mercoledì 30 marzo 2011

Un po' di verità su FIAT (5° puntata)

Aggiornamento delle 22.32
Chissà perchè la IPO (=quotazione in Borsa) di Chrysler molto probabilmente verrà rimandata almeno al 2012...
E pensare che, a detta di Marpionne, Chrysler sarebbe una sorta di "gioiellino"...;)
Chrysler: Ipo rimandata al 2012
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Continua su questo BLOG la Telenovelas "Un po' di verità su FIAT"
Ecco i link alle puntate precedenti (da non perdere)
- La marea di cazzate post-referendum Mirafiori
- Finalmente un po' di VERITA' su Super-Marchionne e sulla sua Poker-FIAT
- FIAT: Vassalli, Valvassori e Valvassini
- Fiat: Marchionne, Nel 2° Trimestre Risultati Eccezionali sopra le Attese....

Quando mi capita di trovare anche solo un minimo cenno di critica sulla Poker-Fiat del Super-Marchionne....beh la pubblico subito....;-)
Almeno cerco di controbilanciare dello 0,0001% la quasi-totale e cortigiana predominanza di lodi sperticate ed a-critiche...

Passiamo dunque la parola a REPORT del 27 Marzo
(clicca sull'immagine per vedere il video)













Ed a seguire ecco due "rarissimi pezzi" che osano muovere qualche cenno critico alla Poker-Fiat del Super-Marchionne...
Continua a leggere...


I pagliacci non fanno sempre ridere
...........Ed ora, Mirafiori: quella grandissima opera di ingegno con cui Marchionne ha catturato l’attenzione di tutta Italia per risolvere un problema che lui stesso non reputa(va) un problema:
....il costo del lavoro rappresenta il 7-8 per cento e dunque è inutile picchiare su chi sta alla linea di montaggio pensando di risolvere i problemi. Se avessi tagliato metà dei dipendenti, a parità di volumi, non avrei riportato Fiat Auto al pareggio......
....Quando si perdono 3 milioni di euro al giorno, come succedeva fino a due anni fa, e uno pensa che sia colpa degli operai vuol dire che ha saltato qualche ponte sulla sua strada (Marchionne, in versione 2.006).....

E mentre col piano-Mirafiori distraeva il mondo, e quindi pure quel geniaccio di Fini, che infatti non perde certo l’occasione per parlarne nel suo articolo, Marchionne intascava un lauto stipendio forse non così meritato, nel silenzio pressoché generale.
Anzi, tutti a sperticarsi di lodi per la recente scissione in due di Fiat, e per le rivoluzioni di Pomigliano e Mirafiori, così da far correre il titolo in Borsa, con un bel +106% in 12 mesi, +66% negli ultimi 6 mesi e +26% negli ultimi 3.....
Vale forse la pena ricordare che il valore di un’opzione call (e quindi di una stock option) aumenta all’aumentare del valore dell’azione sottostante?

Fa niente se l’azienda è in ritardo drammatico nella realizzazione del proprio piano industriale, datato 2006 (a proposito: da allora è successo così poco nel mondo, che alla Fiat non si sono preoccupati di aggiornarlo?): in fondo, vendere macchine è il loro
core business, perché preoccuparsi di aver perso un miliardo di euro sul mercato europeo?

Il tutto mentre Marchionne ha avuto la dolcezza di definireshyster loans” (che potremmo tradurre in “prestiti a tassi fraudolenti”) i finanziamenti che Chrysler ha ricevuto dal governo americano e canadese e che, incidentalmente, hanno evitato il fallimento della stessa Chrysler, poi infiocchettata in un bel pacco regalo a Fiat, che si è presa il 20% del costruttore d’auto americano, senza sborsare un centesimo (ha pagato infatti in know-how), con la possibilità di acquisire una ulteriore quota del 15% e di salire, con un ulteriore 16%, sino al 51% dal 2013 qualora le cose dovessero andare bene.......
La lettura delle pagine da 79 ad 83 della domanda di ammissione al Chapter 11 è illuminante: nel 2008 Chrysler ha provato a vendere la propria azienda a qualsiasi produttore di auto mondiale, a produttori di componenti e chiunque potesse essere interessato.
Al tavolo è rimasta solo Fiat, l’ultima spiaggia; dopo due anni e mezzo di tentativi di cessione falliti.
Insomma, si è cercato di tutto, ma non c’era niente di meglio: Chrysler era messa talmente male che non l’ha voluta nessuno.
Nel caso vi fosse sfuggito, nell’articolo del Detroit News si dice anche che:
....Chrysler is seeking $3 billion in low-cost government loans from the Energy Department to build more fuel efficient vehicles and in talks with banks to refinance the company’s debt.....

Da una parte si lamentano che i fondi statali costano troppo e vogliono restituirli al più presto, e dall’altra sono già pronti a chiedere altri fondi.

Sempre interessati a tenere Fiat in Italia?
Nel frattempo, è cosa sgradita far notare che l’impianto in cui Fiat punta a crescere maggiormente è Cassino, cioè l’unico che beneficia di congrui fondi pubblici statali e regionali?.....


Marchionne e la flessibilità. Di interpretare i risultati aziendali
da Phastidio.net
Su Linkiesta, l’analista finanziario indipendente Andrew Sentance segnala che Fiat avrebbe pesantemente “bucato” il piano industriale 2006-2010 soprattutto a causa dei marchi Alfa e Lancia:
«Alfa e Lancia, semplicemente, non stanno vendendo tante auto quante erano state preventivate e annunciate.

Nel piano industriale 2006-2010, era previsto che nel 2010 l’Alfa e la Lancia avrebbero venduto entrambe 300.000 auto l’anno.
Se ne stanno invece vendendo circa 100.000, esattamente come quattro anni fa.
Anche con la migliore forza lavoro al mondo, non si può pensare di far profitti se viene venduto un terzo delle auto che si era prestabilito di vendere.
L’altro grosso buco è la Cina, oggi il più grande mercato automobilistico mondiale. Là dove l’azienda dovrebbe star vendendo ormai 300.000 auto, non è neppure presente»

Nulla di male, s’intende. C’è la crisi e i marchi tedeschi si sono mangiati la Cina: non potete pretendere che per simili dettagli un piano industriale venga attualizzato, cioè riscritto o cestinato.

Secondi i calcoli di Sentance, che ricava il grado di leva operativa di Fiat dal piano industriale 2006-2010, il raggiungimento dei target di vendite per Alfa e Lancia avrebbe determinato un maggiore utile operativo di circa 750 milioni, sufficiente a rendere profittevoli gli impianti italiani, oltre ad eccedere i risparmi di costo derivanti dalla riorganizzazione produttiva che Marchionne sta perseguendo nel nostro paese.
La morale dell’analisi di Sentance è presto detta: gli impianti italiani sono così drammaticamente lontani dalla saturazione perché impegnati in modelli che non vendono.
Data questa premessa,
«Cambiare le condizioni di lavoro non farà alcuna differenza. Il problema principale non è a livello produttivo, è a livello progettuale, di marketing e delle vendite»
Eppure, a Corso Marconi il compensation committee (la nuova foglia di fico delle maggiori aziende italiane) ha rafforzato i retention bonus.
Secondo Sentance, l’esercizio 2009 è stato molto generoso con Marchionne.
Lo era stato anche con l’accomandita della famiglia,
se non ricordiamo male.
«L’ultima cosa che amareggia
in tutto questo parlare di quanto i lavoratori debbano fare sacrifici è che nel 2009 sia stato pagato a Marchionne un premio di 1,3 milioni di euro sonanti e 500.000 azioni, che si sono andati a sommare a uno stipendio che ammonta a 3 milioni di euro.
In un anno in cui l’azienda ha perso 800 milioni di euro e ha avuto un margine operativo del 2,1% invece che del 7%, previsto nel piano 2006.
Sarò anche all’antica, ma i premi si danno quando si fanno utili e si raggiungono gli obiettivi che ci si è prefissati, specie se si tratta dell’amministratore delegato.............


Risultato mancato, bonus assicurato.
E’ la nuova regola aurea dei top manager italiani, industriali e (soprattutto) creditizi.

Ma di certo la nostra è tutta invidia.
Ricordando le parole di Marchionne stesso, intervistato da Ferruccio De Bortoli al Festival dell’Economia di Trento del 2008: «La mia retribuzione è alta perché è commisurata ai risultati. Se non porto risultati, io guadagno zero.
Sono cresciuto nel Nord America dove tutti, per definizione, sono precari.
Non ho mai avuto e non credo di avere nemmeno adesso un contratto che mi protegga.
Io sono il più precario della Fiat»..........

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