giovedì 13 agosto 2009

Sintomi postumi & trascurabili effetti collaterali


La recessione è finita
....ormai lo dicono TUTTI: banche centrali, istituzioni e governi con la cassa di risonanza dei mass-media...
Insomma gli stessi fautori delle strategie anti-crisi stanno dando un giudizio a sé stessi ed al loro operato...

Ricordate SEMPRE che le Banche Centrali non sono istituzioni pubbliche e super-partes ma sono istituzioni PRIVATE possedute proporzionalmente dalle principali BANCHE PRIVATE.

La peggiore Crisi dal 1929 sarebbe stata risolta (o quasi) in circa 5 mesi di cure intensive: un miracolo della MEDICINA economica e finanziaria!
Stiamo festeggiando il fatto che la terapia intensiva (uno stimolo colossale sulle spalle dei bilanci pubblici) avrebbe rallentato i sintomi della grave malattia ed avrebbe ingenerato una ripresa nelle condizioni generali del paziente...

Rimangono ancora alcune domande fondamentali senza risposta.
La malattia è stata curata?
Si è intervenuti sulle cause primarie?
Si è fatto qualcosa affinchè la Grande Crisi non possa ripetersi?
Quando il paziente sarà uscito dal reparto terapia intensiva potrà camminare come prima sulle proprie gambe?
Potete rispondervi facilmente da soli...

Mentre attendiamo pazientemente di verificare sul campo le ottimistiche ipotesi che tutti i giorni ci vengono propinate, iniziamo a considerare qualche "trascurabile" effetto collaterale...
Come sto elucubrando da tempo almeno due cose non torneranno come prima a seguito della Grande Crisi: il livello occupazionale nei paesi "avanzati" (rimarrà più basso) ed il livello di debito pubblico dei paesi "avanzati" (rimarrà molto più alto) - vedi Bolle ri-gonfiabili
Ripeto: ALMENO due cose non torneranno come prima... ma vedrete che saranno sicuramente molte di più.
Ne riparleremo più a fondo a Settembre.

Nel frattempo DUE DURISSIME RAMAZZATE dagli USA: se le borse non fossero in Bolla di liquidità, dei dati come questi avrebbero portato ad una severa correzione degli Indici azionari...
In ogni caso gli indici UE hanno ridotto i guadagni fomentati dai dati superiori alle attese del PIL del secondo trimestre: gli stimoli di Germania e Francia nel breve hanno creato una reazione positiva, in particolare grazie agli incentivi EPOCALI nel settore auto...

Ecco le ramazzate made in USA:
- i nuovi sussidi di disoccupazione settimanali schizzano a 558mila peggio delle attese, alla faccia dell'addomesticatissimo rapporto occupazionale di venerdì scorso sul quale abbiamo già ampiamente gettato luce...
- le FONDAMENTALI vendite al dettaglio negli USA sono risultate "molto ma molto peggio delle attese":
Flash Usa: vendite al dettaglio in frenata più del previsto a luglio
Il Dipartimento del commercio ha reso noto che nel mese di luglio le vendite al dettaglio hanno segnato una variazione negativa dello 0,1%, in frenata rispetto alla lettura precedente che è stata rivista al rialzo da +0,6% a +0,8%. Il dato odierno ha deluso però le attese degli analisti che si erano preparati ad un progresso dello 0,4%.
Al netto della componente auto si è avuta una contrazione dello 0,6%, mentre il mercato si aspettava un dato positivo dello 0,1%.
Notare in particolare il componente "core", escluso il settore auto pompato dal programma d'incentivi cash for clunkers....
Insomma i Consumi in USA non solo latitano ma addirittura regrediscono...alla faccia del piano di stimoli di Obama...

Ed anche le scorte di magazzino sono peggio delle attese e continuano a calare per il decimo mese di fila.
Il Processo di de-stocking mi sembra un po' troppo lungo e profondo: forse le scorte dovrebbero iniziare a rimpinguarsi in vista di una Ripresa economica e dei Consumi ormai data per certa...oppure no? ;)
Us market mover: -1,1% scorte settore manufatturiero a giugno
Gli analisti si attendevano un -0,9% dal precedente -1%.

A discapito dei preoccupanti Sintomi Postumi, la Recessione sarebbe finita...a quanto ci dicono, e le borse in bolla "giustamente" se ne strabattono e continuano a flirtare con i massimi, rendendo il MIO DURO LAVORO d'interpretazione della realtà al di là della cortina fumogena quantomeno frustrante e surreale....
Mi sento un Don Chisciotte che lotta contro i Mulini a Vento, ed il mio IMPATTO sull'opinione pubblica è minimo rispetto alla potenza di fuoco dei mass-media e dei loro mandanti...

Guardate la Home Page di un primario giornale finanziario...
Cosa viene messo in rilievo a caratteri cubitali (depurato da ogni sfumatura o dubbio...mentre ce ne sono parecchi)
E cosa viene messo in secondo piano a caratteri microscopici e con alterazione spettacolare della realtà: il calo delle vendite al dettaglio è molto grave e rilevante; i disoccupati NON diminuiscono...diminuiscono invece i sussidi continuativi per l'ormai assodato processo di scadenza dei sussidi di disoccupazione che spedisce un sacco di gente "fuori dalla statistiche").
Mi sento veramente IMPOTENTE come dicevo....














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LETTURE ESTIVE

Unemployment Rate Could Take Decade to Return to 6%

An end to the recession is unlikely to bring any improvement in hiring in the U.S., a new paper from the Federal Reserve Bank of Kansas City argues.

The research, made available on the bank’s Web site, affirms the widely held view that hiring is unlikely to spike much even if the recession ends, as most believe is imminent, and warns things could be worse than now thought. Persistent levels of high unemployment could also change how the Fed assesses inflation pressures, with important and as yet unsettled implications for monetary policy.

Written by Edward Knotek and Stephen Terry, the paper asserts two main forces explain why something akin to a jobless recovery is likely to follow the end of the recession. First, there have been changes in the structure of the economy that make employers more reluctant to take on new hires. And second, recessions begat by banking crises tend to cast longer shadows on recoveries, depressing the pace of job growth.

The paper’s authors project what they believe will be the course of joblessness, adjusted for structural changes in the economy and the impact of the banking crisis. That path sees unemployment breaching 10% and staying there through 2011, after which it “slowly drifts” down to 8% by 2014 and 7% by 2016. Even a decade down the road, unemployment could be above 6%, the paper warns.

This outlook is considerably worse than what would be expected based on a normal post-war recession, or even the aftermath of a recession like those of recent experience.

The paper was published after last Friday’s release of July hiring data. That report showed a moderation in the pace of job losses and an unexpected move down in the unemployment rate. While economists and investors took comfort in the report, there was a sense that the unemployment rate decline was a quirk of falling labor force participation, and that it’s pretty likely that measure will again begin to rise.

Economists have for some time been anticipating job losses, even as they see modest growth returning to the economy. What is now a 9.4% unemployment rate is seen as peaking at 9.9% in December, according to The Wall Street Journal’s most recent survey of forecasters.

The paper’s authors allow their worst-case scenario may not play out. Their estimates rely in part on data from other countries that may not fit the American experience closely enough. The somewhat unique U.S. system for credit allocation, which relies more heavily on markets over banks, could also skew the data in unexpected ways.

The forceful response of government — extraordinary Fed policy actions coupled with huge government stimulus efforts — could also work to create a less ugly outcome.

The study warns changed labor market dynamics could also skew the so-called natural rate of unemployment toward a higher level, which in turn means the lower levels of unemployment could create the sort of inflationary forces the Fed would be forced to deal with.

But there’s uncertainty on this point. “Estimates of the natural rate are likely to be an important topic for policy makers for the foreseeable future.”


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FED, quantitative easing e simpatiche coincidenze

Nulla di nuovo. La riunione della FED di ieri non ha portato nulla di nuovo.
Per carità, io mi aspettavo ben poco dal meeting della Federal Reserve di ieri. Tassi che sarebbero restati in variati, menzioni alla . Tutto come da copione.
Però qualche spunto interessante, occorre ammetterlo, non è mancato.
Innanzitutto il buon capo della Federal Reserve (FED) Ben ha ammesso una cosa, che oserei definire in questo modo: la giapponesizzazione dell’economia.
“I tassi rimarranno bassi per un periodo eccezionalmente lungo”.
Messaggio chiaro ed esplicito. Se la memoria non mi tradisce, significa inflazione che non riparte, significa economia che non gira, significa che la ripresa latiterà ancora per molto…Ma come… Tutto questo cozza in modo clamoroso con la realtà dei fatti. Il mercato ha una valanga di liquidità a disposizione, liquidità che è stata anche protagonista nonché causa del rally delle borse.
E se riparte il ciclo economico, secondo me è indiscutibile il fatto che questa valanga di liquidità prenderà il sopravvento generando inflazione.

Permettetemi una piccola parentesi. Uno dei personaggi più particolari ma validi del mondo finanziario, Marc Faber, ha detto qualche giorno fa: “The world has not seen the end of the financial crisis and the recent surge in markets was a result of excess liquidity coming from central banks. If you pump money into the system and you create large fiscal deficits, you create volatility.” “.. We’ve seen an intermediate low in March, we’ll rally for a year or so or maybe 18 months — the ultimate crisis will happen much later, and the ultimate crisis would clean the system” “..“I am 100 per cent sure the US will go into hyperinflation. Buy a US$100 bond and frame it to teach your children about inflation by watching the US bond value diminish to almost nothing over the next 20 years.”

Mettiamola così…qui c’è qualcuno che non c e la conta troppo giusta.
Per abbiamo la fine della recessione, però non ci sarà una crescita virtuosa, perché i tassi saranno ancora bassi a lungo.
Vabbè, quante volte ho parlato del teatrino e del giochino psicologico attuato dai potenti dell’economia e della politica mondiale?

Quantitative easing? Slowly…

Altro passaggi interessante: Il ricorso al quatitative easing è stato rallentato, per garantire un periodo di transizione morbida. Il tutto suona a mò di manovra “tutto fumo e niente arrosto”. Ovvero dico una cosa al mercato senza mai renderla operativa. Altro giochino psicologico ed estetico. Brutte news per chi quindi sperava in una manovra di quatitative easing più aggressiva ed efficace................

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