lunedì 8 settembre 2014

Caro vecchio mitico "Spread"....

Per meglio capire la differenza tra rendimento nominale/rendimento reale e come i rendimenti siano strettamente ancorati all'inflazione.
La correlazione chiaramente non è così schematica ma questo post è utile per cogliere il meccanismo di fondo.
Dunque...alla fin fine il mitico spread è un concetto molto relativo...che può "persino" venire usato ad arte... ;-)
In merito non perdete l'ottimo post di "Vincitori e Vinti": QUELLI CHE IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO E' DIMINUITO

La deflazione fa paura, ma accresce i rendimenti dei titoli di stato
Lo scenario deflattivo sta accrescendo il valore dei titoli di stato, aumentando il rendimento reale. In pratica oggi i BoT annuali rendono più di tre anni fa
Il tasso di inflazione in Italia è sceso ad agosto su valori negativi, mostrando un -0,1% su base mensile. Lo “Stivale” entra così in deflazione per la prima volta dal 1959: complice la grave crisi economica e la disoccupazione record, questo scenario fa decisamente paura.
........Oggi, però, l’indice dei prezzi al consumo è crollato su valori negativi........
Per l’italiano medio il calo dei prezzi sembra una buona notizia, in quanto chi ha la certezza del reddito vede incrementare il suo potere d’acquisto.
Tuttavia la deflazione è un male per le aziende, che vedono vanificare i loro investimenti dovendo sopportare entrate sempre più esigue con i prezzi in calo.
Il peggioramento della crisi, ma anche la domanda dei consumatori ridotta al lumicino, porta così le imprese a licenziare sempre più dipendenti, con ripercussioni negative per il sistema economico e per lo Stato.
Non è quindi una sorpresa che negli ultimi mesi la BCE sia scesa in campo per combattere con decisione il male comune che affligge l’eurozona, ovvero il rischio deflazione.
In uno scenario deflattivo, però, sui mercati finanziari si assiste a un significativo incremento dei rendimenti dei titoli di stato e delle obbligazioni in generale.
Perché? Se l’inflazione scende su valori negativi e l’economia resta al palo, i tassi di mercato restano molto bassi e c’è maggiore appetibilità verso i titoli di stato.
Oggi il rendimento dei BTp a dieci anni è praticamente identico a quello di novembre 2011, ovvero quando imperversava la crisi del debito pubblico.
Qualcuno potrebbe obiettare, ricordando che allora i tassi erano più elevati.
Sì, è vero ma quelli nominali. ..........................................
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Il rendimento “reale”, invece, ovvero depurato dal tasso di inflazione, è quasi lo stesso.
Nel novembre di tre anni fa il tasso reale del BTp decennale viaggiava intorno al 2,9%, anche se in termini nominali era al 6,19%.
Oggi, invece, il rendimento reale del titolo di stato decennale italiano si aggira intorno al 2,82% (quello rilevato a inizio agosto).
La differenza la fa lo scenario di inflazione o deflazione.
Nel novembre 2011 si calcolava un tasso di inflazione pari al 3,29%, ad agosto eravamo a -0,1%.
L’importanza del rendimento reale, che poi è quello che finisce direttamente nelle tasche dell’investitore, si può visualizzare ancor meglio con i BoT, ovvero i titoli di stato italiani con la scadenza più breve (a tre, sei o dodici mesi).
Ad agosto il BoT annuale rendeva lo 0,37% lordo in termini reali, un rendimento complessivo che appare un po’ a tutti come irrisorio. A giugno 2011 il rendimento nominale del BoT annuale era dell’1,92%. Niente male per un titolo di stato con brevissima scadenza.
Tuttavia, bisogna considerare che allora – complice un tasso di inflazione nettamente più elevato rispetto ad oggi – il rendimento reale del BoT annuale era negativo dello 0,55%.
Inoltre nel 2012 lo stesso strumento ha evidenziato un rendimento reale negativo per ben 11 mesi su 12.
Oggi comunque i rischi sui titoli di stato sono potenzialmente più elevati rispetto a tre anni fa, sebbene non in ottica di breve periodo.
I tassi di interesse sono stati portati ormai a zero, raggiungendo così il valore minimo possibile.
Difficile immaginare un boom dei prezzi da qui a 3-6 mesi, nonostante le misure monetarie ultra-espansive messe in campo dalla BCE, ma è chiaro che da questi livelli in futuro i tassi potranno solo crescere con conseguenze potenzialmente negative per i bond.

da Forexinfo.it di Nicola D’Antuono | 8 Settembre 2014 - 07:57
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