mercoledì 9 novembre 2011

Nel bagno di sangue di stamattina...stavo per fare proprio questi conti...mi ha anticipato Oscar Giannino

Aggiornamento delle 16.36
Il bagno di sangue torna in auge...FTSE MIB -5%

Aggiornamento delle 14.09
Un piccolo sospiro di sollievo nel bagno di sangue: FTSE MIB da -4% a -2,8% (chissà se durerà...)
Voci di shopping di BTP da parte della BCE
e voci di incontro con Ispettori UE in Bankitalia
Ormai sembriamo la fotocopia della Grecia, con tutt'altra forza economica e con 9 trilioni di risparmi...
Ma come ho predicato al vento più volte ....il punto focale NON è quello, non è la solvibilità o l'export stra-fico....
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In questo momento BTP 10y quasi al 7,5% di rendimento (ieri 6,7%)
e spread BTP-Bund a livelli mitologici: 572 punti, +15% solo stamattina...(ieri 490 circa)
Il Mercato non ha gradito il fatto CHE IERI BERLUSCONI NON ABBIA DATO LE DIMISSIONI (come vi dicevo...)
ma che, come sempre, abbia fatto il furbetto ed abbia cercato di guadagnare tempo.
Ma il tempo che guadagna lui...LO PERDIAMO TUTTI NOI...e come ben sappiamo IL TEMPO E' DENARO...
Anche la prospettiva di un inetto-governo-Alfano...dopo elezioni anticipate tra 4 mesi-ere-geologiche (che non abbiamo) ha fatto scatenare gli SQUALI in modo inusitato.
La BCE probabilmente non sta comprando più BTP perchè ha capito che, a queste condizioni, sarebbero solo tempo&soldi sprecati: ci vuole un cambiamento radicale dell'impasse italiana al massimo entro la prossima settimana...ed anche la BCE lo sta SOLLECITANDO A MODO SUO...
Ribadisco: Berlusconi NON è IL Problema ma è solo un'aggravante della delicata situazione italiana,............ per vari motivi auto-evidenti e che non sto a ripetervi.
Dunque se anche domani mattina Berlusconi se ne andasse
se facessimo un governo di unità nazionale con Monti Premier e con patrimoniali e tagli della spesa pubblica annessi&connessi...
(se adottati singolarmente tali provvedimenti estremi rappresenterebbero solo un deleterio impoverimento degli italiani)
beh IL DURO LAVORO SAREBBE APPENA INIZIATO
e non ci sarebbe nulla di garantito
(anche se nel breve spread e rendimenti andrebbero giù di brutto)

Inoltre verremo pelati...
ma vedete cari lettori...il CONTO PRIMA O POI VA PAGATO
in un paese che riempe ristoranti ed alberghi, che cambia auto, Iphone e schermi LCD come fossero calzini...
mentre allo stesso tempo in 10 anni il nostro PIL NON è cresciuto (o quasi...)
e come compensazione si è accresciuto sempre di più il nostro Debito Pubblico.
Si chiama: vivere oltre e proprie possibilità.

vedi gli ottimi Grafici di Intermaket&more

In mezzo al bagno di sangue di oggi
stavo per fare proprio una serie di utili conticini...
ma mi ha anticipato Oscar Giannino che è assai più competente di me.
Ergo passo la parola a Lui visto che, con il BlogEconomy alle porte, ho pochissimo tempo
e che devo anche passare in Banca...

Se penso alle fessate che si leggevano sulle Banche Italiane Migliori delle Altre....
propinate da parte di mercenari al soldo della Casta e di Mussari...
Ed io a cercare di sottoporvi a bagni di sano e doloroso realismo...
perchè non sono i gnè gnè gnè lamentosi contro tizio e caio che contano
ma conta chi poi effettivamente vince sul campo di battaglia
e chi si è parato meglio culo e risparmi...

E sul Debito Pubblico rileggetevi il mio sano bagno di realismo
Default dell'Italia: a voi il computo delle probabilità

Vi seleziono i passaggi più rilevanti di Oscar Giannino e dei suoi utilissimi calcoli.
Perchè non è dalle Crociate contro i Mulini a vento che bisogna partire
ma DAI NUMERI E DAL REALISMO DI COSA PUO' ESSERE FATTO DA PARTE NOSTRA
Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggioGli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%.
L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale..............
Forse è bene porsi una domanda precisa.
Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi?
..... Ieri sera ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto. Cominciamo dal contribuente.
Il voto di ieri a Montecitorio è stato letto dai mercati come un aggravamento ulteriore dell’instabilità politica italiana, e della distanza da ciò che i mercati, Europa e Fondo Monetario ci chiedono per abbattere il debito pubblico più rapidamente che con il solo avanzo primario, per crescere di più, per mettere in ulteriore sicurezza spesa pubblica e pressione fiscale troppo alte per un’economia sana.
....Per calcolarne l’onere sui più alti interessi pubblici da pagare, bisogna ricordare che il debito di Stato attuale è oltre i 1900 miliardi di euro, ha una quota nel 2012 in scadenza compreso il disavanzo pari a circa il 23,5% dell’ammontare, superiore a quella di ogni altro Paese dell’euroarea (Grecia 16,5%, Spagna 20,6%, Portogallo 22,3%).
La durata media del nostro debito è però la più alta e questo riequilibra, è pari a 7,2 anni rispetto ai 6,9 della Grecia.
E la quota detenuta da stranieri è la più bassa, solo al 42%. (Grecia 55%).
Tenuto conto di ciò, cento punti base di rendimenti in più significano nei tre anni successivi maggiori interessi sul debito pubblico pari a 1,2 punti di Pil, se incorporati per tre trimestri come media.
Nell’ultimo quadrimestre, bisogna contare non tutti i 300 punti base in più a ieri, ma la media della maggiorazione rispetto alle aste di titoli effettivamente svolte.
Siamo a circa 200 punti base in più nella media del quadrimestre.
L’effetto di maggior spesa pubblica per interessi è pari a circa 2,7 punti di Pil nel triennio, circa 47 miliardi di euro.
Ma poiché non voglio fare il menagramo, e mi auguro che per miracoloso sussulto di responsabilità questo o qualunque altro governo riesca in due settimane a varare tutti i provvedimenti necessari a riportare lo spread dov’era – non ci credo, ma formulo questo auspicio – allora ecco il conto di ciò che è intanto avvenuto nei 4 mesi alle nostre spalle: cioè un aggravio già determinatosi e certo intanto pari a 1 punto di Pil, pari cioè a circa 15 miliardi in più.
Se li dividiamo per tre anni, ecco che l’intero piano di dismissioni pubbliche – miserello a mio giudizio – presentato dal governo nella lettera al Consiglio europeo della settimana scorsa è già andato in fumo, mangiato dagli accresciuti interessi.

Viene poi il conto per le banche.
I 300 punti di spread vengono integralmente inglobati nel maggior costo a carico delle banche per la provvista di capitale a breve liquida, e su quella obbligazionaria nel mercato all’ingrosso.
L’aumento del rischio sovrano genera perdite sul portafoglio finanziario, indebolendone i bilanci e aumentandone la rischiosità.
Inoltre i titoli pubblici utilizzati dalle banche perdono valore come collaterale per le operazioni pronti contro termine o presso la BCE.
In più, diminuiscono le garanzie pubbliche sulle passività bancarie.
Infine, l’abbassamento del rating pubblico determina un abbattimento del rating delle stesse banche.
E’ per questo che nei Paesi sin qui più colpiti dalla crisi, Grecia Irlanda e Portogallo, i depositi in conto corrente di famiglie e imprese sono in forte calo, mentre la remunerazione media sui depositi è aumentata dall’inizio della loro crisi, un anno e mezzo fa, di un punto mezzo percentuale, cosa che per le banche è una ulteriore compressione del margine di intermediazione.
Sommando tutte queste componenti, per le banche italiane direi che siamo nell’ordine di grandezza tra 4 e 5 punti di Pil nel biennio, cioè tra 60 e 75 miliardi di maggiori oneri e minori utili e dividendi a tutti gli effetti, se i 300 punti di spread dovessero confermarsi nel tempo diciamo per un altro quadrimestre.

....siamo in presenza di un vero e proprio inaridimento dei mercati all’ingrosso, simile a quello post Lehman.

Per finire il conto approssimativo, bisogna stimare infine il costo per imprenditori a cui i maggiori interessi e la restrizione degli impieghi viene naturalmente traslata dalle banche. Cioè sui bilanci delle famiglie, per i mutui e prestiti al consumo,e su quelli delle imprese. ....Diciamo che per l’ultimo quadrimestre c’è da aggiungere un altro punto di Pil almeno, nell’anno a venire, e che l’elasticità è ben superiore all’unità se la cosa perdura, cioè il punto si raddoppia se dal quadrimestre giungiamo al semestre.

...Se sommiamo gli effetti del solo quadrimestre ultimo per i contribuenti, per le banche e i loro clienti e su chi ha investito in Borsa, siamo già ben oltre i 3 punti pieni di Pil nel 2012, intorno a 50 miliardi di euro.
Tutto ciò avviene in un contesto economico complessivo di forte rallentamento delle economie reali. .................
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