giovedì 23 agosto 2012

Capre&Cavoli...Moody's: Italia in ripresa nel 2013 (dopo 3 anni), come la Svezia degli anni '90...

Essendo al mare non riesco ad essere sempre "sul pezzo"
come invece è tipico di questo Blog fin dalla sua nascita...
però, quando trovo un po' di tempo, qualcosa butto giù...

Continuo ad udire un sacco di ragliate quotidiane da parte degli "asini" nazional-complottisti-populisti (che evidentemente non vanno mai in vacanza...)
ma ci sarà il tempo di smontarle con calma...al mio ritorno
e di riportare un po' di "equilibrio nella forza"...:-)

Un paio di giorni fa ci è capitato addirittura di vedere la cattiva cattiva Moody's parlar "bene" dell'Italia....
dopo averci declassato, vittimizzato e mazzulato per secoli...
(non tornerò sull'infinita querelle dei nazional-populisti-complottisti contro le tre sorelle zoccole del rating ed il fantomatico complotto anglo-marziano-americano...con codazzi di indagini della procura di Trani&Cannicattì...
vi rimando al mio post di luglio E finalmente anche Moody's declassa l'Italia a due passi da Junk...)

Ebbene, secondo Moody's l'Italia potrebbe uscire dalla recessione già nel 2013...
NATURALMENTE tutti i pink-Tiggì ed i toilet-paper-Giornali hanno rilanciato la notizia con squilli di trombe e gran soddisfazione di Mr. Monti e soci...
Ovviamente io mi auguro con tutto il cuore che l'Italia possa uscire dalla sua profonda recessione (ma soprattutto dal suo inarrestabile declino) già nel 2013...
soprattutto perchè non ne posso più di vedere eserciti di giovani disoccupati, sfiduciati e senza speranze, ai quali rimane solo l'emigrazione come scelta per avere la possibilità di costruirsi un futuro decente...
vedi il mio accorato post IL MIGLIORE CONSIGLIO CHE VI ABBIA MAI DATO IN QUESTO BLOG LO DEDICO AI VOSTRI FIGLI: LASCIATE L'ITA(G)LIA!
oppure eserciti di imprenditori in gamba ai quali non rimane altro che chiudere e delocalizzare.
Ma non posso esimermi dal guardare in faccia la realtà,.....
senza inventarmi le solite forzature dei nazional-populisti che, denigrando in modo maniacale tutti i santi giorni la Germania, sperano di far migliorare l'Italia per semplice contrasto...pur non  proponendo mai una cippa di concreto che non siano tante belle parole, parole, parole...e tanti bei luoghi comuni da bar sport...

Dunque, leggendo meglio tra le righe, scopriamo come Moody's usi molti se e ma nel dire qualcosa di positivo sull'Italia...
ma SOPRATTUTTO come i fichetti di McKinsey che lavorano in Moody's
si divertano ad inserire dati e numeri nei loro costosi software di simulazione economico-finanziaria per produrre dei risultati sui quali anche un bambino di 5 anni avrebbe di che eccepire per semplice buonsenso infantile...
Ecco lo zoccolo duro della simulazione di Moody's,
che tra l'altro è solo una componente MARGINALE della loro view sull'Italia,
una semplice ipotesi speculativa che i mass-media italiani hanno rilanciato ed evidenziato come se fosse un postulato filosofico fondamentale....una rivoluzione copernicana....
La parte positiva del giudizio di Moody’s (espresso nel rapporto Euro area periphery) sull’Italia dice: è come la Svezia, dopo tre anni di crisi dovrebbe uscirne, quindi nel 2013. 
Mentre la Grecia è come la Finlandia, che ci impiegò il doppio, sei anni. 
L’analisi mette in evidenza le similitudini fra la crisi di Italia, Spagna e Portogallo, con quella che colpì la Svezia all’inizio degli anni Novanta. 
Se alla Svezia occorsero tre anni per uscirne, altrettanti potrebbero bastare all’Italia e ai Paesi iberici. Sempre che vengano portate a compimento le riforme strutturali che i tre Paesi hanno intrapreso. 
La Finlandia nello stesso periodo sperimentò una caduta più brusca e, pur avendo anch’essa avviato le riforme, servirono sei anni per uscirne: in una situazione analoga si trovano oggi Grecia e Irlanda.
Come potrebbe notare anche un Bimbo di 5 anni....
Moody's basa la sua ipotesi di uscita nel 2013 dell'Italia dalla Recessione
sull'equivalenza tra l'Italia di oggi e la Svezia degli anni '90 (vedi QUI ed anche QUI come andò la Crisi Svedese)
in più le crisi di Italia, Spagna e Portogallo sarebbero simili....
La Grecia invece assomiglierebbe nientepopodimeno che alla Finlandia (non ho capito se del 1990 o del 1615....)
Devo commentare?
Devo proprio?
Non ne ho voglia...sinceramente...: fa molto caldo e davanti ai miei occhi si spiega l'Isola di Caprera in tutta la sua bellezza...
Posso solo accennarvi al fatto che forse forse l'Italia e la Svezia non sono proprio paragonabili (tra parentesi quest'ultima aveva la sua valuta nazionale...)
e che forse forse nel 1990 il contesto generale era un filino diverso rispetto ad OGGI....;-)
rispetto alla Grande Crisi che sta coinvolgendo tutto il sistema bancario&finanziario del Globo, tutte le economie avanzate del Globo, il processo stesso di Globalizzazione, l'eccessiva leva finanziaria e la finanziarizzazione dell'economia, le varie ab-normi anomalie e bolle-rigonfiate indotte dalle Banche centrali etc etc etc
Non lo credete anche voi?
In barba ai giochini di simulazione dei fichetti di Moody's?....

Io spero con tutto il cuore che l'Italia sia già fuori dalla Recessione nel 2013...
ma se mai lo sarà...
non lo sarà di certo per merito delle simulazioni a tavolino di Moody's...
ma al limite per l'intercessione di San Gennaro
o per la buona volontà del popolo italiano, abituato da secoli a subire di tutto ed a reagire.

E comunque ATTENZIONE...
perchè ormai gli USA ci hanno tristemente insegnato
come sia possibile uscire "arditamente" (stampa che ti stampa...) dalla Recessione Tecnica
senza però uscire dalla Recessione UMANA,
quella che, alla fine della fiera, per noi conta veramente...

Se volete un'analisi seria sull'Italia
e non una simulazione da videogioco degli anni '80....
leggete qui
Is the Italian elephant about to break loose again?
...By Edward Hugh

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Moody’s promuove l’Italia. Con molti se e ma ercoledì 22 Agosto 2012

Dopo warning e declassamenti, Moody’s torna a supportare l’Italia. 
E sostiene che il Paese potrebbe uscire dalla recessione già nel 2013. 
Ma il giudizio ha molte ombre. 
Gli aggiustamenti sono stati avviati, in alcuni casi in modo significativo, “ma la correzione”, scrive il rapporto dell’agenzia di rating, “è a metà strada e potrebbe richiedere diversi anni.

La parte positiva del giudizio di Moody’s (espresso nel rapporto Euro area periphery) sull’Italia dice: è come la Svezia, dopo tre anni di crisi dovrebbe uscirne, quindi nel 2013. 
Mentre la Grecia è come la Finlandia, che ci impiegò il doppio, sei anni. 
L’analisi mette in evidenza le similitudini fra la crisi di Italia, Spagna e Portogallo, con quella che colpì la Svezia all’inizio degli anni Novanta. 
Se alla Svezia occorsero tre anni per uscirne, altrettanti potrebbero bastare all’Italia e ai Paesi iberici. Sempre che vengano portate a compimento le riforme strutturali che i tre Paesi hanno intrapreso. 
La Finlandia nello stesso periodo sperimentò una caduta più brusca e, pur avendo anch’essa avviato le riforme, servirono sei anni per uscirne: in una situazione analoga si trovano oggi Grecia e Irlanda.

I dubbi dell’agenzia di rating sull’Italia. 
Il rapporto, scrive oggi La Repubblica, riconosce che la Svezia poté giocare la carta delle svalutazioni competitive e che sulla Finlandia pesò il disgregamento dell’Urss, ma l’idea di fondo resta. 
Moody’s, però, mette le mani avanti: “Rimane comunque sui nostri tavoli anche lo scenario secondo cui nel 2013 l’economia si contrarrà. Malgrado i progressi iniziali in aree come il mercato del lavoro, in Italia rimane un significativo bisogno di aggiustamenti macroeconomici e strutturali”. 
E quindi, “per una piena soluzione dei problemi serviranno ancora diversi anni”.

Sostiene il rapporto che, “mentre la produttività ha segnato miglioramenti negli altri quattro Stati e il costo del lavoro per unità di prodotto è sceso dai picchi precedenti, in Italia non è accaduto. Altrettanto vale per il risparmio individuale, che negli altri Paesi ha tenuto e in Italia è sceso. 
E la composizione dell’export è troppo sbilanciata sui prodotti industriali mentre i servizi sono calati come esportazioni del 6% fra il 2007 e il 2011, anche a differenza dal resto della periferia: in Spagna sono saliti del 13% guidati dai servizi di trasporti internazionali”.

Ieri si è espressa anche l’altra agenzia, Fitch: in Italia molto dipende da Mario Monti e, soprattutto, da chi ne prenderà il posto dopo di lui. 
Di qui il consiglio: “Approfittando dell’allentamento delle tensioni sul mercato, il governo Monti dovrebbe fare più progressi possibili, non tanto per l’austerità, per cui è stato fatto tantissimi, ma sulle riforme”. 
Pure Standard & Poor’s ieri ha voluto dire la sua. 
Ma non era un giudizio positivo. 
In un rapporto sulle condizioni del credito in nord Europa, ha scritto che le economie degli Usa e dell’Europa “non miglioreranno in modo significativo nel prossimo anno a causa dell’indebolimento dell’economia globale”....
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