giovedì 30 giugno 2011

Fissatio Bollatio


Fissato Bollato....
Fissatio Bollatio....
La mossa di Tremonti mi sembra talmente illogica che non so cosa pensare...
Infatti, secondo le indiscrezioni sulla prossima Legge Finanziaria, verrebbe re-introdotta l'antica gabella medioevale del fissato bollato....

Se si aumenta l'Iva dell'1% nessun negoziante chiude le serrande e nessun consumatore smette di consumare.
Se si aumenta il capital gain portandolo al 18% nessun risparmiatore smette di risparmiare e nessuna banca chiude.

Se si introduce una tassa dello 0,15 sulle transazioni finanziarie si distrugge un intero settore finanziario.
In particolare:
1) Si crea una emorragia di posti di lavoro nelle SIM, nelle banche di trading-online, nei giornali e siti finanziari, nelle software house che forniscono dati e piattaforme di trading, etc
2) Si depauperano patrimonialmente le stesse banche che si vogliono ora ripatrimonializzare (ricordo che Unicredit possiede Fineco che è la più grande banca di trading online)
3) Si distrugge il valore patrimoniale della nostra Borsa italiana

E i trader online?
Beh, non so quanti di loro fanno delle transazioni finanziarie una fonte di ricavo, di sicuro c'è un popolo di almeno 100.000 persone (con famiglie annesse...) che qualche operazione di arrotondamento la fa spesso e volentieri.
Non so quali siano i loro danni economici, però posso immaginare che quei tra quei 100.000 ci saranno moltissime persone arrabbiate con il signor Tremonti.

Ma la tassazione non introduce solo un danno economico, ma anche strutturale.
La borsa italiana è storicamente uno dei mercati più liquidi d'Europa grazie alla piattaforma di trading evoluta e grazie al regime di basse commissioni.
COMPENSIAMO il fatto di essere una "BORZETTA periferica"....offrendo una serie di atout che ci rendono appetibili.
In virtù di queste caratteristiche specifiche, nella Borsa Italiana è molto alto il numero di contratti sui singoli titoli e sugli altri strumenti derivati da parte di investitori che cercano, grazie alla velocità di esecuzione e alle commissioni basse, un profitto percentualmente basso.
Introdurre una tassazione dello 0.15 sulla transazioni, in pratica significherebbe 0,15 in acquisto e 0.15 in vendita e farebbe sì che ogni investitore parta con uno svantaggio dello 0,3% su ogni titolo acquistato, il che è una enormità.

Molti degli attori che adesso operano in borsa rinunceranno ad operare...rendendo di fatto il mercato sottile e illiquido (e dunque maggiormente soggetto a FLASH CRASH SPECULATIVI...)
Se l'obiettivo della tassazione è quello di sconfiggere la speculazione, direi che non è questo il modo migliore.
Un mercato sottile e illiquido è più preda della speculazione di altri mercati (quando venerdì scorso è partito l'attacco alle nostre banche, non oso immaginare che cosa sarebbe successo in un mercato privo di scambi).

Se l'obiettivo della tassazione è quello di portare soldi freschi nelle casse dello stato, direi di nuovo che l'obiettivo rischia di essere utopico.
Chi si azzerderà a operare in un mercato dove parte con uno svantaggio dello 0,3% su ogni titolo acquistato?
Alla fine la fonte di incasso potrebbe essere molto diversa da quella preventivata da Tremonti.

Se si vuole davvero sconfiggere la speculazione, ci sono ben altri modi meno medioevali e meno STUPIDI....
ed essi possono essere concertati solo a livello internazionale.
Marginazione con leve stratosferiche, macchinette algoritmiche, rumors inventati di sana pianta, mancanza di un mercato regolamento per i CDS over the counter, etc,
sono tutti problemi strutturali che alimentano la speculazione.
Ed è lì che bisogna intervenire.

Tra parentesi....anche i cassettisti verrebbero inkiappettati: dunque si creerebbe un ulteriore disamore nei confronti degli assets azionari che rimarebbero appannaggio dei soliti noti e dei loro giochetti...;-)
-30% di gabella su una plusvalenza molto aleatoria....
soprattutto su UCG...:-)
vedi l'esempio di The Best Trader
......Ma è il mondo della finanza italiana (Piazza Affari nel complesso) a rischiare conseguenze gravissime se venisse approvato il bollo sulle transazioni finanziarie dello 0,15% per ogni operazione.
In pratica, su ogni operazione si pagherebbe uno 0,30% in più, a cui andrebbero aggiunti, ovviamente, i costi di transazione (in genere pari allo 0,19% per acquisto e 0,19% per vendita) e l'imposta sostitutiva.
Facciamo un esempio pratico:
Acquisto di 10000 Unicredit a 1,40 euro ad azione per un controvalore di 14000 euro .
Vendita 10.000 Unicredit a 1,45 euro ad azione per un controvalore di 14500 euro.
Plusvalenza lorda: 500 euro
- Bollo sulle transazioni finanziarie: 42,75 euro
- Commissioni di negoziazione: 54,15 euro
- Imposta sostitutiva del 12,5% : 50,4 euro
Plusvalenza netta: 352,7 euro
In altre parole se il bollo sulle transazioni finanziarie venisse applicato a tutte le contrattazioni di piazza affari, il nostro mercato tornerebbe indietro di 20 anni, i volumi crollerebbero e non ci sarebbe più alcun interesse da parte degli operatori specializzati ad operare a Piazza Affari e sarebbe la morte del Trading On Line......
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