venerdì 21 dicembre 2012

Se non cambia il contesto, il Debito Pubblico italiano è difficilmente sostenibile

Se non cambia il contesto, la dinamica del Debito Pubblico italiano risulta essere difficilmente sostenibile...se non a costi molto alti per tutti noi italiani.
Purtroppo questa triste realtà sta nei numeri e nella loro dinamica.
Vediamo questi numeri e poi ragioniamoci sopra razionalmente,
al di là delle sparate che trovate in giro...inneggianti all'Italia come se fosse un safe haven privo di rischi.
(Ahimè! A quali deformazioni conduce il non potersi permettere l'imparzialità di giudizio!).

Invece (purtroppo) l'Italia continua ad avere una difficile&pericolosa dinamica del Debito Pubblico
che è una pesante palla al piede 
e che rende molto difficile&faticosa la nostra partita, facendo sì che ce la giochiamo sempre in affanno...da posizione di svantaggio strutturale.
E, se a questa palla al piede di base, aggiungiamo tutte le altre palle al piede tipiche dell'Italia.............
ed in continuo peggioramento...
potrete agevolmente comprendere perchè la nostra situazione continui a rimanere difficilmente sostenibile (al di là dei tamponi di Draghi...).
(via Phastidio) dal Corriere Federico Fubini ed un po’ di aritmetica vitale per il nostro paese ed a quello che ci attende....
Sulla dinamica del debito, Fubini spiega:
...La crescita del Pil nominale è il risultato di quella reale – di cui si parla di solito – più l’inflazione.
Oggi questo dato è attorno allo zero, perché nel 2012 il Pil reale è caduto del 2 per cento e l’inflazione è salita di circa altrettanto.
Questa è la ragione principale che attualmente spinge verso l’alto il rapporto numerico tra debito e Pil, perché il Pil resta appunto fermo mentre il debito tende a salire in modo inerziale per il solo fatto che gli interessi da pagare sono attorno al 5 per cento»
L’Italia, prosegue Fubini citando Grilli, ha bisogno di portare la crescita del Pil nominale al 3 per cento, per contrastare la tendenza alla autoalimentazione “spontanea” del rapporto debito-Pil.
Basterebbe (e scusate se è poco, visto da qui ed ora) una crescita reale dell’1 per cento ed un tasso di inflazione del 2 per cento.
A quel punto, con un avanzo primario del 4-5 per cento di Pil (cioè la differenza tra entrate e spesa pubblica, senza considerare quella per interessi), l’Italia riuscirebbe a piegare il rapporto debito-Pil.

Serve quindi, tornare “competitivi”, visto che il nostro paese ha perso nei 13 anni dell’euro il 30 per cento di competitività contro la Germania, ed il 20 per cento contro le media dell’Eurozona. Per fare ciò, spiega Fubini, ci sono due vie teoricamente percorribili, ma è l’avverbio che ci frega:
«La prima sarebbe aumentare molto gli investimenti per la produttività, ma in questa fase di credito difficile sembra una strada preclusa; la seconda invece è quella di ridurre i costi, a partire da quelli del lavoro, ed è proprio ciò che sta succedendo.
Il continuo aumento della disoccupazione spinge chi cerca un posto ad accettare compensi sempre minori pur di lavorare, ridando così un po’ di competitività di prezzo alle imprese.
Ma comprimere compensi e costi tramite disoccupazione e intanto centrare il 3 per cento di crescita nominale non è facile: è come camminare con una gamba in un senso, e con l’altra in quello contrario»
A peggiorare questo quadro già difficilmente sostenibile,
nel quale basta zoppicare anche per 5 minuti e la palla al piede ti fa cadere a terra...
si aggiunge il fatto che, in un Paese come l'Italia, è difficilmente sostenibile a questi livelli anche il nostro mitico avanzo primario, nel medio-lungo periodo.
Dunque basta che l'avanzo primario peggiori anche solo di un po' 
e la nostra crescita nominale minima indispensabile 
per interrompere ed invertire l'autoalimentazione del Debito 
dovrebbe salire dal 3% all'anno al 5% all'anno
sconfinando dunque sempre di più dal campo del possibile a quello della fantasy....
E tutto questo
NON per ottenere un mitico Boom da anni '60 che crei ricchezza
ma solo per continuare ad "inseguire faticosamente" creando povertà...
ovvero solo per diminuire faticosamente e poco alla volta il nostro debito/PIL ed il nostro stock del debito.

Vedi da phastidio una lucidissima visione sul mito dell'avanzo primario, sbandierato dai vari sostenitori della virile italianità...
Sulle macerie di un avanzo primario
.....del Rapporto 2012 sulla sostenibilità fiscale elaborato dalla Commissione europea. “L’Italia non pare a rischio di stress di bilancio nel medio periodo”.
Il che significa che i rischi di insostenibilità dei nostri conti pubblici calano già su un arco temporale di 3-5 anni, e nel lungo periodo vengono ulteriormente ridimensionati.
Gran bella cosa, le proiezioni. Ma anche no.
...le stime della Commissione si basano sul conseguimento, dal 2014, di un avanzo primario (cioè dell’eccedenza di entrate sulle spese, ad eccezione di quelle per interessi), pari al 5 per cento del Pil.
Se mantenuto, un avanzo primario di questo ordine di grandezza servirebbe a portare il rapporto debito-Pil del nostro paese al 60 per cento nel 2030.
Il problema è che pensare di mantenere così a lungo un simile avanzo primario non appare in linea con la storia (recente e no) del nostro paese.
.... si fa riferimento ad un gruppo di paesi che, per stragrande maggioranza, sono ex comunisti e caratterizzati da bassi livelli iniziali di pressione fiscale, tasso di crescita dell’economia piuttosto sostenuto (anche per effetto di catch-up, cioè di “inseguimento” e convergenza verso quelli a più alto reddito), demografia favorevole (cioè popolazione mediamente giovane e con tendenza non trascurabile all’emigrazione) e bassi livelli di spesa per welfare.
Queste sono esattamente le condizioni ideali per conseguire elevati (e persistenti) avanzi primari. All’opposto, a parità di limiti, un paese tra i più anziani al mondo, privo di crescita, con un welfare nel complesso pesante, iniquo ed inefficiente è destinato ad andare incontro a sofferenze acute ed allo smantellamento del proprio welfare, il che implica l’inevitabile necessità di attingere alle basi patrimoniali cumulate nel corso delle generazioni, in caso fosse rimasto qualcosa dopo i prelievi fiscali, patrimoniali e non, delle ultime manovre.
Quindi, la sintesi non varia: o riprende una cosa chiamata “crescita”,
oppure mantenere un avanzo primario di questa magnitudine è pura utopia, a meno di voler devastare la struttura sociale di un paese destinato a virare rapidamente verso la disperazione sociale
.......
Non a caso mantenere un elevato avanzo primario è certamente possibile
ma, in un Paese come l'Italia, si tende a farlo sempre martellando sul lato delle entrate...indovinate un po' a spese di chi?....Ed indovinate con quali recessive conseguenze...?
Mmmmm....mi ricorda qualcosa....mmmm....limoni spremuti...70% di pressione fiscale, IMU, etc etc
Vi rendete conto di come l'Italia continui a fare un difficile e debilitante equilibrisimo sulla lama del rasoio del proprio debitone pubblico?
Altro che rassicuranti rodomontate patriottiche!

A questa situazione
già difficilmente sostenibile semplicemente da un punto di vista strutturale di base
dobbiamo sommare atri fattori che ci giocano contro
sia interni contro i quali sbattiamo le corna tutti i santi giorni semplicemente vivendo, lavorando ed intraprendendo in questa Italia feudale, corporativa, inefficiente, bizantina, corrotta etc
sia esterni: globalizzazione competititiva, Grande Crisi finanziaria, euro-palla-al-piede così com'è etc etc
Pertanto vi renderete conto di come, in barba all'evidenza reale e dei numeri,
chi vi presenta l'Italia come un safe haven che non rischia nemmeno un raffreddore...
o sbaglia o banfa per interessi di bottega o non vuole vedere...oppure tutte e tre le cose insieme...

Draghi è stato il game-changer di questa estate: ha tamponato sia l'euro ad un passo dal break-up, sia l'Italia ad un passo dal saltare per aria.
Dunque i rendimenti dei BTP non sono scesi perchè la nostra economia reale sia migliorata (al contrario si è inabissata ancora di più) o perchè il nostro debito pubblico sia maggiormente sostenibile.
I Rendimenti dei BTP al 90% sono scesi grazie all'intervento della BCE di Draghi, sono scesi grazie all'ennesimo intervento straordinario di una Banca Centrale e dei suoi tamponi.
Ma i problemi strutturali dell'eurozona e dell'Italia sono ancora tutti lì.

Il mio titolo esordisce con un "se non cambia il contesto"...
il nostro debito pubblico è difficilmente sostenibile e tende inesorabilmente al default.
Infatti per manterlo sostenibile o se preferite per prolungare la sua sostenibilità
esistono solo alcune alternative
1- la BCE diventa come a FED o come la BoE e la BoJ ed inizia a monetizzare tutto e tutti, compresi i nostri BTP, schiacciandoli a rendimenti del 2,5% sul decennale
2- si continua una spremitura ed impoverimento del popolo italiano che permetta di continuare a trsferire ricchezza dal settore privato al moloch dello Stato e del suo Debito Pubblico (Monti Way...)
3- come variazione/integrazione del punto 2..."si cala" una bella&massiccia patrimoniale che acceleri in un colpo solo il progressivo travaso di cui sopra...
4- poi ci sarebbe la soluzione che l'Italia inizi a fare +5% all'anno di PIL...ma io non vedo come sia possibile...magari voi avete qualche idea...;-) io no.

Nota in merito alla Mitica Solvibilità dell'Italia: 
i virili cantori delle italiche virtù citano sempre con fierezza la nostra SOLVIBILITA'....
In effetti più o meno abbiamo 8.000 mld di ricchezza (su questo valore ci sarebbe da discutere...al ribasso...ma prendiamolo per buono) contro 2.000 miliardi di debito pubblico.
Dunque TUTTOKKEY no?....
Io ci vedo un "vago" PERICOLO in questo rapporto numerico...e voi?
Ho come l'impressione (vedi sopra punto 3) che la mitica solvibilità dell'Italia faccia rima con Patrimoniale.
Insomma....sia qualcosa che abbia a che fare con la sottrazione di ricchezza dalle nostre tasche per pagare e compensare la mala amministrazione e la mala politica di decenni.
E poi, dopo il salasso, chi ci dice che l'Italia riuscirà di nuovo a produrre e re-distribuire RICCHEZZA che ci rimpingui le tasche svuotate?
Le condizioni globali ed interne lo renderebbero comunque difficile.
E dunque, dopo il salvifico ma debilitante prelievo di sangue, riprenderemmo a scivolare sulla nostra china...e la nostra mitica solvibilità rimarrebbe solo un bel ricordo del passato.
Vi rendete dunque conto delle PIRLATE "a senso unico" che vi propinano certe fonti non indipendenti e non imparziali (anche se si spacciano per tali)?

Nota sulle allucinanti ed allucinogene teorie nazional-populiste del mitico COMPLOTTO marziano-anglo-sassone contro l'Euro che avrebbe usato l'Italia come grimaldello:
Beh siamo al solito livello da Bar Sport di Provincia...
Anche perchè i mitici colpevoli di questo mitico "attentato" all'Italia ed all'Europa (pianificato con astuzia diabolica...)
sono gli stessi che invece adesso stanno comprando BTP e FTSE MIB a stecca....;-)
Siamo alle solite...: i Mercati e la Speculazione vanno dove trovano maggiori spazi per fare maggiori GAINS, in su od in giù. Punto e basta.
E cosa c'era di più succoso e redditizio che mazzulare l'Eurozona sulle sue linee di frattura,l'Italia con le sue strutturali debolezze etc etc?
Proprio mentre la UE annaspava nelle sue divisioni  e la BCE aveva le mani legate e non riusciva a mettere un tampone?
Poi arrivò il Draghi con il suo Bazooka....
e la speculazione più succosa e redditizia cambiò verso (chissà per quanto).
Tutto qui.
Così funzionano i mercati e la speculazione, in modo razionalmente avido&spietato.
E solo chi è ignorante di questi meccanismi, sconfina nelle spiegazioni mitiche, irrazionali e complottiste.
Ma se proprio vogliamo vederci qualche sfumatura complottista (perchè qualche sfumatura complottista è lecita per completare il quadro... ma non deve essere mai la trama primaria)
io ci vedrei l'esatto contrario
Non un attacco all'Italia ed all'Euro per farlo saltare
ma piuttosto un'estremizzazione delle linee di frattura dell'Eurozona, usando l'Italia come spauracchio magno, allo scopo di avere poi le mani libere e non più legate per salvare l'Euro.
Ciascuno poi giudichi se questo sia un bene od un male....

Se trovate questo post interessante, siete invitati a condividerlo con i tasti "social" (Facebook, Twitter etc) che trovate subito dopo la fine del testo.



Sostieni l'informazione indipendente e di qualità


.