martedì 14 dicembre 2010

Sottoscrivo al 1000%....


Sapete che non parlo quasi mai di politica
anche perchè ormai io sono a-politico
non tanto in generale
quanto piuttosto rispetto a QUESTA CASTA POLITICA,
di sinistra, di destra, di sopra o di sotto....fa lo stesso.
Però oggi NON MI TRATTENGO!

Oggi non c'è stata nessuna FIDUCIA al governo
non c'è stata nessuna "VITTORIA" di Berlusconi o "SCONFITTA" di Fini&affini
MA SOLO LA SCONFITTA DI TUTTI NOI CITTADINI ITALIANI PERBENE
ED IL CONSEGUENTE AUMENTO DEL NOSTRO RISCHIO PAESE CAUSA INGOVERNABILITA' MANIFESTA
e l'Italia ha ben poco da scherzare con il suo MEGA-DEBITO PUBBLICO.
(gli Squali ci girano già attorno in attesa di fiutare il sangue)
Piazza Affari positiva: Berlusconi l'ha scampata alla Camera, non per gli economisti
da Finanzaonline


Abbiamo assistito allo spettacolo penoso di un Parlamento peggio di un mercato Suk
frequentato da una CORTE DEI MIRACOLI di personaggi che starebbero benissimo imbalsamati in un museo di antropologia sub-umana della decadenza (ad ogni livello).
E' stata l'apoteosi non dell'Italia ma di Berlusconia ovvero di uno Stato che è diventato la fotocopia realistica di un surreale&cinico romanzo di Stefano Benni (la Compagnia dei Celestini)

Insomma, tagliando corto, è stato UNO SCHIFO ALLUCINANTE
Francamente non so COSA ci rimanga da fare...a NOI persone oneste e perbene dotate ancora di un minimo di Ideali (non importa quali).
Francamente non lo so.
Ma sicuramente quello che possiamo/dobbiamo fare è possibile solo FUORI dalla Casta Politica che attualmente USURPA la nostra sovranità popolare.
FUORI da quella CLOACA MASSIMA che una volta tanto è uno SPECCHIO PEGGIORE DEL PAESE REALE (a quanto mi risulta...).

Io spesso non condivido Beppe Grillo
ma non mi resta che sottoscrivere al 1000% il suo commento a questa VOMITEVOLE GIORNATA:
1867,398 miliardi di euro è il nuovo record del debito pubblico.
In ottobre ci siamo divorati
23 miliardi, a settembre il debito era di 1844 miliardi. Nello stesso giorno del record che ci trascina verso l'abisso economico, il 14 dicembre 2010, alla Camera dei deputati Berlusconi ha vinto per 314 a 311. Si è svolto nella sala di velluti rossi un confronto osceno di compari che sentono l'odore della rivoluzione nelle strade e cercano di salvarsi con un doppio carpiato come Fini, rinnegando 15 anni di inciuci come Bersani e Casini.
Nell'aula ridotta a un palcoscenico di mestieranti con battute da avanspettacolo e
applausi improvvisi che scacciavano la paura del futuro (come quelli alla bara portata a braccia quando esce dalla chiesa) ci sarebbe voluta la follia di un Lombroso per interpretare volti, smorfie, ghigni, gesti.
Per illustrare una nuova antropologia: quella della merda.
In un Parlamento di venduti non è possibile parlare di voti comprati, come non è possibile trovare vergini in un lupanare.
La recita dei deputati ha avuto ancora una volta la sua rappresentazione.
Attori con stipendi stellari, macchine blu, finanziamenti (furti) elettorali da un miliardo di euro bocciati da un referendum,
giornalisti al loro servizio pagati con una mancia di 329 milioni mentre il Paese va a picco. Guardateli, non vi fanno schifo? La Camera dall'alto sembrava questa mattina un ritrovo di vecchi compari, Berlusconi che accarezza il collo di Casini, il Bocchino tradito, il Fini paralizzato da una votazione che lo manda in pensione dopo 40 anni di carriera politica in cui non ha visto nulla, sentito nulla, detto nulla prima di uscire dal sarcofago, la "vajassa" di Fassino.
Le labbra della Mussolini e quelle della Carfagna,
gli occhiali da sole di Frattini.
Le donne incinte, tra cui l'avvocatessa del prescritto per mafia Andreotti in carrozzella.
La corte dei miracoli aveva più dignità, un circo ha più serietà, un bordello più dignità.

Nel 2011 la crisi economica spazzerà via questa umanità ridente che si è appropriata dello Stato e dei media.
Straccioni sociali che hanno avuto nella politica l'unica via per il successo, per sentirsi importanti, indispensabili, "
onorevoli".
Io non salvo nessuno e auguro a tutti di ritirarsi per tempo, prima che lo faccia la Storia che è, come si sa, imprevedibile e feroce.