venerdì 6 marzo 2009

Ma le banche possono fallire?...

Settembre 2007, U.K.
Coda dei correntisti davanti ad una filiale
della banca Northern Rock per ritirare i propri risparmi.
La Northern Rock (poi fallita e nazionalizzata) ha fatto
da apripista alla Grande Crisi





E' la domanda che mi sento sottoporre più frequentemente da 7 mesi a questa parte....

Ebbene sì, le banche possono fallire
ma lo sanno in pochi visto che è uno dei tabù maggiormente radicati.
Poi qualche purista si scandalizzerà sul termine "fallire" dicendo che non è esatto
che bisogna dire che una banca "viene messa in liquidazione"
Giochiamo pure con le parole ma non con i nostri risparmi...
Del resto se il rischio non esistesse, i governi di tutto il mondo non starebbero pompando nel sistema bancario soldi a palate e non si troverebbero ogni week-end a fare un summit per discutere sul da farsi...

Se non ci credete...
ecco la lista delle banche fallite recentemente in USA che hanno richiesto l'intervento del FDIC, il fondo di garanzia americano dei correntisti
http://www.fdic.gov/bank/individual/failed/banklist.html
Sono tante vero? E se andiamo a vedere nello specifico molte di esse non sono "banchette"...
Una per tutte la WA.MU. (Washington Mutual) che era la prima cassa di risparmio americana, era in vita da 119 anni e poteva contare su 307 miliardi di dollari di assets.
Od anche la californiana Indymac Bank con 32 miliardi di dollari di assets.
Notiamo anche che dal 2000 al 2007 sono "saltate" 27 banche USA,
nel solo 2008 ne sono "saltate" 25 (+550%)
e nei primi due mesi del 2009 ne sono "saltate" ben 16! A trend invariato, alla fine del 2009 potrebbero saltare 96 banche USA ...(+2400% rispetto al 2000-2007)

Andiamo a vedere in Italia cosa è successo, prendendo i dati dal FITD,
il fondo interbancario di tutela depositi che si occupa del rimborso dei correntisti (fino alla soglia massima di garanzia) in caso di messa in liquidazione di una banca italiana
(la nomina del liquidatore e la gestione della liquidazione sono invece di competenza della Banca d'Italia).
Ebbene dal 1987 anche in Italia qualche banca è fallita ...
http://www.fitd.it/attivita/TAVOLA%20RIEP.%20INTERVENTI%20FITD.pdf

Bene, appurato che le banche possono fallire
andiamo a vedere cosa succede in Italia nel malaugurato caso che fallisca "la mia banca"
fino ad un anno fa era da considerarsi evento molto improbabile
oggi è da considerarsi evento da tenere in dovuta considerazione
Prima di tutto vi rimando al mio intervento del 3 marzo in cui facevo alcuni cenni alla "Nazionalizzazione" delle banche ed alle sue conseguenze
e facevo cenno al concetto di conto corrente come ultimo baluardo (approfondirò meglio in futuro questi argomenti)
http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/2009/03/si-inizia-parlare-di-nazionalizzazione.html

In Italia come dicevamo esiste il FITD che "copre" ogni intestatario di conto corrente (o conto deposito, anche se "vincolato") fino ad un massimo di 103mila euro per singola banca.
Per i meccanismi di funzionamento del FITD e per sapere esattamente che strumenti garantisce
vi rimando alle ottime FAQ del loro sito
http://www.fitd.it/faq.htm

Farò solo alcune precisazioni che potrebbero tornare utili

Il FITD non è un fondo anche se si chiama impropriamente così, ovvero non ha una dotazione di denaro già versato ex-ante, accumulato nel tempo ed investito (il che darebbe maggiore sicurezza e garanzia)
è piuttosto un Consorzio di Banche che s'impegnano a pagare ex-post se una delle consorziate fallisce, ovvero sborsano i soldi sono in caso di bisogno perchè dovrebbero averne accantonati un po' nei loro bilanci...
E' evidente che se saltano un paio delle consorziate più grosse, le altre consorziate non sono in grado di coprire i correntisti e di garantire alcunchè.
Ecco perchè il Governo ormai da ottobre 2008 ha dichiarato che garantirà per tutto il 2009 i conti correnti agiungendosi alla garanzia del FITD.
Anche il governo però non ha specificato in che modo e con quali risorse farà fronte a questa garanzia promessa.

In caso di fallimento di una banca, il FITD rimborsa 20mila euro entro tre mesi (9 mesi in casi rari) ed 83mila euro in un tempo non definito (si stima uno o due anni).
Questo fattore "temporale" è importantissimo e bisogna tenerne conto,
perchè se ho tutti i miei risparmi su una singola banca che fallisce
mi ritrovo il giorno dopo senza un centesimo per almeno tre mesi
ed in seguito mi ritrovo disponibile solo una frazione dei miei risparmi per lungo tempo.

Se il conto corrente è co-intestato per esempio a due persone, la copertura del FITD aumenta a 206mila euro, essendo appunto di 103mila euro ad intestatario;
in 3 mesi si ricevono quindi 40mila euro.
Se intestato a tre persone, la copertura totale sarà di 309mila euro e così via (fino al limite di cointestazione consentito dalla banca).
Ecco perchè un conto co-intestato di questi tempi è più adatto per parcheggiare maggiore liquidità.

Se io ho un conto sulla banca A, uno sulla banca B ed un altro sulla banca C
nel caso che tutte e tre le banche falliscano (un caso puramente teorico...),
ho diritto a 103mila+103mila+103mila euro di rimborso, per un totale di 309mila euro,
essendo la copertura per intestatario e per banca.

Infine se nella banca che fallisce detengo oltre che un conto corrente anche un deposito titoli sul quale sono custoditi Titoli di stato, Bond, Azioni, Fondi, ETF etc
il contenuto del deposito titoli non rientra nel computo degli attivi/passivi della banca in fase di liquidazione, ma rimane sempre di proprietà esclusiva dell'intestatario del deposito titoli stesso.
Il problema però è di nuovo temporale: per potere trasferire i miei per es. titoli di stato dalla banca fallita ad altra banca i tempi non sono chiari. Dalle informazioni raccolte si può stimare un lasso di 6-18 mesi ma non posso garantire la veridicità di questa informazione. Sicuramente il potersi riappropriare del contenuto del proprio deposito titoli non è cosa immediata.

Alla luce delle considerazioni sopra elencate
nel caso si disponga di una liquidità consistente sul proprio conto corrente o conto deposito
io consiglio ormai da settembre 2008
di FRAZIONARE i propri risparmi SU BANCHE DIVERSE e su conti correnti/deposito co-intestati (scegliendo le banche "più solide" ed evitando le banche-zombie, ne parlerò prossimamente su questo blog)
e/o DIVERSIFICARE I PROPRI RISPARMI su diverse soluzioni "sicure" d'investimento mobiliare che offrano garanzie differenti
Conti correnti remunerati, conti deposito / garanzia FITD e Stato
Libretto postale, Titoli di stato (dei migliori paesi UE) / Garanzia Stato
Bond della BEI (la banca della UE) / Garanzia sovranazionale
Buoni postali fruttiferi / Garanzia Stato
etcetera...
Il tutto con un occhio di riguardo nei confronti della la sicurezza piuttosto che nei confronti del rendimento
e come corollario, consiglio di frazionare i propri assets d'investimento su depositi titoli di banche diverse
Della diversificazione invece su beni rifugio (per es. Oro) o beni immobiliari ne parleremo un'altra volta.

Insomma non è buona norma tenere tutti i propri risparmi in una singola banca o su singolo prodotto d'investimento nemmeno in tempi d'oro,
a maggior ragione FARLO in questo tempi di crisi epocale e di collasso del sistema bancario E' MOLTO IMPRUDENTE (per usare un eufemismo...)
Anche i cani, con il loro semplice istinto, seppelliscono i loro "sudati ossi" in punti diversi del giardino...