martedì 28 aprile 2020

L'Oro Nero te lo tirano dietro (e non è una "bella cosa"...)



Il Petrolio WTI ha ripreso a crollare:
oggi il Future giugno 2020 è a 10-11$ circa ma siamo a più di 20gg dalla sua scadenza (!).
Vi ricordo che il Future di maggio crollò negli ultimi giorni prima della scadenza per andare persino in negativo a -37$ poco prima della scadenza = ti pagavano i venditori perché gli togliessi dai piedi 'sto petrolio.
Anche tutta "la curva delle scadenze" sta scendendo, con il mese successivo ormai sotto 20 in area 17$ (importante tenere d'occhio gli "spread" tra una scadenza e l'altra, in primis quello tra maggio e luglio).
Il quadro generale rimane è molto teso (a parte possibili rimbalzi di breve)
con un eccesso di offerta mostruoso
vs.
economie ferme (o quasi) globally
+ con spazi di stoccaggio ormai esauriti se non a costi spropositati
Maurizio Mazziero
23 aprile alle ore 10:54 ·
L'EIA spiega come mai i prezzi del petrolio sono andati sottozero....
Per chi scrive sulla carta stampata (e ne ho visto diversi in questa settimana) ve lo chiedo per favore non tirate fuori la storia della speculazione e i "barili di carta" e bla bla, che ci fate pure brutta figura e fate capire di non conoscere come funziona questo mercato.
Questo è un effetto legato al mercato fisico e alla scarsa capacità di immagazzinamento.

In ogni caso tantissimi sono stati attirati dal Petrolio a questi prezzi in saldo
ma hanno preso mazzate perché investire nel petrolio non è affatto facile
sia nel ......................................
.
trading di breve con strumenti non per tutti = futures, opzioni, CFD
né tanto meno è facile cassettarlo per esempio con un ETC aspettando che prima o poi risalga...
ma qui il discorso si fa complesso, dunque vi lascio a questo ottimo articolo per chi avesse voglia di approfondire, evitando dunque ramazzate con investimenti da superficialoni...
Contango trade non è un ballo. Cosa succede quando il petrolio crolla
In ogni caso la situazione non si risolverà rapidamente perché non c'è per ora nessuna ripresa a V all'orizzonte, se non un breve rimbalzino per il re-stocking di breve a seguito delle fasi 2 di allentamento lockdown nei Paesi Normali ma NON in quelli VenezuItaliani a maggioranza di devastati mentali in dissociazione dalla realtà.
Hai voglia dunque di smaltire tutto 'sto petrolio prima che le economie mondiali ripartano seriamente.
Masse di mantenuti fanta-fake-ecologgggisti pro-decrescita (in)felice saranno pure idealisticamente contenti di tutto questo...almeno fino a quando non faranno la fame vera ;-)
che un cambio di paradigma energetico lo programmi e lo fai in 50 anni, se va bene....
e soprattutto quando entrano in scena vere alternative energetiche efficienti, economiche e sostenibili e non FUFFA sussidiata fake-green.
I prezzi in saldo del Petrolio stanno creando fallimenti a catena e tensioni pazzesche su ETF, ETC, Hedge Funds, Banche Fondi, Produttori di Petrolio e salaMadonna...
Diamond Offshore Drilling files for bankruptcy
Il Crash Petrolifero potrebbero innescare un effetto domino su TUTTO
e sarebbe difficile da gestire anche per le "onnipotenti" Banche Centrali:
Si potrebbero innescare anche tensioni geopolitiche molto pericolose.
Trump Could Use ‘Nuclear Option’ To Make Saudi Arabia Pay For Oil War
Vi anticipavo già tutto una settimana fa su Facebook e la situazione di tensione sul petrolio si sta prolungando.
Stefano Bassi
21 aprile alle ore 11:43 ·
IPOTESI DI RISCHIO ESTREMO:
Petrolio si sta scatafasciando anche sulle scadenze successive dei futures, poco fa toccati 11.85 mentre poco fa eravamo a 21$. Poi rimbalzino a 15-16.
E solo normale: col future appena scaduto andato a -37 dollari che ti pagavano loro per pigliare il petrolio, si stanno sfaldando anche i futures a scadenze successive che non c'è più posto dove stoccare barili se non a prezzi carissimi e consumi petrolio sono crollati con lockdown globali.
Consumi del petrolio NON si riprenderanno presto che, anche con riaperture parziali, consumi una mazza (anche per trauma psicologico di massa) e prima che torni a vita normale a livelli precedenti magari ci vorranno anni (pensate ai voli aerei, od alle navi etc)
Insomma la vedo veramente NERA che questo potrebbe essere un trigger di una Crisi molto più devastante di quanto prevedessi che su questo le Banche Centrali ben poco possono fare.
Saltano aziende petrolifere, saltano Hedge, ETF e poi effetto domino.
La Russia va a troie, l'OPEC va a spasso e dunque rischi di GUERRE etc etc
Sicuramente c'è una componente speculativa di breve (vedi l'ETF USO)
ma comunque il quadro del petrolio è NERO veramente.
In ogni caso la mia è solo UN'IPOTESI al volo: poi ci rifletto meglio e cerco di capire se ci può essere qualche soluzione tampone di breve per una situazione di crisi petrolifera allucinante mai vista prima nella storia umana.
Il RISCHIO potenziale di una situazione del genere però è enorme e non so nemmeno quantificarlo bene, prevedendo le potenziali implicazioni su tutto il resto dell'ambaradan.
D'altra parte chi riuscirà a stoccarsi una bella riserva di petrolio a prezzi da saldo (ho detto Cina?) avrà poi vantaggi competitivi notevoli nella Ripresa post-lockdown.
Maurizio Mazziero
23 aprile alle ore 11:15 ·
#PETROLIO #OIL #USA la produzione cala troppo poco e troppo lentamente, le scorte salgono e le cisterne si riempiono

Chi lo spiega tutto questo al Grillino "capra miracolata" che manco saprebbe gestire una gelateria senza farla fallire?
Oppure all'insegnante pubblico piddino che dice """eroicamente""" #IORESTOACASA a stipendio pieno spesso lavorando la metà....
mentre la sua parrucchiera - con la quale fino a 2 mesi fa faceva "ciu ciu amicona confidente dei caxxi tuoi" - è costretta a chiudere + muore di fame ....
Non perdere il mio post ed il mio video-sbrocco = #ADOTTALATUAPARRUCCHIERA ... nel peggior caso di ingiustizia sociale e di discriminazione economica della Storia Italiana
Mentre si rischia (soprattutto in FallitaGlia) un COLLASSO epocale da -20% di PIL = dunque ciao ciao anche alla rendita pppublica garantita?
segui LINK se vuoi vedere la mia analisi sul potenziale CROLLO DEL PIL
Ma del resto 'sta gente va per ideologia, per luoghi comuni, legge solo le fake news di regime e/o rigetta la scomoda realtà che non vuol vedere + pensa che i soldi crescano sulle piante essendo analfabeta totale su finanza/economia (e non solo...)
dunque anche sul petrolio la pensa più o meno come da video allegato :-)



In ogni caso di tutto questo shock petrolifero
alla pompa della benzina di VenezuItalia te ne accorgi ben poco
che in realtà non fai il pieno di carburante ma il pieno di tasse/accise
(tra l'altro con tutti fermi si creerà un ulteriore buco di gettito dello Stato fenomenale... ma tutto andrà bene ehhh per 40ml di italiani che vivono nel mondo della farfalle mantenuti da 20ml di italiani)


Per finire - se vi rimane tempo e voglia - ecco un articolo interessante.

ETC su petrolio, strumenti a doppio taglio

In questo periodo non certo avaro di notizie e spunti, il petrolio è riuscito a prendersi prepotentemente la scena.
Siti d’informazione, quotidiani e telegiornali non hanno parlato d’altro per diversi giorni: lo scorso 20 aprile, per la prima volta, il greggio Wti veniva scambiato a un valore negativo.
Il giorno dopo, toccava addirittura i -37 dollari al barile sulla Borsa di New York.

E la discesa prosegue: proprio oggi, 27 aprile, il Wti per consegna giugno è scivolato sotto i 15 dollari al barile, segnando un calo dell’11,6% rispetto alla chiusura di venerdì.
In discesa del 3,6%, a 20,66 dollari al barile, anche il Brent nella consegna a giugno (che scadrà alla fine di aprile).
Questo, nonostante alcuni dei grandi produttori, Arabia Saudita in testa, abbiano iniziato a ridurre l’output in anticipo rispetto alla data del primo maggio concordata tra i paesi del gruppo Opec.
I timori per la domanda globale di greggio e per la capacità di stoccaggio delle eccedenze stanno mettendo pressione sui prezzi dopo alcune sedute di parziale recupero.

Cosa è successo: Lockdown, ma non solo
Una delle ragioni è, evidentemente, il blocco quasi totale delle attività produttive e degli spostamenti di privati e di merci degli ultimi mesi.
In sostanza, da febbraio il consumo di carburanti, e quindi la domanda di petrolio, si sono ridotti drasticamente.
Contemporaneamente, però, non c’è stata la corrispondente contrazione della produzione.

“Di petrolio in circolazione ce n’è tanto, troppo”, afferma Maurizio Mazziero della Mazziero Research.
“Si stima un calo della domanda di circa il 20% ad aprile, mentre le riduzioni di produzione dell’Opec+ riguardano il 10 % dell’offerta e inizieranno solo da maggio. Troppo tardi e troppo poco. Le scorte su terraferma stanno raggiungendo i limiti di capacità dei depositi e già da alcune settimane vengono impiegate le navi cisterna con costi in continua ascesa”.
La situazione è talmente critica che diverse grandi aziende hanno terminato lo spazio fisico per immagazzinare delle scorte.

Questo spiega anche perché il prezzo del WTI con consegna a maggio abbia chiuso in negativo negli ultimi due giorni di quotazione.
“Un braccio di ferro che ha visto da un lato gli operatori fisici, che cercavano di collocare petrolio consegnandolo attraverso la borsa, e dall’altro gli operatori finanziari obbligati a vendere a tutti i costi il petrolio precedentemente acquistato, pena il ritiro dei barili”, prosegue Mazziero.
“La sfida si è conclusa con la vincita degli operatori fisici, che si sono convinti a ritornare compratori solo a prezzi ampiamente negativi, assorbendo così le vendite degli operatori finanziari”.

Gli scenari futuri
“Difficile dire cosa accadrà al petrolio da qui in avanti, ma la debolezza dovrebbe continuare almeno sino a fine giugno, fintantoché le attività produttive non raggiungeranno un buon grado di recupero”, afferma Mazziero.
“Fino ad allora, complice una curva delle scadenze dei contratti particolarmente penalizzante, l’acquisto con un’ottica di medio-lungo termine resta un azzardo”.


“Riteniamo che nel breve termine (diciamo i prossimi due mesi) vedremo ancora prezzi del petrolio molto bassi, con i tagli dell'OPEC+ non sufficienti a riequilibrare il mercato”, si legge in una recente nota a cura di Jing Ning, Portfolio Manager, FF China Focus Fund di Fidelity International.
“Inoltre, nei sei mesi successivi, il prezzo del petrolio sarà limitato in quanto gli stock dovranno essere smaltiti, la capacità di riserva dovrà tornare in funzione e il consumo di petrolio dell'economia si stabilizzerà probabilmente al di sotto del livello pre-crisi. In una prospettiva a più lungo termine, invece, ci aspettiamo una dinamica più favorevole della domanda e dell'offerta nel settore energetico”.

Il barile in portafoglio
Possibilità una volta riservata ai soli investiori istituzionali, oggi chiunque può esporsi ai movimenti del petrolio, grazie soprattutto agli ETC (Exchange traded commodity), strumenti facilmente scambiabili in Borsa e alla portata di chiunque abbia un mouse.
Come mostra la tabella sottostante, a Milano sono quotati 28 ETC petroliferi, di cui 14 “strutturati”, cioè a leva (che moltiplicano il rendimento giornaliero dell’indice replicato in base alla leva scelta) oppure short (che restituiscono il rendimento giornaliero inverso del benchmark).
In due casi, queste due caratteristiche vengono presentate assieme (leva inversa).
Tuttavia, prima di acquistare strumenti del genere, è meglio avere le idee chiare su come funzionano e su cosa investono.

Brent e Wti, gemelli diversi
Il primo passo per investire in prodotti petroliferi è avere ben chiara la differenza tra Wti e Brent, dato che le rispettive quotazioni possono divergere anche parecchio.

Il Brent (nome di un giacimento scoperto nel 1971 nel Mare del Nord al largo delle coste scozzesi) è di norma utilizzato come petrolio grezzo di riferimento a livello mondiale ed è la qualità più usata in Europa.
Il Wti (acronimo di West Texas Intermediate), invece, è usato come parametro di riferimento per i contratti future al New York mercatile exchange.
È la qualità più usata negli Usa, perciò molto più sensibile all’avanzata del petrolio di scisto.

Occhio al “contango” e al ribilanciamento
I replicanti dedicati al petrolio, per forza di cose, sono tutti “sintetici”.
Per problemi di stoccaggio e conservazione della commodity in oggetto, infatti, questi strumenti si basano tutti su contratti future e non sull’acquisto del bene fisico (come può avvenire ad esempio con gli ETC dedicati ai metalli).

Il valore degli ETC sintetici non è dato solo dal prezzo spot (puro) della commodity, come avviene per quelli fisici.
Un altro elemento molto importante nel determinarne il valore è legato al rolling, cioè la sostituzione del contratto future in scadenza.
Il rolling è negativo se il contratto in scadenza ha un prezzo inferiore a quello nuovo (cosiddetto contango) ed è positivo nel caso opposto (backwardation).
Perciò sui rendimenti di questi ETC pesa anche la scelta nella durata dei contratti future, che possono essere mensili, bimestrali o trimestrali.
Questo aspetto ha pesato molto sulla discesa in negativo di aprile.


Infine, meritano un discorso a parte i prodotti “strutturati”, i quali, come indicato precedentemente, vengono ribilanciati giornalmente, il che significa che per periodi superiori a un giorno non si avrà esattamente il rendimento dell’indice doppio o inverso; anzi, più il periodo di detenzione è lungo e più la volatilità è elevata, maggiore sarà la differenza tra le performance.
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