venerdì 2 settembre 2016

1-4 Dicembre: Spedizione di Gruppo a Londra per il "Christmas Brexit Party"

Pronti partenza via!
1-4 Dicembre: Spedizione di Gruppo a Londra per il "Christmas Brexit Party".... ;-)

La massa italopiteca sta lì a tifare UK che avrebbe sfanculato la cattifissima UE votando il Brexit ed ogni giorno gongolano: "vedi che i dati macro UK vanno bene e che non c'è nessun crollo?" ... "vedi che la svalutazione competitiva serve?" ... "vedi che la sovranità monetaria è una figata?" etc etc (intanto sotto sotto pensano al ritorno alla Lira, anche se il paragone con UK, sterlina&Brexit è del tutto improprio/forzato)
Però la massa italopiteca non alza mai il culo...ma sta lì solo a parlocchiare, a rosicare, a fare il tifo virtuale ed a beccarsi il Declino irreversibile italiano tutto sui denti.
Noi invece CI ATTIVIAMO IN CONCRETO ed andiamo nella Londra del Brexit a caccia di occasioni, approfittandone non solo della svalutazione post-Brexit della sterlina contro euro (che alla fin fine non è nemmeno la variabile primaria)
ma anche dei potenziali scenari post-Brexit che potrebbero fare degli UK un "paradiso fiscale" alle porte della UE...ed intendo più di oggi...visto che il total tax rate in UK è del 32% mentre nell'inferno fiscale di FallitaGlia sta ad un record mondiale del 64,8%...
(solo un pazzo masochista oggi potrebbe aprire un'impresa in FallitaGlia)


Il tutto considerando anche la notevole efficienza su ogni livello (burocrazia, servizi, legislazione etc) che fa di Londra uno dei posti migliori al mondo per fare business ed investimenti.

Bisogna fare di se stessi delle Piccole Multinazionali, dei Players Globali, bisogna adattarsi al nuovo contesto Globale, bisogna anticipare e cavalcare pragmaticamente i Trend.
Le belle chiacchiere radical chic e fuori dal Mondo le lasciamo agli Italopitechi all-in-FallitaGlia che infatti si stanno estinguendo...

Pertanto dall'1 al 4 Dicembre
il mio Blog insieme a Mercato Libero
sta organizzando una spedizione di Gruppo a Londra
- Ci saranno incontri con fiscalisti/studi legali, con agenzie immobiliari, con start-up (nel campo fintech ma non solo), con players finanziari etc
- Ci sarà .......................
.
la solita forza del Gruppo (com'è stato per Berlino, Lisbona etc) = brainstorming, network, sintesi di esperienze/competenze, amicizia.
- Ci sarà un Progetto Immobiliare di Gruppo (verosimilmente mirando ad un immobile "commerciale").
- Ci sarà anche divertimento....girando e facendo shopping per Londra che sotto Natale è più affascinante del solito
e naturalmente ci sarà il "Christmas Brexit Party" con un bel "Happy Hour" in un locale trendy.
Il Programma del viaggio è in bozza ed abbiamo già iniziato a muovere i primi "canali in loco", a contattare gli alberghi etc
Chiunque sia interessato a partecipare, mi scriva a lagrandecrisi2009@gmail.com
e man mano riceverà gli aggiornamenti e maggiori informazioni.

Se volete capire la vera partita in gioco col Brexit e perchè a Londra sia meglio esserci...
prima leggete il mio post
Brexit = Bullish (tax version)...Dai che in U.K. forse si scende sotto al 15% di tasse sulle imprese
eccone alcuni stralci
.........Gilts Lead Bond Rally, Showing No Loss of Safe Haven Status...Investors are clamoring for safe government bonds Friday after the Brexit result, but U.K. gilts are among the most in-demand.
UK stanno per diventare un mega paradiso fiscale/zona franca (intendo più di ieri) a due passi dalla UE... una mega camera di compensazione (più di ieri)...
Ma non l'avete ancora capito che la vera scommessa è questa???
E che la vera guerra sarà su questo??!
Altro che isole Cayman di 'sto pesce...
E per me che NON sono katto-komu-italiota-radical-chic-schiavo-parassita è COSA BUONA.... perchè per "effetto alone" porterà a maggiore libertà fiscale negli inferni fiscali UE .... trai quali il peggiore è FallitaGlia...
....Ma NON ci sperate troppo = FallitaGlia sarà refrattaria anche a questa spinta...
perchè già Fallita da tempo e perchè clientes/parassiti di Stato Fallito sono ancora al 60%...
La vera partita è solo iniziata e vedremo se UK se la giocherà al meglio.......
ecco cosa intendo per "ancora di più" (un paradiso fiscale = una Singapore Europea)...
Da un mio post:
Presentato oggi a Londra il budget annuale del governo Cameron. Mentre il governo Renzi ha da noi alzato le tasse sui capital gains dal 20 al 26%, quello britannico abbassa l'aliquota più elevata dal 28% al 20% e quella inferiore dal 18% al 10%....... 
Non so voi...
ma tra un 65% di total tax rate italiano (il più alto in Europa e trai più alti del Mondo... e No Comment sulla burocrazia...)
ed un 32% dell'U.K. (ma potrebbe scendere ancora)
mi viene una gran voglia di andare ad aprire un'impresa nella terra del Brexit...
altro che balle!

Nota: come già vi dissi NON dimenticatevi che l'U.K. è l'U.K. ed è un caso a sé...
dunque non fatevi troppe piste mentali sovraniste
facendo il tifo come se quello che potrebbe succedere in UK
possa diventare un esempio virtuoso anche per l'Italia
(purtroppo) Parliamo di due cose e di due Mondi del tutto differenti......
E poi non perdete questo articolo
Il premio per la Brexit
Dopo l’uscita dalla Ue Londra punta a diventare il primo partner finanziario della Cina. 
Può farcela perché Pechino vuole allentare i rapporti con Mosca. 
E la City surclasserebbe Wall Street
Non sono trascorsi due mesi dall’esito del referendum popolare sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, che l’effetto più eclatante della Brexit è stata la svalutazione della sterlina, determinata dal deflusso di capitali dalla piazza londinese.
La Brexit è stata, sotto questo aspetto, un rimedio salutare.
Nell’ultimo trimestre del 2015, infatti, il disavanzo della bilancia dei pagamenti del Regno Unito aveva toccato il 7% del pil, un livello proibitivo se si considera che sin dal 1989 non è mai stata in pareggio, avendolo sfiorato solo nel 1997.
L’afflusso di capitali verso Wall Street e la City ha rafforzato eccessivamente il dollaro e la sterlina, dopando così le importazioni di Usa e Regno Unito.
Nonostante la City abbia smesso, sin dalla metà degli anni 60, di usare la sterlina come valuta preferenziale per le operazioni finanziarie internazionali, l’afflusso di capitali investiti per investimenti commerciali e immobiliari, soprattutto nell’area di Londra, non ha messo la sterlina al riparo dalla sopravvalutazione.
Le dinamiche dei prezzi delle case hanno infatti registrato una forte divaricazione: mentre scendevano nelle aree depresse, salivano a dismisura in quelle più ricche.
Anche questa è una chiave di lettura che concorre a spiegare la profonda spaccatura che ha fatto prevalere, seppur di poco la Brexit.
L’export verso l’Europa è divenuto sempre meno rilevante per l’economia britannica: mentre nel 2000 era pari al 60% del totale, nel 2015 è sceso al 47%.
Di converso, l’import dall’Ue è rimasto stabile, toccando il 54% del totale sia nel 2000 che nel 2015.
Se il mercato europeo si dimostra progressivamente meno attraente per il Regno Unito, non c’è alcun dubbio che la svalutazione della sterlina pone comunque rimedio a una situazione squilibrata.
La risposta al rallentamento dell’economia britannica è stato confermato dalla Banca di Inghilterra (BoE), che ha ridotto di 2,5 punti la crescita prevista a maggio per il biennio 2016-2017, ammettendo che le politiche monetarie accomodanti messe in campo non saranno comunque in grado di riassorbire la maggiore capacità produttiva inutilizzata.
Le misure di stimolo sono rappresentate dalla riduzione di un quarto di punto del tasso ufficiale di sconto, a +0,25%, da acquisti fino a 10 miliardi di sterline di corporate bond, e dall’aumento delle detenzioni di titoli del debito pubblico britannico per 60 miliardi di sterline, fino ad arrivare a una detenzione complessiva di 435 miliardi.
Le misure saranno finanziate utilizzando le riserve della BoE e dunque non ci sarà creazione di nuova moneta.
Escludendo la vendita di oro, la cessione di altre valute potrebbe ridurre la tendenza della sterlina a svalutarsi eccessivamente: invece di utilizzare le riserve per sostenere il cambio, la BoE le vende per finanziare l’economia interna.
L’obiettivo macroeconomico è di abbassare il tasso di interesse effettivo pagato da imprese e famiglie attraverso l’introduzione di liquidità.
In particolare, ritiene che l’acquisto di corporate bond abbia un effetto maggiore rispetto all’acquisto di Gilt, in quanto i tassi di interesse dei primi sono mediamente più alti e sono detenuti da soggetti che tendono a investire velocemente il ricavato in altri strumenti di investimento per rimpiazzare il rendimento.
Dal canto suo, per rafforzare la capacità del sistema bancario di erogare credito, il Comitato per i rischi bancari sistemici (Fpc) ha ridotto il buffer di liquidità richiesto a fini anticiclici e ha annunciato che le riserve della stessa BoE saranno escluse dal regime di esposizione al rischio previste nell’ambito della disciplina del leverage ratio.
Se da circa un trentennio il principale problema dell’economia britannica è stato rappresentato dallo sbilancio dei conti commerciali con l’estero, e considerato che la svalutazione della sterlina ha un effetto depressivo sulle importazioni e riduce il potere di acquisto delle famiglie, è altrettanto vero che ci dovrebbe essere un effetto positivo sull’export.
La Brexit ha già determinato il primo shock, inevitabile, rappresentato dalla svalutazione della sterlina: l’alternativa sarebbe stata una manovra fiscale deflativa o una riduzione dei salari, come si è fatto nel resto dell’Europa in questi anni, con sacrifici sociali eccessivamente penosi visto che per ridurre i salari al livello desiderato occorre indurre un tasso di disoccupazione molto alto.
Il secondo shock riguarda il futuro della City, che vede molte città dell’Europa desiderose di rimpiazzarla, da Parigi a Francoforte e Milano.
La vera incognita è Wall Street, che ambisce alla gestione dell’immenso risparmio interno cinese: è quello il vero Eldorado che rimpiazzerà i petrodollari nel sostenere le quotazioni azionarie e nell’alimentare la provvista di capitali da impiegare.
Se l’ostilità americana verso la Cina è stata appena mascherata dall’amministrazione Obama, che l’ha comunque esclusa dal Tpp (Trans Pacific Partnership), il candidato repubblicano Donald Trump ha già preannunciato che il giorno stesso in cui si insediasse alla Casa Bianca, il Dipartimento del Commercio dichiarerà che Pechino manipola i cambi, tenendo artificiosamente sottovalutato lo yuan.
Di converso, alla Cina serve con urgenza una piattaforma finanziaria in grado di gestire nel mondo un’immensa quantità di risorse, andando al di là delle acquisizioni dirette di terre e di proprietà industriali. 

La City da secoli ha fatto questo mestiere, usando i capitali delle colonie imperiali.
Alla Cina servono l’euro e l’Europa per evitare un ritorno al monopolio del dollaro, ma ancor di più un partner occidentale che la tolga dall’isolamento politico e finanziario, allentando l’innaturale saldatura con la Russia. 
Il Regno Unito, rimanendo all’interno dell’Ue, sarebbe stato più sicuramente forte ma meno affidabile. 
Fuori dall’Unione, potrebbe essere il partner ideale, pronto a riprendersi la rivincita su Wall Street. La Storia della Brexit è appena iniziata. 
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