lunedì 22 giugno 2009

"Lettonia" chiama "Argentina"


Di poco fa la notizia che la situazione economica in Lettonia è peggiore del previsto, parola del capo-economista del FMI (Fondo Monetario Internazionale)...
Visto che la situazione della povera Lettonia era già disatrosa e che adesso "è peggiore delle attese"... vi lascio immaginare...
(vedi in questo Blog Scricchiolii dalla Lettonia...e non solo...)

...Sul fronte della crescita e dei conti pubblici l'economia lettone versa in condizioni molto più gravi di quanto previsto quando è stato predisposto il programma di aiuti messo a punto da Fondo monetario internazionale e Unione europea....l'ancoraggio della valuta lettone all'euro fa parte del programma tra Riga e il Fondo e non c'è motivo venga al momento ridiscusso. .....da Vilnius il Fondo monetario internazionale annuncia di stimare per il prodotto interno lordo lituano di quest'anno una contrazione pari a 16%, peggiore del calo di 10% ipotizzato ad aprile, seguita da una flessione di 3,75% nel 2010....


Forse oggi il presidente della BCE Trichet aveva in mente anche la Lettonia quando ha affermato:
"La recessione arretra ma mercati non sono al sicuro...Ci sono ancora rischi di una improvvisa emergenza per una inaspettata turbolenza dei mercati...anche se ci sono i primi segnali di un rallentamento della crisi, dobbiamo restare vigili"...
....tutti gli organi preposti al funzionamento dei mercati finanziari devono restare allerta perchè "siamo al momento ancora in una fase di rallentamento che a livello globale si sta rivelando la più grave dai tempi della seconda guerra mondiale".
Il Cigno Nero di Taleb è sempre in agguato di questi tempi...ed è molto meno raro ed inaspettato di quanto s'immaginasse il suo stesso inventore...

Ed ancora, voci dalla Lettonia durante una delle numerose manifestazioni di piazza:
Scendono in piazza senza rassegnarsi i cittadini lettoni.
Il piano di tagli previsto dal governo contro la crisi economica, li angoscia. Il parlamento di Riga ha approvato una riduzione del 20% dei salari dei dipendenti pubblici e del 10% delle pensioni a partire dal primo luglio.
“ Devo scegliere -ha raccontato una manifestante – tra mangiare e pagare l’affitto. Devo anche comprare le medicine. Cosa possiamo fare?” “ Non posso permettermi- ha detto un insegnante -di lavorare per 230 euro al mese. Devo pagare le fatture e la mia famiglia vuole mangiare. Mi spiace, ma devo lasciare il paese”. Il ministro delle finanze lettone ha incontrato anche i manifestanti, nel tentativo di rincuorarli. Ma il governo di Riga non puo’ fare marcia indietro: i tagli li richiede il Fondo monetario internazionale in cambio di aiuti. Il paese baltico, che conta 2 milioni e trecentomila abitanti, è secondo lo stesso governo sull’orlo della bancarotta. L’economia lettone risulta essere la più colpita dalla recessione in tutta l’Unione Europea. Nei primi tre mesi dell’anno è retrocessa dell’ 11,2%.

Non per nulla il solito Nouriel Roubini dieci giorni fa "gufava" addirittura sul Financial Times...
«La Lettonia rischia di diventare l'Argentina europea»...
...Roubini analizzava la condizione della repubblica baltica, definendola senza mezzi termini «drammatica».
Il Paese, spiega Roubini, è infatti in una situazione molto simile a quella in cui versava l'Argentina nel biennio 2000-2001: una grave recessione provocata da shock finanziari a livello mondiale, un improvviso prosciugamento dei capitali in ingresso e la necessità di ridurre un imponente deficit estero, aggravato da una politica monetaria insostenibile.

Altra similitudine con il Paese sudamericano è legata al Fondo Monetario Internazionale: allora come oggi l'istituto ha assecondato a lungo le scelte valutarie della Lettonia, con l'obiettivo di scongiurare una svalutazione galoppante. Senza però rendersi conto di quanto il lat (la moneta locale) fosse sopravvalutato. E contribuendo così a non consentire alle industrie lettoni di mantenersi competitive sul mercato.
«Occorrono misure draconiane, specialmente per quanto riguarda il taglio della spesa pubblica», ha insistito l'economista.
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.....«Solo un miracolo o misure straordinarie potranno restituire credibilità all'economia, e guidare verso una stabilizzazione - conclude l'economista - Come insegna il caso argentino, procrastinare gli interventi significa solo andare incontro ad un inevitabile crollo, con il rischio di contagiare l'intera regione e di aumentare drammaticamente i costi»....

Ed anche la Bulgaria scricchiola...
LA BULGARIA STA SEMPRE PEGGIO . ARRIVA IL SOCCORSO DEL FMI ?
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