giovedì 8 ottobre 2009

Lettonia sull'orlo del baratro?


In Lettonia è andata completamente deserta un'asta di titoli di stato da 17 milioni di dollari.
E fin qui niente di "strano" visto che non è la prima volta che le aste dei titoli lettoni vanno deserte: successe già in giugno creando un'ondata di panico ma erano altri tempi...quando le borse ancora scendevano di fronte alla cattive notizie...
La parata delle Bionde svoltasi a Riga servì però a risollevare almeno il morale...;)
Tutti conoscono la situazione disperata del paese baltico ed ogni nuova emissione di titoli di stato viene fatta accendendo preventivamente dei ceri a San Canuto, evangelizzatore della Lettonia...(quello in foto con le mani giunte).
Però questa volta è stato battuto ogni record di sfiducia visto che l'asta era di titoli SEMESTRALI, a brevissima scadenza dunque: non ne è stato piazzato nemmeno uno!
Che la Lettonia sia arrivata alla frutta rischiando d'innescare un effetto domino?
vedi "Lettonia" chiama "Argentina" e Scricchiolii dalla Lettonia...e non solo...

La repubblica baltica si sta accapigliando con con i leader occidentali, in particolare quelli della Svezia, sull'entità dei tagli di spesa: recentemente aveva tagliato per esempio del 20% gli stipendi dei dipendenti pubblici e del 10% le pensioni.
Inoltre è molto probabile che la Lettonia sarà costretta a svalutare pesantemente la sua valuta ancorata all'euro se non arriveranno i fondi d'emergenza del FMI.
Se questo accadrà ci saranno gravi ripercussioni sulle economie dei paesi vicini (per es. la Lituania) e le banche Svedesi (le più esposte) dovranno aumentare le svalutazioni su prestiti che hanno erogato nel paese.
Il rischio è che le banche svedesi creino un effetto trascinamento sulle altre banche europee innescando un'altra "ondata" della Crisi.
Non per nulla a giugno 2009 Roubini gufava: «La Lettonia rischia di diventare l'Argentina europea»...
In ogni caso questo sarebbe lo scenario peggiore ipotizzabile e non è detto che si realizzi: la situazione generale è più stabile di 4 mesi fa, non tanto per miglioramenti strutturali nel sistema finanziario (quasi nulla è cambiato) quanto piuttosto perchè gli Stati ci hanno messo la faccia ed una marea di liquidità sbracando i conti pubblici.
Intendo quegli Stati che hanno ancora una faccia da spendere: non è certo il caso della povera Lettonia.
La più compromessa a Riga e dintorni è la Swedbank, già soccorsa e tenuta in piedi dallo stato Svedese. La Swedbank sta emettendo nuove azioni allo scopo di raccattare 2 miliardi di dollari per affrontare eventuali tempeste dall'Est...E non è la prima volta: l'aveva già fatto in Novembre 2008 per circa 1,7 miliardi di dollari.

La tempesta più pericolosa è rappresentata dalla sorpresina che stanno minacciando le autorità lettoni in merito ai mutui in mano alle banche:
...Il governo lettone proporrà la fissazione di un limite sull’ammontare massimo recuperabile dai detentori di mutui in default da parte delle banche.....un motivo di preoccupazione per le banche del Nord Europa, principali creditrici, a loro volta, degli istituti del Baltico.
...Se la nuova norma sarà approvata le banche saranno autorizzate a recuperare per ciascuna proprietà immobiliare un controvalore corrente (mark-to-market) e non il valore di mercato misurato al momento della stipula del mutuo. Si calcola che dallo scoppio della crisi a oggi il valore degli immobili lettoni si sia ridotto del 70%.
..... Per i grandi istituti del Nord Europa come Swedbank, SEB e Nordea, le paure si fanno ora più concrete. I creditori temono infatti che la politica di Riga possa ispirare scelte analoghe nel Baltico e nell’intera Europa dell’Est.

Ricordiamo che il 10 settembre andò semi-deserta un'asta di Titoli di stato della Polonia da 2 miliardi, scadenza 2011: vedi in merito il mio articolo Attenzione: Asta di titoli di stato della Polonia semi-deserta.
Scrivevo in merito:
....Questo avvenimento pone inquietanti domande sulla sostenibilità del debito pubblico (schizzato alle stelle in pochi mesi) per i paesi emergenti...o per quelli "sommergenti" ...
Non è che tutti hanno la linea diretta con i Cinesi o con le altre banche centrali per sostenere il proprio debito...
Non è che tutti hanno la propria banca centrale che stampa denaro dal nulla e si ricompra i propri titoli di stato...

Non è che tutti hanno la potenza economica e la credibilità degli USA....

C'è un intasamento colossale di emissioni di titoli di stato.
C'è un incremento dei debiti pubblici epocale.

C'è un esponenziale incremento del rischio sui debiti pubblici.

Chi avrà il potere di farlo manderà in BOLLA pure il debito pubblico.

Chi avrà il potere di farlo terrà gli interessi sul debito pubblico forzatamente bassi.

Mentre i vasi di coccio subiranno le conseguenze di una dura SELEZIONE e dovranno aumentare gli interessi.

E chissà che qualcuno non SALTI PER ARIA...

E' la legge della Jungla signori...


Anche l'Ucraina sta rischiando il default: oberata dal debito estero, sfiduciata dalle agenzie di rating e non del tutto protetta dagli interventi del Fondo Monetario Internazionale.
...Il FMI non ha ancora sbloccato la seconda tranche del prestito promesso lamentando l’assenza delle riforme bancarie e del programma di risanamento di bilancio richiesto.
Nel corso del 2009, ricorda ancora RGE, l’Ucraina ha programmato un rastrellamento di capitali esteri da 700 milioni di dollari preparandosi, però, ad affrontarne i costi sottoforma di alti interessi.
A Febbraio Standard & Poor’s ha declassato il rating del Paese al livello CCC+, il più basso d’Europa.
Gli interessi dei derivati assicurativi sul debito nazionale (Credit Default Swaps) sono saliti a 3.400 punti base (servono 3,4 milioni di dollari per assicurarne 10).
Di fronte a questa situazione, è bene ricordarlo, non è solo il governo di Kiev.
Un fallimento del Paese, ha ricordato Business Week, metterebbe nei guai le banche occidentali più esposte nei crediti con l’Ucraina.
A rischiare maggiormente, precisano gli analisti, sarebbero soprattutto gli istituti di Austria, Germania, Svezia, Francia e Italia. Si stima che l’esposizione complessiva delle suddette ammonti a 30 miliardi di euro....


Ma è un po' tutto l'EST ad essere in difficoltà nel giocarsi l'ultima carta: "la Bolla del Debito Pubblico".
vedi Bolle ri-gonfiabili

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