giovedì 20 luglio 2017

Italia campione della globalizzazione = invade con i suoi prodotti mezzo Mondo riducendo "sul lastrico" molte economie locali...


(Premessa = il titolo chiaramente è provocatorio...anche se veritiero = si tenta di andare oltre ai luoghi comuni "no global" che però fanno tanto fico in FallitaGlia...)

Come spiegavo in un mio post
l'Italia vive&si rifugia sempre di più nella sua Arcadia...
#NOHOPEFORTHISITALY = Il Declino prima di tutto è nel cervello (e nei temi di maturità...)
....in Italia prevale una versione modernizzata ideologizzata e radical chic del mito dell'Arcadia un mondo in cui l'uomo vive in armonia con la natura immerso in paesaggi bucolici e silvestri, uno dei più importanti luoghi di fuga immaginari di chi rifiutava, e rifiuta ancora oggi, la cultura, la civiltà, il progresso.
La base è una predominante ed opprimente cultura catto-comunista collettivista pauperista ideologizzata radical chic no-global pre-industriale che ha come punto di riferimento il mito delle decrescita felice.
Una cultura che ha prevalso sulla componente liberale, pragmatica, progressista, competitiva.....
Uno dei cavalli di battaglia di questo atteggiamento tipico dell'Italopiteco medio
che ha subito il lavaggio del cervello fin da piccolo in una omogeneizzazione culturale "tutta in una certa direzione"
è l'atteggiamento talebano NO GLOBAL
che considera la Globalizzazione NON come un fenomeno con pro&contro come tutti i fenomeni
ma il male assoluto
e soprattutto un formidabile capro espiatorio multi-uso.........................
.

sul quale scaricare un po' di tutto (soprattutto le proprie responsabilità ed inadeguatezze ad evolvere/adattarsi ai nuovi TREND, cavalcandoli invece di prenderli tutti sui denti ed allo stesso tempo distraendo la massa dalle VERE CAUSE del Declino che in maggioranza sono ENDOGENE&su più livelli come spiego da secoli nel mio blog).
Non a caso lo ripeto da secoli: ormai primariamente non è un problema di fare analisi razionali economico-finanziarie ma (a monte) è un problema di psicologia e cultura di massa...
Anche se poi tutti sfruttano da mane a sera i grandi vantaggi offerti dalla globalizzazione e dalle multinazionali.

Già nel passato provai un minimo a controbilanciare l'irrazionalità talebana ed inculcata dell'atteggiamento NO GLOBAL
mentre la globalizzazione va valutata nei pro&contro, considerando anche come possa essere MIGLIORATA
invece che rigettata in modo superficialmente ideologico e/o psicologico.
vedi miei post con un po' di DATI ALLEGATI...
e poi divertitevi con un po' di satira di uno dei miei post di MINORE SUCCESSO... ;-)
(non per caso)
Ma rivediamo al volo alcuni DATI oltre ai luoghi comuni standard....
Se prendete il 1990, un abitante della Terra su tre era povero; oggi sono uno ogni dieci.
in ogni giorno del 2016, ad esempio, ci sono stati 130 mila in meno di poveri.
Se prendete la capacità di leggere e scrivere, oggi sanno farlo sei virgola due miliardi di persone, l’85 per cento degli abitanti della Terra; nel 1980 erano poco più della metà.
Se poi prendete la salute, e in particolare la mortalità infantile: il 96 per cento dei neonati supera i 5 anni di vita; duecento anni fa solo dieci su cento ce la facevano.
Uno su cento contro quasi il 100 per cento.
GRAZIE ALLA GLOBALIZZAZIONE ABBIAMO RAGGIUNTO RISULTATI ECCEZIONALI.
ORA QUALCUNO VUOLE TORNARE INDIETRO.
DITEGLI DI FARSI CURARE A CASA SUA
Antonluca Cuoco
Per colpa della diffusione del commercio globale, della intensificazione degli scambi liberi, delle innovazioni favorite dallo sviluppo capitalista, nel mondo il numero di poveri è crollato - toccando livelli così bassi da non esser mai stati visti nella storia dell'uomo.
Se prendete il 1990, un abitante della Terra su tre era povero; oggi sono uno ogni dieci.
in ogni giorno del 2016 che sta finendo, ad esempio, ci sono 130 mila in meno di poveri.
Se prendete la capacità di leggere e scrivere, oggi sanno farlo sei virgola due miliardi di persone, l’85 per cento degli abitanti della Terra; nel 1980 erano poco più della metà.
Se poi prendete la salute, e in particolare la mortalità infantile: il 96 per cento dei neonati supera i 5 anni di vita; duecento anni fa solo dieci su cento ce la facevano.
Uno su cento contro quasi il 100 per cento.
Come è stato possibile raggiungere questo straordinario risultato?
La risposta più breve è la seguente: una liberalizzazione sempre maggiore dei mercati internazionali, il conseguente processo di globalizzazione ed il sempre più esteso processo di democratizzazione sono alla base di questo magnifico progresso.
Ciò deriva dall’innovazione, dal commercio, dalla tecnologia, dalla disponibilità di energia. E dal fatto che le persone lavorano l’una con l’altra, che non siamo più in un mondo di autosufficienza.
Se lasci che si sviluppi un’economia della libera cooperazione tra le persone, hai un effetto straordinario sulla riduzione della povertà ed un 'miracoloso' effetto sulla crescita e diffusione del benessere.
#Globalization

E poi andiamo un po' a vedere come proprio l'Italia si avvantaggi GRANDEMENTE della Globalizzazione
INVADENDO I MERCATI DEGLI ALTRI (grazie alla migliore qualità + competitività + brand)
e distruggendo dunque globally (traduzione = costringendo ad evolvere) intere economie locali che non possono competere con i nostri prodotti (ma in questo caso va bene...tutti zitti...).
Ed è la stessa Italia che fa dell'atteggiamento NO GLOBAL un "must" radical chic da persone superiori moralmente...
mentre se solo provi a dire che forse la globalizzazione è anche un bene
è un bilanciamento di COSTI vs. BENEFICI
allora passi subito per uno sporco consumista che passa i week-end ai centri commerciali invece che a contemplare la natura
e che distrugge il lavoro di tanti piccoli esercizi commerciali e la micro-economia locale...
amen ;-)

(solo alcuni stralci, clicca sul link per l'articolo completo con tabelle grafici etc)
Altro che invasione di prodotti stranieri, è l'Italia che invade i mercati esteri
Siamo tra i Paesi che più stanno approfittando della globalizzazione, e soprattutto dei suoi lati più favorevoli, eppure ce ne lamentiamo più degli altri
Nel 2016 la quota di commercio totale del nostro Paese ha avuto un incremento che ci riporta su valori non toccati dal 2010 e rappresenta l’aumento maggiore degli ultimi 10 anni. Il motivo? La frenata asiatica, ma anche la corsa alla sopravvivenza nella globalizzazione di molte aziende italiane, che le ha costrette a diventare competitive nel mondo
.....L’Italia risulta essere il Paese che più degli altri è riuscito a frenare il calo del valore medio unitario dei beni esportati. È una conferma della competitività dell’industria italiana, almeno di quella dedicata alle esportazioni
Ed è una notizia di una certa rilevanza in un periodo in cui come non mai nel nostro Paesi si sta sviluppando una psicosi anti-globalizzazione. In cui fanno paura anche solo gli accordi commerciali della Ue con il Canada, un Paese ad altissimo reddito e costo del lavoro da cui non ci si può aspettare merce a prezzi stracciati.
Eppure a quanto vediamo è l’Italia che sta “invadendo” i mercati esteri più di quanto questi invadano l’Italia.
......Siamo il Paese europeo con la minore propensione all’importazione, ovvero in cui il rapporto tra il valore delle importazioni ed il reddito nazionale è più basso.
Di fatto non c’è alcuna invasione di prodotti esteri, siamo i più chiusi.
......Siamo tra i Paesi che più stanno approfittando della globalizzazione, e soprattutto dei suoi lati più favorevoli, eppure ce ne lamentiamo più degli altri. Probabilmente perchè il Paese nel complesso non riesce ad approfittare di tutto ciò. L’economia dedicata all’export è spesso separata dal resto, è concentrata, a volte anche geograficamente.
.....In Italia più che altrove è l’economia interna che rimane incredibilmente indietro: le attività interne commerciali, professionali, artigianali, quelle che hanno normalmente necessità di molto personale, sono colpite da inefficienze, nanismo dimensionale e monopoli di categoria.
Come spesso accade il risultato del disagio è la caccia all’untore, e all’untore sbagliato, la globalizzazione in questo caso
P.S. Naturalmente nemmeno la Rivoluzione Bitcoin 
in Fallitaglia viene vagamente colta dai più...
anzi...
sempre più viene vista con diffidenza pregiudiziale (INCULCATA da chi di dovere) e respinta
= sarà l'ennesima OCCASIONE PERSA, l'ennesimo TREND non colto per tempo
e poi tutti a dare la colpa alla globalizzazione alla merkel al gombloddone contro l'Italia ed all'olio di palma...
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