lunedì 30 settembre 2013

Negli USA, se mancano i soldi, è "lo Stato che chiude" (shutdown)...Invece da noi...

Negli USA stanno facendo l'ennesimo psico-debt-dramma tra DEM e GOP
sull'innalzamento del tetto del Debito - Debt Ceiling - (ormai andiamo verso i 17.000.000.000.000 etc etc)
e sui tagli al Budget del Governo Federale....
Troveranno un accordo, 99 su 100....
e continueranno allegramente a sbracare...
perchè se lo possono permettere...
sono o non sono gli USA?

Nota: Cos’è il debt ceiling?
Il debt ceiling, o tetto del debito, è il limite massimo che può raggiungere l’indebitamento degli Stati Uniti. 

Una volta superato, l’Amministrazione rischia di vedersi annullata la possibilità di chiedere finanziamenti tramite l’emissione di bond. 
In altre parole, in mancanza di aumento del tetto e senza le garanzie necessarie per l’indebitamento, il Governo è costretto a dichiararsi insolvente. 
È stato innalzato a più riprese fino all’attuale limite....

Però nel frattempo
se i soldi (a debito) non si potranno reperire...
lo STATO chiuderà .................
.
e ridurrà l'attività per mancanza di risorse...
Sarà lo shutdown di tutta una serie di servizi federali
- Wall Street apre in netto ribasso, USA vicini a "shutdown"
- On the Brink of Shutdown?
QUI invece
lo Stato sarebbe andato avanti come fa da sempre, senza tagliare quasi nulla
ed avrebbe alzato ULTERIORMENTE le TASSE (già a record siderali)
SPREMENDOCI come limoni senza alcun senso del limite
per continuare a foraggiare la Casta ed una macchina statale sempre più inefficiente e parasssitaria...
T'è capì the difference?....;-)

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Le agenzie federali americane a poche ore dalla minaccia di chiusura
Gli Stati Uniti si dirigono verso la chiusura del governo federale.
A meno che un compromesso non intervenga all’ultimo minuto (sull’innalzamento del tetto del debito nazionale), l’inimmaginabile si abbatterà sulle agenzie federali americane alle 0 h 01 di martedì.
A quel momento lo Stato federale non sarà più ufficialmente finanziato, mandando un’ondata di choc attraverso il paese, che se durerà porterà al sollevamento della nazione contro i suoi dirigenti, democratici e repubblicani.

Una crisi di bilancio che rivela la paralisi politica totale di un potere federale diviso e incapace di mettersi d’accordo sul suo finanziamento.
Ossessionati dalla riduzione delle spese, i repubblicani che controllano la Camera sabato hanno votato un progetto di bilancio che esige il rinvio di 12 mesi dell’applicazione della legge sulla sanità.
Il Senato, dominato dai democratici, ha votato venerdì un piano di bilancio che non tiene conto delle rivendicazioni repubblicane, facendo capire che non vi sarà alcuna concessione.
Esasperato, Barack Obama ha spiegato che non si lascerà prendere in ostaggio dalle rivendicazioni ideologiche di una fazione di conservatori.

“E’ come il ping-pong, ognuno si rimanda la palla rifiutando di cedere, per non apparire debole – spiega il giornalista David Harrison, del giornale del Congresso Roll Call.
“Non siamo in una crisi di bilancio, ma in un teatrino politico – aggiunge Gordon Adams, professore di scienze politiche presso la American University, dicendosi molto pessimista.
Non ci sono vie d’uscita. “Per il presidente Obama, cedere all’esigenza dei repubblicani sulla sanità equivale a una capitolazione. Se rinunciasse alla sua legge più importante, diventerebbe un’anatra zoppa all’inizio del nuovo mandato, è inaccettabile – fa notare il politologo Larry Sabato.

Il presidente statunitense sa che a breve termine i suoi avversari verranno tutti considerati responsabili della chiusura del governo, a causa della loro intransigenza verso la legge sulla riforma del sistema della sanità, votata tre anni fa.
“I repubblicani hanno certamente ragione nel dire che questa legge è impopolare. Nel turbine del suo successo nel 2009, Obama ha forzato un cambiamento sociale che divideva profondamente il paese, facendo votare la riforma della sanità senza aver negoziato con i repubblicani. Questa arroganza oggi torna come un boomerang – commenta Larry Sabato – Ma la realtà è che i repubblicani non possono bloccare la legge, perché il presidente è democratico, così come il Senato. Per annullarla dovrebbero vincere le elezioni.”

Dal 2010, lo speaker repubblicano John Boehner ha tentato diverse volte di ottenere un compromesso con Obama sul bilancio, ma ogni volta è stato bloccato dal suo partito. Nemmeno i democratici hanno mostrato grande volontà.
“Boehner è bloccato. Se cercasse sostegno dai democratici per far passare il bilancio contro l’opinione della maggioranza dei repubblicani, la sua carriera di speaker sarebbe terminata – nota il giornalista David Harrison.
Dunque lo scenario più probabile è che si giunga alla paralisi del governo federale, poi che Boehner inizi a negoziare, in una situazione di panico, una risoluzione che permetta di stabilire un finanziamento provvisorio nell’attesa della prossima, inevitabile crisi.

Se entro la mezzanotte di lunedì, ora locale, il Congresso non raggiungerà un accordo, a essere senza lavoro dalle prime ore di martedì mattina saranno circa 800.000 funzionari federali.
In mancanza di un innalzamento del tetto del debito, ossia in mancanza di crediti, le amministrazioni non essenziali chiuderanno o ridurranno considerevolmente la loro attività : servizio delle imposte, uffici di aiuto all’alloggio, assistenza alimentare per i più poveri, consegna di passaporti o porto d’armi, musei pubblici – fino al servizio di raccolta dei rifiuti a Washington – tutti potrebbero dover interrompere le loro attività.
Per qualche giorno alcuni settori federali andrebbero avanti con i propri fondi, ma solo per qualche giorno.
A continuare a essere pagati sarebbero i magistrati, i militari, gli agenti della CIA e del FBI, i controllori aerei e i guardiani delle prigioni.
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