venerdì 14 marzo 2014

E ci voleva il Financial Times a dircelo? "FT boccia il piano di Renzi: “La sua medicina non curerà l’Italia”

Financial Times boccia il piano di Renzi: “La sua medicina non curerà l’Italia” 
E ci voleva il Financial Times a dircelo?
Noi dell'Informazione Indipendente l'avevamo già detto in tutte le salse...mentre i mass-media-a-libro-paga facevano le solite markette.
 Sono solo nocciole renziane lanciate alle scimmiette italiote...
Il quadro strutturale non cambia ed è fin troppo chiaro, purtroppo....
vedi il mio post: Renzie's...: Pizza&Noccioline

Intanto vorrei farvi una RIVELAZIONE che pochi in Italia conoscono...;-)
Reddito da Lavoro/da Impresa, Risparmi e Rendite Finanziarie sono strettamente collegati...
Non è che da una parte hai il Reddito del tuo lavoro...
e dall'altra...così...a compartimenti stagni...hai le Rendite Finanziarie che discendono dal cielo come la manna...
In particolare le Rendite Finanziarie dei piccoli-medi risparmiatori derivano dai loro Risparmi che in stragrande maggioranza derivano dal loro Reddito da Lavoro.
Visto però che il Reddito da lavoro e da impresa sono già stati tassati...............
.
visto però che i Risparmi derivano da quello che non hai speso in consumi gravati dall'IVA (altra tassa)...
forse forse i Risparmi/le Rendite finanziarie non sono esattamente assimilabili come tassazione alle altre forme di Reddito...: infatti sono il "distillato finale" di altre innumerevoli tassazioni precedenti...
ed hanno anche una funzione di ammortizzatore sociale...di Welfare, soprattutto in un paese come l'Italia.
Non a caso la costituzione italiana ...
Articolo 47
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
Ecco ...non mi pare proprio che l'articolo 47 di cui sopra venga onorato....
tra patrimoniale del 2x1000 sui depositi titoli etc (imposta di bollo)
tra Tobin Tax sulle transazioni finanziarie
tra tassa sull rendite finanziarie che sale sempre di più
tra IMU-TASI o come cappio si chiama sempre più esosa etc etc

Ma mi rendo conto che UGA UGA....Italioti vedere solo da una parte Tasse Lavoro
ed UGA UGA dall'altra esserci tasse su Rendite Finanziarie...
ed UGA UGA non vedere nesso...
Ed il livello UGA UGA con sveglia al collo degli Italioti
viene facilmente cavalcato dallo slogan
"meno tasse sul lavoro (troppo alte) aumentando le tasse sulle rendite finanziarie (troppo basse)"
che è un VERA E PROPRIA CAZZATA raccontata da arte...
visto che le due categorie, come spiegavo sopra, sono collegate ma non assimibilabili sullo stesso piano
visto che le tasse reali sui risparmi messi a rendita sono già elevatisime (intorno al 40%) e dunque già superiori alla maggioranza dei casi di tassazione sul lavoro
visto che comunque le vere grandi Rendite Finanziarie da Rentier puro...ovvero derivanti soprattutto da reddito da capitale etc etc sfuggiranno tranquillamente al maggiore prelievo Renziano....che colpirà soprattutto i soliti noti...piccoli&medi...

Già vi dissi tutto tempo fa....come sempre...
Ma rivediamo l'esempio di Phastidio:
(Simulazioni costruite sulla base delle informazioni attualmente fornite "a voce" dal Governo)
Esempio: 

un deposito bancario da 100.000 euro, con rendimento annuo lordo del 2%.
• Reddito da interesse (la “rendita pura”): euro 2.000;
• Ritenuta d’imposta 26%: euro 520;
• Imposta di bollo 2 per mille: euro 200;
Totale prelievo: euro 720;
Pressione fiscale totale sul reddito da capitale prodotto dal deposito: 720/2000 = 36% 
Ergo 36%...ed era già il 30% prima "dell'aumentino" di Renzi
Se poi ci aggiungiamo la Tobin Tax che colpisce alcuni tipi d'investimenti
e ci aggiungiamo i costi bancari e le commissioni
arriviamo intorno al 50%...
Mica male vero? 

Ma facciamo un paio d'interessanti simulazioni
cambiando alcuni numeri

Esempio 2: un deposito bancario da 20.000 euro (invece di 100mila), con rendimento annuo lordo del 2%.
• Reddito da interesse (la “rendita pura”): euro 400;
• Ritenuta d’imposta 26%: euro 104;
• Imposta di bollo 2 per mille: euro 40;
Totale prelievo: euro 144;
Pressione fiscale totale sul reddito da capitale prodotto dal deposito: 144/400 = (sempre) 36% 

Esempio 3: un investimento da 100.000 euro, con rendimento annuo lordo del 6% (invece del 2%).
• Reddito da interesse (la “rendita pura”): euro 6.000;
• Ritenuta d’imposta 26%: euro 1560;
• Imposta di bollo 2 per mille: euro 200;
Totale prelievo: euro 1760;
Pressione fiscale totale sul reddito da capitale prodotto dall'investimento: 1760/6000 = (scende al) 29% ca.

Carino vero il giochino?...;-) e soprattutto molto "equo".....
(con sarcasmo): Forse è per questa ragione che hanno tenuto la tassazione sui BOT al 12,5%...visto che ormai a 12m rendono lo 0,6% scarso...manco fossimo la Svizzera...;-)
Ma vediamo che ci racconta l'ottimo Mario Sechi nel suo articolo
Rendite finanziarie. Ecco la slide che non c'è
....Se i numeri non sono un'opinione, significa che la decisione del governo di aumentare la tassazione dal 20 al 26 per cento sugli strumenti finanziari che non sono di origine pubblica (Bot, Btp, conti correnti postali, etc.) crea due mercati concorrenti nella raccolta ma con un trattamento fiscale asimmetrico: da una parte le "rendite" con una tassazione che dal 1° maggio scatta al 26 per cento, dall'altra un settore "pubblico" che gode di un trattamento di favore con un prelievo del 12.5 per cento.
Nella torta del risparmio questo significa che il 41 per cento della ricchezza finanziaria nazionale pagherà di più,
mentre quel 5 per cento di famiglie che detengono direttamente titoli di Stato godranno di un trattamento di favore.
Eppure, in entrambi i casi siamo di fronte a una "speculazione", cioè a soggetti che cercano di trarre un guadagno dal proprio investimento.


Il risparmio in Italia in questi ultimi anni è stato sottoposto a un rally fiscale: dal 2011 al 2012 il gettito è passato da 6,7 a 13 miliardi di euro, nel 2013 secondo le stime è passato a quota 17 miliardi.
Con questo salto in alto della tassazione il prelievo si avvicina al gettito Imu (24,7 miliardi nel 2012).
Le cifre macro tuttavia non danno esattamente la dimensione del fenomeno.

La realtà irrompe nel portafoglio del risparmiatore quando si fa il conto su un deposito piccolo o medio.
Mario Seminerio, economista, l'ha fatto sul suo blog Phastidio.......

.....Trentasei per cento.
Un prelievo su denaro che, nella maggior parte dei casi, è frutto di un lavoro già tassato alla fonte, i risparmi di una vita, la vendita di un immobile ereditato o comprato quando i prezzi erano ancora accessibili e l'apprezzamento del mattone ha suggerito di realizzare un tesoretto in liquidità da reinvestire in futuro in altre attività o nell'educazione dei figli.
Il combinato della ritenuta e dell'imposta di bollo ha un effetto micidiale, è una patrimoniale sulla ricchezza che sommata al prelievo sugli immobili (vedremo presto gli effetti della nuova legislazione) ha un impatto enorme sulla disponibilità di risorse delle famiglie italiane, in particolare della classe media.


Con questa manovra, il governo entra in banca e fa un prelievo diretto dal conto di deposito.
Non c'è bisogno di definirlo "forzoso", è operativo dal 1° maggio e basta.
Riguarda potenzialmente una platea vastissima di cittadini.
L'unica alternativa è cambiare tipo di investimento e la conseguenza è che il nostro mercato azionario già affetto da nanismo ha un altro disincentivo con cui fare i conti.

Proviamo a immaginare cosa farà di fronte a un simile scenario un grande risparmiatore che ha investito qualche milione di euro in azioni o obbligazioni.
Prima mossa, semplice: liquida il portafoglio e compra titoli di Stato.
Il suo guadagno è immediato: dal 26 per cento al 12,5 per cento, cioè 13.5 punti di pressione fiscale in meno.
Non è questa una distorsione della concorrenza in un settore che dovrebbe avere come scopo anche quello dell'allineamento del trattamento fiscale dei prodotti finanziari?
Cos'ha da dire l'Abi su un punto così delicato? E la Borsa Italiana?
I regolatori del mercato intendono stare a lungo silenti?
I privati che collocano prodotti finanziari sono figli di un dio minore e i loro clienti dei cittadini di serie B?
Da quando il debito pubblico è considerato free risk e zona franca tributaria?
Chi investe in quote di capitale nelle aziende è da punire?
Mentre chi compra debito pubblico è un filantropo che non sa cosa sia il capital gain?
Il tema è quello di una patrimoniale mascherata in cui lo Stato gioca un ruolo che è sempre win-win, non perde mai, mentre il risparmiatore si trova di fronte a una gimkana finanziaria.........
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