venerdì 18 dicembre 2009

La Grecia (e non solo) nelle mani di Moody's (?)


aggiornamento domenica ore 12.30
Le informazioni in mio possesso sul "sentiment" del popolo greco a quanto pare erano corrette...
Maggioranza greci dice no a sacrifici per uscire da crisi
Almeno due terzi dei greci non intendono fare sacrifici finanziari personali per aiutare il governo a trovare un modo per uscire dalla crisi fiscale. Lo dice un sondaggio diffuso oggi.

aggiornamento di sabato alle ore 11
Mi ero dimenticato di fare questa osservazione: i casi Grecia&affini stanno facendo rafforzare il dollaro sopratutto per sopravvenuta "infermità" dell'euro e non per "meriti sul campo" della valuta americana.
EUR/USD da 1.51 ad 1.43 in un amen.
Questo processo potrebbe far saltare alcuni delicati equilibri costruiti dalla FED e depotenziare parzialmente la politica USA dei tassi a zero e del quantitative easing.
Il dollaro si sta rafforzando troppo e troppo presto...il che potrebbe portare ad un bello sconquasso.
Ma è ancora troppo presto per sbilanciarsi in merito.

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Non si finisce mai d'imparare.
Come tutti sappiamo Fitch e S&P hanno tagliato il rating sul debito della Grecia a BBB+ ovvero sotto al fatidico livello A.
Tralasciando le altre implicazioni di queste bocciature, una delle principali conseguenze è principalmente "tecnica": la BCE per statuto non poteva stampare denaro e fare quantitative easing, pertanto ha deciso di aggirare l'ostacolo mettendo in piedi un QE mascherato...(in varie forme).
Per esempio le banche degli stati membri possono parcheggiare i titoli di stato "di casa loro" presso la BCE e ricevere in cambio liquidità ad un costo irrisorio, che poi fanno fruttare a "1000" in gran parte tradando a stecca nelle borse di stato a senso unico ed in minima parte concedendo credito (caro e salato) all'economia reale.
Un bel sistemino, non c'è che dire....ma le banche (ed i loro grandi azionisti...) hanno importanza "sistemica" mentre le aziende ed i cittadini posso pure affondare.
Ecco perchè le aste di titoli di stato che hanno un rapporto rischio/rendimento che non attirerebbe nemmeno un "pollo" sono sempre ampiamente coperte mentre invece dovrebbero andare deserte.
Il sistema è senz'altro ben congegnato soprattutto perchè il 99% della popolazione non ne conosce l'esistenza e dunque vive tranquilla e serena.

Ed ecco che arriviamo al punto: la BCE per "regalarti i soldi" una volta accettava roba tosta, almeno di rating A...poi con il peggiorare della Crisi ha incominciato a diventare "di bocca buona" accettando anche titoli di rating B (sotto c'è direttamente la spazzatura, livello junk).
Ma tale "maggiore tolleranza" è temporanea: in teoria a gennaio 2011 si dovrebbe tornare ad una maggiore selettività accettando nuovamente solo roba buona (si fa per dire) di rating A...
E 12 mesi sono veramente un tempo strettissimo per rimettere in quadro dei conti pubblici disastrati e per migliorare il proprio rating (ne sa qualcosa l'Italia che da 20 anni non riesce a far rientrare in modo sostanziale il suo mega-debito pubblico).

Ecco cosa succederebbe alla Grecia o ad altri Stati eventualmente declassati:
La banca centrale greca ha chiesto agli istituti creditizi domestici di individuare fonti di finanziamento alternativo, per essere pronte quando la Banca centrale europea inizierà a drenare la liquidità fornita al sistema.
Le banche greche hanno finora preso a prestito importi proporzionalmente maggiori di altri paesi di eurolandia: 42 miliardi di euro su un totale di 570 miliardi.
Dall’inizio della crisi la Bce ha accettato un collaterale di ridotta qualità a garanzia dei propri finanziamenti. Prima dell’inizio della crisi, infatti, il livello minimo di rating ammesso dalla Bce era la singola A, oggi siamo alla tripla B, il limite inferiore dell’investment grade, sotto il quale c’è lo status di junk, cioè spazzatura.
Quando la Bce ritirerà lo stimolo (mossa che al momento non appare imminente, ma i mercati si portano sempre avanti), le banche greche saranno costrette a cercare finanziamenti a prezzi di mercato, evidentemente ben più onerosi.


Ma la cosa che ho scoperto è questa: alla BCE basta che anche una sola delle tre sorelle-zoccole del rating (S&P, Moody's, Fitch) mantenga la lettera A, anche una sola.
Visto che Moody's non si è ancora espressa...il futuro prossimo del debito della Grecia ed una spinosissima questione dell'area euro (e dunque dei mercati mondiali) è nelle mani di un'agenzia di rating privata.
...under normal circumstances eurozone sovereign bonds are only eligible for ECB collateral as long as they have an A- rating or better from one of the three credit rating agencies...
...That means that if Moody’s were to cut Greece three notches (to Baa1+, Moody’s equivalent of BBB+) Greece would be cut off from Europe’s key financing facility on January 1, 2011...
. . . the unthinkable – that the ECB would not accept sovereign securities from a member as collateral – has become a measurable risk, and one exclusively controlled by Moody’s. Clearly untenable!
E' proprio il caso di dire: SIAMO IN BUONE MANI!.....

Nota a margine: visto che il caso Grecia è un importantissimo ed intricatissimo "banco di prova" della tenuta dell'area euro...non è che il giudizio di Moody's opportunamente "telecomandato" potrebbe diventare una comoda scappatoia per guadagnare tempo oltre al gennaio 2011?
Certo che mantenere la A alla Grecia sarebbe veramente ECLATANTE....non meno però del mantenimento della tripla AAA di USA ed UK....per cui tutto è possibile anche se improbabile.

Anche perchè il caso Grecia rischia di diventare un vicolo cieco: qualunque soluzione si adotti potrebbe rivelarsi comunque una sconfitta.
1- Se la BCE salvasse la Grecia cacciando la grana si creerebbe un terribile moral hazard pan-europeo: tutti i meno virtuosi correrebbero a chiedere soldi alla BCE mentre quelli che hanno messo in campo tagli "lacrime&sangue" (come l'Irlanda) s'inkazzerebbero come iene e per ripicca potrebbero riprendere a scialare....
2- Se invece la BCE non aiutasse od addirittura espellesse la Grecia, si aprirebbe una grave crepa nell'area euro che potrebbe trascinarsi dietro gli altri anelli deboli della catena.
Va considerato che il messaggio dell'espulsione potrebbe essere interpretato come "meritocratico" e virtuso: "la BCE aiuta solo chi fa politiche serie e rigorose di taglio del debito pubblico"....e sulla lunga potrebbe anche essere premiante per l'euro.
Variante alla soluzione n° 1: si potrebbe "dare un colpo al cerchio ed uno alla botte" cercando di far intervenire l'FMI. Ma sarebbe comunque un salvataggio di un membro dell'euro, anche se maggiormente "mediato" ed indiretto.

Do infatti per scontato che l'attuale governo socialista di Papandreou, eletto dai cittadini proprio nella speranza di mantenere tutta una serie di benefits sociali, non sia in grado di mettere in piedi una politica lacrime&sangue senza sorbirsi una rivolta civile e senza cadere in 4 e 4 otto.
E dalle informazioni in mio possesso, in Grecia è diffuso un sentimento "ricattatorio" e ben poco disposto ai sacrifici.
I Greci sostanzialmenre ragionano così: noi siamo (più) poveri, non vogliamo rinunciare ai nostri pochi privilegi conquistati a fatica (e sbracando il debito pubblico aggiungerei...), sono gli altri stati (più) ricchi della UE che devono darci una mano altrimenti il "loro" euro va in pezzi....
Insomma, una bella partita...non c'è che dire.

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