venerdì 3 ottobre 2014

Se non fosse che "This Bubble is Different"....io mi sarei già trasferito nell'isola di Tristan da Cunha (2.798 km da Città del Capo e 3.932 km da Montevideo)


Naaaaa...non siamo in Bolla....vero?
Ed ecco anche l'altro parametro classico:


Però vedete...
THIS BUBBLE IS DIFFERENT (come vi ho già ripetuto e spiegato 150 volte...)
dunque non è più un problema di "mercati", di "precedenti storici", di P/E, di indicatori "fondamentali", di correlazioni etc etc
ma è piuttosto un problema di "telecomando"...................
.


delle Principali Banche Centrali del Globo (con in testa la FED, non perdere il mio post: La più grande BOLLA di SEMPRE e probabilmente anche l'ultima made in USA....)
che hanno pompato consapevolmente&fermamente questa BIG BUBBLE Globale (la più grande di sempre nelle più svariate asset class)
e che la monitorano continuamente, facendo la massima attenzione che non esploda e che, se possibile, si gonfi sempre di più...
Perché come diceva Mastro Greenspan tanto tempo fa: "se salgono gli assets finanziari si crea un potente effetto wealth" (N.d.R. in primis per le banche le cui voragini finiscono sotto al tappeto..)

Come ripeto da lungo tempo, siamo nel Territorio Inesplorato della Big Bubble (in un Mondo sempre più FINANZIARIZZATO...questa è la CHIAVE PRIMARIA degli ultimi 20 anni di "crescita" - vedi il mio fondamentale post: No BOLLE? No Party...)
NOTA: okkio soprattutto al Giappone ed al suo esperimento monetario banzaiii! che è sempre più sulla via del flop e che rappresenta il confine estremo del Territorio Inesplorato, la sua "faglia di Sant'Andrea".
Dunque gli indicatori statistici del passato non è detto che valgano,
come ammette lo stesso Robert Shiller ovvero l'unico economista che ci capisca qualcosa di finanza&mercati (non perdere il mio post Il Mercato sarebbe è a livelli da pre-Crash, però....)

Shiller è pragmatico&geniale soprattutto perché riconosce i limiti dell'economia che è scienza sociale/politica più che scienza esatta. (vallo a spiegare a quei talebani-ideologizzati di prof. economisti che ci riempiono di grafici "indiscutibili" e che citano premi nobel come fossero auctoritates inconfutabili...mentre in realtà vivono fuori dal mondo senza capire pragmaticamente l'economia reale, i mercati e la finanza).

Shiller recentemente ha avuto un altro bel lampo di "genio
andando oltre alla sua CLASSICA Irrational Exuberance (che averebbe guidato le bolle precedenti, regolarmente anticipate da Robert)
e parlando di ANSIA (irrazionale ed esuberante?) come del nuovo "driver" di questi Mercati in Bolla (semplicemente geniale!).
ROBERT SHILLER: Our Anxieties Are Now Driving Up The Stock Market
......Shiller also talked about the stock market.
Author of the investing classic "Irrational Exuberance," Shiller gave a great insight into the current psychology of the stock market rise and an alternative theory about why the market keeps going up.
"It's something about anxieties," Shiller said.
"You might think this should be the reverse, that the stock market should go down when people are anxious. People are anxious because of (geopolitical unrest), because of inequality, and people are worried about being replaced by a computer. All these things are on people's minds."
But because of these anxieties, Shiller said, people want to save more, and because the economy has been weak, investors bid up the price of everything, and the stock market has been a major beneficiary of that.
To Shiller, the stock market is overvalued, but this doesn't mean it's a bad investment, given that Shiller sees a world full of bad investments.
Shiller's Cyclically Adjusted Price-to-Earnings ratio, or CAPE ratio, is currently near 27, up from 23 a year ago and well above the long-term median average of 16.
This has many people wondering if the stock market is overvalued or if a correction, or worse, is looming.
Shiller says he doesn't know
: the CAPE ratio could keep going higher, or it might not.
"I don't know how to time the market," Shiller said. "I wish I did."....
People often invoke the title of Shiller's book when thinking about why markets go higher, but it seems that you might be able to replace "exuberance" with "fear" and find not dissimilar results.
E sullo sfondo (in leva)
la Bolla "al cubo" ovvero QUELLA DELLA MASSA MONDIALE DEI DERIVATI
il detonatore che incombe sotto il culo di noi tutti
ma in fasi di Mega Bolla Rialzista chissenefotte...non la senti...non la vedi...ma c'è....

SE NON FOSSIMO nella big-bubble-territorio-inesplorato-this-bubble-is-different...
che stravolge gli schemi classici (anche perché PER ORA tutti sono sostanzialmente d'accordo ed a nessuno conviene farla saltare)
io me ne sarei già scappato di corsa sull'isola di Tristan da Cunha ... con una bella scorta di cibo, di medicinali e di libri classici.
Perché quando la Grande Onda si rovescerà "sulle spiagge"...sarà meglio essere il più lontano possibile da tutto questo ambaradan...
Nota: e non mi chiedete il timing...cazzo!
Che non lo sa nessuno (come ammette lo stesso Shiller) visto che siamo in Territorio Inesplorato e sempre più d'azzardo...
E chi afferma di saperlo è solo un banfone...
Tristan da Cunha è un remoto gruppo di isole nell'Oceano Atlantico meridionale, distante 2.798 km (1.511 miglia) da Città del Capo e 3.932 km (2.123 miglia) da Montevideo.
Appartiene al territorio britannico d'oltremare di Sant'Elena, situata 2.161 km (1.350 miglia) più a nord. Il territorio è composto dall'isola principale, Tristan da Cunha (98 km²) che è l'unica abitata dall'uomo, e da una serie di isole disabitate.....
L'isola è considerata uno degli insediamenti umani più remoti al mondo a causa della distanza dai continenti e della mancanza di porti e aeroporti.
da: Tristan da Cunha. Fuori dal mondo
.......A Tristan da Cunha arriva una nave ogni cinque, sei settimane. Prevalentemente un peschereccio, l’MV Edinburgh, che a volte resta in rada per giorni prima che i “roaring forties” (i forti venti che sibilano oltre il quarantesimo parallelo) permettano le manovre di scarico di merci e passeggeri. Questa nave rappresenta l’unico filo che lega l’isola all’“outside world” – come lo chiamano qui – un concetto che comprende tutto quello che esiste oltre il muro d’acqua e anice che spesso avvolge Tristan a poche miglia dalla costa, durante la stagione invernale....
Tristan “un conte philosopique qui a l’avantage d’être vrai”....Una società nella quale fino alla fine degli anni cinquanta non esisteva il denaro, e che tuttora potrebbe sostanzialmente farne a meno.....

N.d.R (provocatoriamente...) E' un'isola vulcanica ma i rischi non sono NIENTE in confronto al mega-Vulcano sopra al quale stiamo vivendo QUI...senza vederlo... ;-)


Vedi il mio post di due anni e mezzo fa: Il Casinò Globale dei Derivati: 1.200 trilioni di giocate...
............Per il resto ho solo aggiornato l'ultima riga visto che, fino a non molto tempo fa, il Casinò dei derivati stava intorno ai 700-900 trilioni di "giocate"....
mentre, secondo un recente studio, sarebbe quantificabile intorno ai 1.200 trilioni

circa 20 volte il PIL Mondiale....
Insomma...non solo viviamo in UN MONDO DI DEBITI
ma anche in un Mondo di Scommesse in leva sui Debiti...
Tranquillizzante vero?
Ecco perchè bastano 10 neri in Alabama che non pagano più il loro mutuo subprime e....PATATRACCCCC! ...S'innesca la più Grande Crisi dal 1929....
ed è una crisi STRUTTURALE
e non un forte raffreddore come ci hanno banfato per anni
mentre io predicavo al vento dalla nicchia del mio Blog...
..............Del resto le stime sul casinò dei Derivati Strutturati con scappellamento a destra
NON sono particolarmente precise....
Si parla di una "forchettina" che oscilla tra 600 trilioni di $ ed i 1500 trilioni di $...
Tanto per avere un'idea della trasparenza cristallina di questa Bisca Finanziaria Globale...

Prodotti derivati : il rischio sistemico più grande di tutti i tempi
Quando assisteremo alla prossima crisi bancaria americana?
Quando scoppierà una crisi sui prodotti derivati, scrive Michael Snyder sul portale d’informazione The Economic Collapse.“Negli Stati Uniti, le banche “too big to fail” sono passate da quattro a cinque – scrive Snyder.
Gli istituti finanziari che possiedono più di 40’000 miliardi di dollari di prodotti derivati possono ormai formare un quintetto. Per dare un termine di confronto, l’enorme debito degli Stati Uniti è di 17’700 miliardi di dollari.

JP Morgan Chase
Attivi : circa 2’500 miliardi di dollari.
Esposizione ai prodotti derivati : oltre 67’000 miliardi di dollari
Citibank
Attivi : circa 1’900 miliardi di dollari
Esposizione ai prodotti derivati : circa 60’000 miliardi di dollari
Bank Of America
Attivi : circa 2’100 miliardi di dollari
Esposizione ai prodotti derivati : circa 54’000 miliardi di dollari
Morgan Stanley
Attivi : 830 miliardi di dollari
Esposizione ai prodotti derivati : 44’000 miliardi di dollari
Goldman Sachs
Attivi : 915 miliardi di dollari
Esposizione ai prodotti derivati : 54’500 miliardi di dollari
I mercati dei prodotti derivati sono complessi, opachi.
Assomigliano sempre più a delle scommesse e sempre meno a investimenti.

Secondo il New York Times, le banche americane possiedono quasi 280’000 miliardi di dollari di prodotti derivati, anche se la crisi del 2008 ha mostrato a che punto questi prodotti siano pericolosi.
 Modelli informatici di gestione del rischio dovrebbero proteggere le banche, ma questi modelli si basano su supposizioni umane.
Quando si produce un evento eccezionale, come una guerra o un’epidemia, si trovano in un terreno sconosciuto.

Il problema non riguarda unicamente gli Stati Uniti.
Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (la banca centrale delle banche centrali), a livello internazionale le banche possiedono prodotti derivati per circa 710’000 miliardi di dollari.

In Europa spicca la tedesca Deutsche Bank, con attivi per 552 miliardi di dollari e un’esposizione ai prodotti derivati di 75’000 miliardi di dollari.”
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