da Il funambolo e la luna di Ghiannis Ritsos
Sempre l’amore – diceva Ione; – principio e fine;
e di nuovo l’amore oltre la morte. Ah, Ione –
che notti stellate; e le stelle primaverili brillavano nell’aria
come i bicchieri di cristallo del nuovo locale sul mare. Era di giugno;
arrivavano, partivano navi cariche di frutta, luci, chitarre –
un eterno spostamento da un luogo all’altro, da un viso all’altro,
una silenziosa affermazione al di sopra di ogni rifiuto – l’acqua intorno alla pietra –
migliaia di promesse e movimenti – un ginocchio, uno sguardo, una bocca –
aspetta; non andare; non andatevene; viviamolo qui – disse Alkis –
l’istantaneo, l’eterno, l’inesauribile. […]