giovedì 28 febbraio 2013

Elezioni Italiane: chi ha perso veramente è Angela Merkel...

Come spesso accade,
ottima analisi di W. Münchau,
editorialista del Financial Times e "crucco" pensante...
Se come dice il " tenero" Steinbrück  (leader SPD):
"in Italia hanno vinto due Clown"
(e non ha tutti torti...anche perchè Grillo è comico di mestiere...mentre Berlusconi è comico di suo...)
beh...forse la responsabilità è anche della Merkel, della Germania e della "loro" Eurozona.
E vedrete cari amici tedeschi che Grillo potrebbe farvi ridere molto meno di quanto pensiate...

“Elezioni Italiane: chi ha perso veramente è Angela Merkel"
traduzione vocidallagermania.blogspot.it
I grandi sconfitti nelle elezioni italiane non sono Mario Monti né Pier Luigi Bersani, 
ma Angela Merkel: se la crisi Euro è ancora qui, la colpa è solo sua. 
La sua politica anticrisi ci sta portando verso il disastro.
Angela Merkel è la vera perdente nelle elezioni italiane.
Quanto la sua Euro-politica sia sbagliata, nei giorni scorsi è diventato chiaro a tutti.
Mi aspetto che questa strada ci porti al disastro.
La sua politica consisteva nel tentare di risolvere la crisi debitoria e di competitività nei paesi del sud Europa con un processo di aggiustamento unilaterale. .......................

Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, attraverso una politica di austerità garantiscono il rimborso del debito, e spingono verso una politica di riduzione salariale nel settore pubblico che si propaga verso il resto dell’economia.
In questo modo si pensava di prendere 2 piccioni con una fava.
La speranza era che dopo uno schock breve e acuto, i debiti e i livelli salariali sarebbero tornati in equilibrio.
Davvero intelligente, oppure no?
Nei sogni.
Né l’economia, né la politica funzionano nel modo in cui ci si immagina in Germania.
Economicamente è stata un’analisi molto superficiale, senza considerare le conseguenze devastanti sull’economia complessiva.
L’Italia si trova in una recessione che si autoalimenta: le banche non danno credito perché non vedono nessuna ripresa, e la ripresa non arriva perché le banche non danno credito.
Le imprese nel frattempo pagano interessi del 10 %.
Non c’è da meravigliarsi se non investono e se l’economia si contrae.
Poiché il PIL è il denominatore nel livello di indebitamento, questo cresce automaticamente quando l’economia si contrae.
Cio’ significa che il livello di indebitamento continua a salire, sebbene i debiti non crescano.
E’ chiamata anche trappola del debito.
Non se ne esce senza l’aiuto esterno.
E piu’ ci si dimena, piu’ si scivola in profondità.
L’Italia interromperà la politica di austerità
Le conseguenze politiche le abbiamo vissute in diretta questa settimana.
Beppe Grillo con il suo movimento anti-Euro oggi è il piu’ grande partito del paese.
Insieme a Silvio Berlusconi ha condotto e vinto una campagna contro l’Euro e contro Merkel.
Non importa quello che succederà politicamente, l’Italia arresterà la sua politica di austerità.
Come potrebbe andare diversamente da un punto vista politico?
In questo modo viene meno per l’Italia la possibilità di trovare protezione sotto il fondo di salvataggio. Perché l’ESM come condizione imporrebbe ulteriori risparmi.
Se in quel momento si dovesse andare alle elezioni, il “Movimento 5 Stelle” di Grillo avrebbe allora la maggioranza assoluta.
Mario Monti è la figura piu’ tragica nel dopo elezioni. 
Il suo errore piu’ grande è stato l’accettazione in  maniera acritica delle politiche merkeliane.
Avrebbe dovuto insistere su un fondo comune europeo per il rimborso del debito e su di una europeizzazione completa delle banche, compresi i debiti pregressi.
E avrebbe dovuto minacciare: in caso diverso, l’Italia è pronta a lasciare l’Euro. 
Merkel tuttavia sapeva che l’ex commissario europeo, al contrario di Berlusconi, non sarebbe mai andato tanto lontano.
E cosi’ è stata capace di imporsi tatticamente.
Ma non è stata capace di risolvere il problema della crisi.
Al contrario.
La rabbia della folla presto toccherà anche il Portogallo e la Spagna.
Da un punto di vista economico il problema italiano puo’ essere compreso attraverso un confronto con il Gold standard durante la grande depressione.
L’Euro oggi ha il ruolo che allora aveva l’oro, quello di un tasso di cambio fisso.
Anche allora gli economisti conservatori sostenevano che i paesi nel gold standard si sarebbero riallineati attraverso aggiustamenti nell’economia reale – al posto dei tassi di cambio, sostituiti da un aggancio permanente all’oro.
L’unica via di uscita dalla grande depressione fu l’abbandono del sistema basato sull’oro.
In America avvenne nel 1933, in Francia rimase fino al 1936 – con conseguenze economiche disastrose.
Io credo che in Europa avremo un percorso simile.
Per mantenere l’Euro sono necessari trasferimenti e aggiustamenti su entrambi i lati, per i quali sia nel sud che nel nord Europa non c’è la maggioranza necessaria.
Le politiche di austerità costituivano l’ultima possibilità in questo senso.
La rabbia del popolo ha raggiunto l’Italia, e presto o tardi toccherà anche la Spagna e il Portogallo.
Anche in Francia ci sono segnali in questa direzione.
 I greci in questo momento sono un po’ storditi, ma anche li’ la strategia dell’aggiustamento non sta funzionando politicamente – nemmeno dopo sei anni di recessione.
Quello che Merkel probabilmente riuscirà a salvare politicamente in Germania, è l’incapacità dei suoi avversari politici di smascherare questa strategia.
Del resto sono molto impegnati a sprecare il loro capitale politico nella relativamente poco importante questione degli aiuti finanziari a Cipro.
La dichiarazione poco diplomatica di Peer Steinbrück sui due clown italiani distrae dal fatto che il vero problema non sono Grillo e Berlusconi, piuttosto la sua avversaria politica. 
Steinbrück aveva la possibilità di attaccarla politicamente e invece fa un altro passo falso che lo allontana dalla questione centrale.
La sola consolazione è che Merkel dovrà farsi carico delle conseguenze di una crisi che lei stessa ha creato.
La combinazione delle sue politiche e del risultato elettorale italiano hanno drasticamente aumentato le possibilità di un crollo dell’Euro.
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