lunedì 6 agosto 2012

Sarebbe comodo se fosse tutta colpa della Germania, vero?....

Nei ritagli di tempo delle mie vacanze...
continuiamo l'opera di contro-bilanciamento
rispetto al 99% che vorrebbe dare tutta la colpa alla "Cattifa Cattifa Cermania".
Sarebbe comodo vero?...
Ma la cosa non mi torna per nulla come spiegavo in:
- Mentre io rifettevo...finalmente qualcuno di peso si è mosso a contrastare l'accerchiamento alla Germania come capro espiatorio di comodo... 
- Riflessioni in corso

Che la Germania stia facendo in primis i suoi interessi con ben scarso spirito "da comunità europea" è cosa indubbia.
vedi i miei post che offrono qualche sfumatura in più rispetto al bianco&nero del nazional-populismo da Bar Sport: I "mirabolanti effetti" dell'EURO sull'Italia e sulla Germania...
e Critica della Ragion Pura (Germanica)...

Ma è pur vero che dovrebbero essere le Istituzioni "Federali" dell'Eurozona a mediare le differenti istanze della varie Nazioni-membro, visto che nessuna "Germania di turno" è particolarmente disponibile a fare la "dama di carità" se non ci sono regole comuni che la impegnino in questo senso...
Ma, come ben sappiamo, l'Unione Europea è incompleta, imperfetta, formata da Economie troppo divergenti, dal Nazioni con culture e lingue molto diverse...
Nemmeno negli USA il Michigan aiuterebbe spontaneamente l'Alabama senza la mediazione delle Istituzioni Federali...eppure cantano sempre lo stesso inno ed hanno la stessa lingua...
Dunque cerchiamo di non fare gli ingenui piagnoni pensando che la Germania possa aiutare le Nazioni europee in difficoltà senza chiedere una contropartita e senza cercare di egemonizzare l'Eurozona: in una federazione europea incompleta e de-strutturata è solo normale che gli stati più forti ed efficienti tendano ad egemonizzare il resto del gruppo.



Visto che nessuno è tenuto ad offrirci la PAPPA FATTA...
è indubbio che le principali responsabilità per l'attuale situazione siano da addebitare in primis 

alla nostra inadeguata e parassitaria classe politica, alle nostre istituzioni inefficienti, alle nostre feudali associazioni di rappresentanza etc etc
anche se adesso risulta più comodo dare tutta la colpa alla Germania (ed all'euro) proprio per nascondere quelle gravi responsabilità pregresse.
Per esempio il nostro Berlusconi, che spavaldamente ha imperversato per 17 anni, nei ritagli di tempo avrebbe potuto dare anche un'occhiatina al nostro account balance che evolveva GRADUALMENTE in maniera così sfavorevole per l'Italia (vedi grafico sopra riportato)..........
invece di pensare solo ai vari lodi Cirami, Cirielli, Schifano ed Alfano ed ai vari bunga-bunga (non è un caso che proprio il suo Giornale di questi tempi stia pompando con la campagna anti-germanica del 4° Reich...proprio per nascondere la passata e totale inadeguatezza di Berlusconi sulla quale tutti ormai tacciono)
Idem l'Opposizione di centro-sinistra che vanta da sempre la sua superiorià politica, strategica ed intellettuale...
Idem l'illuminata Confindustria di Montezemolo e della Marcegaglia ed i nostri Imprenditori troppo spesso "corporativi e statalisti"...(vedi il mio commento sul vergognoso Marpionne chiagna&fotti che "cazzia" la VW perchè fa troppi sconti e quindi "ammazza" il mercato...)
Idem la casta dei nostri "abili" banchieri "in stile Mussari" (e dei nostri bancari...)
Idem l'intellighenzia degli economisti-statalisti da aule universitarie
Idem tutti quelli che adesso, quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla e quando il punto di non ritorno potrebbe essere stato sorpassato, sono solo capaci a fare il classico chiagna&fotti italiota, addossando astutamente tutte le colpe alla Cattifa Cermania (ed all'euro): dove sono stati tutti costoro negli ultimi 12 anni di euro?? Non hanno forse mai avuto il tempo di dare un'occhiata all'account balance di cui sopra?...

L'Italia non è il Burundi ma è la 3° potenza dell'Eurozona
ed ha avuto in questi anni tutto il potere di pressione e gli strumenti adatti per contrastare eventuali pressioni egemoniche crucche o di chicchessia: ma andava fatto per tempo e con strategie accorte che i nostri politici non hanno avuto il tempo di implementare...visto che erano&sono troppo concentrati a godersi il loro potere di casta ed a fare i parassiti dell'Italia.
Qualcuno ci ha forse OBBLIGATO ad entrare nell'Euro?? E' stata forse la Germania puntandoci la pistola alla tempia?
Infine l'Italia ha avuto tutto il tempo per adattarsi, per migliorarsi e per riformarsi, mentre invece si è adagiata sugli allori....
Ed adesso, tutto di un colpo, l'Italia scopre di dover fare in pochi mesi tutto quello che non ha fatto in 12 anni...con il tempo che ci gioca contro ed in un contesto drammatico....
E dunque: Tutta colpa della Germania (e dell'euro)...;-)

Vabbè
ecco una rassegna stampa che cerca di controbilanciare almeno un pochetto
questo 99% di
TUTTA COLPA DELLA CATTIFA GERMANIA....


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Persino Monti si preoccupa per l'accerchiamento della Germania... 
Monti: «In Italia troppi anti-tedeschi»
Il premier: «In Europa scontro Nord-Sud».
....E i toni sono tutt'altro che amichevoli, come ha sottolineato il premier Mario Monti durante un'intervista 'in terra nemica', al quotidiano tedesco Spiegel: «Sono molto preoccupato per i toni anti-tedeschi che si sono levati recentemente in Italia con le accuse alla Germania di durezza e di arroganza. Ho riferito al cancelliere Merkel del crescente risentimento qui in parlamento contro l'Ue, contro l'euro, contro i tedeschi e a volte contro lo stesso cancelliere».
«Le tensioni che hanno accompagnato negli ultimi anni l'eurozona recano già i tratti di una dissoluzione psicologica dell'Europa», ha paventato il premier.....
QUEI TITOLI CON ASTIO. Tra 'Culona' e 'Quarto reich' (copyright de il Giornale) anche la stampa italiana non ha risparmiato titoli al vetriolo, a certificare l'astio anti-crucchi.
L'ultimo altolà della Bundesbank alla Bce di Draghi è stato la prima causa del crollo delle Borse giovedì  2 agosto, giusto per alimentare il sentimento di odio...............
L’intervista di Monti a Der Spiegel scatena bufera in Germania

In collegamento dalla Germania, Uriel ci spiega i rischi dell'accerchiamento e della campagna d'odio contro i Crucchi....
Il conto dei giornali.
Mi chiedono come siano gli umori dei tedeschi rispetto alla UE oggi, e come mai la Merkel sembri piu' europeista, ma in tal caso credo che abbiate preso una clamorosa svista: nei suoi discorsi piu' recenti la Merkel e' stata MENO europeista di quanto non lo fosse prima, e a quanto si legge in giro e' pieno di dibattiti su centri di think-tank locale che calcolano i costi dell'uscita della Germania dalla UE.
E' vero, la Merkel ha parlato in coro con Monti dicendo che faranno di tutto per salvare l'euro. Cosa che non avrebbe mai fatto qualche tempo fa. Ma questa NON e' una buona notizia: significa solo che parlare e' gratis, e la Merkel ormai sa che non ne seguira' nulla.
Innanzitutto, avrete notato come la Merkel non parli piu' di "maggiore integrazione politica". Non si tratta di un caso, ma di un adattamento alla situazione. Se qualsiasi forma di integrazione politica dovesse arrivare in UE, arriverebbe mediante l'unico strumento possibile, ovvero un consenso paneuropeo -o almeno non un terribile dissenso- verso il progetto stesso. Consenso in termini di popolazione che desidera l'integrazione.
Il problema e' che a quel punto il consenso e' stato misurato, e la risposta e' stata : "non solo non c'e' consenso per una maggiore integrazione politica, ma se essa viene proposta dalla Germania fallira' in quanto e' in corso una violenta campagna di odio antitedesco sui media di tutta Europa". .........continua
Ed ecco un modo NON nazional-populista-da-bar-sport per presentare il "problema crucco"
I tedeschi si arricchiscono sui nostri guai
Saturday, 4 August, 2012

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano
Se esiste un errore di lettura di quanto sta accadendo in Eurozona in questi mesi e settimane, è quello che vuole che i rendimenti dei debiti sovrani siano rappresentativi di “premi” e “sanzioni” per comportamenti “viziosi” e “virtuosi” dei singoli paesi. Una visione che insiste a credere che l’Eurozona sia la sommatoria di diciassette economie del tutto indipendenti le une dalle altre, e non un inviluppo di relazioni commerciali, monetarie, bancarie e (soprattutto) istituzionali, frutto spesso casuale e mediato sino alla esasperazione di scelte di governance...........continua
Ed infine ecco una SAGGIA visione alternativa...
«Monti apre il conflitto con Merkel»
"Le differenti opinioni fra Roma e Berlino" esistono dal tempo della dittatura di Hitler in combutta con Mussolini e malamente imitato da Berlusconi (né statista, né politico, solo un fasullo). 
Ora sono stanco di questa fisarmonica targata Monti-Merkel. 
La realtà è che noi italiani non sopportiamo né tedeschi, né inglesi. 
Questo Monti dovrebbe averlo capito, dovrebbe capire che la logica non è perdente su una realtà istintiva, dovuta, però, a fatti concreti. Monti si spogli di tutto il plateale orgoglio inglese e super partes e sappia entrare nella sfera dell'essere umano (normale).
Nelle ultime settimane parlare male della Germania è diventato da noi quasi uno sport nazionale. 
I tedeschi sarebbero i principali responsabili dei nostri problemi economici, e l'unico ostacolo alla loro soluzione. 
Questa rappresentazione dei fatti, chiaramente sbagliata, è stata espressa in varie forme più o meno argomentate, a volte condita con una spruzzata di teoria del complotto; e il tutto è stato accompagnato da ironie un po' scontate e caricaturali se non decisamente inaccettabili (come quelle che tirano in ballo il nazismo).
Ora che sulla concreta questione degli interventi della Bce a favore dell'euro Berlino pare mostrare un atteggiamento più morbido, sarà il caso di fare alcune distinzioni. 
Lasciando affondare la moneta unica, la Germania commetterebbe un gigantesco errore politico ed economico. 
Ma le motivazioni che in questi mesi e anni hanno guidato il suo comportamento, a volte in modo contraddittorio, meriterebbero da parte nostra un approfondimento. 
Ci possono essere certo ragioni pratiche di breve periodo: in una situazione come quella attuale un'impresa tedesca si finanzia a tassi molto più bassi rispetto ad una concorrente italiana, ed ha quindi un forte vantaggio competitivo, a parità di altre condizioni. 
Ma le resistenze più forti a misure monetarie straordinarie, o a fome di condivisione del debito, non vengono da qui.
C'è qualcosa di più, qualcosa di più profondo. 
Non solo la storia degli anni Venti, con il fantasma dell'iper-inflazione.
 Conta anche quel che è successo in tempi più recenti. 
Nel corso degli anni Novanta, la Germania ha fatto uno sforzo immane per assorbire l'ex Ddr. 
All'inizio del nuovo millennio appariva come una potenza economica in affanno, se non addirittura in declino. 
Ha saputo risollevarsi, riformando il sistema produttivo e lo Stato sociale. Ha sfruttato il grande mercato creato dall'euro per le sue merci, ma è riuscita a imporsi anche in altre aree del mondo. 
Oggi gli investitori accettano di perdere qualcosa sul proprio capitale, facendolo remunerare a tassi reali negativi, pur di affidarsi alla sicurezza tedesca.
È questa la Germania che gli altri Paesi europei, tra cui l'Italia, devono convincere. 
Gli argomenti più efficaci non saranno probabilmente le recriminazioni o le accuse di egoismo, ma quelli concreti, se possibile rafforzati da manifestazioni di credibilità.
Monti caro Monti!! hai sbagliato tutti i conti!!.
Il trucco di Monti sta per crollare.
Tra riforme finte (liberalizzazioni, corruzione), irrilevanti (lavoro), inadeguate (spending review) e mai fatte (giustizia civile e penale) la realtà è che il debito continuerà a crescere. 
La fantomatiche dismissioni non daranno sfrutti come in passato se non con prelievo forzoso sui conti bancari dei poveri italiani. 
Ecco perchè Monti chiede ai paesi europei di finanziare l'Italia e poi si vedrà. 
La realtà è che l'Italia ha ratificato il fiscal compact sapendo benissimo che non lo rispetterà (non a caso siamo stati i primi a ratificarlo). 
Senza un piano realistico di rientro del debito, che non c'è nè su carta nè come volontà, lo scudo diventa uno strumento per finanziare il bilancio italiano e non uno strumento per interventi temporanei sui mercati. 
Questi tutti l'hanno capito in europa ma in Italia si vuole far credere il contrario per scaricare le responsabilità dei politici su altri.
Die Welt. La fine dell’euro è vicina. Ed i Tedeschi hanno ragione.
1 agosto 2012 Di Giuseppe Sandro Mela.
I tedeschi sono sempre più irritati, per non dire schiumanti di rabbia. 
É dal 1991 che stanno facendo grandi sacrifici finanziari ed economici. Sanno per personale esperienza cosa sia loro significato ricongiungersi con l’ex Ddr, tempio dello statalismo comunista. Sanno quanto sia difficile integrare in un sistema produttivo sano persone oramai assuefatte all’interventismo di stato, vero e proprio cancro maligno della società e dell’economia.
Fin dai primi anni del 2000 hanno intrapreso ulteriori misure di austerità, come la soppressione delle tredicesime ai dipendenti statali, accettando misure al confronto delle quali la spending review nostra appare olio di melassa.
Hanno una situazione sociale, economica e finanziaria ragionevole solo perché se la sono sudata con il sudore della loro fronte.
Sono irritati, ma sarebbe meglio ripetere schiumanti di rabbia, a vedere i paesi mediterranei incapaci di affrontare riforme strutturali minime, incapaci di ridimensionarsi riducendo i deficit, intolleranti ad ogni qualsiasi cosa assomigli al lavoro compiuto onestamente. Tutti ambiscono ad un posticino pubblico, piccolo piccolo ma «sicuro». Chi lavora alla produzine è peggio di un paria, con tutele di legge ridicole al confronto.
Schiumano infine di rabbia nel leggere e nel sentire dai paesi mediterranei una sorta di odio crescente nei loro confronti: si sentono ingiustamente accusati di non voler continuare a mantenere le loro smodate richieste assistenzialiste. Questi paesi infatti hanno vissuto, e continuano a vivere, molto al di sopra delle proprie possibilità, privilegiano la razza del corpo dei burocrati e dei funzionari a discapito degli addetti alla produzione che alla fine mantengono la nazione. Razza, perché si tratta di vero e proprio razzismo.
Sono arcistufi di dover pagare in continuazione conti salati, così come del ritorno socialista delle politiche mediterranee e del mare di menzogne che queste propalano.
Non solo non si può dar loro torto: hanno ragione da vendere. E se ne rendono pienamente conto. Non solo la classe dirigente, ma fino all’ultimo giardiniere.
 

Per quanto Draghi, Merkel, Hollande o Juncker si impegnino a mostrare la loro unità per salvare l’euro, la moneta unica non ha più senso, osserva Die Welt am Sonntag. Perché i paesi membri sono troppo diversi per poter utilizzare una moneta comune.
L’Europa politica è sempre più in crisi. E per chi non lo avesse ancora capito, la prova è arrivata la settimana scorsa. La dichiarazione comune del presidente francese François Hollande e della cancelliera tedesca Angela Merkel di “fare di tutto per proteggere [la zona euro]” è stato il classico gesto di disperazione.
Infatti già dalla terza frase della dichiarazione, era evidente che i paesi membri della zona euro, comprese Francia e Germania, non avevano più la stessa visione della crisi. Gli stati, “ognuno secondo le proprie prerogative, dovranno adempiere ai propri obblighi”. Una frase che può essere interpretata come una capitolazione: che ognuno se la sbrighi da solo.
Assistiamo agli ultimi sussulti della diplomazia comune nella zona euro. 

Il consenso è solo di facciata, in profondità sono all’opera forze centrifughe che stanno diventando sempre più forti. Qualche giorno fa il responsabile della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha lasciato intravedere nuovi aiuti in favore degli stati in crisi; il giorno dopo è stato smentito dal ministro delle finanze [tedesco] Wolfgang Schäuble. Nel frattempo la Grecia chiede altro tempo, mentre giorno dopo giorno ci arrivano nuovi comunicati sulle mancanze del governo di Atene e diversi responsabili politici tedeschi chiedono apertamente l’allontanamento del paese dalla zona euro.
Invece di parlare dei problemi del suo paese, il ministro degli affari europei spagnolo preferisce chiedere un rafforzamento degli aiuti provenienti dalla Germania. Per quanto riguarda invece le soluzioni da adottare – acquisto diretto o indiretto di obbligazioni, salvataggio delle banche, programmi di rigore – nessuno è d’accordo.
In fin dei conti il governo tedesco è in posizione di minoranza solo nel Consiglio della Bce. 
Ma se si includono gli stati membri dell’Europa orientale, la situazione è già diversa. Un profondo divario separa il nord dal sud. E prima o poi saremo costretti a guardarci negli occhi e a confessare che le cose non vanno.
In undici anni di esistenza dell’euro le zone economiche dell’Europa del nord e del sud invece di avvicinarsi si sono allontanate. In queste condizioni una moneta comune non ha senso.
Traduzione di Andrea De Ritis
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