venerdì 8 maggio 2009

La strategia del "Io speriamo che me la cavo..."


Devo ammettere che dagli USA arrivano delle "chicche lessicali" sulla crisi, divertenti e calzanti.
Del resto la Crisi l'hanno inventata loro, normale dunque che inventino anche il linguaggio per descriverla al meglio...

Dopo i "green shoots" ovvero i verdi germogli (vedi Un altro "verde germoglio") ecco che arriva "the muddle-through strategy" che si potrebbe tradurre con "la strategia del cavarsela alla bell'è meglio", per dare più colore lo tradurrei con "la strategia del Io speriamo che me la cavo..."

Vediamo un po' come funziona questa strategia nella visione del premio Nobel per l'economia Joseph Stigliz che s'inventa un'altra "chicca" nel titolo del suo articolo: "La Primavera degli Zombies"....brrrrrr....

per cortese traduzione di Beatotrader


Con la stagione primaverile che sta sbocciando in America, sbocciano gli ottimisti che vedono i verdi germogli della ripresa dalla crisi finanziaria e dalla recessione...
La Buona notizia è che si può vedere la fine della caduta libera.
Il ritmo del declino economico sta rallentando. Il fondo potrebbe essere vicino, forse alla fine doi quest'anno.
Ma questo non significa che l'economia globale sia pronta per una robusta ripresa tanto presto.
Toccare il fondo non è una buona ragione per abbandonare le forti contromisure che sono state intraprese per resuscitare l'economia globale. Questo ribasso è complesso: è una crisi economica combinata con una crisi finanziaria.
Partiamo dall'origine, ovvero i consumatori americani oppressi dal debito erano il motore della crescita globale. Questo modello è collassato, e non potrà essere rimpiazzato molto presto. Il collasso del debito ha rapidamente portato al peggio: e le aziende, dovendo far fronte al maggiore costo dei prestiti ed al calo della domanda, hanno risposto rapidamente riducendo produzione e tagliando le scorte.
Gli ordini sono crollati brutalmente...Siamo contenti di vedere un recupero in alcuni di questi indicatori...
Ma esaminiamo i fondamentali: in America i prezzi degli immobili continuano a scendere, milioni di case sono "sommerse dall'alluvione" e la disoccupazione è in aumento...

Le condizioni generali costringono a tagliare i posti di lavoro mentre le entrate fiscali stanno andando giù a piombo.
Il sistema bancario è stato appena testato per controllare se fosse adegutamente capitalizzato - uno stress test che non comportava un vero stress... - ed alcune banche non sono state all'altezza. Ma invece di dare il benvenuto all'opportunità di ricapitallizzazione, magari anche con l'aiuto del governo, le banche sembrano preferire una risposta di "stile Giapponese": "vedremo di cavarcela noi in qualche modo..."
La Banche Zombies - defunte ma che ancora camminano in una non-vita - stanno cercando di "scommettere sulla resurrezione" (secondo un'immortale definizione di Ed Kane's).
Replicando la disfatta delle Casse di Risparmio negli anni 80, le banche stanno usando una cattiva contabilità...
E peggio ancora, gli viene permesso di prendere a prestito denaro a basso costo dalla FED, in cambio di garanzie collaterali molto povere, e simultaneamente di aprire nuove posizioni molto a rischio...
Anche il governo americano sta scommettendo sulla strategia del "Io speriamo che me la cavo": le contromisure della FED e le garanzie del Governo permettono alle banche di avere acesso di fondi a basso costo, che poi usano per fare prestiti a tassi molto alti.
Se non succederà niente di grave - perdite sulle ipoteche o sugli immobili commerciali, sui prestiti alle imprese e sulle carte di credito - le banche potrebbero cavarsela senza incappare in un'altra crisi. In pochi anni le banche potrebbe ricapitalizzarsi e l'economia potrebbe tornare alla normalità. Questo è lo scenario più roseo.
Ma la casistica in giro per il mondo ci suggerisce che questa rosea prospettiva è a rischio.
Anche se le banche fossero in salute più del previsto, il processo di diminuzione della leva finanziaria associato alla distruzione di ricchezza ci dicono che l'economia rimarebbe debole. E un'economia debole significherebbe molto probabilmente maggiori perdite a carico delle banche.
Riparare il sistema finanziario è una condizione necessaria ma non sufficiente per la Ripresa.

La strategia americana per rimettere in sesto il sistema finanziario è costosa e non-equa perchè premia chi ha causato il disastro economico.
Ma c'è un'alternativa: debito in cambio di azioni (NdR nazionalizzione anche parziale).
Con un simile scambio, si potrebbe resuscitare la fiducia nei confronti del sistema bancario, ed i prestiti potrebbero essere iniettati nel sistema con un costo minimo o nullo per i contribuenti americani.
Non è particolarmente complicato e non è una favoletta.

I bondholder naturalmente non vedono di buon occhio questa alternativa, preferiscono continuare a riceve regali dal governo.
Ma è possibile usare il denaro pubblico i modi migliori e più efficaci., compreso una nuova tornata di stimoli.

A dispetto di alcuni germogli primaverili, dobbiamo prepararci ad un altro gelido inverno: è giunto il tempo per il Piano B di ristrutturazione delle banche e per un'altra dose di medicina Keynesiana.
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