venerdì 25 settembre 2009

Good Bye Lenin


Certo che in Russia non vanno molto per il sottile: quando si deve tagliare si taglia senza tanti complimenti...
Si parla tanto di globalizzazione economica: libertà di circolazione delle merci, libertà di produrre dove i costi sono minori etc etc
Invece la globalizzazione delle "regole" (qualità, inquinamento) e delle garanzie per i lavoratori rimane sullo sfondo.
E non potrebbe essere altrimenti visto che"il successo" della globalizzazione economica si basa proprio sulla non sussistenza della globalizzazione delle garanzie...

L'auto russa va in crisi: AvtoVaz taglia 27.600 posti di lavoro
..Crisi del mercato automobilistico russo. AvtoVaz, il leader del Paese, è sull'orlo della bancarotta. Ieri il gruppo delle quattro ruote russo ha annunciato un taglio di 27.600 posti di lavoro sui 102.000 totali. Non solo. Verrà ridotta al 65% la capacità produttiva dell'impianto sul Volga e l'outoput complessivo del gruppo scenderà a 500mila vetture all'anno....

Hanno tagliato in un colpo solo 1/3 dei dipendenti!
Mi chiedo che ricadute possano avere dei "traumi" di questo genere sulla già traballante società civile russa.
Delle persone che hanno lavorato in una grande città industriale della Russia mi hanno raccontato che si chiudevano interi stabilimenti, mandando in mezzo ad una strada 10mila persone da un giorno all'altro.
Dal punto di vista "sociologico" pensate agli effetti sconvolgenti sulla vita di quella città: tensioni sociali, rivolte e guerriglia urbana, incremento criminalità, crisi attività commerciali, crisi delle famiglie, flussi migratori etc
Il dramma umano rimane sottointeso, naturalmente.

In ogni caso è sempre valida la massima latina In medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo).
Licenziare 1/3 dei dipendenti in un colpo solo mi sembra un po' "eccessivo"...
Mi sembra anche un po' eccessivo non licenziare mai nessuno, anche in stabilimenti improduttivi da anni, e poi chiedere incentivi statali da un ventennio a questa parte...
Volenti o nolenti viviamo in un sistema capitalistico e di (libero) mercato, che ha le sue spietate regole (od almeno dovrebbe).
Quindi o stiamo al gioco oppure impegniamoci a cambiarlo.

Secondo la mia modesta opinione in questi casi lo Stato dovrebbe intervenire "a valle" con il welfare, aiutando la ricollocazione e lo sviluppo di nuovi settori trainanti.
Non dovrebbe invece intervenire "a monte" forzando la mano all'evoluzione delle economie anche perchè a suon di incentivi si guadagna solo tempo (a spese dei contribuenti) ma i problemi strutturali tornano sempre a galla.
Lo spiega in modo razionale (e dunque spietato) il nostro "scomodo e lucidissimo" Oscar: Un grido dalla Coin: basta aiuti alla Fiat
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