sabato 4 maggio 2019

XXI secolo: USA vs. Cina

Il XXI secolo sarà caratterizzato da un solo evento epocale: i rapporti tra USA e Cina.
Tutto il resto è companatico: Giappone, Russia, India, Unione Europea.
Tutto è secondario se non fosse che è necessario per stabilire come il gioco principale andrà a finire.

Nell'interpretazione più generosa (ma inverosimile) della strategia di Trump:

1) il focus degli USA deve essere la Cina e tutto va valutato relativamente al tavolo da gioco principale, cioè alla luce di come influenza il potere relativo di USA e Cina (giusto);

2) la strategia principale è rallentare economicamente la Cina ...............................
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invertendo di fatto la rotta rispetto a ciò che è accaduto dopo l'ingresso della Cina nel WTO (giusto o sbagliato difficile dirlo, ma è una strategia potenzialmente sensata);


3) perché si è arrivati alla conclusione che la strategia secondo la quale la Cina sarebbe diventata un paese liberale e democratico tramite il commercio era infondata sin dall'inizio (probabilmente giusto);

4) Se tutto va per il meglio, il regime cinese collasserebbe per le proteste prodotte dal rallentamento economico, e se proprio si arrivasse ad un conflitto, ad oggi non ci sarebbero dubbi che lo vincerebbero gli USA, cosa che potrebbe non essere vera tra trenta anni (corretto).

5) Le minacce di protezionismo verso l'Europa sono un modo per spingere i paesi europei verso un'alleanza che isoli commercialmente la Cina, sia all'interno del WTO che all'esterno.

Questa ricostruzione farebbe pensare che alla Casa Bianca, nella persona di Trump o più probabilmente di qualche suo consigliere, ci sia un qualche genio della diplomazia all'altezza di Kissinger.
Molto ben nascosto, considerando che molti consiglieri si sono dimessi (alcuni, come Mattis, perché ritenevano che Trump non fosse abbastanza falco anti-cinese e fosse troppo pavido e moderato).

Ma questa interpretazione non torna con alcuni fatti importanti:

A) Per isolare la Cina occorre creare una rete economica, commerciale e finanziaria alternativa alla Cina: peccato che il TPP sia stato cassato da Trump come prima azione del suo mandato.

B) Per isolare la Cina servono alleati, ed il protezionismo contro la UE non è esattamente una strategia intelligente a riguardo: certo, l'Europa non è governata da strateghi ma da bottegai, e si era arrivati ben oltre il ridicolo quando si prese Xi come esempio di difesa della globalizzazione, ma rimane una strategia cretina. O meglio, una non-strategia.

C) Inutile lamentarsi del deficit commerciale, aumentando il deficit fiscale, perché i due sono collegati.
Quindi se si fa più deficit fiscale, si tende ad aver bisogno di più capitali esteri, da ottenere con maggiori importazioni nette (a parità di investimenti e risparmi privati).
Quindi l'immaginario grande stratega a Washington non conosce un'identità contabile.

D) L'unico punto di forza della Cina sono i risparmi, con conseguente dotazione di capitali per investimenti (oltre al bassissimo costo del lavoro, che però ha in comune con decine di altri paesi piccoli o grandi).
E' anche il principale limite degli USA, che Trump sta aggravando.

Per quanto possa essere interessante, l'interpretazione "bonaria" non è fondata sulla realtà.
Ma a voler rispondere alle critiche A-D, potrebbe risultare che la principale critica a Trump è che non è abbastanza anti-cinese e che serva un falco più aggressivo (commercialmente, perlomeno), ma più diplomatico (per tessere reti di contenimento).

Il protezionismo di Trump è frutto quindi di ignoranza economica e non di una strategia razionale. Ma potrebbe esserci una strategia non molto dissimile, ma razionalmente giustificabile e più coerente. Che potrebbe piacere ancora di meno di quella di Trump, però...