venerdì 26 giugno 2015

Ma che palleeeee 'sta quotidiana telecronaca sulla Grecia (che poi è solo una fiction e pure di serie B...)


Mi fa sorridere sentire tutti i giorni le "telecronache" sulla Grecia
e sul possibile accordo di Tsipras con la Troika e con i Creditori...
Viene presentato come se fosse qualcosa su cui si giocherebbe in modo decisivo la partita
o salta tutto
oppure si risolve tutto
Ed i mercati a specularci su/giù manco fossero le montagne russe...;-)
ultimo minuto, ultima oscillazione (stavolta) in SU:
Le borse europee rimbalzano su voci Grecia

Secondo delle indiscrezioni di stampa i creditori avrebbero fatto ad Atene una nuova proposta.
IN REALTÀ SONO TUTTE STRONZATE!
E' tutto trading di breve, sul quale giustamente giocarci su.
Invece il QUADRO GENERALE ormai è chiarissimo e ben poco "volatile":
la Grecia è morta zombie defunta fallita fin dal 2010
e Tsipras le ha dato semplicemente "il colpo di grazia"
Con questo non voglio ..............................
.



dare un giudizio di valore ideologico/politico
ma sto dando semplicemente un giudizio pragmatico guardando alla realtà fattuale.
Il braccio di ferro, il bluff, il tira&molla (chiamatelo come volete) di Tsipras con la Troika
ha comunque generato ENORMI DANNI all'economia ellenica già morta
al sistema bancario già morto, al tessuto socio-economico già morto, allo Stato ellenico già zombie.
Il VERO problema è che prima o poi qualunque accordo tampone salterà per forza di cose....sarà solo un ulteriore calcio al barattolo...
INFATTI in Grecia, di fronte alla prospettiva del crash finale, TUTTO ormai si sfalda...
la gente non paga più le tasse (ovvero le paga meno di quanto già facesse prima in un Paese ad altissimo tasso di evasione), non paga più le multe, le bollette, i mutui, i contributi pensionistici ove non detratti in automatico dal reddito
le aziende sono ferme e non si pagano tra loro, non si pagano i fornitori, non si investe una mazza e si gira al minimo indispensabile, non si assume
le Banche si svuotano anche di 2mld al giorno....e, senza l'ossigeno ELA della BCE, sarebbero già tutte bloccate/congelate


la disoccupazione (già mostruosa) riprende perfino a salire
e mi vengono ancora a parlare dell'avanzo primario ellenico...imbastendo accordi sulla base proprio di questo fantasmatico avanzo primario che ormai è svanito 99 su 100...ma che vadano a fan....

NON STIAMO A SMENARCI IL TORRONE
come fanno le vostre fonti informative mainstream preferite...
La verità ormai è solo questa
1. o si SUSSIDIA la Grecia ad oltranza come se fosse la Calabria&affini... e non sarà comunque un bel sussidiare perché ci perderà sia la Grecia che NOI che la sussidiamo
2. oppure si fa CRASHARE la Grecia una volta per tutte, nel modo più organizzato possibile...facendola uscire dall'euro, dalla UE e lasciando che si gestisca da sola il suo destino
Ma chissà come mai né Tsipras né i Greci vogliono uscire dall'euro...
mmmm....che strano... ;-)
E pensare che secondo il tifo italiota della Curva Sud...sarebbe tutta colpa della Merkel, della Troika e "Forza Tsipras!"...ed i Greci non avrebbero nessuna colpa/responsabilità....

BENE...
chiunque predichi in FallitaGlia di riprendersi la mitica sovranità, di sfanculare la Merkel e la Troika, addirittura di uscire allegramente dall'euro (cosa che nemmeno la Grecia alla canna del gas sta osando fare) e tante altre belle cosette del genere
si faccia due conti di cosa sta accadendo in Ellade
perché mettersi contro i Mercati, la Troika, la Merkel, la BCE ed i Rettiliani
HA UN COSTO
e la supposta cura può persino essere peggio della malattia
portando al totale BLOCCO dell'economia, del sistema finanziario ed in ultima istanza allo SFALDAMENTO della società civile.

Ma tanto i sovranisti-no-euro-talebani diranno che sto facendo solo terrorismo del PUDE... ;-)
Mentre semplicemente non vivo fuori dal Mondo e vi sto solo mostrando la Realtà Pragmatica...
Per me basta che uno sia CONSAPEVOLE al 100% e non viva nel Mondo di Papalla...
e poi massimo rispetto, anche se non la pensa come me.
Ma se uno crede alle bacchette magiche fuori dal Mondo e rifiuta la Realtà...allora giù mazzate....

Per farti una (vera) cultura sul laboratorio sperimentale ellenico:
From FunnyKing
...Tornando seri: questa mattina presto ho avuto una conversazione skype con un mio amico che vive ad Atene. La situazione è surreale oltre che drammatica, praticamente ogni attività economica è congelata (intendo attività economica del settore privato). Comunque vada per Tsipras le ore sono contate, non potrà portare avanti i colloqui ancora per molto....
Grecia, Quando i Cittadini Vivono in Uno Stato Fallito, Smettono di Pagare (non solo le Tasse) 
by FunnyKing
Guardate che il cinema che ci aspetta in Grecia è di quelli d’autore.
Abbiamo uno Stato che nella percezione dei suoi stessi cittadini è sostanzialmente fallito e sull’orlo di un cambio di regime. In questi casi accade che coloro che potrebbero pagare i propri debiti, sia quelli fiscali sia quelli privati, smettono di farlo.
Il ragionamento individuale ha due radici:
  • Se sta arrivando una tempesta meglio conservare per i giorni di pioggia tutto ciò che è possibile anche andando contro le leggi
  • Se sta arrivando un cambio di regime, arriverà anche una amnistia per ripartire, dunque a pagare ci sarà tempo.
Nel caso greco poi c’è una terza questione ancora più forte:
  • Perchè pagare oggi i debiti in Euro quando eventualmente potrei essere chiamato a pagarli in Dracme svalutate del 50% domani. Oggi mi tengo gli Euro e domani pago in Dracme.
Capite bene che sono tali e tante le variabili e gli effetti anche solo della percezione di un imminente deafult e grexit che nulla può essere dato per scontato. Ad esempio verrà certamente fuori un gigantesco buco di bilancio nei conti Greci, e nei conti delle Banche Greche che hanno concesso mutui.
Prima di lasciarvi a Mario Seminerio con un post Magistrale su Phastidio, vi do altre 2 notiziuole:
  1. Il ritmo di fuga dalle banche ieri ha raggiunto circa i due miliardi di euro (fonte FT)
  2. Ieri Samaras ha portato in piazza Syntagma 20,000 Pro-Euro (si PRO no Contro, avete capito bene) in protesta contro Tsipras (accusato a torto di essere contro l’Euro, si sa la propaganda….)
Insomma Casino Totale Carpiato.
A questo punto ho la certezza che le Bimbominkiate dell’Eurogruppo di ieri sono uscite solo per cercare di calmare la rivolta popolare (compreso il bank run sempre meno strisciante) che sta montando in Grecia…. ehm cari Greci troppo tardi.
da Phastidio, post di Mario Seminerio
Che accade quando un paese scivola nel caos economico, che porta con sé quello istituzionale, sociale e civile, e vive immerso in una sensazione permanente di collasso imminente? Che le persone si sentono legittimate e giustificate a smettere di adempiere ai propri doveri di cittadini inseriti in un tessuto comunitario. E non parliamo di stato di necessità, badate. Parliamo di quel feeling da “tutti a casa” che segna la dissoluzione di una entità statuale e che può essere recuperato solo con un nuovo paradigma, che spesso nasce dal sangue e dalla sofferenza.
Nel caso della Grecia questi prodromi di dissoluzione dell’entità statuale sono presenti da tempo, ed ora sembrano approfondirsi ed accelerare.
La domanda è: se anche il negoziato coi creditori avesse un “lieto fine”, ammesso e non concesso che non si tratti solo di una finzione di natura geopolitica, siamo certi che la Grecia non abbia già attraversato il punto di non ritorno? Prendete questo passaggio, tratto da un articolo del Financial Times:
La raccolta fiscale di maggio, ad esempio, è stata inferiore di circa un miliardo agli obiettivi di bilancio, con molti cittadini greci recalcitranti a presentare le dichiarazioni dei redditi. Questo ha accentuato la pressione sul governo di sinistra, mentre cerca disperatamente di mettere assieme fondi per pagare salari, stipendi e creditori esteri. Lo stesso governo ha contribuito al caos dei mancati pagamenti congelando quelli dovuti ai fornitori. Questo ha avuto effetti a catena, soffocando le piccole imprese che dominano l’economia ed accumulando una montagna di arretrati che richiederà mesi, se non anni, per essere smaltita. “I pagamenti tra imprese sono quasi fermi”, dice un imprenditore di Atene (…) “Per le banche greche, i prestiti ipotecari i cui pagamenti sono stati interrotti da debitori che decidono di smettere di pagare pur potendolo fare (strategic defaulters) sono diventati un particolare grattacapo, soprattutto da quando il governo guidato da Syriza ha detto di essere impegnato a proteggere i proprietari di case a basso reddito da esecuzioni immobiliari sulle loro proprietà. C’è un vero problema di azzardo morale…circa il 70% dei mutui ipotecari ristrutturati [cioè che hanno avuto ridefinizione dei termini di pagamento, per venire incontro al debitore, ndPh.], non stanno venendo pagati perché la gente crede che i pignoramenti saranno effettuati solo nei confronti dei proprietari di grandi ville”, dice un banchiere.
Già, pare che le aspettative contino, soprattutto quando sono attivamente indotte da un governo “rivoluzionario”.
O forse è stato solo un malinteso ed un problema di comunicazione, chissà.
Un sistema bancario impiombato di sofferenze e crediti ristrutturati che diventano rapidamente inesigibili è un sistema bancario destinato a trascinare con sé l’intero paese.
Su tutto, la domanda sorge spontanea: le “infrastrutture” giudiziarie ed amministrative greche sono in grado di recuperare quei crediti incagliati, anche e soprattutto nel caso di “default strategico” (cioè il “liberi tutti”, inclusi quelli che possono ancora pagare), e non da stato di necessità?
In altri ed ulteriori termini, non è che la Grecia è già diventata uno stato fallito, da molto tempo, mentre noi eravamo intenti a giocare con i fogli excel e quadrare gli avanzi primari, in una crescente disconnessione dalla realtà?
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Grecia, piani e contropiani per un destino che appare segnato (salvo miracoli)
Dopo un estenuante e spesso surreale negoziato, la Grecia ed i suoi creditori (Ue, Bce, FMI) avrebbero trovato il punto d’equilibrio e compromesso su un pacchetto di misure che tutto sono tranne che “riforme strutturali”. More of the same, direbbero gli anglosassoni.
E’ il peccato originale della Troika, non solo della Grecia e dei suoi governanti pro tempore.
Ed è anche l’evidente limite democratico degli attuali trattati europei.
Come finirà? Male.
Le misure su cui si sarebbe raggiunto il compromesso prevedono una correzione ai conti pubblici di circa l’1,5% per quest’anno e del 2,9% l’anno prossimo. Considerando che il primo semestre è terminato. è del tutto evidente che l’impatto della correzione per quest’anno sarà comunque molto forte, ove effettivamente realizzato, e non mancherà di esercitare un ulteriore effetto depressivo sull’economia greca.
Quel che è peggio, il pacchetto è centrato pressoché esclusivamente su aumenti di entrate, anche se occorre essere consapevoli che nel breve periodo anche i tagli di spesa deprimono l’economia.
La scelta di maggiori entrate in luogo di minori spese resta caratteristica di situazioni in cui le resistenze di gruppi di interesse impediscono di agire sugli esborsi. Dinamiche che noi italiani conosciamo molto bene, avendole vissute e continuando a sperimentarle sulla nostra pelle.
Prescindendo dalla situazione economica e dall’impatto ulteriormente recessivo delle misure adottate, serve tenere a mente che la Grecia è un paese in cui i cittadini stanno smettendo di pagare le tasse.
Segnale inequivocabile di disgregazione civile, sociale ed istituzionale che porta al fallimento dello stato come entità organizzativa suprema  di una comunità umana.
Un sistema fiscale come quello greco era già di suo un colabrodo, caratterizzato da corruzione endemica e pervasiva che porta alla caratteristica dinamica di evasione altissima ed aliquote nominali legali altrettanto elevate.

Paradigmatico, in questo senso, il fatto che i creditori spingessero per tagli di spesa anziché aumenti di entrate.
Al di là di considerazioni di efficienza economica, i primi sono immediatamente realizzabili, con un tratto di penna: basta smettere di pagare.
I secondi possono essere vanificati da un apparato burocratico amministrativo al collasso e da cittadini contribuenti che sentono avvicinarsi il “liberi tutti”.
Consapevoli di questo rischio, i creditori hanno quindi puntato su entrate fiscali ad alta probabilità di realizzo, su consumi relativamente anelastici e bassi margini di evasione.
Da qui la richiesta di portare dall’11 al 23% l’Iva sull’elettricità, a cui Atene ha risposto innalzando l’aliquota intermedia al 13%.
La profonda diffidenza e sfiducia reciproca tra debitori e creditori ha fatto il resto.

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Le altre misure fiscali sono aumenti di contributi sanitari per i pensionati, addizionali Irpef per i “ricchi” sopra i 30.000 euro annui e per le aziende
, aumento dei contributi previdenziali a carico delle imprese, che spingeranno ulteriormente verso il sommerso e distruggeranno altra occupazione.
Il tentativo del governo di Atene di stringere sui requisiti di pensionabilità nasce morto o moribondo: i “disincentivi” al pensionamento anticipato scatteranno dal prossimo anno ma nulla impedirà nuovi esodi biblici in questo, soprattutto in un paese che utilizza i prepensionamenti come valvola di welfare improprio contro la disoccupazione.
Ancora una volta, inoltre, i “risparmi” previdenziali semplicemente non sono tali ma sono aumenti di entrate contributive.
Le cosiddette “privatizzazioni” sono solo numeri scritti sull’acqua della quadratura posticcia e fittizia dei conti, così come il mitologico efficientamento della pubblica amministrazione e la lotta all’evasione.
Non sappiamo se Tsipras riuscirà a convincere la sua recalcitrante minoranza di ultra sinistra a votare questo pacchetto. Se mai dovesse esservi crisi di governo ad Atene, non sarà un regime change golpistico ordito dalle “potenze occupanti” della Troika ma l’ennesimo ceffone della realtà.
Ma il punto vero, ed unico, di tutta questa vicenda dolorosa e grottesca è che per anni la Troika si è “accontentata” di manovre correttive contabili, che finivano col lasciare intatta l’”anima” dello stato greco, le sue inefficienze e la sua disfunzionalità esistenziale.
Si sono chiamate “riforme strutturali” quelle che erano in realtà solo inique spremute fiscali.
Nulla è mai stato attuato, in termini di liberalizzazione dei mercati del lavoro e dei prodotti.
Nulla in termini di riforma della pubblica amministrazione.
Ma occorre chiamare le cose col loro nome: queste non sarebbero state “riforme strutturali” ma un vero e proprio nation building.
Per attuare il quale, in assenza di cooperazione del paese interessato, sarebbero servite delle truppe di occupazione, e nessuno si scandalizzi per l’iperbole.

Il destino della Grecia è segnato.
Ma lo era già prima della crisi, è scritto nel modello culturale del paese.
Possiamo festeggiare l’ennesima finzione, ma la realtà presenterà il conto, inesorabile ed impietosa. A meno di un miracolo.
AGGIORNAMENTO: il contropiano dei creditori prevede una stretta meno graduale sull’innalzamento dell’età pensionabile, uscite anticipate a “quota 102″ (62 anni di età e 40 di contribuzione) e l’eliminazione dell’addizionale del 12% sugli utili aziendali eccedenti i 500.000 euro, che da sola generava 1,3 miliardi di entrate. Nel complesso, più tagli e meno tasse. Ma resta l’impianto di fondo: questa vicenda era da gestire agendo sui processi di mercato (del lavoro e dei prodotti) e della macchina pubblica, in un’ottica di lungo periodo. Assai difficile pensare che, anche con questo contropiano, l’esito ultimo possa differire da quanto sopra indicato.
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