lunedì 29 ottobre 2012

L'ardua impresa di fare impresa in Italia: all'estero gli utili triplicherebbero


Monti&compari stanno facendo passare il messaggio che sia TUTTA colpa dei cattivi cattivi evasori se l'Italia sta andando a rotoli....ed intanto aumentano a discapito di TUTTI la pressione fiscale, toccando nuovi livelli record mondiali....
E mentre l'Italia si sta de-industrializzando, mentre le imprese chiudono o delocalizzano, mentre si sta creando il deserto, mentre aumenta a dismisura la disoccupazione...
i lavoratori dipendenti esultano sado-masochisticamente perchè Monti finalmente li starebbe vendicando, mazzulando quelli "che le tasse non le hanno mai pagate" (così narra la leggenda del Santo Dipendente Bevitore...)
ed intanto quegli stessi dipendenti-vendicati vengono licenziati e/o finiscono in cassa integrazione...

E mentre Monti da tutta la colpa ai cattivi Evasori, cavalcando le più ataviche ed istintive divisioni tra lavoratori indipendenti e lavoratori dipendenti (divisioni che, di fronte alla Grande Crisi, ormai hanno perso di significato...)
andiamo un po' a vedere cosa succederebbe se un'impresa non operasse in Italia ma bensì all'Estero...
e NON in Cina od in Malesia...ma semplicemente in un altro paese OCSE...
Così meglio capirete perchè io abbia "bestemmiato": "Benedetto sia il nero!"
o perchè abbia parlato del NERO come: istinto di sopravvivenza, autodifesa fiscale, aggiustamento spontaneo e parziale dell'eccesiva pressione fiscale, valvola di sfogo, salvagente che ormai garantisce a molti semplicemente il livello minimo di galleggiamento....
Italia, impresa a ostacoli: All'estero gli utili triplicherebbero.
È difficile fare impresa in Italia.
Sono molti, infatti, gli ostacoli che una azienda deve affrontare per il fatto che opera nel nostro Paese anziché in Europa.
Questa la tesi dimostrata da La Stampa in una inchiesta.
Il quotidiano ha evidenziato che, alla fine di un processo produttivo, in Italia l'utile è pari a 100; mentre in qualsiasi Stato europeo avanzato, appartentente all'Ocse, si otterrebbe in media circa 312. ............

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ALL'ESTERO SI TRIPLICHEREBBE LA REDDITIVITÀ.
Si arriva, dunque, alla conclusione che, all'estero, variando «prezzo degli input, costo del lavoro, sistema di tassazione», le imprese italiane triplicherebbero la loro redditività.
Si precisa però che 312 è una media calcolata sui 18 Paesi europei.
In 14 Stati l'utile potenziale di una impresa italiana oltrepasserebbe il valore di 100.....

I fattori che soffocano la crescita: il costo del lavoro, le tasse, il prezzo degli input
Tra i fattori che penalizzano maggiormente il processo produttivo nel nostro Paese sono il costo dei beni e del lavoro. In particolare è particolarmente oneroso il prezzo degli input (costo consumi intermedi) rispetto ai costi legati alla professione, comprese trattenute e contributi sociali.
Il costo dei consumi intermedi è, infatti, quasi il quadruplo di quello del lavoro: per questo sarebbero necessarie liberalizzazioni che riducano i prezzi ai quali le imprese si riforniscono di energia, materiali, semilavorati, servizi.

NESSUN PAESE OCSE HA TASSE ELEVATE COME IN ITALIA.

Ma a strozzare veramente la crescita è l'elevato cuneo fiscale che interessa sia il lavoro che l’impresa.
Bastino due dati: in nessun paese Ocse le tasse sulle aziende sono alte come nel nostro Paese;
mentre solo in Francia e in Belgio, il sistema fiscale sul lavoro dipendente è più oneroso del nostro.

Perché l'impresa non sia un handicap in Italia, quindi, occorre una Pubblica amministrazione efficiente e che sia disposta a risolvere i problemi economici con riforme liberali e non soltanto con l'aumento delle tasse.
Lunedì, 29 Ottobre 2012
E per l'ennesima volta vi urlo in faccia perchè TUTTI ormai dobbiamo cambiar prospettiva,
dipendenti od indipendenti...indistintamente...
..............Tasse, ecco quanto lo Stato "mangia" sul nostro Pil
In Italia la pressione fiscale è andata sempre più crescendo.
Tanto che, spiega UGO ARRIGO, dal 2005 al 2012 il Pil nominale è cresciuto di 128 miliardi e il gettito fiscale di 124.
......Il maggior gettito risulterà quindi aver assorbito il 97% del maggior Pil (nominale).  
A questo punto però una domanda al governo Monti bisogna porla: come si può pensare che gli italiani siano disponibili a impegnarsi per produrre più Pil (nominale) se hanno sperimentato che il governo è disponibile a sottrarglielo tutto al fine di cercare di aggiustare il suo bilancio?...........

 
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