mercoledì 17 ottobre 2012

L'uscita dall'Euro del Sud Europa "costerebbe" 17 trilioni di euro

(clicca sull'immagine per ingrandirla)

Le Borse continuano a scommettere arditamente su un imminente salvataggio della Spagna, anche se permangono alcuni vaghissimi dubbi da me espressi sul mio canale twitter...
- FTSE MIB +4% su news che Spagna stava per...Spanish PM spokeman: Spanish bailout stance unchanged and Spain not decided on a bailout request
- mi sfugge entusiasmo mercati:... in poche sett. il gov. spagnolo deciderà se chiedere aiuto: linea credito precauzionale invece di prestito?
- ma qualcuno me la spiega 'sta minkiata del
"precautionary"? Finnish PM Katainen says he sees a "precautionary" credit line for Spain, not a "full" rescue
...Entro poche settimane il governo spagnolo deciderà se chiedere assistenza finanziaria e potrebbe optare per una linea di credito precauzionale al posto di un prestito di salvataggio....Secondo quanto riferito la Spagna starebbe anche valutando la possibilità di non chiedere alcun aiuto..... 
Nel frattempo c'è chi fa esercizi di matematica (o di terrorismo matematico...): secondo una simulazione, l'uscita dall'Euro del Sud Europa "costerebbe" in totale 17 trilioni di euro...
Mi sembra un po' contradditorio valutare in euro le perdite potenziali derivanti da eventi che porterebbero alla sparizione dell'euro stesso oppure ad una sua radicale modificazione ...
In ogni caso vi riporto i risultati di questa simulazione senza esprimere giudizi in merito (discutiamone insieme nell'area commenti).

Euro Exit by Southern Nations Could Cost 17 Trillion Euros (Spiegel Online)
.....Quanto costerebbe l’uscita dall’unione monetaria dei paesi in eurocrisi?La cifra potrebbe arrivare nei prossimi anni fino ad una perdita di 17 mila miliardi di euro per l’intera economia mondiale, nel caso di abbandono di Grecia, Portogallo, Spagna e sopratutto Italia.
...La Fondazione Bertelsmann, istituto di ricerca legato ad uno dei maggiori gruppi mediatici europei, ha commissionato uno studio alla società di consulenza economica Prognos AG per valutare i costi effettivi di una rottura dell’euro. .................
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La stima delle perdite finanziarie legate alla frantumazione dell’unione monetaria è stata calcolata in base al modello econometrico VIEW di Prognos AG, che ha utilizzato come parametri un haircut del 60% del debito sovrano dei paesi che abbandonano l’euro, e una svalutazione della loro moneta del 50% rispetto alla valuta unica ancora in vigore.
L’impatto della distruzione dell’unione monetaria è stato calcolato sul Pil di 42 paesi, e benché si tratti di proiezioni, un dato è sicuro (N.d.R. ?????)
La rottura dell’euro farebbe precipitare il mondo in una recessione gravissima, che impatterebbe su tutti i paesi, sviluppati ed emergenti, colpendo in particolar modo il centro dell’unione monetaria.
Le perdite totali dell’economia mondiale potrebbero arrivare fino a 17 mila miliardi di euro dal 2013 fino al 2020, se anche l’Italia seguisse gli altri paesi mediterranei nell’addio alla moneta unica.


ITA(G)LIA: Per il nostro paese lo studio di Prognos Ag rileva minacce gravi nel caso di abbandono dell’euro da parte dei paesi periferici dell’unione monetaria, ma disegna uno scenario assolutamente catastrofico nel caso in cui l’Italia stesse dicesse addio alla valuta unica.
In questo caso le perdite sul debito sovrano si ridurrebbero rispetto alla permanenza nell’eurozona, ma le conseguenze sull’economia reale sarebbero mostruose.
Prognos Ag indica una perdita di oltre mille miliardi di euro, equivalente alla metà circa del nostro da Pil, che verrebbero accumulate dal 2013 fino al 2020, il periodo temporale analizzato dallo studio. L’impatto sul reddito pro capite sarebbe ovviamente enorme.
Ogni italiano perderebbe in media 17 mila euro nei prossimi sette anni, se i quattro paesi mediterranei in eurocrisi abbandonassero l’unione monetaria
(N.d.R. -2.400 euro al'anno non mi sembrano nemmeno troppi rispetto alle spremute di Monti, Grilli, Befera & co....e la simulazione non considera una compensazione basata sulla fortissima ripartenza che sperimenterebbe la ns. economia a seguito di una svalutazione "competitiva" da -50%...)
Grazie alla svalutazione della nuova lira, che nell’ipotesi dello studio varrebbe la metà rispetto all’euro ancora in vigore, le nostre perdite sarebbero però minori rispetto alla Germania, dove le perdite arriverebbero a 1700 miliardi di euro in totale, e a 21 mila euro su reddito procapite dei tedeschi nei prossimi sette anni.

GREXIT: Solo la Grecia, al momento, appare destinata a lasciare l’euro. 
Un’ipotesi rifiutata dal suo governo così come da tutti i leader europei, che però viene presa in considerazione da molti economisti alla luce della situazione disastrosa del paese ellenico.
Il Grexit però non risolverebbe certo i problemi di Atene, visto le susseguenti perdite in termini di crescita fino all’anno 2020 ammonterebbero a 164 miliardi di euro, vale a dire 14.300 euro per abitante.
A conti fatti, le 42 economie più importanti del mondo dovrebbero sopportare complessivamente una perdita di 674 miliardi di euro. 
Per la Germania, dove alcuni ministri hanno già paventato il Grexit, le perdite sarebbero relativamente contenute.
La Francia invece perderebbe il doppio rispetto al suo vicino tedesco, a causa del maggior impegno finanziario delle banche transalpine sul debito ellenico.
Le perdite derivanti dal Grexit sarebbero comunque elevate, pari a 500 miliardi di euro per l’intera eurozona.
Un’ipotesi che ovviamente scatenerebbe una nuova recessione globale, con ricadute globali.


OLE'....
La ristrutturazione del debito sovrano greco rende relativamente meno gravida di conseguenze l’uscita di Atene dall’euro, ma l’abbandono di Portogallo e Spagna renderebbe questo scenario catastrofico.
A livello mondiale le perdite in termini di crescita già accumulate ammonterebbero a 2.400 miliardi di euro, perdite che negli Stati Uniti toccherebbero i 365 miliardi e in Cina 275 miliardi di euro. L’eurozona ne verrebbe già travolta, mentre il collasso politico e sociale è praticamente assicurato in caso di abbandono della Spagna.
L’unione monetaria accumulerebbe perdite fino a 3 mila miliardi di euro, una cifra superiore al nostro Pil di mille miliardi, dal 2013 al 2020.
In Francia ed in Spagna tale perdita arriverebbe addirittura a 18.200 euro e 16.000 euro rispettivamente.
La Francia sconterebbe ancora una volta l’impegno delle sue banche, subendo un colpo peggiore rispetto alla Germania.
Lo studio tiene in considerazione solo gli effetti sul Pil e sulle perdite da haircut del debito sovrano, ma i costi sociali potrebbero rendere ancora più terrificante lo scenario.
Ecco perchè, come ammonisce la fondazione Bertelsmann, l’euro non può e non deve crollare, e nessun paese dovrebbe abbandonare l’unione monetaria, Grecia inclusa.
(N.d.R. Amen!....)