martedì 31 marzo 2009

Per un pugno di dollari


Per ottenere le sovvenzioni dello Stato si fa questo ed altro..
Bob Nardelli, il capo di Chrysler, ha trovato in sole 3 ore una nuova bozza d'accordo con FIAT dopo che ieri Obama aveva posto un ultimatum: o fate un accordo con FIAT entro 30gg o non vi somministro i 6 miliardi di ossigeno di stato...
La Task Force di Obama sull'auto aveva infatti giudicato Chrysler incapace di "ballare da sola" per cui aveva imposto un'alleanza con qualcuno in cambio degli aiuti: però "in coda per entrare" c'è solo FIAT mentre molti altri sono "in coda per uscire"...come Daimler che da 8 anni prova in tutti i modi a far funzionare un'alleanza con il collosso americano che gli è costata un sacco di soldi ed è stata solo una palla al piede...
Infatti entrare sul mercato USA è impresa difficilissima, praticamente mai riuscita a nessuno in modo sistematico: solo successi sporadici, vittorie lampo, mercati di nicchia ed il tutto a costi maggiori dei benefici.
Ma si sa che a Marchionne piacciono le "mission impossible" ed è anche bravo: dopo aver salvato la FIAT dalla quasi bancarotta qualche anno fa, sfiga vuole che adesso debba affrontare la peggiore crisi dell'auto della storia che riaprirebbe a breve di nuovo le porte della bancarotta...
Ed allora tanto vale rischiare o meglio BLUFFARE in attesa della vera mano vincente, della partita decisiva che si giocherà su altri tavoli.
Perchè questa "alleanza gratis" con Chrysler a me continua a puzzare di bluff ...ma è un bluff geniale, alla Marchionne, dove FIAT per ora rischia poco o nulla ma intanto "fa gioco"...
Ieri nell'articolo Obama non ha calato le brache...per ora... accennavo alle modifiche richieste da Obama: secondo indiscrezioni la MODIFICA consisterebbe in un abbassamento della quota d'ingresso iniziale di FIAT al 20% (dal 35%) in cambio di motori e tecnologia. Fiat potrà poi salire al 49% del capitale, ma non prima che sia stato ripagato il debito dello Stato.
Per adesso l'accordo con Bob Nardelli è solo una BOZZA, scritta in fretta e furia per opzionare i 6 miliardi di ossigeno di stato.
Le vere trattative sono nel vivo ed i vantaggi per FIAT della partnership con CHRY continuano a rimanere nel campo delle potenzialità e delle ipotesi: un portavoce Fiat ha confermato che l'AD Sergio Marchionne si trova negli Usa per le trattative con Chrysler.
Assistiamo alle prossime puntate della Telenovelas a valuteremo a "bocce ferme".

Nel frattempo FIAT, dopo avere perso ieri il 10% a seguito delle mazzate di Obama sull'auto USA, oggi rimbalza del 10% sulla rapidissima riapertura delle trattative con Chrysler...FIAT ormai da tempo non è più il tipico titolo da cassettisti pensionati ma è diventato una bisca da trader i quali infatti oggi commentano tra una speculazione e l'altra: "Chrysler è una grossa opportunità ma va intepretata alla luce di quali condizioni verranno poste"...."Il mercato temeva venisse richiesta una maggiore assunzione di responsabilità sul debito e forse un apporto cash. Il solo apporto di tecnologia non va male"...

E mentre in borsa sono di moda i fuochi d'artificio, in un grigio giorno di pioggia... nel mondo dell'economia reale:
Fiat Auto, 2 settimane nuova cassa integrazione Mirafiori
Reuters - 31/03/2009

Fiat Automobiles ha annunciato ai sindacati una nuova fermata della produzione nello stabilimento torinese di Mirafiori a fine aprile inizio maggio.
Per adeguare la produzione alla domanda tutta la carrozzeria di Mirafiori andrà in cassa integrazione nella settimana dal 27 aprile al 3 maggio.
Lo stop interesserà 4.540 operai e 450 impiegati, ha detto una fonte del sindacato Fismic.
Nella settimana successiva, dal 4 al 10 maggio, resterà in cassa solo la linea della Fiat Multipla, circa 1.000 dipendenti.
In conseguenza della fermata delle linee andranno in cassa integrazione dal 27 aprile al 10 maggio anche gli adetti delle presse di Mirafiori (518 operai e 82 impiegati), ha detto il sindacalista.

Nel frattempo la bancarotta di GM, l'altro colosso malato (terminale), pare sempre più vicina...ripeto PARE...ma non ci credo finchè non lo vedo...perchè sono mesi che deve succedere e poi non succede mai...
Lo stesso Obama ha parlato ieri della possibilità che GM vada in bancarotta assistita dallo stato. Commentando questa possibilità, il nuovo amministratore delegato Fritz Henderson ha detto ieri sera in una conferenza stampa che la bancarotta assistita e guidata dalla Casa Bianca è in questo momento una proceduta meno rischiosa del fallimento attraverso l'amministrazione controllata.
Diciamo che la Bancarotta di GM oggi appare la via più probabile per spuntare le armi dei numerosi creditori: è la via più rapida per dare un taglio alle difficili trattative con i bondholder, i sindacati, i dipendenti, i pensionati etc e per metterli con le spalle al muro o meglio... con le palle nello schiaccianoci.
Non vorrei essere al posto loro...ma il mercato libero è anche questo.

aggiornamento delle 19.39
e dopo Fitch tocca a S&P...
Fiat: S&P taglia rating a BB+ da BBB
ANSA - Mar 31 Mar, 19:24
Standard & Poor's ha tagliato i rating a Fiat portando quello a lungo termine a BB+ ('junk', spazzatura) da BBB-. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg, precisando che il rating a lungo termine abbassato e' sotto osservazione con implicazioni negative, mentre quello a breve e' stato ridotto a B da A-3 ed e' stato rimosso dal 'Credit watch'.
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Germania Uber Alles...nel buonsenso...


Sarà perchè i Tedeschi, nei loro incubi notturni da cattiva digestione di wurstel & crauti, sognano ancora vividamente lo SPETTRO della super-iper-inflazione della Repubblica di Weimar...e si svegliano di soprassalto con una mano sul portafoglio...come a cercare (inutilmente) di coccolarlo e proteggerlo...
Infatti la Germania è l'unica che dimostri buonsenso in questa crisi e ponga serie resistenze sia al taglio indiscriminato (ed inutile) del costo del denaro sia alla stampa di moneta dal nulla.

Guardate un po' cosa ha dichiarato pochi giorni fa La Cancelliera tedesca al Financial Times, in quella partita a scacchi di dichiarazioni d'intenti e smentite che precedono i mondiali di scacchi del G20 di Londra del 2 aprile.
Angela Merkel al Financial Times: pericoloso immettere troppo denaro nell'economia Alla vigilia del vertice del G20 di Londra il cancelliere tedesco Angela Merkel lancia un avvertimento ai suoi colleghi: immettere troppo denaro per rilanciare l'economia rischia di rendere non duratura la ripresa.

Incredibile che si debba fare il tifo od esaltarsi perchè qualche Leader fa dichiarazioni così NORMALI e di buon senso, che dovrebbero essere condivise da tutti..
"La crisi non si e' prodotta perche' abbiamo distribuito troppo poco denaro, ma perche' abbiamo stimolato la crescita economica con troppo denaro, e questa non e' una crescita sostenibile". "Se vogliamo imparare da questo, la risposta e' di non ripetere gli errori del passato".
Non ripetere gli errori del passato, la storia insegna...me lo spiegavano già alla scuole elementari...

Altra cosa che pare capire solo la Merkel...mentre risulta incomprensibile oppure fuori moda per i geni di Wall Street e Londra: se uno è pieno di debiti non può continuare a spendere indebitandosi ancora di più...Mentre chi ha un sacco di soldi nei forzieri (la Cina) ha molti più spazi di manovra...Un concetto difficile vero? Sicuramente tale buonsenso non caratterizza i giocatori di poker e d'azzardo, i truffatori od i pusher di droga, ma è un concetto familiare per qualunque casalinga, pensionato o ragazzino con la paghetta di mammà.
Il cancelliere tedesco afferma quindi che non stanziera' altri fondi pubblici in Germania, nel quadro di un'azione di rilancio coordinata a livello internazionale. "Penso che la Cina possa fare molto di piu' (rispetto alla Germania) per incoraggiare la domanda perche' dispone di imponenti riserve. Noi siamo in una situazione completamente differente, noi abbiamo riserve negative", afferma, precisando che la Germania ha un debito pubblico di 1,547 miliardi di euro.

E di nuovo solido buonsenso teutonico da parte della Cancelliera condito da una buona dose di realismo per quanto riguarda il G20 ed il "dopo".
Merkel invita cosi' a non riporre troppe aspettative nel vertice di Londra del 2 aprile: "Stiamo discutendo della creazione di una nuova architettura del mercato finanziario internazionale e non potremo finirla a Londra", ha detto. "Ovviamente non risolveremo la crisi economica e neanche la questione del commercio. Dovremo quindi incontrarci di nuovo".
Non a caso la visione della Merkel coincide con quella del tedesco Ralf Dahrendorf, uno dei sociologi più autorevoli del mondo che dalle pagine del Corriere della Sera dice del prossimo G20: "Fallirà, non raggiungerà gli obiettivi che si erano dati originariamente, cioè essere il momento decisivo per uscire dalla crisi e ridisegnare l'ordine economico mondiale. Non siamo a una nuova Bretton Woods, la situazione è ancora confusa e non sono sicuro che l'America voglia caricarsi sulle spalle il peso dell'uscita dalla crisi". Le previsioni del sociologo sono di una riduzione degli standard di vita del 20% almeno, tornando quindi ai livelli degli anni Cinquanta e Sessanta.
Non bisogna mai porre limiti "alla divina provvidenza" che pare funzioni anche se uno non ci crede...Per cui qualche sorpresa positiva potrebbe anche arrivare. Però permangono posizioni molto differenti che difficilmente potranno essere conciliate il prossimo 2 aprile.
In effetti per spronare il consesso umano a prendere decisioni urgenti, condivise e benefiche per l'umanità sono necessari eventi eccezionali come un'invasione minacciosa di alieni...Per ora la Crisi sta mordendo ancora "troppo poco" in confronto ad un bombardamento alieno sulle principali capitali del Mondo...

Nei giorni scorsi ho già parlato più volte della stampa di moneta dal nulla definendola una "pericolosa droga" od una "pericolosa scommessa", che rischia di impoverire noi tutti creando una super-inflazione.
vedi Breve Inventario delle Droghe; Inondazione = (super)Inflazione?; L'Inondazione arriva anche nella UE?

Sicuramente i tempi sono cambiati dal 1923, dalla Grande Inflazione della Repubblica di Weimar e le cause di quella crisi sono molto diverse dalle cause di questa crisi.
Inoltre gli USA e l'UK cercheranno di non stampare moneta a go-go ma con una certa moderazione (spero...) tentando di bilanciare la droga ed i suoi effetti collaterali.
Però la stampa di moneta dal nulla (e basata sul nulla) sempre droga rimane...è sempre debito che si accumula su altro debito per curare i disastri fatti dal debito eccessivo...sono sempre soldi che si spendono senza averli in saccoccia, contando di ripagarli con il lavoro e la crescita futuri.
Il conto prima o poi andrà pagato, prima o poi andrà pagato, PRIMA O POI ANDRA' PAGATO.

Dopo aver fatto le distinzioni del caso tra il 1923 ed oggi, godiamoci anche noi un flash dell'incubo ricorrente nei sogni dei Tedeschi...IL MOSTRO DELLA SUPER INFLAZIONE, per capire cosa rischiamo tutti noi se qualcuno nei posti di comando gioca troppo col fuoco...
Correva l'anno 1923, Repubblica di Weimar, Germania

....L'economia tedesca, disastrata dalla guerra, fa fatica a riprendersi nel clima di totale insicurezza politica e sotto le pesanti condizioni che il trattato di Versailles ha imposto alla Germania....I prezzi galoppano. Già dalla guerra si sentivano gli effetti di una inflazione abbastanza consistente e preoccupante. Per pagare gli enormi costi della guerra, il governo tedesco comincia a fare ciò che fanno tutti i governi quando non sanno più come affrontare una montagna di spese incontrollabili: stampava più banconote, con le conseguenze facilmente prevedibili. Questa inflazione, a partire dal 1922, comincia rapidamente ad aggravarsi. Il denaro perde di valore a vista d'occhio. Prima si pagano pane, latte e patate con alcune migliaia di marchi, poi si passa ai milioni, per arrivare infine a miliardi e, addirittura, a migliaia di miliardi di marchi. Gli operai vengono pagati ogni giorno; dall’ufficio paga corrono subito verso il mercato per spendere tutto e subito, perché un'ora più tardi i prezzi sono già raddoppiati e il giorno dopo le stesse banconote non valgono più nulla. Duecento fabbriche di carta stampano, giorno e notte, nuove banconote, francobolli e altri valori con sopra delle cifre sempre più astronomiche. ..........
http://www.itisap.com/progetti/Shoah%20e%20Nazismo_file/Page689.htm

...sulla storia tedesca tra il 1914 e 1924, periodo in cui il deprezzamento del marco fece crollare il tasso di cambio da 4,2 marchi per dollaro a 4,2 migliaia di miliardi di marchi per dollaro, per arrivare alla creazione di una nuova moneta ancora posizionata a 4,2 marchi per dollaro. Aggiungere dodici zeri al tasso di cambio per poi toglierli in un colpo solo non costituì un mero esercizio aritmetico. L’inflazione ebbe nella Germania della neonata Repubblica di Weimar la più tragica e spettacolare manifestazione che colpì un paese industrializzato e di economia di mercato.
L’inflazione è un fenomeno monetario, finanziario ed economico che tuttavia dipende dalle decisioni di politica economica che, a loro volta, sono il frutto di teorie ed interessi economici, considerazioni politiche, pressioni sociali e peculiarità culturali. Una analisi organica e sistemica della questione in oggetto non può prescindere dello studio di ciascuno di questi aspetti e delle interazioni di alcuni con gli altri.

http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=10650
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lunedì 30 marzo 2009

Obama non ha calato le brache...per ora...


Annuncio importante: gli Stati Uniti sono ancora gli Stati Uniti, non si è conclusa la mutazione finale nell'URSS come paventavo venerdì scorso...
Infatti Obama non ha calato le brache di fronte alle richieste di GM e CHRY: la sua task force per l'auto ha infatti respinto i piani di salvataggio assistenzialista presentati dai due ex-colossi, imponendo di fatto dure condizioni di ristrutturazione (licenziamenti, chiusura impianti, vendita marchi etc) e due ultimatum temporali (60gg per GM e 30 gg per Chry).

Peccato che l'amministrazione Obama (come la precedente amministrazione) non applichi la stessa fermezza nei confronti delle banche...verso le quali le brache sono state calate più volte e per importi ben superiori, nascondendosi dietro la solita giustificazione dell'importanza sistemica. Invece esistono soluzioni più radicali per ri-fondare il sistema bancario e trasformare questa crisi in una vera occasione di cambiamento, il tutto senza trascurare l'importanza sistemica. Ne abbiamo già parlato più volte e ne parleremo ancora.

Tornando alle BIG dell'auto, i mass media titolano il NO di Obama come "linea dura", "severa bocciatura" mentre è solo la NORMALE risposta del "Regno del Libero Mercato" di fronte alle inefficienze del mercato stesso. Chi sbaglia paga e fallisce, così funziona la legge della Jungla.
Infatti negli Stati Uniti sui blog più seguiti si leggono titoli ironici e disincantati che sottolineano proprio come ci si sorprenda di fronte alla normalità di certe scelte che andavano fatte già da tempo...come Paul Kedrosky's che su Infectious Greed titola Stating the Auto Obvious...un arguto gioco di parole che merita di non essere sciupato dalla traduzione.
In ogni caso mi riservo di analizzare bene l'annuncio ufficiale di Obama previsto per oggi...perchè dietro alla bocciatura ed alla sua facciata da libero mercato potrebbe nascondersi un'anima statalista che in questi tempi di Crisi è tornata di moda...
Potrebbe essere semplicemente un bluff per forzare la mano a sindacati, fornitori e controparti varie.

La bocciatura del piano Chrysler coinvolge anche la nostra FIAT che ha in ballo una partnership "gratis" al 35%... in cambio di... tecnologia.
Questa mossa di Fiat non mi ha mai convinto per varie ragioni: avrei voluto parlarne più volte ma altri argomenti hanno tenuto la ribalta. Se troverò il tempo, approfondiremo.
Solo una breve notazione: la conclusione degli esperti della task force è che nel lungo termine Chrysler non può sopravvivere come gruppo autonomo ed anche per questo si sottolinea che un'alleanza con Fiat potrà garantire il sostegno necessario al gruppo, a patto che si effettuino le modifiche richieste.
Chissà quali saranno queste modifiche richieste...se ne parla da una decina di giorni ma non si capisce in cosa consistano.
Non mi ha MAI convinto questo "baratto" di FIAT che entrerebbe in Chry non solo senza sborsare un'euro ma addirittura potendo beneficiare dei miliardi dei contribuenti americani regalati all'azienda ...Troppo bello per essere vero...
Infatti il governo USA non ha calato le brache davanti alle BIG americane dell'auto e non credo che lo farà davanti a Fiat...Difficilmente verrà accettato il fatto che una società straniera prenda il controllo di Chrysler "in cambio di tecnologia" e senza metterci del capitale, prima che i contribuenti americani siano stati ripagati del denaro pubblico investito nell'azienda. Ecco cosa s'intende per modifiche richieste: l'intesa Chrysler-Fiat in qualche modo va cambiata, probabilmente richiedendo un maggiore impegno da parte del Lingotto non tanto per il primo step dell'intesa (Fiat al 35%) ma piuttosto per il secondo step (salita al 60%), altrimenti Obama non sbloccherà gli ulteriori 6 miliardi di aiuti.

Auto, task force Usa rifiuta piani ristrutturazione Gm e Chrysler
Reuters - 30/03/2009 07:55:42
WASHINGTON, 30 marzo (Reuters)
La task force, voluta dall'amministrazione Obama per
monitorare la situazione del comparto automobilistico americano, ha respinto stamane i piani di ristrutturazione dei due colossi di Detroit General Motors e Chrysler e ha ammonito che entrambe potrebbero essere avviate verso il fallimento per far fronte ai debiti.....
....Invece di approvare la richiesta di Gm per nuovi prestiti fino a 30 miliardi di dollari, l'amministrazione si è limitata a promettere finanziamenti alla casa automobilistica per i
prossimi 60 giorni, fino alla messa a punto di un nuovo piano di ristrutturazione sotto una nuova guida. ....
....A Chrysler, controllata di Cerberus Capital Management , sono stati concessi 30 giorni per
completare l'alleanza con Fiat. In caso contrario dovrebbe fronteggiare un taglio dei finanziamenti governativi che la potrebbero costringere a una liquidazione.
Nel pomeriggio il presidente Barack Obama dovrebbe svelare i suoi programmi per il settore automobilistico. ...........
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Wagoner fa le valige...piene di dollari?


Finalmente uno dei principali "satrapi" di questa Crisi fa le valige o meglio viene cacciato a pedate come probabile conditio sine qua non affinchè l'amministrazione Obama approvi ulteriori aiuti di stato alla GM.
Non soprende la notizia di poco fa delle dimissioni di Ricky Wagoner. Al contrario, era ben più soprendente la resistenza del "Padre Padrone" di GM che avrebbe dovuto levare le tende molto tempo fa...Si vede che aveva ancora ottimi argomenti ed appoggi per resistere fino ad oggi al timone della corazzata GM che rischia di affondare.
Non voglio unirmi ai cori semplicistici e demagogici che di questi tempi sono alla ricerca di fin troppo facili capri espiatori: Mr. Wagoner è solo il l'icona di una complessa piovra di responsabilità politiche, imprenditoriali, finanziarie etc...
Però a consistenti onori (e retribuzioni...) coincidono consistenti oneri ed è buona norma che di fronte a pessimi risultati saltino "le teste coronate", buona norma che in Italia non ha mai preso piede...nemmeno di fronte alla Grande Crisi.
A questo punto sorgono spontanei alcuni dubbi...
Inizierà anche Per Wagoner la solita scandalosa tiritera sui Bonus milionari che questi "bravi manager" incasseranno comunque grazie a contratti a prova di bomba?
Non sarebbe il caso che l'amministrazione Obama approvi d'urgenza una legge che invalidi e renda revisionabili tali contratti che regalano fuori tempo massimo soldi a manager "discutibili" (eufemismo)? E' necessario porre uno STOP a questa BEFFA a danno degli azionisti ed obbligazionisti delle aziende depauperate proprio dai beneficiari di tali bonus. Tale beffa spernacchia anche i contribuenti americani che con i soldi delle loro tasse permettono di salvare tali aziende dal default.
Che fine faranno i 28 miliardi di dollari che la GM deve ai propri obbligazionisti, ovvero un esercito di cittadini americani della middle-class (oltre alle banche)?
Infatti ogni normale cittadino americano ha investito i suoi risparmi in azioni ed obbligazioni della Coca-Cola, della AT&T, della Microsoft, della GM...e di altre aziende bandiera della corporate america.
E che fine faranno i 20 miliardi di dollari che la GM garantisce ai suoi fondi sanità per ex-dipendenti in pensione che si devono operare di prostata...?
E che fine farà l'enorme ed oneroso fondo pensione GM dei 250mila dipendenti sparsi per il mondo?
E' la storica palla al piede di GM: già nel 2002 era in rosso per 19 miliardi di dollari, nel 2007 il rosso era cresciuto a 39 miliardi di dollari.
Il fondo è sostenuto in buona sostanza proprio dall'emissione obbligazionaria (di parecchio superiore all'attivo) che oggi rischia di naufragare...
Inoltre è una certezza che l'attivo 2008 del fondo si sia ridotto in modo consistente (nel 2007 era di 130 miliardi contro 171 miliardi di obbligazioni): non esistono dati trasparenti sulle gestioni previdenziali ma l'allocazione del fondo pensione GM era molto sbilanciata sull'azionario in generale e sui titoli immobiliari, assets che sono crollati negli ultimi tempi anche del 50%. Pare che la gestione del fondo sia stata molto aggressiva e spregiudicata.
Il fondo pensione è costato negli ultimi 14 anni ai bilanci di GM ben 98 miliardi di dollari, al ritmo di 7 miliardi di uscite l'anno. E qual è stata la redditività industriale di GM nello stesso periodo? Quasi sempre più bassa del costo del fondo pensione.
Queste erano crepe strutturali che rischiavano di far crollare la diga delle pensioni GM già ai tempi delle conigliette e dello champagne....Figuratevi adesso in piena crisi!
E pensate in che stato d'animo saranno di questi tempi gli sventurati pensionati della General Motors...

da La Repubblica
Si è dimesso Rick Wagoner AD e Presidente di General Motors

DETROIT - L'amministratore delegato di General Motors Rick Wagoner si è dimesso. Wagoner era a capo del colosso automobilistico americano da otto anni ed ha deciso di lasciare il suo posto alla vigilia di un importante intervento del presidente Usa Barack Obama proprio sugli aiuti all'auto.
E' stata una persona a conoscenza dei programmi della General Motors a rivelare all'agenzia Associated Press che Rick Wagoner si dimetterà dalla cariche di presidente e amministratore delegato del colosso automobilistico di Detroit. La fonte ha richiesto l'anonimato perchè la decisione di Wagoner non è stata ancora formalmente annunciata.
L'iniziativa giunge alla vigilia della presentazione del presidente Barack Obama del piano per rilanciare il settore automobilistico statunitense. Obama e altri responsabili della sua amministrazione hanno annunciato che la stessa General Motors e Chrysler dovranno procedere a una ristrutturazione più profonda prima di ricevere ulteriori prestiti dal governo. Entrambe le società sopravvivono grazie a un aiuto pubblico di 17,4 miliardi di dollari.
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venerdì 27 marzo 2009

General Motors e Chrysler di nuovo salvate dall'URSS...oops...USA?


In quel grande paese capitalista che sono gli Stati Uniti d'America sta per essere approvato l'ennesimo salvataggio di Stato di General Motors e Chrysler: le due grandi malate sembra sempre che stiano per fallire da un momento all'altro ma poi non falliscono mai...
Il comitato d'emergenza del "Soviet Supremo di Obama", chiamato a decidere il destino del settore dell'auto Usa, sta per decidere di tenere in vita GM/CHRY ed erogare prestiti aggiuntivi chiedendo in cambio le solite condizioni da "boy-scout": ...a patto che management, sindacati, creditori, azionisti, fornitori e concessionari - siano disposte a fare sacrifici.
"I
l presidente del Soviet Supremo" Barack Obama ha dichiarato ieri "Le case d'auto riceveranno degli aiuti se saranno disposte ad accettare drastici cambiamenti"...
Vediamo per quanto tempo basterà questa volta la "benzina di stato" per far camminare General Motors e Chrysler: normalmente l'autonomia della sovvenzione statale è 1-2 mesi...ma mi riservo di leggere meglio il provvedimento, per ora sono solo anticipazioni ed indiscrezioni.

AGGIORNAMENTI DOMENICA 29 MARZO ORE 23
aggiungo alcuni dati e cifre
Da dicembre 2008 le due società hanno ricevuto finanziamenti federali per 17,4 miliardi di dollari (oltre 13 miliardi di euro) e hanno richiesto altri 22 miliardi....
...Agli obbligazionisti Gm deve ben 28 miliardi di dollari mentre Chrysler deve 7 miliardi (principalmente a banche) e potrà prorporre di pagare con carta, ovvero con azioni delle case automobilistiche fino a due terzi di tali importi.
Potrà essere pagato con "carta" anche fino al 50% dei contributi in contanti che percepiscono per l'assistenza sanitaria i lavoratori in pensione delle due case automobilistiche.
In tali fondi Gm ha attualmente un debito di 20 miliardi di dollari mentre quello di Chrysler è pari a 10,6 miliardi.

Domani sapremo con esattezza se Obama, il capo del Soviet supremo degli USA, darà il via al nuovo salvataggio ed a quali condizioni.

Nel frattempo da La Repubblica
Si è dimesso Rick Wagoner AD e Presidente di General Motors

DETROIT - L'amministratore delegato di General Motors Rick Wagoner si è dimesso. Wagoner era a capo del colosso automobilistico americano da otto anni ed ha deciso di lasciare il suo posto alla vigilia di un importante intervento del presidente Usa Barack Obama proprio sugli aiuti all'auto.

E' stata una persona a conoscenza dei programmi della General Motors a rivelare all'agenzia Associated Press che Rick Wagoner si dimetterà dalla cariche di presidente e amministratore delegato del colosso automobilistico di Detroit. La fonte ha richiesto l'anonimato perchè la decisione di Wagoner non è stata ancora formalmente annunciata.

L'iniziativa giunge alla vigilia della presentazione del presidente Barack Obama del piano per rilanciare il settore automobilistico statunitense. Obama e altri responsabili della sua amministrazione hanno annunciato che la stessa General Motors e Chrysler dovranno procedere a una ristrutturazione più profonda prima di ricevere ulteriori prestiti dal governo. Entrambe le società sopravvivono grazie a un aiuto pubblico di 17,4 miliardi di dollari.
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L'Inondazione arriva anche nella UE?


Secondo le dichiarazioni (per ora vaghe) del Vice-Presidente della BCE Papademos, anche nella UE potrebbero rompersi gli argini per inondare i mercati di Euro stampati dal nulla.

D
ue giorni fa erano arrivato segnali ben meno accomodanti dal Presidente di turno della UE, il ceco Topolanek che aveva dichiarato "Il piano USA? Una via per l'Inferno..." poi corretto dal portavoce in "via verso la rovina"...che in sostanza, a parte le fiamme, cambia poco...
Il premio nobel per l'economia Paul Krugman, molto critico verso il piano Geithner ed in "querelle" col consigliere economico Larry Summers, ne ha subito approfittato per criticare gli europei titolando un suo intervento "Bad Czech" (Ceco Cattivello...) ed aggiungendo "Still, the utter unwillingness of many European leaders to come to grips with the scale of this crisis is a very real obstacle to action"...Insomma i Leader europei sarebbero uno dei principali ostacoli all'azione ed alla risoluzione della Crisi...causata dagli Americani.
Come a dire che solo tra Americani possono criticarsi, anche pesantemente come ha fatto Krugman contro Geithner e Summers (un piano destinato al fallimento ed a bruciare la credibilità di Obama)...ma gli Europei...ssssshhhh...silence please che stiamo lavorando...vedi Il Grande Inganno e Punzecchiature

Invece ieri Papademos ha aperto uno spiraglio alla creazione di Euro dal nulla ed all'acquisto di Bonds...Come dicevo, in un mondo globalizzato, se un pusher inizia ad immettere droga sul mercato, anche gli altri devono farlo prima o poi per non finire fuori dal Club...
Come scrivevo in Inondazione = (super)Inflazione?
...Ma il gioco si fa duro perchè i concorrenti stampano denaro dal nulla anche per svalutare le proprie valute e sostenere l'export e la competitività.
Mentre l'Euro, volente o volente, si rafforza rischiando di trascinarci sul fondo.
Per cui, prima o poi, anche la UE dovrà diventare un pusher di droga....
Vediamo cosa succederà al G20 del 2 aprile: la strada della stampa di moneta è stata intrapresa e sicuramente sta tamponando molte falle nel breve (aiutando anche le borse), sta tamponando il debito con maggiore debito...
Magari i miracoli si fanno anche così, chi può dirlo ormai?
Mi viene in mente la famosa frase della saga di Star Trek: To boldly go where no man has gone before

AGGIORNAMENTO ORE 16.30
ma guarda un po' che combinazione...
L'euro perde terreno nei confronti del dollaro. In questo momento la moneta unica è a quota 1,3310 dollari, in ribasso dell'1,58%.
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giovedì 26 marzo 2009

La coperta è troppo corta


Come anticipavo ieri tempestivamente in La Regina è sempre più nuda,
la Notizia con la "N" maiuscola è stata l'asta semideserta (non succedeva da anni) dei titoli di stato Inglesi (GILT 2049) con le notazioni anti-panico ed i distinguo del caso.
Poco dopo anche l'asta dei T-Bond USA quinquennali ha destato preoccupazioni: infatti il tasso d'interesse è stato dell'1,849%, un tasso superiore alle attese. Questo fa temere che se non si "smollano" più interessi, anche qualcuna delle numerose e nutritissime aste USA (3000 miliardi di $ per il 2009!) potrebbe andare semi-deserta...E la borsa USA è crollata in 45 minuti da +2% a -0,6% proprio sull'onda di questi timori.
Geithner potrebbe avere difficoltà a finanziare l'enorme mole di denaro messa in campo per fronteggiare la crisi finanziaria e la recessione, perchè ricordiamoci bene che la montagna di soldi messa in campo dagli USA contro la crisi non era custodita nei forzieri dello stato ma sono tutti soldi a DEBITO...Ipoteche e scommesse sul futuro.

Il paradosso della coperta troppo corta è questo...
Il super-rimbalzone delle borse delle ultime due settimane ha allontanato gli investitori dai titoli di stato e dai loro rendimenti da fame, mentre il debito (e quindi il rischio) degli stati aumenta a dismisura per tamponare la crisi.
Se da un lato le borse continuassero a salire
(attirando capitali), le aste di titoli di stato dovrebbero offrire rendimenti in salita per non finire semi-deserte.
Ma se i rendimenti dei titoli di stato (rifugio) salissero, in questo permanente contesto d'insicurezza i capitali verrebbero attratti di nuovo dalle obbligazioni e la borsa scenderebbe...
I debiti degli stati stanno "sbracando" ed impongono un finanziamento degli stessi a tassi bassi. Se i tassi si dovessero alzare (anche per una prolungata salita delle borse, come si diceva), il maggiore peso degli interessi minerebbe la salute delle finanze pubbliche e quindi anche delle borse.
Un bel paradosso...
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Una rondine non fa primavera (però si fa notare)


Questo BLOG s'intitola "La Grande Crisi", però il suo scopo non è solo analizzare i fattori negativi ma anche intravedere e sottolineare i primi (timidi) segnali positivi....di possibile uscita dalla crisi.
Anche perchè dopo mesi e mesi nei quali uscivano solo brutte notizie, un'ipotetica buona notizia si fa subito notare...

In questi giorni abbiamo notato negli USA alcune tracce di ripresa dell'immobiliare, con aumenti delle vendite di immobili esistenti e di immobili nuovi. In effetti i prezzi della case negli States sono crollati anche del 40% ed una bella casetta in Alabama a 60-80mila dollari tenterebbe anche un nomade...

Ma il DATO da analizzare è quello di ieri sui beni durevoli
Dopo sette mesi consecutivi di calo, a febbraio si è registrata un'inversione di tendenza e gli ordini di beni durevoli sono cresciuti del 3,4% (+3,9% senza il settore trasporti). Il dato è decisamente migliore delle previsioni degli economisti che in media si aspettavano un calo del 2,5%. A Gennaio erano scesi del 7.3% (dato rivisto da -5.2%). I beni durevoli comprendono prodotti industriali di grandi dimensioni, tra cui frigoriferi, televisori, computer, lavatrici, lavastoviglie.
Non basta certo una rondine a fare primavera: pur con l'imprevista ripresa degli ordini di febbraio, su base annua (cioè rispetto al febbraio 2008) la domanda di beni durevoli cala del 28,4 per cento.
Però il dato
a prima vista è incoraggiante, come a dire che gli americani a Gennaio hanno rimandato drasticamente gli acquisti di beni durevoli (i primi che si tagliano/rimandano in fase di crisi) per poi concentrarli almeno parzialmente a Febbraio. Gli americani avrebbero quindi soldi da spendere (o credito disponibile) e la crisi dei consumi sarebbe solo psicologica, la classica crisi di fiducia?
Ogni mese negli USA vengono licenziate 650mila persone, da settembre circa 4milioni di nuovi disoccupati con un tasso di disoccupazione che tende verso il 10% come non si vedeva da decenni...E tutti a comprare frigoriferi, lavastoviglie e TV al Plasma come se niente fosse?
Sicuramente ha giocato un ruolo importante la marea d'incentivi per i consumatori (in svariate forme) messi in campo alla fine del 2008 da Bush ed adesso da Obama, come sicuramente ha giocato un ruolo la discesa de-flazionistica dei prezzi con sconti e promozioni molto consistenti sui prodotti.
I beni durevoli sono prodotti industriali con una vita attesa di un anno o più: in questa categoria sono inclusi anche i macchinari e le attrezzature industriali, e non solo i beni durevoli destinati al consumo finale.
Il dato dei macchinari industriali sarebbe molto interessante ma non ho accesso (per ora) all'estrapolazione dei dati: infatti darebbe la misura di quanto le aziende intendano aumentare la produttività o fare investimenti, un indicatore di quanto scommettano sul futuro prossimo.
Sarebbe un'altra traccia importante per interpretare il rebus che rappresentano sempre i dati macro letti su un singolo mese (tra parentesi ci sono anche le attrezzature militari in questo dato, per cui capirete l'importanza di leggerlo nei dettagli, estrapolando).
Anche perchè ad una compressione nei consumi di alcuni mesi può coincidere un exploit di un mese o due, per poi stabilizzarsi ad un livello più basso o riprendere a peggiorare...od invece continuare a migliorare...

Fondamentale sarà monitorare attentamente questo importante DATO nei prossimi mesi: questo BLOG sarà pronto a cogliere sia i segnali negativi che quelli positivi, ed a darne un'interpretazione libera e comprensibile per tutti..oltre il livello letterale, oltre i luoghi comuni e gli errori, oltre le dissimulazioni e la censura, come sempre.
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mercoledì 25 marzo 2009

La Regina è sempre più nuda


Attenzione Attenzione
Attention Please

La Regina è sempre più nuda...
(vedi La Regina è nuda)

Oggi l'asta dei titoli di Stato inglesi (GILT) non è stata interamente coperta...la domanda è stata inferiore all'offerta.
E' il primo scricchiolìo da parte di uno stato sovrano "di serie A".
Da notare che si parla di GILT a scadenza 2049, quarantennali: normalmente non ci si butta a pesce su tali scadenze geologiche, soprattutto di questi tempi dove non si sa dove saremo tra un mese...
Fosse successo sui decennali o sui quinquennali sarebbe stata una notizia crack...
Però è un primo segnale.

MARKET TALK VALUTE: sterlina in calo dopo asta Gilt
MF-
Dow Jones - 25/03/2009
Vendite sulla sterlina dopo la deludente asta di Gilt 2049 che non ha ricevuto la copertura dell'offerta. Il cross gbp/usd scende sotto quota 1,46 a 1,4559, da 1,4660 precedente l'asta. In rialzo l'euro/gbp a 0,9264.

Il problema è che tutti gli Stati europei, per finanziare deficit crescenti causati dal pompaggio di soldi nelle banche disastrate ed in piani d'emergenza di stimolo all'economia, emetteranno nel 2009 una montagna di titoli di stato (2000 miliardi in UE e 3000 miliardi in USA!)
Aste da migliaia di miliardi di titoli di stato in euro e dollari, a rendimenti da fame contro rischi crescenti: qualcuna potrebbe anche andare deserta...
(vedi E dopo la speculazione arrivano i pompieri)

aggiornamento ore 17.44
leggere anche il seguente link esterno con maggiori informazioni e commenti
uscito qualche ora dopo il mio articolo
http://www.wallstreetitalia.com/articolo...
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La prima a NON cedere


Dopo che, per rafforzare le loro "doti",
alle tentazioni dei Tremonti-bond hanno ceduto prima Banco Popolare, poi Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Popolare di Milano...
(vedi La prima a cedere.... e La seconda a cedere...)

Ecco la prima ritrosa a NON cedere, UBI banca: dura e pura, niente carezze di stato ma solo gesti concreti dai propri azionisti battendo cassa con un bond convertibile per 640 milioni di euro
ma in cambio regalando un warrant e pagando addirittura il dividendo-(dimezzato)...cosa rara di questi tempi nel mondo disastrato delle banche...
Il ricorso ai Tremonti-bond non è escluso per il futuro, ma è da ammirare l'integrità di UBI che per ora non cede.
Naturalmente la borsa "premia" UBI con performances negative...mentre le banche meno virtuose hanno fatto anche +100% in 10 giorni...
Ma si sa, la Borsa è un bordello e la virtù non è merce apprezzata.
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Inondazione = (super)Inflazione?


Hanno incominciato i soliti Inglesi ad aprire le danze, "stampando" dal nulla 300 miliardi di sterline...(vedi La Regina è nuda)
Poi a seguire gli Americani che si ritrovano 1000 miliardi di dollari in più, sfiorando il tasto di un computer...
Oggi la BOJ (la Banca centrale del Giappone) annuncia che non esclude il ricorso a misure di quantitative easing, che è l'eufemismo tecnicista di moda che significa "stampare denaro dal nulla": grazie alla terminologia...il 70% delle persone non capisce di cosa si sta parlando ed il rimanente 30% pensa che sia una bella cosa...
La UE ha fatto per ora solo vaghi cenni e tiene duro come ha tenuto duro sul taglio del costo del denaro mentre gli altri calavano le braghe rapidamente fino a zero e frazionali dintorni.
Ma il gioco si fa duro perchè i concorrenti stampano denaro dal nulla anche per svalutare le proprie valute e sostenere l'export e la competitività.
Mentre l'Euro, volente o volente, si rafforza rischiando di trascinarci sul fondo.
Per cui, prima o poi, anche la UE dovrà diventare un pusher di droga.

Inondare il mercato di denaro stampato di fresco comporta un altro effetto collaterale, e cioè il rischio di una super-inflazione, un enorme falò nel quale lo stock dei debiti si ridurrebbe come per magia...
Ma è anche un modo per scaricare il costo di questa crisi sulle spalle di NOI TUTTI rischiando di innescare una spirale inflazionistica dei prezzi che non si vedeva da molto tempo.
I pusher ci rassicurano...dicono "No problem"...i rischi super-inflazione li abbiamo calcolati e sono sotto controllo...ed infatti...
Da Londra primi segnali d'inflazione
Nel regno unito l'indice sale a sorpresa al 3,2% a causa della debolezza della sterlina
Il governatore della Boe, Mervyn King, assicura che tornerà subito a scendere. Molti economisti concordano.
Ma c'è il timore che il dato sia il primo effetto dell'ondata di liquidità immessa...

MF
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martedì 24 marzo 2009

Punzecchiature


Larry e Paul continuano a punzecchiarsi in merito al piano Geithner salva-banche.

Paul (Krugman) aveva smontato il piano dicendo che sarebbe stato un fiasco, che non faceva lavorare i mercati, che avrebbe gonfiato artificialmente le quotazioni degli assets tossici, che rischiava di far guadagnare gli speculatori privati a spese dei contribuenti - vedi il Grande Inganno

Gli risponde a stretto giro di posta Larry (Summers) dichiarando che non ha capito le argomentazioni di Paul, che il piano annunciato parlava d'altro, che la critica si focalizza solo su una componente singola di un piano molto più complesso, e che il mercato è comunque cosa buona come pure rendere tradabili gli assets tossici.

Ma Paul (Krugman) non ci sta a farsi prendere per fesso e puntualizza dal suo Blog che Lui e Larry si sono capiti benissimo visto che sono entrambi economisti di razza,
ma comprende anche la posizione di Larry che ha un lavoro da svolgere e che sta facendo ogni sforzo per sostenere la versione ufficiale.
La versione ufficiale sostiene che il piano è molto più articolato ma non si capisce quali siano le altre componenti (al di là della “Geithner Put”) che risultano invisibili ai comuni mortali, e nasconde dietro la massima "della bontà del mercato" l'avere invece autorizzato ampi sussidi a vantaggio di chi speculerà sugli asset tossici.
Insomma it’s just politics...è solo politica, perchè nemmeno Larry (e gli altri dello staff) possono credere alla favoletta del mercato come cosa buona in sè...a differenza di quanto farebbero i Repubblicani. In fondo di questi tempi è meglio non avere degli autentici fanatici del mercato a governare il timone, ma piuttosto dei cultori di facciata del mercato...

Insomma, dietro ai toni confidenziali caro Paul-caro Larry e dietro alla compostezza e all'educazione british, si celano delle dolorose punzecchiature...
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Il Grande Inganno


Il nome di questo BLOG andrebbe cambiato da "La Grande Crisi" ad "Il Grande Inganno"...
Vediamo di capire come funziona il meccanismo diabolico alla base del Piano sulle Banche di Geithner & co...tanto apprezzato dalle borse...

Benedetta sia la leva: il Tesoro USA mette sul piatto 75-100 miliardi di dollari per creare fondi insieme ai privati allo scopo di acquistare gli assets tossici ed illiquidi che teoricamente valgono zero e che nessuno vuole. Poi il tocco diabolico: attraverso la garanzia della FDIC (il fondo che garantisce i soldi sui conti correnti degli americani...) questi 100 miliardi possono trasformarsi fino a 1000 grazie ad una leva di indebitamento 1:10.
Alla faccia che si cercava il deleverage del sistema e si etichettava la leva come l'origine del collasso delle banche...Ma se la leva è avallata dalla FDIC, l'organo di garanzia dei correntisti delle banche in caso di fallimento...allora tutto OK!

Come ti gonfio il nulla: Rischia lo Stato, guadagnano gli Hedge & affini
I questi fondi a maggioranza statale, i privati ci mettono 15 e lo stato 85...soldi dei contribuenti naturalmente che vengono usati per alleggerire le banche di assets tossici che nessuno vuole e che teoricamente valgono zero.
Se uno speculatore privato dovesse aggiudicarsi quegli assets tossici senza prendere a prestito soldi, farebbe di tutto per pagarli il meno possibile, supponiamo 50. Se poi dovessero salire a 100, avrebbe fatto un bel guadagno. Se le cose dovessero andare male i titoli potrebbero andare a 25 e la perdita massima sarebbe di 25.
Supponiamo ora che il governo presti allo speculatore l'85% del valore: ecco che il valore dell'assets tossico si può gonfiare notevolmente perchè lo speculatore può permettersi di pagarlo anche 100 sborsando solo 15 mentre il "resto è regalo di stato"...
Se i titoli dovessero salire a 150, lo speculatore privato guadagnerebbe molto di più mentre se dovessero scendere rischierebbe di perdere solo 15, mentre 85 lo perderebbe lo stato...ovvero i contribuenti.
il tutto per ripulire le banche dagli assets tossici a valore zero che loro stesse hanno creato. Comodo farsi togliere le castagne dal fuoco in questo modo...
(questa artimetica dell'inganno è stata svelata nientepopodimeno che dal premio nobel per l'economia Paul Krugman sul suo Blog, ne parlerò tra poco)

Insomma viene creato un super-derivato di stato proprio per combattere la peste dei derivati...Un mega asset-tossico statale per ripulire gli asset-tossici privati...
Geniale vero? Un'ottima ragione perchè le borse salgano...
Nel dibattito sorto negli USA, hanno battezzato il piano the “Geithner Put”

Lo stesso Larry Summers, l'eminenza grigia dell'amministrazione Obama, il segretario-ombra del tesoro, ha dichiarato ieri senza pudore
the administration is “gratified” that stocks are rallying today...
Siamo molto soddisfatti che le borse oggi stiano correndo...
Come a dire che il piano Geithner per le banche era espressamente disegnato per far correre le borse. Detto poi da Summers fa un certo effetto dal momento che è stato segretario del Tesoro nel 1999 ed è stato il precursore dell'uso speculativo della finanza e dei mercati finanziari per sostenere sia l'economia che l'amministrazione Clinton.
La sua strategia è sempre stata quella di pompare i mercati finanziari creando bolle su bolle come quella della New Economy insieme al suo compagno di merende Bob Rubin (ex-capo di Golman Sachs, poi segretario del Tesoro con Clinton e poi presidente-affondatore di Citigroup).

Per fortuna che qualche persona onesta ancora s'indigna e si alza l'autorevole voce dell'economista Paul Krugman, fresco fresco di Nobel.
Pare che il coro delle voci critiche si stia allargando e che la firma del piano Geithner non sarebbe scontata...(sai come si sgonfierebbero le borse...)
Krugman: Sarà un fiasco il piano di rilancio dell'economia americana messo a punto dal presidente Obama e dal segretario al Tesoro Geithner, perché non prevede il controllo pubblico delle banche più esposte. Ne è convinto il premio Nobel dell'economia Paul Krugman, che giorno dopo giorno assume toni sempre più duri contro l'Amministrazione Usa. «Obama si sta giocando la propria credibilità e se questa piano fallirà - come senza dubbi succederà - (il presidente) non sarà verosimilmente in grado di convincere il Congresso a finanziare le azioni che avremmo dovuto decidere all'inizio», scrive Krugman nel suo editoriale sul New York Times, insistendo che occorre fare molto in fretta, perché ogni mese che passa sono 600mila disoccupati in più. La soluzione proposta dal Nobel dell'economia è la seguente: salvare le banche con una soluzione alla svedese degli anni Novanta: «Il governo ristabilisce la fiducia nel sistema garantendo numerosi (ma non necessariamente tutti) debiti delle banche. Nel contempo acquisisce il controllo delle banche realmente insolventi, per ripulirne i conti». Krugman non esclude che gli asset tossici valgano più di quanto si pensi adesso, ma giudica il piano Geithner confuso, macchinoso, probabilmente inutile e non legato al mercato. «Se il valore degli asset sale - scrive l'economista - gli investitori ne approfittano; ma se cala possono lasciar perdere. Ciò non significa far lavorare i mercati, ma è soltanto un modo indiretto e mascherato di sovvenzionare l'acquisto di asset tossici».
Il problema, secondo Krugman, è che il presupposto implicito del "piano Geithner" è che in realtà il sistema finanziario è solido, non ci sono asset "tossici", ma asset "incompresi" (cioè che il mercato sottostima). Un presupposto che contrasta con la realtà dei fatti: gli assets tossici si sono basati sulla scommessa della crescita infinita della bolla immobiliare e della bolla del debito di privati ed imprese, ma le bolle sono scoppiate e la scommessa è stata persa sgonfiando di fatto il valore di tali assets.
Secondo Krugman non sarebbe vero che gli investitori privati condividerebbero il rischio del salvataggio: aumenterebbero invece le probabilità di perdite in quanto la garanzia data dal governo porterebbe ad una situazione di moral hazard che farebbe gonfiare e sopravvalutare gli "asset tossici" rispetto al loro valore reale (come spiegavo prima nell'artimetica dell'inganno introdotta dallo stesso Krugman).

Aggiungo un'ultima notazione: ma che fine ha fatto il famoso stress test delle banche USA da parte del Tesoro USA?
Le banche dovevano essere messe sotto esame usando come parametro principale il TCE (Tangible Common Equity), ossia un parametro che tiene in considerazione le sole attività materiali e include nel computo del patrimonio le sole azioni ordinarie. In soldoni il Tce indica quanto gli azionisti ordinari otterrebbero in ipotesi di scioglimento della società, ed esclude dal calcolo titoli ibridi e soprattutto e i beni intangibili.
Il TCE è quindi sostanzialmente collegato al valore delle azioni delle banche...
Da indiscrezioni pare che quasi nessuna banca americana avrebbe passato lo stress test che valutava la capacità di camminare con le proprie gambe.
Grazie al piano Geithner le quotazioni azionarie delle banche USA sono anche triplicate...prima che lo stress test faccia il suo corso. Sarà un caso?

Articoli collegati: Al Bivio; Breve Inventario delle Droghe; Curare l'influenza con il virus

Per concludere in bellezza, godiamoci questo famoso video tratto dal film TotòTruffa '62 dove un Totò da antologia cerca di vendere la Fontana di Trevi ad un ignaro turista...
Mi sembra calzi a pennello.






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lunedì 23 marzo 2009

Fuochi d'artificio


Come era prevedibile le droghe messe in campo da Bernanke prima e da Geithner dopo stanno avendo un effetto "stupefacente sulle borse"... (come scrivevo qualche giorno fa in Breve Inventario delle droghe)
Oggi Geithner, segretario al tesoro USA, ha presentato il piano per salvare capre e cavoli delle banche con i soldi dei contribuenti americani, il tutto condito da effetti leva, aste per gli amici degli amici & cotillons...
Tutto come da copione e come da previsioni, solo che la conferenza stampa di Geithner stavolta è stata un po' più accorta e mediatica di quella precedente che aveva fatto crollare le borse del 6% per l'eccessiva sincerità messa in campo: il succo era stato "non so che pesci pigliare, proveremo con tutti i mezzi ad evitare la grande depressione ed il collasso delle banche...ma non so se ce la faremo e non so dove andremo a finire"...
Ma gli errori raramente si ripetono due volte senza perdere poltrone così importanti e pertanto gli eccessi di sincerità vengono sedati rapidamente.

La mia opinione su tale "pericoloso esperimento" di innondare il mercato di denaro generato con un tasto di computer è già stata esplicitata (vedi anche Curare l'influenza con il Virus). E nei prossimi giorni ne riparleremo più a fondo.

I fuochi d'artificio di oggi sono stati potenziati anche da un altro dato sull'immobiliare USA, che è l'origine di questa crisi e pertanto tutti guardano con attenzione ad eventuali segni d'inversione di tendenza.
Oggi è arrivato un piccolo segnale positivo, ma già sufficiente per potenziare i rialzi delle borse drogate. La vendita di case esistenti è salita a fronte a un ulteriore crollo delle quotazioni degli immobili: come a dire che a prezzi da saldo qualcuno inizia a comprare qualche immobile. In effetti potrebbe essere un segnale che il fondo è stato toccato, potrebbe...
...Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti nel mese di febbraio sono salite del 5,1%, a 4,72 milioni di unità, rimbalzando dopo il calo del mese precedente.
E' quanto emerge dai dati dell'associazione nazionale degli immobiliaristi, che evidenziano come i prezzi siano scesi.
Gli economisti interpellati da Reuters si attendevano una flessione delle vendite, a 4,45 milioni di unità. L'incremento del mese scorso è il maggiore dal luglio 2003.
Il prezzo medio è calato del 15,5%, a 165.400 dollari, il secondo maggiore ribasso della storia.

Mi permetto solo alcune notazioni sul fuoco d'artificio più luminoso della borsa di Milano dove l'indice S&P Mib vola a +5% e vari titoli bancari volano di oltre il 10%, dopo aver corso già tutta la settimana scorsa. E non è la prima volta di questi tempi che Milano gioca a fara la primadonna
- Queste over-performance della nostra borsa sono in parte una risposta di riequilibrio ai duri attacchi speculativi al ribasso che ci hanno colpiti 15gg fa (vedi Italia sotto attacco speculativo? e ...dopo la speculazione arrivano i pompieri)
- A parte i super-scambi su alcuni titoli bancari, i volumi sul resto del listino sono latitanti
- Il rimbalzo sta coinvolgendo in modo eclatante i titoli bancari, finanziari ed assicurativi mentre spesso molti titoli industriali sono rimasti fermi o si sono un po' mossi per simpatia
- Ma la cosa più strana è questa: le mosse degli USA e dell'UK di questi giorni sono da leggersi sostanzialmente come un'attacco ed una forzatura nei confronti della UE in vista del G20 di aprile, per giungere al tavolo delle trattative in posizione di forza.
Infatti stanno stampando denaro a go-go e svalutando dollaro e sterlina a discapito dell'euro che si rafforza.
Per cui è probabile che anche la UE sarà costretta a stampare e svalutare se non vuole finire a fondo. Infatti o ci si droga tutti oppure chi non si droga finisce fuori dal Club...
Ma per adesso è negli USA che si stanno muovendo i pusher della droga, mentre in UE sono ancora inattivi, e tutti abbiamo visto l'enorme difficoltà della UE nel prendere decisioni rapide e condivise.
Per queste ragioni oggi il DAX di Francoforte od il CA di Parigi salgono sì ma con maggiore prudenza mentre Milano gioca a fare l'Americana...
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Carte & Tarocchi


Qualche giorno fa leggevo che si prospettano tempi duri per il colosso delle carte di credito American Express: la società potrebbe chiudere in perdita sia il 2009 che il 2010 a causa della crescita delle insolvenze delle carte di credito. Solo qualche giorno fa la società ha lanciato un "alert", comunicando che sono risultate in crescita dal 4,7% di fine dicembre al 5,3% di febbraio le insolvenze delle carte di credito.
Per dare un'idea del rapido peggioramento della situazione, alcuni analisti avevano previsto un utile per azione di 90 centesimi per quest'anno e di 1 dollaro per l'anno prossimo, ed hanno recentemente corretto il tiro: Amex riporterà una perdita per azione di 41 centesimi per il 2009 e di 22 centesimi per il 2010.
Non dimentichiamo che a novembre 2008 American Express si è messa sotto l'ombrello del Tesoro Usa: la Fed infatti, con una decisione epocale, ha autorizzato il colosso Usa del denaro di plastica a prendere lo statuto di banca; in questo modo gli ha permesso di beneficiare degli apporti di capitale previsti dal Tesoro Usa in aiuto alle banche.

Gli americani come ben sappiamo sono dei consumatori voraci, uno sciame di cavallette a confronto è molto più morigerato...Gli USA contano 300milioni di abitanti, solo 1/20 della popolazione mondiale ma consumano ben il 30% delle risorse della terra.
Per mantenere un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità, viene utilizzata l'arma del DEBITO sotto le più svariate forme e mutazioni.
Dei mutui subprime ormai sappiamo tutto o quasi, e ne abbiamo sentito parlare fino alla nausea.
Si sente parlare meno delle carte di credito subprime: anche in questo caso è stato ampliato il credito a fasce di popolazione con alta percentuale d'insolvenza sia per ragioni politico-elettorali che per ampliare ulteriormente il parco consumatori.
"Naturalmente" questi crediti collegati alle carte (come è successo per i mutui) sono stati cartolarizzati ovvero impacchettati e ceduti a terzi i quali a loro volta hanno emesso dei bond basati su quei crediti che gli hanno permesso di generare altri crediti. Su primi due anelli di questa catena se ne sono "agganciati" molti altri con la generazione di derivati strutturati nei quali è stato impacchettato di tutto (per es. i crediti di cui sopra + un derivato sul petrolio + titoli di stato + un paniere di azioni) il tutto rigorosamente con leve fino a 50 volte...
Insomma la stessa catena di Sant'Antonio dei mutui subprime, nella quale a causa della catena esponenziale basta che un 5% non paghi più il mutuo...e CRAAAASHHH

Aggiungiamo che il meccanismo della carta di credito, anche senza l'aggravante del subprime, subisce naturaliter un grave rallentamento quando la recessione avanza ed aumenta il tasso di disoccupazione: infatti si combinano tra di loro in un mix implosivo alcuni elementi come
la diminuzione dei consumi,
la maggiore propensione al risparmio,
il posticipo degli acquisti e degli investimenti,
il forte incremento dell'insolvenza a causa dell'aumento dei disoccupati
e la diminuzione delle linee di credito da parte degli emittenti di carte,
Tutti questi fattori costruiscono un contesto di Debt deflation o Credit Crunch...dipende da quale parte la guardi (contrazione del debito e del credito).

Come già successo con i mutui subprime, lo scoppio della bolla credit cards potrebbe estendersi ad altri settori, visto che sui mercati si prevede ci siano circa 365 miliardi di dollari in titoli legati all'esposizione su questo strumento (ma vedrete che come sempre saranno almeno 5-10 volte tanto...). Le carte di credito infatti sono il punto di incontro tra la crisi finanziaria e quella dell' economia reale e nel momento in cui i consumatori non riescono a ripagare i debiti contratti, rischiano il default. Negli USA ad aggravare la situazione è la radicata cultura del debito, che ha fatto crescere l' esposizione sulle carte fino a circa 2000 miliardi di dollari e l'apertura di linee di credito per 5000 miliardi di dollari.

A complicare un quadro già complesso è stata l'introduzione della carta di credito revolving: mentre una normale carta di credito comporta il rimborso in una tranche unica del saldo di fine mese, una carta revolving permette di rateizzare tale saldo attraverso soluzioni personalizzabili ma comunque a caro prezzo, pagando fino ad un 30% d'interessi annuali.
Molto spesso la carta revolving è stata offerta come via d'uscita al maggiore livello d'insolvenza della carta normale: quando non si riusciva più a pagare il saldo di fine mese, ti veniva offerta la possibilità di rateizzarlo ed in seguito di cumulare sempre più debito potendo continuare ad usare la carta di credito. Una forma mascherata di credito al consumo, ad accrescimento costante (parleremo presto anche di questo fenomeno).
Insomma calza a pennello la storiella (vera) che citavo qualche giorno fa in I Cinesi presentano il conto
......questa estate una signora americana mia amica mi ha raccontato che tutte le signore sue conoscenti usano la carta di credito per fare shopping. Fin qui nulla di strano: il problema è che a furia di consumare sopra le loro possibilità non riescono più a rimborsare entro il 10 del mese successivo le spese del mese precedente. Invece di sospendergli la carta, gli istituti di credito hanno permesso alle desperate housewives di accumulare fino a 30-40mila dollari di debito. E successivamente, invece di fare un severo recupero del credito pignorando anche i bigodini di queste signore...hanno loro proposto di pagare mensilmente solo gli interessi sul debito cumulato ed intanto possono continuare tranquillamente a spendere. It is only a piece of plastic commentavano le rispettabili signore americane...con ancora tutti i loro bigodini in testa...Indovinate un po' chi ha comprato dagli istituti di credito americano il debito di quelle carte??...Permettendo di fatto che si continuasse a spendere e consumare...

E storiella per storiella (sempre vere purtroppo) i cugini britannici hanno fatto di meglio, del resto la maggior parte delle "invenzioni" della finanza USA sono nate a Londra.
Un quotidiano britannico ha pubblicato la storia di un cinquantunenne che ha accumulato un debito di 58.000 sterline su 14 carte di credito e finanziamenti vari. Con l’impennata dei costi del carburante, dell’elettricità e del gas non riusciva più a pagare gli interessi, Deplorando, col senno di poi, la sconsideratezza che lo ha gettato in questa situazione spiacevole, se la prendeva con chi gli aveva prestato il denaro: parte della colpa è anche loro, diceva, perché rendono terribilmente facile indebitarsi. In un altro articolo pubblicato lo stesso giorno, una coppia spiegava di aver dovuto drasticamente ridurre il bilancio familiare, ma esprimeva anche preoccupazione per la figlia, una ragazza giovane già pesantemente indebitata. Ogni volta che esaurisce il plafond della carta di credito subito le viene offerto in prestito altro denaro. A giudizio dei genitori le banche che incoraggiano i giovani a prendere prestiti per acquistare, e poi altri prestiti per pagare gli interessi, sono corresponsabili delle sventure della figlia.

E' stata progettata, costruita e promossa una Fabbrica del Debito: l’offerta di un prestito è costruita in modo da alimentare ed incrementare il bisogno di indebitarsi.
L’introduzione delle carte di credito è stata un'icona di questa cultura: lo slogan più famoso sussurrava con voce suadente «Perché aspettare per avere quello che vuoi?».
Un volta per comprare qualcosa bisognava accumulare le monetine nel porcellino, faticosamente e per lungo tempo. Poi un giorno con grande gioia (e con qualche rimpianto e complesso di colpa...) si rompeva l'ormai familiare porcellino e si andava a comprare "l'oggetto del desiderio" pagandolo in contanti tra l'approvazione della famiglia, del negoziante e degli astanti.
Ma adesso con la carta di credito (sopratutto se revolving e quindi con il credito al consumo) si può invertire l’ordine: prendi subito, paghi dopo. La carta di credito rende liberi di appagare i desideri a propria discrezione: avere le cose nel momento in cui le vuoi, non quando te le sei guadagnate e te le puoi permettere. Si può appagare il desiderio quando si vuole, ma anticipare la conquista dell'oggetto non lo renderà più abbordabile. Molto spesso sarà differita solo la presa di coscienza della triste realtà.
Mettere i soldi da parte e comprare l'oggetto desiderato pagando in contanti l'intera somma dovuta, è diventato un atteggiamento da originali, visto con sospetto o con derisione.
Una delle maggiori società di carte di credito presenti in Gran Bretagna ha suscitato pubbliche proteste nel momento in cui ha scoperto il suo gioco rifiutando il rinnovo delle carte ai clienti che pagavano ogni mese il loro intero debito, senza quindi incorrere in sanzioni finanziarie.
Alle istituzioni finanziarie interessa avere come loro clienti dei perenni debitori, perché si è fatto sì che lo status di debitore si auto-perpetui e si continuino a offrire nuovi debiti come unico modo realistico per salvarsi da quelli già contratti.
Negli Usa il debito medio delle famiglie è cresciuto del 22%, negli ultimi otto anni di apparente crescita economica senza precedenti. L’ammontare totale dei prestiti su carta di credito non pagati è cresciuto del 15%. Ed ultimo fattore veramente preoccupante, il debito complessivo degli studenti universitari, la futura élite politica, economica e spirituale della nazione, è raddoppiato.

Poi è arrivata "la Grande Crisi" ad inceppare questo meccanismo pefetto, che sembrava essere mosso dal "moto perpetuo". E le storielle o gli aneddoti che si possono trovare sulle carte di credito hanno cambiato tono...improvvisamente e radicalmente.

Usa, predicatori contro la crisi: carte di credito nel microonde
In tempi di crisi anche nelle chiese i predicatori devono adeguare la preghiera ai nuovi bisogni. Durante i suoi sermoni il predicatore Kevin Cross invita i fedeli a bruciare le proprie carte di credito: in padella o in un apposito microonde .... L'intento, in ogni caso, è quello di dare alla gente qualche consiglio su come spendere e risparmiare in maniera responsabile. E il messaggio finale è: «Molti sono schiavi dei debiti e come tali non posseggono le cose per le quali si sono indebitati ma sono posseduti da quegli stessi oggetti». Di qui l'idea di tagliare, bruciare, eliminare le carte di credito.


ed ancora, nel contesto di Debt deflation o Credit Crunch di cui parlavamo prima...

American Express abbassa i limiti di utilizzo delle sue carte ed offre bonus a chi rimborsa subito.
«Wayne Brown ha un dilemma», scriveva recentementel'agenzia Bloomberg. Il "signor Rossi" americano, infatti, non sa cosa fare con la sua carta di credito American Express: se decide di ridurne l'utilizzo, è probabile che gli venga ridotto il massimale. E se non effettua un pagamento importante, è probabile che il suo tasso d'interesse schizzi alle stelle.....Circa il 45% delle banche americane ha ridotto i limiti per le nuove e le vecchie carte di credito, secondo un rapporto pubblicato a gennaio dalla Federal Reserve. Un trend che proseguirà anche nel prossimo futuro. Complessivamente, il credito accordato ai possessori di carte potrebbe essere ridotto di 2 mila miliardi di dollari nel prossimi 18 mesi, aggiunge Meredith Whitney, ex analista di Oppenheimer & Co. in un report. E non è il solo dato a far comprendere quanto i colossi americani delle credit cards siano ancora lontani dal superare le loro difficoltà.
American Express in questi giorni sta offrendo in bonus di 300 dollari ai propri clienti, a patto che questi ultimi accettino di rimborsare l'intero debito contratto entro il 30 aprile...

Insomma si stringono i cordoni della borsa, prima allargati a dismisura.
Storicamente le carte di credito in USA hanno avuto, insieme ad altre "ingegnerie" finanziarie, il compito di stimolare i consumi, spesso attraverso il debito.
Al momento attuale vi sono circa 5000 miliardi di dollari di linee di credito aperte in America e circa 800 miliardi sono al momento utilizzati, questo è quello che dice l'analista Meredith Whitney (sopra citata), una delle "Cassandre" che hanno anticipato la grave crisi finanziaria che ha colpito l'America.
La Whitney però mantiene la sua analisi entro i limiti del "circolo vizioso" e si preoccupa del prossimo Credit Crunch che rischia di innescarsi proprio "dal restringimento" delle carte di credito...come questa vignetta illustra perfettamente...

......Le carte di credito "rappresenteranno il prossimo credit crunch", a causa della contrazione delle linee di credito, che abbasserà la spesa dei consumatori colpendo l'economia Usa. Parola della nota analista finanziaria Meredith Whitney. "Ci sono pochi dubbi sull'importanza della spesa dei consumatori per l'economia Usa e i suoi molteplici effetti sull'economia globale, ma quello che è sotto stimato è il ruolo della disponibilità delle carte di credito in quella spesa", ha scritto Whitney sul Wall Street Journal. Benché il credito si sia esteso "troppo liberamente negli ultimi 15 anni" e che la razionalizzazione dei prestiti sia inevitabile, ciò che occorre evitare è "togliere il credito alla gente che ha la capacità di pagare i propri conti", ha spiegato Whitney, AD di Meredith Whitney Advisory Group. Whitney ha aggiunto che le linee di disponibilità si sono ridotte di circa 500 miliardi di dollari solo nel quarto trimestre del 2008; stima poi che oltre 2.000 miliardi di dollari di linee saranno tagliate nel 2009 e un'ulteriore riduzione di 2.700 miliardi si registrerà entro la fine del 2010. "Inevitabilmente, le linee di credito continueranno ad essere ridotte in tutto il sistema, ma la velocità a cui sta già avvenendo e continuerà ad avvenire avrà conseguenze sulla fiducia dei consumatori, sulla spesa e su tutta l'economia", scrive ancora Whitney. Negli ultimi 20 anni, gli americani hanno usato le carte di credito come uno strumento di cash-flow, ha aggiunto, sottolineando che il 90% degli utenti le usa in modalità "revolving" (ossia che consentono di rimborsare a rate il saldo di fine mese) almeno una volta all'anno e oltre il 45% ogni mese. Per Whitney la prossima crisi sarà quella delle carte di credito.

Insomma la nostra "Cassandra" suona l'allarme sul non "restringere" troppo le carte di credito, altrimenti si "restringeranno" anche i consumi degli americani che rappresentano bel il 70% del PIL USA: i consumi vanno preservati come se fossero una ricchezza...ed insieme a loro va preservato anche il credito/debito che li sostiene, anch'esso come se fosse una ricchezza...
Come dicevo...Debt deflation o Credit Crunch...dipende da quale parte la guardi (contrazione del debito e del credito)
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