più grande ritirata dei consumatori dai tempi della grande depressione, grazie all'espansione dello Stato ovvero la cosa che maggiormente criticano e temono così tanti dirigenti e funzionari.

Puoi chiamarlo come vuoi (Keynesianesimo, socialismo o semplicemente pragmatismo) ma questo processo sta facendo miracoli per il mondo degli affari, specialmente per le grandi aziende e per Wall Street.
Le spese dei consumatori sono scese al 60-65% dell'economia ed il governo si è espanso per riempirne il vuoto.

Il problema è che il nuovo governo "espanso" non sta facendo abbastanza per il lavoratore medio americano che continua a perdere il lavoro e che continua a tirare la cinghia, e che non si sta avvantagiando quasi per nulla dalla risalita del Dow Jones perchè non possiede azioni o ne possiede pochissime.
Nonostante la festa del Dow Jones e gli utili delle aziende che hanno battuto le attese, continuano i tagli di personale ed i tagli ai salari. E le grandi banche continuano a non fare credito a Main Street.


La strategia del "Trickle-down economics" non ha funzionato in passato e non sta funzionando neanche adesso che la grande industria e che Wall Street hanno un potere sulla politica come non hanno mai avuto, alla faccia dei timori sul "socialismo"...
Nota: la teoria del Trickle-down economics sostiene che se la politica aiuta i ricchi, i potenti, il mondo degli affari allora anche l'intera popolazione ne avrà un beneficio indiretto.
Se fai lievitare la torta, anche la massa potrà beneficiare delle briciole... (letteralmente "lo sgocciolamento verso il basso dell'economia").


Insomma un Socialismo che invece di stare dalla parte dei lavoratori sta dalla parte di Wall Street non s'era mai visto...
Solo nei mitici States possono succedere cose così mirabolanti come un "rivoluzionario" Presidente di colore od un Socialismo dalla parte dei Potenti...e le due cose potrebbero essere collegate più di quanto non s'immagini...;)
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martedì 22 settembre 2009

L'importante è ristabilire la "confidence"


Si sa, il sistema delle Banche si regge sulla fiducia (confidence nel sistema): in caso contrario nessuna persona sana di mente lascerebbe i suoi risparmi in un'istituzione che contro 1 euro posseduto ne investe/scommette 50 o 60...o che nel suo caveau ha una decina di bombe tossiche (oggi di nuovo ben nascoste) che possono esplodere in qualunque momento disintegrando i soldi deposititati sui conti correnti.
Se ci fosse questa percezione, la confidence verrebbe meno e tutto il castello di carte crollerebbe perchè faremmo la fila a ritirare i nostri risparmi.
Tutte le forze del Sistema in questi 7 mesi hanno fatto enormi sforzi per ristabilire la confidence, ristabilire la fiducia.

Invece gli sforzi per ristabilire un'effettiva solidità e sicurezza delle banche sono stati infinitamente minori.. Come ribadisco da tempo "la polvere tossica è sotto al tappeto" grazie anche a leggi contabili appositamente modificate e le pessime abitudini che la finanza ha praticato in questi anni portandoci alla Crisi sono già tornate in voga dopo pochi mesi...

Ci sono stati solo due cambiamenti di rilievo in quel Sistema Bancario che 7 mesi fa era ad un passo dal collasso e dalla nazionalizzazione.
1- Gli Stati ci hanno messo la FACCIA e forse anche qualche altra parte del corpo...Quindi nessuno può fallire, debito pubblico permettendo...(abbiamo già sottolineato decine di volte i gravi effetti collaterali e la profonda ingiustizia di questa scelta)
2- Grazie all'operazione "spalle coperte dallo Stato", alla bolla borsistica ed alle grancasse giornaliere, le banche hanno incominciato a riempire le voragini con tutti i metodi possibili: trading sfrenato, aumenti di capitale, emissione di bond con interessi da fame, cessione di assets etc etc
Il problema è che le voragini saranno lente da riempire, ci potrebbero volere anni...
E nel frattempo imperversa il credit crunch (cordoni chiusi) e permangono notevoli rischi nel sistema bancario che rimane troppo debole per affrontare un peggioramento dello scenario economico.
Insomma è stato facile ristabilire rapidamente la "fiducia" ridando una mano di bianco alla facciata, ma il lavoro "strutturale" di ripristino delle fondamenta e dei muri portanti sarà lento e difficile.

Sì sì, lo so...questi discorsi non servono a nulla e sono anche un po' autolesionisti...
Ma ci tenevo, insieme all'OCSE, a non fare la figura del completo boccalone che se le beve tutte...

Martedì 22 Settembre 2009
Banche europee: l'Ocse lancia l'allarme e chiede rigorosi stress test
L'Ocse suona il campanello d'allarme sulle condizioni delle banche europee.
Nel rapporto pubblicato ieri sull'economia Ue, l'Ocse ha sottolineato che l'incertezza persistente nel settore bancario “richiede ulteriori azioni: stress test sistematici, rigorosi e trasparenti sono necessari per chiarire le esigenze di capitale delle singole banche europee”. Questo perché “in molti paesi dell'Unione rimangono incertezze sulla portata dei problemi collegati alla svalutazione degli asset nei bilanci delle banche e preoccupazioni sulla possibilità che le banche stesse non siano sufficientemente capitalizzate per fronteggiare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche”.
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Curiosa Transazione da 12.5 Miliardi di Barclay's
18/09/09
...Ci sono un mucchio di articoli oggi su questa transazione da 12.5 miliardi di Barclays (grafico)'s in cui sposta dei crediti a rischio su un una nuova società nelle Cayman composta da ex-managers della banca a cui Barclay's presta il 95% dei soldi per comprare da se stessa questi asset a rischio....
Il punto è che se l'economia sta migliorando allora perchè non li tiene lei e li sposta alle Cayman con una transazione in cui rischia in ogni caso perchè presta a questa entità i soldi e rimangono parte del suo bilancio ma non vengono più contabilizzati mark to market ?
Barclay's fa +3% sulla notizia oggi ovviamente perchè qualunque notizia che non sia l'assassinio del Presidente oggi fa salire le azioni e ricordo che da 60 pence è risalito a 380 da marzo, +500%.......

Vedi articolo del Financial Times
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lunedì 21 settembre 2009

Come le mosche...( e siamo a 94)


E siamo a 94!
Continuiamo imperterriti il nostro conteggio: nell'ultimo week-end in USA sono fallite altre 2 "banchette".
Come sempre il fondo di Garanzia americano FDIC è intervenuto per salvare i conti correnti e liquidare le banche, finchè basteranno le sue riserve ormai ridotte al lumicino.
Infatti il problema sulla breccia è ormai diventato "il buco della FDIC".

La nostra "contabilità" inizialmente è stata solitaria ma ormai ha fatto breccia nel flusso dell'informazione: non è più possibile infatti ignorare questo fenomeno che sta assumendo dimensioni epocali.

Da non perdere anche le esplosive dichiarazioni della "Sheila di ferro" (la comandate in capo della FDIC), riportate nel prosieguo di questo articolo.


Ecco le 2 banche fallite nell'ultimo week-end

First Financial Bank, National Association, Hamilton, Ohio,
Assumes All of the Deposits of
Irwin Union Bank, F.S.B., Louisville, Kentucky,
and Irwin Union Bank and Trust Company, Columbus, Indiana
Irwin Union Bank and Trust Company, Columbus, Indiana: as of August 31, 2009, it had total assets of $2.7 billion and total deposits of approximately $2.1 billion (NdR un altro moscone...).
Irwin Union Bank, F.S.B., Louisville, Kentucky: as of August 31, 2009, it had total assets of $493 million and total deposits of approximately $441 million.
The FDIC estimates that the cost to the Deposit Insurance Fund (DIF) for both institutions will be $850 million.

Totale assets: 3,2 miliardi di dollari circa
Totale depositi: 2,5 miliardo di dollari circa
Totale costo per FDIC: 850 milioni di dollari circa

Consideriamo che c'è stata una recente accelerazione nel numero dei fallimenti bancari in USA e nelle dimensioni dei crack (vedi i tre "Mosconi" Colonial, Guaranty e Corus)

Il PROBLEMA pincipale a questo punto è la tenuta della stessa FDIC che ha quasi finito i soldi in cassa, come abbiamo anticipato più volte.
Urge dunque trovare una soluzione per coprire il BUCO della FDIC, ovvero del fondo di garanzia che copre i BUCHI delle banche associate.
Insomma si è creato un BUCO al quadrato...

Il fondo della FDIC viene finanziato dalle migliaia di banche associate che versano una percentuale.
Ci sono due opzioni sul tavolo, già previste da tempo perchè anche un super-ottimista negato in matematica poteva capire che la cassa della FDIC sarebbe finita presto...
La prima opzione sarebbe di aumentale la percentuale che le banche devono versare; la seconda opzione sarebbe di farsi prestare i soldi dal Tesoro ovvero paga Pantalone, stampando i soldi dal nulla e facendo aste su aste da centinaia di miliardi di T-bond...
Indovinate quale stanno per scegliere tra le due?

FDIC's Bair: DIF May Borrow from Treasury
La FDIC potrà prendere a prestito dal Tesoro...100 miliardi di dollari qua (2009) ed altri 500 miliardi di dollari là (2010)...insomma quasi un secondo piano TARP ovvero il piano salva-too-big-to-fail da 700 miliardi di dollari.
E badate bene, questi soldi la FDIC li deve RESTITUIRE al Tesoro prima o poi: nella grande crisi degli anni '90 delle Savings&Loans quando fallirono migliaia di banche, la FDIC si fece prestare "solo" 15 miliardi di dollari...e li sta ancora restituendo adesso (rate su 30 anni)....
Pensate come sarà "facile" restituire un prestito 40 volte superiore!
Per restituire l'eventuale prestito la FDIC dovrà incrementare notevolmente "la percentuale" richiesta alle banche associate, le quali stanno già restringendo il credito ed incrementando il capitale per fare fronte alle future perdite (mutui, prestiti, carte di credito). Le banchette si troveranno sul groppone un altro carico da portare.
Nel frattempo con una "extra-tassettina" alle associate la FDIC si è già rimpinguata di ulteriori 5 miliardi: un po' di spiccioli che ha già speso per coprire la moria di moscerini, mosche e mosconi....
E poi ci si sorprende che sia in atto un credit crunch da Grande Depressione...

Federal Deposit Insurance Corp. Chairman Sheila Bair said her agency is considering borrowing from the U.S. Treasury to replenish its deposit insurance fund.
"We are carefully considering all options" including borrowing from the Treasury, Ms. Bair said Friday after a speech in Washington.
....The FDIC collects fees from retail banks that are used to pay depositors of failed banks. However, the agency is slowly running out of capital for the fund as a growing number of banks default every week.
..Earlier this year, the FDIC sought and received authority to borrow more funds from the Treasury to beef up its depleted insurance fund. Legislators approved a bill that gives the FDIC the authority to temporarily borrow as much as $500 billion from Treasury until the end of 2010. It also permanently increases the agency's ability to borrow as much as $100 billion from Treasury for the fund.

Da non perdere The Hole in FDIC del famoso e quotato John Mauldin.

La "Sheila di ferro" poi tuona anche contro i salvataggi delle too-big-to-fail a spese dei contribuenti:
"...la cosiddetta "assistenza bancaria aperta" per i marchi più grandi e complessi andrebbe proibita per legge (NdR adirittura!)"...
"Questo tipo di assistenzalismo infatti mette l'interesse degli azionisti al di sopra dell'interesse pubblico"... (NdR Ma dai...!)
..."Bisogna creare un meccanismo che riduca il peso delle too-big-to-fail in modo che il loro eventuale fallimento non metta a rischio l'intero sistema finanziario"...
La Bair propone anche di introdurre una tassa a carico delle too-big-to-fail, dei fondi, degli hedge-funds, delle banche d'investimento, delle assicurazioni, dei private-equity etc e con i soldi raccolti creare un "FDIC 2 la riscossa" ovvero un fondo di garanzia alternativo per le too-big.
Il tutto autosufficiente ed autoreferenziale, senza chiedere soldi allo stato a seconda della bisogna, socializzando così le perdite e mantenendo gli utili privati...

Grande Sheila! Secondo me entro 3 mesi perderà la poltrona per un supposto scandalo sessuale a sfondo sado-maso-animal...
Una che parla così rischia grosso...
"Gli USA non dovrebbero continuare a sostenere le istituzioni finanziarie vacillanti ed i regolatori federali dovrebbero invece studiare una procedura sicura per far chiudere i battenti alle mega-banche insolventi come Lehman, in modo da non causare danni collaterali ai mercati...".
BOOOM!
Capisco che alla "Sheila di ferro" girino i cocones di cui è dotata pur appartenendo al gentil sesso (si fa per dire)...
Infatti con che faccia LEI può mandare i suoi man-in-black il venerdì sera a chiudere le serrande delle banchette insolventi, con che faccia può chiedere un'extra-tassa alle sue banche associate per coprire i fallimenti, con che faccia può battere cassa perchè ha finito i soldi a furia di mettere in liquidazione banche&banchette insolventi...(resettando proprietari ed azionisti).
Con che faccia....SE POI esiste una Categoria Speciale di Banche che non possono fallire e che possono chiedere indefinitamente i soldi del governo ovvero dei contribuenti? (salvando proprietari ed azionisti).
Banche "Speciali" che poi ti spernacchiano pure in faccia con utili miliardari fatti speculando in borsa con i soldi dei contribuenti e con ricchi bonus concessi come prima e più di prima?
Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano....

La FDIC ha anche altre gatte da pelare...sinceramente non vorrei essere al posto di Sheila Bair in questo momento:
- sta facendo difficoltà a trovare acquirenti ai quali rifilare le banche fallite piene di spazzatura
come scrivevo in Come le mosche (e siamo a 69...)
...Inoltre la FDIC ha iniziato una nuova strategia di "spezzatino" delle banche in fase fallimentare per invogliare gli acquirenti a farsi avanti.
Infatti ci sono banche piene di assets talmente tossici che nessuna altra banca vuole papparsi il boccone per intero ...rischiando poi di morire avvelenata....
Suddividendo il veleno in micro-dosi come faceva Mitridate potrebbe risultare più tollerabile per eventuali acquirenti...
- visto che è sempre più difficile rifilare a qualcuno le banche fallite, la FDIC sta abbassando i parametri che garantiscono la qualità dei possibili acquirenti e ne sta ampliando la tipologia (anche private equity e speculatori vari): le banche fallite finiranno in mano a banche ed entità finanziarie poco affidabili...un'ottima strategia per rafforzare il sistema bancario americano. Ma a caval donato non si guarda in bocca...

Le banche fallite in questo periodo sono in numero inferiore alla moria negli anni '80 delle Saving & Loans (simili alle nostre casse di risparmio) ma consideriamo che il numero non è l'unico parametro da considerare: le banche di oggi sono mediamente molto più ramificate ed hanno molti più assets e depositi. Per capirci si potrebbe dire che una banca che fallisce oggi può anche "valere" come 10 fallimenti di 20 anni fa.

Cadono dunque come le mosche le banche "minori" degli Stati Uniti (che come abbiamo visto poi tanto "minori" non sono...).
Aggiorniamo brevemente la contabilità delle banche fallite in USA nei primi 8 mesi del 2009.
Siamo arrivati a numero 94...
Ecco la lista aggiornata delle banche fallite in USA che hanno richiesto l'intervento del FDIC, il fondo di garanzia americano dei correntisti - http://www.fdic.gov/bank/individual/failed/banklist.html
Dal 2000 al 2007 sono "saltate" 27 banche USA
Nel solo 2008 ne sono "saltate" 25
Nel 2009, fino ad oggi, ne sono "saltate" 94.
Negli ultimi 18 mesi di crisi le banche "saltate" sono 119.

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sabato 19 settembre 2009

Sbatti la disoccupazione in prima pagina


Mi rendo conto che sbattere il "mostro-disoccupazione" in prima pagina fa notizia, fa sensazione, ancor più quando tocca nuovi record.

Mettere poi la disoccupazione implicitamente a confronto con l'orgia rialzista delle borse, con gli utili miliardari delle banche tenute in piedi dagli aiuti di stato, con i continui proclami-spot "la recessione è finita, il peggio è passato", con gli utili meglio delle attese delle multinazionali, con i report trionfal-Buy degli analisti, con la speculazione su tutti gli assets del mondo contemporaneamente...etc etc
Beh... fare questo implicito confronto è indegno, strumentale, fuori moda, terroristico, inesatto, fuorviante, pessimistico, catastrofista, disfattista, demagogico, populista, radical-chic, deamicisiano, buonista, idealista, salesiano, catto-comunista, sindacalista, frustrante e da frustrati, da volpe-e-l'uva-acerba etc etc etc
Ma guarda un po' io lo faccio lo stesso! Tiè....

Sì sì lo sappiamo: la disoccupazione è un indicatore ritardato (lagging) che recupera dopo (sempre dopo...), come dice Brunetta è un indicatore "viscoso"...appiccicoso...scomodo...
E' un normale/necessario effetto collaterale che prima o poi si riassorbe...col tempo...con calma...

Ma comunque è importante visualizzare il COSTO UMANO, usando questa terribile terminologia che considera la vita/morte degli uomini come un "costo": non a caso si usa in economia ma si usa anche in guerra (il classico calcolo costi/benefici di Von Clausewitz)...ripeto non a caso...
E non mi sforzo nemmeno a cercare una definizione alternativa e più umana perchè va benissimo così: rende meglio l'idea.

Aggiungo però che molti economisti ed analisti considerano la disoccupazione nelle grandi recessioni come un leading indicator, ovvero un indicatore che anticipa le tendenze future (per es. consumi, incagliamento crediti e mutui, fallimenti banche ed aziende etc)
Ed il perchè è semplice: il crollo di occupazione è talmente rapido, imponente e traumatico che non è più un semplice effetto collaterale della recessione (che poi si riassorbe con la ripresa del ciclo), ma diventa un causa primaria di avvitamento della recessione stessa...

Siamo nel caso A (viscoso) o nel caso B (lubrificato)?....;)

Come scrivevo una settimana fa vi ricordo che
...Sempre grazie al Recovery Viagra Act di Obama (800 miliardi) sarebbero stati "salvati" (e non "creati" come dicono le grancasse...c'è una bella differenza) 1 milione di posti di lavoro, altrimenti il tasso di disoccupazione sarebbe stato al 10,6% invece che al 9,7%.
Ricordiamo che questo è il tasso applicato al campione più ristretto della forza lavoro che cerca un impiego tutti i giorni 24 ore su 24 senza nemmeno fermarsi per andare in bagno...(filtro U3).
Se invece applichiamo il più realistico filtro U6 che considera anche la forza lavoro che qualche volta va al bagno...il tasso di disoccupazione sarebbe al 16,8% e senza stimoli di Obama sarebbe circa al 19% (!).
vedi Disoccupazione USA: filtro U3 e filtro U6...

P.S. : Devo ancora parlarvi dello "scenario" di Sudamericanizzazione delle economie avanzate dove ipotizzo che questo livello di disoccupazione diventerà endemico e si riassorbirà solo parzialmente.
La Grande Crisi ha permesso a "Lorsignori" di imprimere "un rapido balzo" ad una tendenza in atto che sarebbe durata un decennio, e sarà difficile tornare indietro del tutto.
Prometto che alla prima occasione ne parleremo più a fondo.

Buona consultazione di Tabelle, Grafici, Grafici interattivi.

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Tabella del WSJ

Tasso di disoccupazione U3 in agosto al 9,7%
Tasso di disoccupazione U6 in agosto al 16,8%
27 stati degli USA mostrano incremento
7 stati rimangono invariati
16 stati mostrano miglioramenti rispetto al mese prima ma potrebbe essere un fenomeno passeggero (lo dice il WSJ)
14 stati sono sopra al 10%
Su base annuale tutti e 50 gli Stati ed il distretto federale di Columbia hanno incrementato il livello di disoccupazione
Il Michigan Schizza al 15,2% (patria dell'industria automobilistica made in USA)
California, Nevada, and Rhode Island toccano nuovi record

State Aug. 2009 Rate Aug. 2008 Rate Change from year earlier
Alabama 10.4% 5.2% +5.2
Alaska 8.3% 6.7% +1.6
Arizona 9.1% 5.9% +3.2
Arkansas 7.1% 5.1% +2
California 12.2% 7.6% +4.6
Colorado 7.3% 4.9% +2.4
Connecticut 8.1% 6.1% +2
Delaware 8.1% 5.1% +3
District of Columbia 11.1% 7.2% +3.9
Florida 10.7% 6.5% +4.2
Georgia 10.2% 6.4% +3.8
Hawaii 7.2% 4.2% +3
Idaho 8.9% 5.2% +3.7
Illinois 10% 6.7% +3.3
Indiana 9.9% 6% +3.9
Iowa 6.8% 4.2% +2.6
Kansas 7.1% 4.4% +2.7
Kentucky 11.1% 6.7% +4.4
Louisiana 7.8% 4.8% +3
Maine 8.6% 5.4% +3.2
Maryland 7.2% 4.5% +2.7
Massachusetts 9.1% 5.4% +3.7
Michigan 15.2% 8.6% +6.6
Minnesota 8% 5.4% +2.6
Mississippi 9.5% 7.3% +2.2
Missouri 9.5% 6.2% +3.3
Montana 6.6% 4.6% +2
Nebraska 5% 3.3% +1.7
Nevada 13.2% 7% +6.2
New Hampshire 6.9% 3.9% +3
New Jersey 9.7% 5.7% +4
New Mexico 7.5% 4.3% +3.2
New York 9% 5.7% +3.3
North Carolina 10.8% 6.6% +4.2
North Dakota 4.3% 3.3% +1
Ohio 10.8% 6.7% +4.1
Oklahoma 6.8% 3.9% +2.9
Oregon 12.2% 6.5% +5.7
Pennsylvania 8.6% 5.5% +3.1
Rhode Island 12.8% 8.3% +4.5
South Carolina 11.5% 7.3% +4.2
South Dakota 4.9% 3.1% +1.8
Tennessee 10.8% 6.6% +4.2
Texas 8% 5% +3
Utah 6% 3.4% +2.6
Vermont 6.8% 4.7% +2.1
Virginia 6.5% 4.1% +2.4
Washington 9.2% 5.4% +3.8
West Virginia 9% 4.2% +4.8
Wisconsin 8.8% 4.7% +4.1
Wyoming 6.6% 3.4% +3.2
Puerto Rico 15.1% 12% +3.1
Source: Bureau of Labor Statistics


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