giovedì 11 agosto 2011

Ehm....io ci riprovo...: Che pace questa mattina!


Ehm....io ci riprovo...
Che pace questa mattina!
Tutto rimbalza probabilmente perchè siamo in un giorno dispari, mentre nei giorni pari mediamente si crolla....:-)
Scherzi a parte...tralasciamo il casinò delle borse e torniamo a discorsi più fondamentali e meno "volatili"...
Triumph of Stupidity Over Common Sense; Volatility in Both Directions the Norm; Fed Induced False Signals

Anche SocGen rimbalza: si stanno "addirittura" dissipando i terribili Rumors che hanno colpito ingiustamente banche "sanissime"....:-)
Si citano solo SocGen ed UCG...ma sono girati un sacco di terribili Rumors anche su BofA, Citigroup etc etc: (per adesso) pare che siano infondati anche questi...
E' ASSOLUTAMENTE NORMALE CHE in un contesto di Borsa come quello attuale girino rumors più o meno fondati che ti facciano scendere sensibilmente un titolo od un settore e magari 5 minuti dopo girino rumors più o meno fondati che ti facciano schizzare al rialzo un titolo od un settore.
La Borsa non è mica un luogo per Dame di carità....non lo è MAI stato.

I Rumors esistono dal tempo della Borsa Sumera ed è assurdo cercare complotti anche nelle "voci di mercato": ce ne sono al ribasso ma ce ne sono anche al rialzo (quest'ultime però non le critica mai nessuno...), ce ne sono di fondate e ce ne sono d'infondate.
Una cosa è certa e lo sa chiunque abbia fatto trading professionalmente come me: un Rumors senza fondamento ti crea qualche oscillazione ma poi viene rapidamente annullato dal Mercato che si riequilibra.
Se invece il Rumors ha effetto è perchè risulta "credibile" e s'innesta su un contesto generale verosimile e fondato: gli operatori del mercato sanno benissimo che le banche sono ancora "marce" come 3 anni fa e che quasi nulla è cambiato se non alcune accomodanti regole contabili.
vedi il mio pezzo classico di fine 2009 Come ti trasformo una catapecchia in una villa a Portofino
In altre parole....un rumors potrà anche essere infondato ma purtroppo una CERTA REALTA' SOTTOSTANTE è BEN FONDATA.

Le banche della carta straccia ormai stanno in piedi solo sulla confidence e questa confidence ormai è venuta meno. Punto.
Inutile accusare un rumors birichino....
Infatti, con le Borse in caduta verticale,
ci si aspetta giustamente che prima o poi qualche Istituzione Finanziaria che si è presa più rischi di un'altra ( grazie al Moral Hazard di Stato...)
sia costretta a capitolare....esattamente come è successo a fine 2008.
Stiglitz: “Considerable” Risk in Banks Today Because So Little’s Changed Since 2008

Inoltre sfatiamo un altro falso mito: non è assolutamente vero che le nostre banche sarebbero meglio delle altre.
Sono solo un po' meno esposte ai nuovi giochini della finanza globale: come ho scritto mille volte la loro "arretratezza" una volta tanto è stato un valore positivo....anche se le Banche italiane più intraprendenti stavano già per diventare come una Citigroup qualunque ma non ne hanno avuto il tempo a causa della Grande Crisi...
Il fatto che le nostre Banche siano radicate sul nostro territorio non è più il loro punto di forza come una volta bensì LA LORO DEBOLEZZA
visto che l'Italia stagna&recede, stagna&recede sempre di più...
dunque il nostro tessuto impreditoriale e sociale va sempre più in sofferenza
ed anche le nostre banche vanno sempre più in sofferenza.
L'ho definita Crisi Bancaria Italiana al Rallentatore, con improvvise accelerazioni: la malattia sarà anche diversa da quella di altre Nazioni ma non per questo è meno grave.
non perdere il mio post:
L'italia e la sua "crisi (bancaria) al rallentatore
Purtroppo un po' di sano patriottismo non cambia la realtà dei fatti...
Nota a margine: un eventuale Effetto Contagio innescato dalle mega-Banche delle altre Nazioni, SE NE FOTTEREBBE del maggiore radicamento territoriale delle nostre banche e LE MASSACREREBBE come le altre, più delle altre...

Insomma....
non sono certo i Rumors a dare una direzione duratura al Mercato e non sono nemmeno le Agenzie di Rating (sempre dietro alla curva...):
non dico che siano fattori inesistenti...ma c'è troppa gente che continua a concentrarsi sul dito e non sulla Luna....
e tutti insieme perdiamo inutilmente un sacco di tempo.
I veri problemi sono ben altri e non dobbiamo distrarci con false Crociate:
l'eccesso di debito curato con ancora più debito, l'incredibile leva e velocità delle armi di distruzioni di massa della finanza (non solo ribassiste ma anche e soprattutto rialziste), le banche che ormai sono delle specie di Hedge Funds da casinò, la cronica mancanza di trasparenza nei bilanci bancari, l'incombente ritorno in Recessione o meglio non ne siamo mai usciti..., un modello di crescita che non è più sostenibile, una de-localizazione selvaggia che sta massacrando i nostri tessuti produttivi ed occupazionali, le multinazionali sempre più onnipotenti e sopra agli Stati etc etc etc
Tutto questo sta determinando LA TENDENZA GENERALE
e non il soffio di vento di un Rumors...
o la presa d'atto "notarile" che gli USA non sono più AAA (lo sapevano anche le pietre ormai...).

Bene, tornando al PUNTO...
mi fa piacere vedere che lo stra-pagato analista di Moody's sia arrivato alle mie stesse identiche conclusioni che vado predicando da tre anni...
News Double dip recession would hit economy worse than the last - Moody's Analytics Zandi
The risk of double dip recession is rising.

And while economists disagree on just how likely the U.S. economy is to fall into another downturn,

they generally agree on one thing — a new recession would be worse than the last and very difficult to pull out of.

“Going back into recession now would be scary, because we don’t have the resources or the will to respond, and our initial starting point is such a point of weakness,” said Mark Zandi, chief economist at Moody’s Analytics.

“It won’t feel like a new recession. It would likely feel like a depression.”
Source: Yahoo Finance Wed, 20:47 10-08-2011
E tutte le mie tesi che vado ripetendo da 3 anni sono magistralmente riassunte anche da un Istituzione come Oscar Giannino: un applauso per la sintesi e per la lucidità.
Tre buone ragioni di tempesta, e no alla patrimoniale
....Da inizio settimana, sui mercati finanziari europei si è spezzato l’incantesimo che vedeva i cali concentrati soprattutto sulle piazze eurodeboli....
.... ecco che i mercati hanno ripreso o a picchiare.
E questa volta la novità è che non fanno sconti a nessuno, tedeschi e francesi in testa, oltre naturalmente a Wall Street, che inanella ribassi simili solo a quelli del 2008, subito successivi al crac di Lehman Brothers.
Purtroppo, era una facile profezia.
Perché a spingere con questa forza al ribasso i mercati.....è la forza congiunta di tre fenomeni oggettivi...
Il primo di questi fenomeni è la radice stessa della crisi nata nell’estate del 2007 ed esplosa nell’autunno 2008, e ha a che vedere con il modello di intermediazione finanziaria praticato globalmente.
La crisi è nata perché per una ventina d’anni tecniche e prodotti finanziari sempre più raffinati hanno sostenuto l’eccesso di debiti privati del mondo anglosassone abbattendo il rischio di solvibilità dell’emittente indebitato e quello patrimoniale del prenditore-creditore, sostituendolo con rating finanziari elevati dell’intermediario che rivendeva tranche di debiti rendendo impossibile capire che che cosa davvero si trattasse.
E riassicurandosi a propria volta attraverso prodotti finanziari derivati trattatiu fuori dai mercati regolamentati.
Esplosa la crisi, si è detto per un bel po’ che occorreva rivedere dalle fondamenta quel modello, e scrivere regole comuni....
Quella riscrittura di regole non è in realtà mai avvenuta.
...E la finanza continua allegramente a realizzare i più dei propri proventi con tecniche de tutto analoghe a quelle che ci hanno regalato la crisi.
I prodotti derivati valgono da soli almeno sette o otto volte il Pil mondiale, si calcola. E l’idea che comunque le banche vengono salvate dagli Stati, la via che è stata seguita per quelle “troppo grandi per fallire”, ha finito per incoraggiare l’azzardo morale invece di sradicarlo....
Il secondo enorme problema è invece l’esplosione del debito pubblico.
Un’esplosione che è avvenuta tanto sulla riva europea dell’Atlantico, quanto su quella americana.
La politica ha risposto a una crisi ....con le armi apprese negli anni Trenta, cioè facendo vertiginosamente salire spese e debiti pubblici.
Obama ha portatop la finanza pubblica stastunitnse su tracciati che sono nel prossimo quindicennio incompatibili con la pressione fiscale a cui l’America è abituata.
In Europa, i deficit sono esplosi quasi dovunque.
Noi e i tedeschi abbiamo fatto eccezione, ma il guaio italiano era pre esistente, il debito pubblico era già altissimo, e in queste condizioni di pressione fiscale già elevatissima non riusciamo a crescere più.
La frustata all’America con la perdita della sua tripla A a garanzia del debito ha svelato che il re è nudo.
E il problema non è solo di medio periodo, perché automaticamente i mercati mandano al ribasso tutte le banche che sono piene di titoli pubblici europei e americani.
Se l’America perde la tripla A è ragionevole che lo stesso debba presto avvenire alla Francia, ed ecco perché ieri Societé Generale ha perso a Parigi fino al 20% e Sarkozy ha dovuto precipitosamente interrompere le proprie vacanze.
Il terzo problema, infine, è il rallentamento della ripresa mondiale, in corso dall’inizio dell’anno e in via purtroppo di rafforzamento.
L’America stenta e torna a riaffacciarsi l’incubo recessione perché bisognerà incidere il coltello in migliaia di miliardi di dollari di trasferimenti pubblici.
La Cina deve ricalibrare la sua crescita al 10% annuo per evitare surriscaldamenti del suo credito interno e del sistema bancario.
L’Europa da 20 mesi non decidendo un meccanismo comune di sicurezza ha approfondito il divario tra chi cresce di più e chi quasi zero, col risultato che oggi anche il campione tedesco vede diminuire il tasso di crescita del suo export.
Certo, non siamo morti dal 2008 a oggi, e anche oggi non siamo a rischio di sopravvivenza.
Ma queste tre grossi problemi sono uno spietato atto d’accusa che i mercati muovono alla grande politica mondiale.
Per questo, ai lettori bisogna dire la verità.

La tempesta non è finita.

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